VIOLATORI - William "Fenadir" Turner

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Kudrak
00venerdì 2 aprile 2004 17:01
Una serie innumerevole e ininterrotta di battaglie aveva scosso Elea per oltre un anno. L'esercito dei Violatori imperversava in lungo e in largo, alla conquista di terre, con i suoi fiumi, le foreste, i laghi e le miniere.
Fenadir, mostrando decisione e fermezza, aveva guadagnato, grazie al Volere del Principe, il ruolo di comandante di Terza linea, assieme al diritto di amministrazione di una Baronia nelle terre di Argentea. E fu un po' per questo, e un po' per la volontà di distinguersi da questi "buzzurri perditempo", (ovvero i ribelli, gli elfi e gli orchi), che Fenadir decise di mettere a frutto gli insegnamenti di sua madre riguardo all'abbigliamento che un nobile come lui avrebbe dovuto indossare. Avrebbe continuato a guardare i propri amici e compagni nell'esercito come suoi pari, ma decise di cambiare atteggiamento nei confronti degli altri. Agli occhi della gente della Baronia sarebbe apparso come quello che effettivamente era: un nobile, e questo soprattutto per imporre autorità e garantire il regolare svolgimento delle attività, prevenendo eventuali sommosse e malcontenti. Per quanto riguardava gli altri esseri che infestavano Elea. gli facevano solo perdere tempo.
Perché questa gente non riusciva a capire? Perché si ostinavano a combattere contro un esercito potentissimo quale era quello in cui lui stesso era fra i comandanti? Gli facevano solo "perdere tempo". E oltretutto nessuno sapeva, o voleva, (o poteva.) dargli informazioni riguardo ai suoi genitori.
E ogni volta che un "esercito" ostacolava il percorso dei Violatori, Fenadir diventava ansioso: "Perché non se ne vanno?
Perché non scappano? Non facciamo loro abbastanza paura?". E in quei momenti di battaglia concitata riusciva a stento a mantenere la calma, e spesso cedeva all'impulsività, alla fretta di avere la strada libera, di proseguire la sua ricerca indisturbato.
Ma quanto tempo era effettivamente passato, da quando i suoi genitori erano partiti nel primo contingente, alla conquista della nuova terra?? Non se lo ricordava più. Le battaglie erano impegnative. ma non sentiva la fatica, trovava sempre l'energia per inseguire qualche elfo, o ribelle, o, soprattutto, quello che meno sopportava: le aberrazioni!
Perché un albero dovrebbe muoversi?!? O un ratto camminare su due zampe?!? Odiava questi esseri deformi tanto quanto amava i suoi amici. e la stessa energia che metteva nell'inseguire i superstiti, quelli che si ostinavano a resistere, la metteva nella difesa dei suoi amici, nelle poche volte che uno di questi altri "eserciti" compiva il così "nobile" gesto di "sciacallare" i Violatori feriti da uno scontro.
Stava perdendo la speranza di ritrovare i suoi genitori. Suo padre, forte e valoroso guerriero; colui che vinse quella giostra per borghesi,
guadagnandosi il titolo nobiliare e la ambita possibilità di combattere nell'esercito dei Violatori. Sua madre, colta signora dai modi raffinati, che vestiva il piccolo Fen come un signorotto elegante.
Ma il loro ricordo gli faceva tornare alla mente quei giorni in cui giocava con i suoi amici nei prati, quando era ancora semplicemente il figlio di un bravo combattente.
E così, dopo un breve momento di raccoglimento, in cui si immerge in silenzio nei propri ricordi, è pronto per una nuova battaglia, pronto per eseguire gli ordini del suo Principe, pronto a comandare uno per uno i suoi uomini, pronto a far valere sul campo il proprio esercito. Fino a che non vede ciò che proprio non riesce a concepire: un albero che si muove!!!
O una bestia che cammina come un umano!!! Ma come si permette?!?
A stento riesce a trattenersi.Un po' la fretta e un po' la rabbia e l'ansia e l'irrequietezza, l'impulsività uscivano fuori, pur sapendo che il Principe mal tollera chi non esegue gli ordini alla perfezione. Doveva combattere contro la propria impulsività, affinchè l'esercito funzionasse alla perfezione nell'esecuzione della conquista di Elea, perché voleva conquistare una terra anche per i suoi genitori, ma più di ogni altra cosa voleva ritrovarli. "Papà, farò danzare la spada come tu mi hai insegnato; Mamma, danzerò con la spada nelle vesti e nei modi che mi hai insegnato; Dio Demone, il nemico vedrà danzare uno spettro che lo travolgerà se oserà avere il coraggio di affrontarlo.
Parola di Fenadir, Barone nelle terre di Argentea."
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:56.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com