VELOK

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Lance
00giovedì 13 dicembre 2012 17:42
VELOK
"Velok", le colonnine arancioni ora finiscono fuorilegge

Da Roma a Verona, sempre di più le città che le adottano: utili contro gli incidenti. I consumatori:
"È l'ultima follia per fare soldi. A volte non sono neppure segnalate". Il ministero: illegittimo usarle per controllare la velocità

di FABIO TONACCI

SONO efficaci per scoraggiare chi corre in macchina, ma non sono omologati. Vengono adottati sempre di più dalle polizie municipali, ma per il Codice della Strada non esistono. Eppure ne è consentito l'utilizzo per fare le multe. Non mancano certo i nodi da sciogliere quando si parla dei Velok, o Speed Check, o, nell'accezione degli automobilisti, "quei bussolotti arancioni che a volte contengono l'autovelox a volte no". E un recente parere del ministero dei Trasporti rischia di dare sostanza a centinaia di potenziali ricorsi di chi si vede recapitare a casa il verbale.
Un passo indietro. Tecnicamente le colonnine Velok, ideate dalla Confservizi Veneto e sperimentate nel comune di Corridonia nel 2007, sono dei dissuasori di velocità. Contenitori mobili in polietilene, fosforescenti e pesanti appena mezzo chilo, posizionati ai margini delle strade particolarmente trafficate o vicino agli incroci pericolosi. Indicano il limite e avvertono del controllo elettronico, ma non necessariamente hanno l'autovelox. È la municipale a decidere se e dove metterlo. Chi è al volante annusa il rischio della multa e, nel dubbio, alza il piede dall'acceleratore. Semplice principio di deterrenza. "Le abbiamo messe sulla tangenziale T4 sei mesi fa - racconta l'assessore alla viabilità di Verona Enrico Corsi - e da allora non abbiamo avuto più incidenti". E le multe? "Qualcuna l'abbiamo fatta, rispettando l'obbligo della presenza del vigile vicino alla postazione. Nessuna protesta". Con il Velok in strada, secondo uno studio del Cesiss, la velocità media si riduce di 11,3 km e le infrazioni calano del 70 per cento. Tant'è che in poco più di un anno 313 comuni, tra cui Roma (nel IV municipio), Lucca, Frosinone e Biella, hanno istallato più di 3000 colonnine. Un successo, soprattutto nel Nord Italia.
C'è un però, che arriva direttamente dal ministero dei Trasporti. "I manufatti in oggetto non sono inquadrabili in alcuna delle categorie previste dal Nuovo Codice della Strada e dunque per essi non risulta concessa alcuna approvazione", si legge nel parere n°4295 firmato dal direttore generale Sergio Dondolini il 24 luglio scorso, a seguito di una richiesta del prefetto di Bergamo. "Poiché non possono essere qualificati come impianti, probabilmente non potranno essere ricondotti alla futura nuova disciplina... l'eventuale impiego come componenti della segnaletica non può essere autorizzato". Insomma, il Velok non è un impianto e nemmeno un segnale stradale. "Allo stato attuale - scrive Dondolini - l'unico impiego consentito è quello che prevede l'installazione al loro interno di misuratori di velocità". E qui sta il paradosso delle colonnine arancioni. Se sono vuote, per il ministero sono oggetti non riconosciuti a lato della carreggiata. Se sono "armate", con la presenza di un vigile urbano possono fare multe. Ce n'è abbastanza per alimentare qualche dubbio.

"Ogni manufatto apposto sulle strade - sostiene l'avvocato Salvatore Verdoliva, esperto in ricorsi amministrativi - deve avere una copertura regolamentare che ne definisca caratteristiche estetiche, tecniche, normative. Un verbale di infrazione accertato con quelle colonnine è contestabile". Lettura totalmente rigettata da chi il Velok l'ha ideato e commercializzato. Dice il direttore di Confservizi Veneto Nicola Mazzonetto: "Al ministero dei Trasporti ci hanno assicurato che non c'è bisogno di omologazione. È tutto in regola, il nostro progetto salva delle vite. Un kit base costa intorno ai 1500-2000 euro e prima di consegnarlo ai municipi organizziamo serate aperte ai cittadini per spiegarne il funzionamento".

Quel parere ministeriale del 24 luglio però pesa. Dà voce a chi ritiene gli automobilisti già troppo tartassati da autovelox, T-Red e Tutor. L'utilizzo di quest'ultimo, tra l'altro, sarà esteso in futuro anche ai tratti autostradali con limiti di velocità provvisori, lungo i cantieri o in condizioni di nebbia. "I Velok sono l'ultima follia per fare soldi - sostiene Mario Spadini, presidente di Federconsumatori Pavia - mi risulta che non sempre le colonnine con autovelox attivo siano preventivamente segnalate, come prescrive la legge. A volte non sono presenti nemmeno gli agenti. Gli amministratori parlano di sicurezza, ma poi si scopre che il comune di Pavia con due macchinette sulla statale 35 ha emesso multe per 800 mila euro in sei mesi".
manu491
00giovedì 13 dicembre 2012 18:53
Re: VELOK
aggiungo che, almeno nelle marche (dove sono diffusissimi), spesso e volentieri nelle finestrelle c'è una immagine raffigurante l'autovelox, a simulare la presenza all'interno dell'apparecchio...
MARSHAL
00venerdì 28 dicembre 2012 18:36
Re: VELOK
vero!!! anche dalle mie a volte c'e' solo la collonina e dentro non c'e' niente ......
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