17 Marzo 2011
Unità d'Italia
Credo che la ricorrenza sia poco sentita.
1861 è una data che abbiamo studiato sui libri di storia, è una data sicuramente importante, ma è solo una data, dietro di essa c'è non qualcosa che ci tocchi, per noi non rappresenta più nulla.
Nel 1861 mancavano ancora pezzi importanti d'Italia, oltre agli italiani naturalmente.
Il risorgimento non ha fatto nulla per la questione sociale e quel qualcosa di buono che ci ha dato, una monarchia costituzionale e l'abbattimento dello stato pontificio, è stato subito dopo vanificato dai successori di Cavour, che hanno dato vita ad uno stato reazionario sul piano interno e guerrafondaio su quello internazionale.
Tra la fine del secolo e il 1945 c'è stato un lungo intermezzo nero in cui non ci si può riconoscere e che costituisce una discontinuità insanabile per una nazione che non si può amare dalla sua nascita.
Per me l'Italia nasce il 25 aprile 1945 ed è questa la ricorrenza che sento.
Poi rendo onore e merito a Garibaldi, che qualcosa di buono e duraturo ha seminato e forse ancora persiste. Non più in Sicilia, da tempo perduta dopo portella delle ginestre, ma nella sua fuga da Roma verso la Liguria ha seminato sull'appennino tosco romagnolo i nodi di quella rete di solidarietà che poi avrebbe costituito le maglie della resistenza e dopo la liberazione il cuore rosso dell'Italia, che è stato ed è ancora la sua parte migliore.
Ma mi associo a Roberto Benigni quando dice che l'Italia è bella proprio perché chi vuole festeggiare festeggia e chi non vuole non festeggia.
Gridiamo quindi
VIVA L'ITALIA