VENTICINQUE ANNI DI VIRUS, SEMPRE PIU' PERICOLOSI

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liama
00venerdì 13 luglio 2007 13:26
ROMA - Hanno causato miliardi di dollari di danni, ve ne sono migliaia in circolazione e ogni giorno ne escono di nuovi: sono i virus informatici che, a 25 anni dalla nascita, sono più forti che mai e, grazie soprattutto a falle dei sistemi operativi, evolvono rapidamente divenendo sempre più subdoli e criminali. Per celebrare il fastidioso compleanno Richard Ford, del Florida Institute of Technology presso Melbourne, ha ripercorso sulla rivista Science l'evoluzione dei virus informatici dalla nascita del primo, avvenuta nel 1982, alle terribili infezioni di oggi che minacciano seriamente la sicurezza dei computer e che, soprattutto, cercano di carpire dati riservati come i codici delle carte di credito. "Purtroppo - avverte Ford - anche dopo oltre due decadi, non c'é fine in vista per questi perniciosi agenti": costruire un software in grado di stabilire con certezza assoluta se un altro programma contiene un virus è praticamente impossibile. E' il 1982 quando fa la sua apparizione 'Elk Cloner', il primo virus che, creato da un quindicenne, Rich Skrenta, si diffondeva tramite i floppy disk. Se il computer veniva avviato dal floppy disk infetto, il virus si eseguiva automaticamente e quando incontrava un floppy 'sano', creava automaticamente una nuova copia di sé sul supporto. Quando veniva caricato per la cinquantesima volta, Elk Cloner 'recitava' una bizzarra poesia che inneggiava alla sua capacità di clonarsi e arrivare ovunque.

Elk Cloner era la prima timida avvisaglia dei danni che i virus informatici avrebbero potuto causare negli anni a venire. In breve tempo il veicolo di diffusione dei virus informatici è diventato sempre più insidioso: dai floppy ai cd e poi Internet. Non si sono fatti attendere, infatti, sulla scena mondiale i worm, programmi completamente indipendenti ed autosufficienti che si autoreplicano come i virus e in più possono autonomamente propagarsi utilizzando la connessione di rete, senza bisogno di intervento esterno. Il primo a diffondersi in tutto il mondo è stato nel 1988 'Morris Worm'. Poi è stata la volta di Michelangelo, creato nel 1992 per attivarsi il 6 marzo di ogni anno, data di nascita dell'artista rinascimentale, e formattare l'hard disk del computer colpito facendo perdere tutti i dati. Uno dei worm che ha fatto più danni è Sdl.Slammer che, grazie al suo ritmo velocissimo di auto-replicazione (circa 8.000 copie l'ora), blocca la rete mettendo i computer fuori uso. Solo in Italia SQL.Slammer il 28 gennaio 2003 ha bloccato 14.000 uffici postali, ma i danni maggiori li ha fatti in Usa e Asia, mandando le Borse in tilt e colpendo 22.000 sistemi in tutto il mondo. Poi è stata la volta di 'Code Red', che in sole 14 ore ha infettato 359.000 macchine sferrando attacchi anche alla Casa Bianca. Lo hanno seguito Nimda, Concept, Melissa. In 25 anni, osserva Ford, si è passati da virus in grado di provocare danni abbastanza a quelli che oggi sono definiti programmi pericolosi, capaci di diffondersi e replicarsi nella rete a ritmo vertiginoso.

Oggi le insidie più diffuse si chiamano spyware, phishing, rootkit, bot: un vero sistema di inganni informatici messo in piedi per rubare dati bancari o diffondere spam. Perché tanto successo per i virus? "I computer sono sempre più ubiquitari - spiega Ford - e si arricchiscono continuamente in funzionalità, ma più un sistema è complesso più è facile che coloro che lo sviluppano commettano errori in fase di costruzione, rendendolo più attaccabile". E gli utenti sono l'anello più debole della catena quando, ingenuamente, seguendo le istruzioni date in modo subdolo da un programma pericoloso, finiscono per aumentarne la diffusione.


ITALIANI SEMPRE PIU' ON LINE,198 MLN ORE SETTIMANA
Gli italiani con 198 milioni di ore trascorse sul web alla settimana e una media di 6 ore settimanali (quasi una al giorno) a persona sono sempre più legati a Internet. Gli internauti più assidui sono soprattutto uomini, con un'età che va da 18 a 34 anni. E' quanto emerge da una ricerca condotta da Ebay.it e Research International. Nonostante sia aumentata la quota dei navigatori che accedono alla rete da casa, circa 28 milioni di persone tra i 18 e i 34 anni, il web resta un fenomeno di una certa rilevanza soprattutto nei centri con oltre 100 mila abitanti del nord ovest e del centro, che trascorrono in media la settimana rispettivamente 7 e 6 ore. Tra le medio-grandi città sono Firenze e Palermo a condurre la classifica con una media di 8 ore settimanali online, seguite da Pesaro e Brindisi con 6 ore. Chi naviga nella rete è spinto soprattutto dalla ricerca delle informazioni (91% dei casi, soprattutto per gli abitanti di Treviso e Brindisi), per la quale dedica anche il maggior numero di ore. Seguono il controllo della posta elettronica o la scrittura di e-mail (8 italiani su 10), attività prevalente nei piccoli centri del nord. Importante è anche il bisogno di notizie che porta il 57% delle persone intervistate a ricercarle nel web. In secondo piano il divertimento e la socializzazione, che spingono a connettersi il 37% degli internauti e gli acquisti online che toccano il 23 per cento. Sono però gli abitanti delle regioni meridionali i maggiori frequentatori delle chat (11%) e gli amanti dello shopping online, con Palermo e Pesaro che battono il capoluogo milanese con il 38% di partecipazione alle aste online rispetto al 30% dei grandi centri.
--MUTTLEY--
00venerdì 13 luglio 2007 13:30
Quant'è che esiste Microsoft? [SM=g27828]
liama
00venerdì 13 luglio 2007 13:41
Re:

Scritto da: --MUTTLEY-- 13/07/2007 13.30
Quant'è che esiste Microsoft? [SM=g27828]

[SM=x74580]
jackfalcineto
00venerdì 13 luglio 2007 14:17
Re:

Scritto da: --MUTTLEY-- 13/07/2007 13.30
Quant'è che esiste Microsoft? [SM=g27828]



[SM=x74564] [SM=x74580]
Asgeir Mickelson
00domenica 15 luglio 2007 23:00
Re:

Scritto da: --MUTTLEY-- 13/07/2007 13.30
Quant'è che esiste Microsoft? [SM=g27828]

[SM=x74580]
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