VIOLATORI - Astur

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Kudrak
00giovedì 1 aprile 2004 21:50
Anno -3 -La nascita-

Nel tempio Superiore della capitale del regno una lunga processione di figure incappucciate si snoda tra i silenziosi saloni.
Il mezzo-demone Ismal figlio del Dio e primo custode dei riti della nascita porta in braccio una donna che, coperta da lunghe vesti nere, digrigna i denti sopportando i dolori del parto che il Dio demone, con sommo onore, le ha concesso.
Dopo un lungo colonnato di marmo appare innanzi alla processione un arco maestoso.
Il corteo si ferma, silenzioso: gli unici rumori che si percepiscono sono quelli degli aspersori che ritmicamente agitati rilasciano nell’aria un profumato unguento.
Tre figure attraversano l’arco.
Ismal, Correil, la somma sacerdotessa del tempio, e altre due figure entrano nel luogo del tempio adibito alle nascite.
Una cappella sormonta l’androne, fiaccole tremanti proiettano le ombre dei quattro sulle pareti finemente lavorate che si chiudono dietro ad un altare maestoso.
Ismal sale la breve scalinata che porta all’altare e appoggia con delicatezza sorprendente la donna gestante sul marmo gelato.
L’essere si inchina innanzi al simbolo del Dio che troneggia sopra l’altare; Correil gli si affianca pronunciando una litania ripetitiva.
Le due figure all’ordine della sacerdotessa si avvicinano alla donna; le urla strazianti invadono la sala come un fiume in piena.
L’aria sembra addensarsi attorno all’altare: le due figure si staccano dall’altare e porgono alla sacerdotessa il corpo dell’essere appena nato.
“Ecco il figlio del Dio che ho visto nei miei sogni: che il mondo accolga la furia di Astur!”
Ismal, terminato il rito della nascita, si rivolge alla sacerdotessa: “La donna è morta” e Correil a lui “lo so bene Ismal, nei sogni che hanno allietato le mie notti prima di questo fausto evento ho visto tutto: egli sarà eletto tra gli eletti, maestro delle armi e terrore dei nemici, la vita della donna è un prezzo fin troppo basso da pagare per la sua nascita”.
Il mezzo-demone a lei “dovremmo forse avvertire il Re della sua nascita?”.
“No, altri sono i voleri del Dio Demone; egli mostrerà da solo ciò per cui è nato e nessuno dovrà mai sapere i motivi della sua venuta”.
Mentre la sacerdotessa si allontana ammantata dalla notte, Ismal guarda il simbolo del suo Dio, interrogandosi sul significato oscuro di quella nascita...

Anno -1 -L’acquisizione-

Per molte lune Astur rimase nel tempio in cui nacque.
Era impossibile non notare nelle fattezze del mezzo demone qualcosa che in qualche modo esulasse dalle sembianze degli altri figli del Dio .
Innanzi tutto fin dalla nascita il colore delle pelle dell’essere era sensibilmente più scuro di quello dei suoi simili; una dentatura prominente riempiva la bocca di Astur in maniera assolutamente eccezionale e una mancanza di effettive proporzioni fra la testa, troppo grande, ed il resto del corpo misero in evidenza una diversità che solo in seguito sarebbe diventata manifesta a tutti.
Astur mostrò soprattutto inizialmente delle serie difficoltà per tutto ciò che concernesse l’apprendimento teorico, che era, se pur in minima parte, impartito ai mezzi demoni per permettere loro di comunicare con gli uomini.
Non ostante questa lacuna, Astur sembrava in qualche modo conoscere in maniera latente la lingua propria della sua razza e riuscì a perfezionarla con il minimo sforzo ed in brevissimo tempo.
Passarono quattro lune e Astur fu condotto nella più grande caserma di addestratori che la capitale potesse vantare.
Ebbe sempre scarsi rapporti con gli umani e persino più dei suoi fratelli evitava i contatti con l’esterno.
Trascorreva la maggior parte delle ore ad allenarsi con la spada e presto anche i suoi compagni di vita cominciarono a temerlo, quasi percependo in lui una sorta di capacità latente che in qualche maniera li terrorizzava.
Giunsero presto le notizie della scoperta di un nuovo continente da parti di alcune navi esplorative argentiane e nei due anni successivi fu deciso di intraprendere una campagna di conquista che avrebbe portato il vessillo dell’Impero anche oltre oceano.
In questo tempo Astur mostrò quanto grande fosse la sua furia e divenne capo carnefice degli schiavi provenienti dai burrascosi confini dell’est e dei Krast gli orchi folli che da tempo attentavano ai confini del fulgido impero.
Nel contempo, sensibili cambiamenti segnavano il corpo e la mente del mezzo demone:
delle minuscole, impercettibili escrescenze crebbero sulla sua schiena, il colorito stesso della sua carnagione, una volta tendente al rosso, stava impallidendo visibilmente e strani, confusi sogni turbavano le brevi ore di riposo dell’essere.
Qualcosa in lui stava mutando e presto se ne sarebbe reso conto di persona...


Anno 0 -La furia del volto-

Fu così che Astur venne arruolato nell’esercito regolare per contrastare la rivolta che infuriava nelle terre di Argentea.
Molti uomini furono mandati lungo i confini tumultuosi laddove lo scontro era più aspro; Astur, in quanto mezzo demone ancora molto giovane, fu assegnato ad un distaccamento minore che impedisse la sorta di altri moti rivoltosi nelle zone più interne dell’impero. E fu in quella occasione che il suo fato si compì, grande gloria ebbe in quella occasione... ciò riportano le cronache:

Dalle cronache dell’insurrezione di sir Comwel d’Argentea:
La sommossa dei rivoltosi aveva privato il regno di una buona fetta delle forze interne, schierate ai confini contro le numerose tribù barbare di orchi; tuttavia, parte dell’esercito regolare era ancora attiva e fedele al nostro illustre sovrano e si impegnava in azioni di recupero che non dovessero richiedere uno scontro diretto con i traditori d’Argentea.
Fu così che una spedizione di una trentina di uomini fu mandata a schiodare dal picco del Monte D‘oro un manipolo di rivoltosi che, chiusosi in un accampamento di fortuna su un passo impervio, avevano reso impossibile il passaggio da quei luoghi.
Dopo un giorno di salita, le truppe erano già stanche; l’ostilità di quei luoghi era ben nota a tutti e il monte più alto del regno non era poca cosa da superare con truppe pesantemente armate e fornite di attrezzature da assedio.
La mattina risollevò gli animi dei più e non ostante le proibitive condizioni climatiche e dopo sole due ore di cammino le sentinelle tornarono, avvertendo che si era quasi giunti al passo e che dietro l’angolo si sarebbe potuto vedere l’accampamento nemico.
Superato lo sperone naturale che precludeva la vista si potevano osservare le palizzate nel terreno che sarebbero state la barriera più difficile da superare, ma, tuttavia, come già precedentemente riferito dalle sentinelle dell’esercito, non vi era nessuno a guardia della spessa porta e soprattutto non c’era ronda che sorvegliasse il passo da sopra la palizzata.
Posto l’accampamento in una radura a poca distanza dall’obiettivo, la truppa si mosse.
Freccie infuocate bersagliarono l’accampamento nemico, ma non un urlo né un allarme fu sentito: era come se tutto fosse stato abbandonato e prevedendo un prematuro ritorno alle case, le truppe innalzarono il loro grido di vittoria e, appropinquatisi al forte, ne sfondarono il solido portone con l’ariete.
Il vento tacque per un istante e anche la terra sembrò sbigottita quando aperte le porte apparve ai più una scena terribile: dell’accampamento nemico non restava che qualche maceria, le tende erano sventrate, ma lo spettacolo più orrendo lo dava una figura che china su una catasta di corpi maciullati banchettava delle loro carni preso da una furia blasfema.
Quando l’essere si voltò mostrandosi alla truppa silente nei suoi occhi brillò una luce oscena; nulla che avesse mai calcato le terre dello splendore avrebbe mai potuto avere quegli occhi.
L’essere si girò di scatto ed era pronto ad attaccare, ma appena si rese conto di chi aveva innanzi divenne mansueto: la bestialità che fino ad un attimo prima aveva caratterizzato il mostro divenne compostezza e si mosse. Il mezzodemone, perché ciò era la creatura scese dalla catasta di corpi, sputando un lembo di carne umana si avvicinò al comandante di truppa, appoggiò il pugno sul petto e disse:
“Finalmente… sono giorni che vi aspetto…Io sono Astur mezzodemone dell’esercito d’argentea… purtroppo per voi qui non c’è più nessuno da combattere… ah quasi dimenticavo ho un… regalo per voi” l’essere indicò una costruzione in pietra e accompagnò il comandante dentro ad essa.
Sul basso muro grezzo appeso a testa verso il basso vi era un uomo o ciò che ne restava col ventre aperto per metà, i tendini delle braccia e delle gambe tagliati di netto, il volto parzialmente scarnificato e le ossa dei fianchi che oramai vedevano la luce del sole.
Il capitano rabbrividì a quella vista; aveva già potuto osservare la furia di un figlio del Dio, ma niente di neanche lontanamente umano avrebbe mai potuto neanche pensare un siffatto blasfemo ricettacolo di orrori.
Stava quasi per perdere i sensi quando fu chiamato fuori dalla costruzione.
Un soldato appartenente alla fazione dei rivoltosi giaceva in un anfratto delle mura e in uno stato pietoso, dondolando la testa ritmicamente come un ebete, quale era oramai probabilmente, ripeteva incessantemente “il volto del Dio Demone è qui!”.
E Astur disse “ah già di lui mi ero quasi dimenticato” appena i soldati alzarono l’uomo da terra Astur lo prese per i capelli e orientando la sua testa verso la costruzione disse “ci siamo divertiti con il nostro amico… non è vero?” dicendo ciò l’occhio pallato del demone incontrò lo sguardo del povero malcapitato che urlando come il forsennato che era divenuto fu trascinato via a braccia.
Fu compiuto un giro dell’accampamento e nessun altro in vita fu ritrovato.
Vi dovevano essere lì una ventina di persone ben armate e pronte a resistere ad un assedio, vi era cibo e acqua per mesi.
Il comandante abbassò lo sguardo e disse “chi ha fatto questa carneficina mezzodemone, dove è la tua truppa?”.
E Astur a lui “la mia truppa è stata sorpresa e spazzata via molti giorni fa e io sono stato portato qui come… schiaaaaavvvvoooo….”
“Non mi hai risposto…chi ha combinato tutto questo?”
Un ghigno apparve sul volto del mezzodemone e un brivido attraversò la schiena del capitano…
“truppa torniamo indietro” urlò l’ufficiale… “qui non c’è più nulla da fare”…

Anno 1 -La cattura-

A seguito del valore dimostrato in quella occasione Astur fu inviato al confine assieme ad un valido distaccamento dell’esercito dei Violatori, che, ritornati in patria per sedare la rivolta, avevano in breve tempo costretto le forze avversarie a una ritirata scomposta e mal organizzata.
Erano rimasti come ultimo baluardo contro il fulgido impero i numerosi clan di orchi che popolavano la zona dell’altopiano stepposo all’estremo nord dei confini civilizzati.
E proprio su quelle terre fredde e prive di vita si svolse l’ultimo capitolo della disfatta dei traditori.
In una sconfinata piana battuta dai gelidi venti del nord migliaia, di rumorosi biascicanti orchi battevano le tozze armi sugli scudi; una scomposta fiumara di quegli esseri idioti si riversò furente verso gli organizzati ranghi dell’esercito dei Violatori, i quali, senza indietreggiare neanche di un passo, ressero all’impeto della carica su tutto il fronte e distrussero gli stolti esseri con una freddezza innaturale e una furia controllata che mai fu vista sulle terre delle Impero.
Mentre gli orchi in rotta venivano mietuti come grano maturo dalle lame fulgide dei templari, un drappello di una decina di quegli esseri immondi riuscì a sfuggire, seguito da un folto gruppo di mezzidemoni.
Tra quegli orchi vi era il terribile signore di quegli esseri, Borknaghar, distruttore delle paci dei confini da lungo tempo; iniziò lì una spaventosa pugna che durò fino a quando il capo di quei insulsi esseri fu reso all’impotenza.
Fu Astur a ricondurre Borknaghar privo di sensi al cospetto di lord Gabbos.
Astur si pronunciò “questo era quello che ci aveva ordinato Lord, è ancora vivo...”
E Gabbos “ottimo, Mezzo demone, i tuoi servigi verranno resi noti al principe in persona e forse avrai l’onore di seguire il nostro esercito nelle terre di Elea, ora va...”

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Ed infatti quando il principe Malakay staccò di netto la testa di Borknaghar dal suo corpo informe , lì nella pizza principale della capitale dell’impero gli fu anche riferito che un mezzo demone, Astur, si era distinto tra gli altri per abilità e furia.
E fu così che Astur divenne membro dell’esercito dei Violatori, e le navi salparono ancora per Elea, per la conquista e per la gloria del sommo Dio demone e la guerra ricominciò...






Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:31.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com