Usa, Agenzia per la sicurezza sotto accusa. «Spia le telefonate di milioni di cittadini»

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wheaton80
00giovedì 6 giugno 2013 11:00
Secondo il «Guardian» registrate le comunicazioni passate dei clienti di Verizon, una della maggiori compagnie telefoniche Usa

I dati della telefonate di milioni di cittadini statunitensi registrati dalla Nsa, l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana. Il nuovo scandalo che colpisce gli States e l'amministrazione Obama viene raccontato dal Guardian. Nel mirino dell'agenzia per la sicurezza Usa, dice il quotidiano britannico, sono finiti i clienti di Verizon, una delle maggiori compagnie telefoniche americane. Il Guardian ha avuto accesso a un'ordinanza giudiziaria top secret emessa il 25 aprile nei confronti di Verizon: nel documento si legge che la compagnia telefonica deve consegnare per tre mesi (fino a luglio) la lista giornaliera dei dati delle chiamate, «sia all'interno degli Stati Uniti sia tra gli Stati Uniti e altri Paesi», alla Nsa.

TABULATI - Quello che la Verizon fornisce alla Nsa sono i «metadati» delle telefonate: ovvero i numeri telefonici di chi effettua le chiamate e di chi le riceve e la durata delle conversazioni. Non sono richiesti nomi, indirizzi, informazioni finanziarie sugli utenti e contenuto delle conversazioni. L'insieme dei dati su milioni di telefonate dovrebbe comunque permettere all'Nsa di tracciare gli schemi delle comunicazioni dentro gli Stati Uniti ma anche verso l'estero.

REGISTRAZIONI DI MASSA - L'ordinanza, firmata dal giudice Roger Vinson, appare «inusuale» perchè non menziona un gruppo specifico di persone da controllare o una determinata «minaccia» terroristica. Il provvedimento - che si basa sul Patriot Act approvato dall'amministrazione Bush dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 - dimostra per la prima volta che la raccolta indiscriminata di dati sui cittadini Usa è continuata anche sotto Barack Obama. «Il documento - scrive il Guardian - dimostra che sotto l'amministrazione Obama le registrazioni delle comunicazioni di milioni di americani sono state raccolte indiscriminatamente e in massa, indipendentemente dal fatto che essi fossero sospettati di qualche illecito».

NO COMMENT - Casa Bianca e Fbi per ora non commentano la notizia, ma non è arrivata ancora una smentita , mentre una fonte vicina alla magistratura ha confermato l'autenticità dell'ordinanza. «Risponderemo appena possiamo», ha invece commentato una portavoce della Nsa.

6 giugno 2013
www.corriere.it/esteri/13_giugno_06/usa-spiate-telefonate-milioni-cittadni_c28c427a-ce7d-11e2-869d-f6978a0048...
wheaton80
00venerdì 7 giugno 2013 21:35
Controlli Usa, intercettate anche carte credito. Obama replica alle accuse: "Privacy rispettata"
L'ex avvocato delle multinazionali, Glenn Greenwald, ha denunciato, sul suo blog nel sito del "Guardian", l'esistenza di un "file top-secret firmato dall'amministrazione Obama che autorizza gli 007 Usa a controllare milioni di utenti". Il presidente: "Controlli solo per la sicurezza dei cittadini"

L'Nsa, l'Agenzia per la sicurezza nazionale, e l'Fbi stanno "accedendo direttamente ai server centrali di nove grandi società Internet Usa attraverso un programma conosciuto come Prism ed estraendo massicci quantitativi di dati compresi audio, video, foto, email, documenti e connessioni". A raccontare lo scandalo è un avvocato e blogger, Glenn Greenwald, da anni impegnato a denunciare il controllo del governo e a difendere giornalisti. E' lui la "gola profonda", che, con le sue rivelazioni, fa discutere sui metodi usati dalla Casa Bianca, che oltre agli utenti del web controlla milioni di utenti della compagnia telefonica Verizon, che è tra l'altro quella più usata in America. Greenwald, che in passato ha difeso multinazionali e poteri forti - come scrive il New York Times-, ha incrociato i suoi dati informativi e con competenza e passione (è un pentito del capitalismo) ha lavorato per svelare le trame nascoste del "Grande Fratello", messo in atto da Washington, e a cui neanche l'esecutivo Obama si sottrae.

Il blogger, dopo lo scoop del Washington Post, ha quindi collegato i contenuti dell'articolo con l'esistenza del file top secret. In un'intervista l'avvocato-attivista ha definito il programma "Prism dell'Nsa, una sorta di gioiello della corona in materia di segreti governativi". E poi ha rivelato: "Mi aspettavo un reazione più eclatante, ma io non ho nulla di cui preoccuparmi perché ho fatto quello che la Costituzione mi permette di fare e non ho paura delle conseguenze". Greenwald infatti ha raccontato di essere stato messo in guardia da molti suoi colleghi.

Obama replica: "Rispettata la privacy" - Il presidente si difende: "Il piano è noto a ogni membro del Congresso ed è stato autorizzato più volte dal 2007 con sostegno bipartisan". I controlli effettuati sul web dal servizio di Intelligence, spiega Obama, sono fatti "per la sicurezza" e nei limiti del rispetto della privacy. "Nessuno - assicura - ascolta le telefonate".

Spiate anche le carte di credito - Secondo il Wall Street Journal, che cita fonti dell'intelligence Usa, ad essere sotto il controllo dell'Nsa ci sarebbero anche le carte di credito. Il quotidiano sottolinea come nell'ambito della sua attività di "spionaggio" per individuare possibili sospetti terroristi, l'agenzia raccoglierebbe anche tutti i dati relativi agli acquisti compiuti con le carte, avendo garantito l'accesso a tutte le informazioni in mano alle banche e alle società emittenti.

Tra le compagnie telefoniche spiate anche AT&T e Sprint - L'attività di "spionaggio" sulle telefonate - riferiscono i media Usa - non riguarda solo gli utenti di Verizon, ma anche quelli di altre due grandi aziende telefoniche e internet provider: AT&T - con 107,3mln di clienti per la telefonia mobile e servizi wireless e 31,2mln per la telefonia fissa - e Sprint, con 55 milioni di utenti in tutto.

Anche 007 inglesi avevano accesso a database Usa - L'agenzia per la sicurezza elettronica britannica, la GCHQ, ha avuto accesso segreto dal giugno 2010 ai dati del programma di sorveglianza americano Prism con cui l'Fbi e la Nsa carpivano informazioni dalle maggiori aziende di internet. E' quanto rivela il sito del britannico Guardian.

7.6.2013
www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1099029/controlli-usa-intercettate-anche-carte-credito-obama-replica-alle-accuse-privacy-rispettat...

wheaton80
00lunedì 10 giugno 2013 17:40
Datagate Usa, parla la talpa: "La Nsa osserva tutti i cittadini, rischiamo di diventare una dittatura. Sono abusi inaccettabili"
Dario Caputo
10.06.2013

Ha 29 anni la talpa dello scandalo "Datagate" che ha sconvolto sia gli Stati Uniti che l'intero pianeta. Edward Snowden, questo il suo nome, è un ex assistente tecnico della Cia e attualmente collaboratore dell'agenzia di sicurezza privata Booz Allen Hamilton. Questo scandalo ha creato la più grande fuga di notizie sull'intelligence Usa. Parliamo del sistema Prism, il programma di controllo delle comunicazioni lanciato dall'Agenzia di sicurezza nazionale Usa (Nsa). La notizia era stata lanciata dal quotidiano britannico The Guardian. Ora è lo stesso quotidiano a pubblicare l'intervista video alla "talpa" del sistema informatico statunitense. Snowden si trova, dallo scorso 20 maggio, in una stanza di albergo ad Hong Kong. Cambia molte volte la camera, per paura di essere spiato.

"So di non aver fatto nulla di male. Non voglio l'attenzione del pubblico, perché non voglio che questa storia sia una storia su di me. Voglio che sia una storia su quello che il governo (degli Stati Uniti) sta facendo", sono queste le prime parole del 29enne. Ricorda che il suo unico scopo "è informare l'opinione pubblica su cosa viene fatto in loro nome e su cosa contro di loro. Sottolinea che ha voluto rendere tutto pubblico perché non poteva "permettere al governo americano di distruggere la privacy, la libertà sul web e le libertà fondamentali delle persone nel mondo con un'enorme macchina di sorveglianza che sta segretamente costruendo". Per Snowden "la Nsa osserva tutti i cittadini, rischiamo di diventare una dittatura, sono abusi inaccettabili". Perentoria la sua risposta su possibili ritorsioni contro di lui: "Conosco i segreti della comunità di intelligence, potrei decretare la chiusura di Prism in un solo pomeriggio".

Parlando del sistema che viene usato rileva che "quando si hanno incarichi come quelli che ho ricoperto si è esposti a molte più informazioni rispetto alla media dei dipendenti, si vedono cose che disturbano e quando le si vedono tutti i giorni ci si rende conto che si tratta di abusi e, con il passare del tempo, si sente l'obbligo di parlarne perché queste cose devono essere decise dal pubblico e non dal governo. Il pubblico ha diritto ad una spiegazione su quanto sta avvenendo e sono pronto a sostenerlo in qualsiasi sede, non sto cambiando i fatti, li descrivo per come sono, sta poi al pubblico decidere in proposito". La prima volta che affiora nel pensiero del 29enne la volontà di raccontare tutto è quando la Cia, nel 2007, lo invia a Ginevra a spiare banche svizzere: "Gran parte di ciò che ho visto a Ginevra mi ha veramente disilluso rispetto a come funziona il mio governo, e a qual è il suo impatto sul mondo.

Ho capito che ero parte di qualcosa che stava facendo molto più male che bene". Ricorda di non aver votato per Barack Obama, "nel 2008 ho scelto un terzo partito ma credevo alle promesse di Obama. Stavo già per svelare tutto ma ho atteso per vedere se cambiavano le cose dopo la sua rielezione. Lui ha continuato con le politiche del suo predecessore". A scandalo scoppiato Snowden rileva che il Presidente "ha cercato di difendere consapevolmente l'indifendibile".

La "talpa" sottolinea che l'Agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti "ha costruito un'infrastruttura che le permette di intercettare praticamente tutto. Con la sua capacità la grande maggioranza delle comunicazioni umane è digerita automaticamente senza obiettivi. Se volessi vedere le tue email o il telefono di tua moglie, devo solo usare le intercettazioni. Posso ottenere le tue mail, password, tabulati telefonici, carte di credito. Non voglio vivere in una società che fa questo genere di cose... Non voglio vivere in un mondo in cui ogni cosa che faccio e dico è registrata. Non è una cosa che intendo appoggiare o tollerare".

it.ibtimes.com/articles/50493/20130610/datagate-usa-edward-snowden-scandalo-intelligence-agenzia-sicurezza-nazionale-presidente-barack-obam.htm#ixzz2...

wheaton80
00mercoledì 12 giugno 2013 23:31
Snowden: 'Da anni Usa spiano Cina e Hong Kong'

Intervista esclusiva al South China Morning Post: 'ne' traditore ne' eroe, non rifugiato a Hong Kong per sfuggire a giustizia ma per rivelare i crimini'. Presto 'nuovi dettagli su obiettivi della sorveglianza', e preannuncia opposizione all'estradizione. Consiglio Europa: da controllo web rischi per democrazia

New York, 12-06-2013

"Non sono ne' un traditore ne' un eroe, sono un americano". Dal suo rifugio segreto, Edward Snowden torna a parlare di se' e dello scandalo Datagate che ha innescato. E lo fa in un'intervista esclusiva con un giornale di Hong Kong, il South China Morning Post, che parla di "altri esplosivi dettagli sugli obiettivi della sorveglianza" digitale dell'intelligence Usa: ovvero, la Cina e la stessa Hong Kong.

La cosiddetta 'talpa' della National Security Agency Usa ha parlato del suo futuro immediato, dei timori che ha per la sua famiglia negli Usa e soprattutto del fatto che il governo americano ha spiato nei computer di privati e istituzioni in Cina e ad Hong Kong almeno dal 2009. Ha affermato di ritenere che la Nsa abbia condotto globalmente oltre 61mila operazioni di hackeraggio, con centinaia di bersagli a Hong Kong e sul territorio cinese, e ha anche fatto vedere al South China Morning Post una serie di documenti: nessuno di questi contiene informazioni a carattere militare, riporta il giornale.

Le rivelazioni bomba di Snowden sono destinate a creare profondo imbarazzo alla Casa Bianca, che negli ultimi anni con Obama ha ripetutamente accusato il Dragone di spericolate operazioni di hackeraggio contro istituzioni, giornali e colossi informatici e finanziari americani. Fino all'ultimo vertice informale con Xi Jinping tenuto in California appena qualche giorno fa. "Noi - ha continuato Snowden - hackeriamo la colonna vertebrale del network, come i grandi router internet, che ci danno accesso a centinaia di migliaia di computer, senza doverli hackerare uno per uno".

Si tratta di un'intervista che viene peraltro diffusa mentre negli Usa i giganti di Silicon Valley esposti nello scandalo cercano di correre ai ripari chiedendo alle autorita' di poter pubblicare tutte le richieste segrete di informazioni ricevute dal governo. Una mossa intrapresa da Google ma anche da Facebook, Microsoft e Yahoo. E Google e' ora andata anche oltre, affermando in un comunicato che, "quando richiesti", i dati al governo vengono trasmessi in maniera estremamente semplice: o da un computer all'altro, o addirittura a mano.

Ma la nuova uscita di Snowden arriva anche mentre si fanno sempre piu' pressanti le domande su 36 diapositive delle 41 della presentazione power-point del programma PRISM della NSA che Snowden ha passato al Washington Post e al Guardian e che non sono state ancora pubblicate. Snowden aveva chiesto che venissero rese pubbliche tutte, nell'arco di 72 ore, ma ne sono state pubblicate solo cinque: prima quattro, e poi una quinta, dopo che i giganti di internet hanno negato che che la NSA abbia avuto accesso da una "porta di servizio" ai loro server. Si tratta di una 'slide' in cui si parla di "raccolta diretta dai server da questi internet provider: Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, YouTube, Apple".

Sull'argomento e' intervenuto anche Julian Assange, che ha gia' definito Snowden "un esempio". "Snowden ha chiesto che tutte le 41 pagine del documento su PRISM venissero pubblicate, ma ne' il Washington Post ne' il Guardian ne hanno avuto il coraggio", ha scritto il fondatore di Wikileaks, via Twitter. Chissa' che non intenda farlo lui. Apparentemente, Snowden ha comunque una notevole liberta' di movimento, visto che ha potuto contattare altri giornalisti. "Coloro che pensano che ho fatto un errore a scegliere di venire ad Hong Kong equivocano le mie intenzioni. Non sono qui per nascondermi dalla giustizia, ma per rivelare crimini", ha detto nella nuova intervista, aggiungendo che comunque intende opporsi ad ogni eventuale richiesta di estradizione da parte degli Usa.

"La mia intenzione - ha affermato - e' di chiedere ai tribunali e alla gente di Hong Kong di decidere del mio futuro". E ancora: "Ho avuto molte opportunita' di fuggire da Hong Kong, ma preferisco rimanere qui e combattere il governo Usa in tribunale, perche' ho fiducia nella legge di Hong Kong". Snowden si trova ad Hong Kong dal 20 maggio, con un visto turistico della validita' di tre mesi di cui puo' essere chiesto il rinnovo, che pero' puo' anche essere rifiutato.

www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=178795
wheaton80
00lunedì 17 giugno 2013 00:28
Facebook ammette: utenti spiati. "Abbiamo rivelato informazioni agli Usa"

Prima hanno negato, ma adesso arrivano le ammissioni. I giganti del web hanno rivelato i dati sulle richieste di informazioni ricevute dal governo statunitense nell'ambito del pervasivo programma di spionaggio organizzato dall'Nsa, l'agenzia per la Sicurezza Nazionale americana. Facebook e Microsoft -che stanno cercando di riguadagnare credibilità agli occhi degli utenti dopo che si è saputo che il cosiddetto programma Prism consente al governo Usa di accedere direttamente ai server di nove dei maggiori colossi Internet- hanno raggiunto un accordo con Washington per diffondere alcune limitate informazioni sul numero di richieste ricevute. Facebook è stato il primo a diffondere una serie di dati aggregati: nella seconda meta' del 2012 ha ricevuto tra le 9mila e le 10mila richieste di informazioni private da parte delle autorita'; e queste hanno riguardato 18mila/19mila account di utenti, una cifra che Facebook giudica "una frazione minima" dell'oltre 1,1 milioni di utenti.

Il tenore delle richieste è vario: si va dalle inchieste della polizia su sparizione di bambini, ai piccoli reati, alle minacce terroristiche. Microsoft ha rivelato di aver ricevuto tra le 6mila e le 7mila richieste di dati su circa 31mila account di utenti nella seconda meta' del 2012. Nel tentativo di rassicurare gli utenti, l'avvocato di Facebook, Ted Ullyot, ha voluto comunque sottolineare che l'azienda protegge "in maniera dura" la privacy dei suoi utenti: "Spesso respingiamo queste richieste in maniera definitiva, oppure chiediamo al governo di ridurre le sue richieste, o semplicemente gli diamo molti meno dati di quelli voluti. E rispondiamo solo nel quadro della legge".

15 giugno 2013
www.affaritaliani.it/mediatech/facebook-datagate150613.html
wheaton80
00martedì 18 giugno 2013 23:55
Datagate, la Difesa Gb ha chiesto ai giornali di censurare le notizie

Un cordiale invito all'autocensura da parte del Governo britannico: secondo il quotidiano Guardian il ministero della Difesa avrebbe fatto pressioni sui principali media del Paese per incoraggiarli a non scrivere sullo scandalo sulle intercettazioni segrete fatte dai servizi americani e britannici. Secondo il quotidiano britannico, il primo a pubblicare le rivelazioni della ‘talpa' americana Edward Snowden, il ministero della Difesa avrebbe mandato una "D notice" confidenziale o "avviso di censura" ai direttori della Bbc, la radiotelevisione di Stato, di Sky, Itv e di altri media e testate giornalistiche.

La richiesta, inviata il 7 giugno, il giorno dopo lo scoop del Guardian sul programma segreto Usa Prisma, era di non pubblicare informazioni che "potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale e le operazioni militari e di intelligence, e forse anche il personale britannico". La "D notice" è un avvertimento, un ‘consiglio' non vincolante ma che di fatto fa pressioni sui direttori responsabili dei media perchè evitino di pubblicare una storia o perlomeno la pubblichino con la dovuta cautela. Il suo utilizzo è consentito solo per ragioni di sicurezza nazionale. La nota indipendenza dei media britannici però sembra avere avuto la meglio. Lo stesso Guardian ammette che l'invito all'autocensura delle autorità non è stato accolto come il ministero della Difesa avrebbe sperato.

La Bbc ha sottolineato come sia i telegiornali che i notiziari radio abbiano "dato alla storia il livello di copertura adeguato", e anche le altre emittenti hanno dato un certo rilievo alla notizia. Il cosiddetto "datagate" ha creato anche qualche imbarazzo ai padroni di casa del G8 in corso in Irlanda del Nord, in seguito alle rivelazioni che la Gran Bretagna avrebbe "spiato" i delegati di Paesi alleati durante il summit del G20 a Londra nel 2009. Turchia, Sudafrica e Russia hanno formalmente chiesto a Londra di spiegare come, se e perchè i computer e telefoni dei loro rappresentanti siano stati monitorati dai servizi britannici, come rivelato dal Guardian.

Nicol Degli Innocenti
18 giugno 2013
www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-18/governo-britannico-guardian-161512.shtml?uuid=...
wheaton80
00giovedì 20 giugno 2013 00:44
Il “Datagate” di Monti: blitz degli 007 sui dati possibile senza via libera dei giudici

Il decreto approvato dall'ultimo governo, come denuncia l'avvocato Fulvio Sarzana, spalanca le porte ai servizi di sicurezza "in via amministrativa e senza il necessario controllo del garante della privacy". E mentre l'esecutivo Letta tace su Prism, la sorveglianza in Italia risulta più opaca di quella americana. Perché negli Usa è stata approvata dal Congresso

Eleonora Bianchini | 18 giugno 2013

In Italia tutto tace. Come se il Datagate denunciato da Edward Snowden, la “talpa” dello scandalo intercettazioni legate al programma di sorveglianza Prism, fosse una storia solo americana. Ma così non è. Anzi, riguarda da vicino anche l’Italia, dove i servizi segreti possono controllare carte di credito e mail, ad esempio, senza nessuna autorizzazione della magistratura.

Si tratta di uno degli ultimi lasciti del governo Monti, che il 24 gennaio 2013 ha approvato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri dal titolo “Direttiva recante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 marzo scorso. Un testo che, negli ultimi paragrafi, introduce una novità assoluta nel nostro ordinamento. E cioè che “gli operatori privati, ma anche le concessionarie pubbliche, dovranno spalancare le porte ai servizi di sicurezza sulle proprie banche dati, contenenti i nominativi dei cittadini italiani, e, si presume anche alle azioni compiute da questi ultimi, al di fuori di un intervento della magistratura“.

A denunciare il “Prism alla carbonara” è l’avvocato Fulvio Sarzana. Un sistema dove, precisa, tutto avviene “in via amministrativa e senza il necessario controllo, quantomeno dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali”. In concreto significa che l’articolo 11 del decreto, “previa apposita convenzione”, “obbliga gli operatori di telecomunicazioni e gli internet service provider, ma non solo, anche ad esempio a chi gestisce gli aeroporti, le dighe, i servizi energetici, i trasporti, a dare accesso ai servizi di sicurezza alle proprie banche dati, per finalità non meglio specificate ‘di sicurezza‘”.

Un decreto che per la celebre rivista online Mashable dimostra l’opacità delle tecniche di sorveglianza dei cittadini in Italia, meno democratiche di quelle denunciate da Snowden negli Stati Uniti. Infatti, non sono state votate del Parlamento. Su Prism, al contrario, ha dato il via libera il Congresso. Il risultato è che nel nostro caso, prosegue Mashable, “la direttiva dà alle agenzie governative quello che i francesi chiamano ‘carta bianca’ per effettuare un blitz nelle banche dati private in nome della “sicurezza su internet”.

Considerazioni gravi a cui la nostra classe politica rimane impenetrabile. Nel silenzio di Palazzo Chigi, Camera e Senato, qualche giorno fa si è levata solitaria la voce di Mirella Liuzzi del Movimento 5 Stelle, che con un’interrogazione parlamentare sollecita il governo a prendere una posizione. Una necessità di chiarezza richiamata anche da AlleanzaXInternet, iniziativa per la cultura digitale promossa dall’ex garante per la protezione dei dati personali Francesco Pizzetti che in una lettera invita le autorità europee a tutelare la privacy dei cittadini. E in un tweet l’ex numero uno dell’Authority critica anche la (finora) mancata risposta di Letta all’interrogazione: “Passi l’inazione – scrive sul sito di microblogging – ma non rispondere nemmeno, no”.

Non sceglie la via dell’immobilismo la Germania, dove Angela Merkel, in occasione della visita del presidente statunitense Barack Obama a Berlino, ha chiesto spiegazioni al governo Usa. “Abbiamo bisogno di trasparenza su quel che accade con i dati dei cittadini”, ha spiegato la cancelliera dicendosi “in certa misura sorpresa” dalla presunta ampiezza del programma di sorveglianza. “Vogliamo lottare contro il terrorismo – ha aggiunto -, ma occorre misura e il rispetto delle leggi”. E la portavoce della commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding, dopo i retroscena rivelati dal Financial Times secondo cui Bruxelles avrebbe piegato la testa a Washington e annacquato la protezione dei dati personali, ha assicurato che la Commissione Ue non ha ceduto alle pressioni degli Usa per proporre una legislazione “accomodante”.

Sul fronte italiano, oltre a un timido accenno del garante della privacy Antonello Soro alla vigilia della relazione annuale davanti al Parlamento, ha insistito su una netta presa di posizione il primo presidente dell’authority per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà. ”Faccio questo invito a un’esplicita presa di posizione – ha precisato a L’Espresso – : un governo che prende nettamente posizione mette in evidenza che il suo paese non ha collaborato con gli Usa nelle forme che so benissimo molti sostengono ci siano state, come la cessione di tabulati telefonici.

Serve molta chiarezza da parte dei governi. Il governo italiano sembra avere ignorato la questione”. Come responsabile dell’Autorità nazionale e come presidente dei garanti europei ha inoltre sottolineato “il Datagate è un momento di svolta. Dimostra come la minaccia di un controllo globale indiscriminato sia diventata evidente. E non bisogna credere che riguardi solo i cittadini statunitensi: siamo tutti coinvolti”. Anche la Cina è preoccupata e la stampa governativa continua ad accusare gli Usa di “ipocrisia” e “arroganza”. In Italia, invece, prevale il silenzio anche sulla “carta bianca” regalata dal governo Monti all’intelligence. Una carta da riempire coi nostri dati.

www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/18/datagate-allitaliana-monti-e-blitz-degli-007-sui-dati-senza-ok-della-magistratura...
wheaton80
00domenica 30 giugno 2013 18:45
Datagate: "Anche Italia passa dati agli Usa". Ma l'articolo del Guardian viene rimosso

Con una serie di dichiarazioni rilasciate ad un blog, riportate poi dal Guardian, Wayne Madsen ha aggiunto carne sul già bollente fuoco che arde sotto gli Stati Uniti in queste settimane. Stando all'uomo che per 12 anni ha lavorato presso la NSA, arrivando a coprire posizioni di prestigio, in Europa ci sono sette paesi, tra cui l'Italia, che passano dati agli Usa, utilizzando un sistema che permetterebbe di intercettare una enorme quantità di informazioni, tra cui corrispondenze di posta elettronica, telefonate e cronologia degli accessi ad internet.

Sempre secondo Madsen, gli accordi che ancora oggi si compiono nell'ombra e all'oscuro dei cittadini risalirebbero alla fine della seconda guerra mondiale, a conferma dello strapotere di controllo che gli Stati Uniti hanno voluto imprimere in Europa. Ma perché proprio in questi giorni già incredibilmente tesi, Madsen è voluto uscire allo scoperto? Stando alle sue dichiarazioni, l'ex luogotenente della marina americana si sarebbe stancato della falsa indignazione e richiesta di chiarimenti che alcuni leader europei - il dito sembrerebbe puntato particolarmente su Angela Merkel - hanno espresso dopo il caso Snowden, tacendo però su quanto loro stessi compiono in segreto con gli Usa. Pochi minuti fa, però, la pagina del Guardian on-line dove si trovava l'articolo riguardo Madsen è stata cancellata. Al suo posto una schermata bianca ed una scritta che recita "l'articolo è stato rimosso perchè oggetto di un'inchiesta". Secondo il Telegraph la fonte, cioè lo stesso Madsen, sarebbe del tutto inaffidabile.

Der Spiegel, analizzando un documento risalente al 2010 di Edward Snowden, ha reso noto che anche le rappresentanze diplomatiche europee, presenti a Washington, sono oggetto di spionaggio e intercettazioni. In uno scenario da 007 l'edificio delle rappresentanze Ue, sempre secondo il documento "top secret", sarebbe spiato con l'ausilio di cimici piazzate nella struttura, ma anche con sabotaggi ai computer, che permetterebbero agli agenti della NSA di intercettare mail, documenti e cronologie. "Se è vero, è un enorme scandalo" ha dichiarato Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo. Sempre all'agenzia di stampa italiana ha dichiarato:"gli Usa devono dare immediate spiegazioni" dato che questo fatto, se confermato "incrinerebbe gravemente il rapporto con gli Usa" compromettendo "ogni tipo di relazione".

Luca Lampugnani | 30.06.2013
it.ibtimes.com/articles/51853/20130630/datagate-snowden-usa-madsen.htm#ixzz2...
wheaton80
00giovedì 4 luglio 2013 17:23
È Prism-fobia, ecco i software spia di Francia e Regno Unito
I servizi segreti francesi e britannici spiavano i loro cittadini illegalmente. Le prove arrivano da Le Monde e Wired UK



Le rivelazioni sul programma di spionaggio della NSA, PRISM, hanno causato un coro di indignazione in tutta Europa. Se è la Germania la nazione che più di altre si è mostrata contraria allo spregiudicato utilizzo dello spionaggio governativo, in altri paesi le dichiarazioni di Edward Snowden hanno lasciato segni minori per due buone ragioni: le agenzie governative locali già sapevano e facevano lo stesso. Stiamo parlando di Francia e Gran Bretagna nazioni in cui, secondo le notizie degli ultimi giorni, erano già presenti programmi spia alla stregua di PRISM. Oggi il quotidiano francese Le Monde ha dimostrato l’esistenza di un software della DGSE, la Direzione generale per la sicurezza esterna francese, per raccogliere sistematicamente dati da computer e telefoni in Francia sia per comunicazioni interne che rivolte all’estero. Tutte le email, messaggi di testo, registrazioni telefoniche e accessi ai social network vengono conservate per anni.

Decisamente ai margini della legalità, il programma utilizzato dai servizi di Intelligence ha raccolto, da anni, i metadati delle conversazioni digitali e via cavo dei francesi. L’obiettivo è quello di conservare non il contenuto dei messaggi ma il contenitore, ovvero i le informazioni sugli interlocutori, date e orari, così da essere utilizzati per indagini future rilevanti. Come afferma Le Monde , il DGSE ha un palazzo di tre piani a Parigi, compreso di seminterrato, dove si trova un supercomputer in grado di gestire decine di milioni di gigabyte di dati. Altri servizi segreti francesi hanno accesso al database attraverso quella che viene chiamata “condivisione delle infrastrutture”. La Commissiona francese per l’informatica e le libertà (CNIL) ha affermato come “il regime giuridico delle intercettazioni di sicurezza vieta che vi siano sistemi del genere attuati dai servizi segreti, sulla falsariga di PRISM”. Questo perché la legge non permette l’archiviazione di massa di dati tecnici da parte di nessuno, tantomeno dell’intelligence. Ascoltato da Le Monde, un parlamentare francese ha confermato: “Gran parte dei collegamenti elettronici in Francia sono intercettati e memorizzati dal DGSE”.

Oltremanica la situazione non è migliore. Secondo l’edizione britannica di Wired , lo scandalo PRISM che ha inghiottito gli Stati Uniti non ha risparmiato il Regno Unito. Snowden ha fatto saltare il coperchio dall’enorme pentolone dello spionaggio 2.0 e sui rischi della privacy ai tempi di internet. “Negli ultimi due anni – si legge – un’unità segreta della polizia metropolitana di Londra (il Met) ha utilizzato strumenti di sorveglianza generalizzata delle conversazioni sui social media dei britannici”. Operativa 24 ore al giorno e durante tutta la settimana la piattaforma, chiamata Social Media Intelligence o meglio “Socmint”, ha un organico di 17 agenti della National Domestic Extremism Unit (NDEU) che spiano ogni giorno migliaia di tweet, post su Facebook, video YouTube e qualsiasi altro contenuto giri nella sfera social dei cittadini di sua maestà.

Socmint è stato avviato a partire dalle sommosse londinesi del 2011 e nutre di una sostanziale differenza con la controparte statunitense. Mentre PRISM raccoglie i dati privati che, in teoria, dovrebbero essere nascosti per il monto esterno, Socmint preleva quella serie di informazioni su dati che sono effettivamente pubblici, per necessità o ignoranza dell’utente. Si prospetta anche in questo caso l’ipotesi che se un individuo, per qualsiasi motivo, viene considerato “interessante”, tutte le sue conversazioni digitali potrebbero essere utilizzate per completare il suo profilo grazie a tecniche di social engineering , ovvero di raccolta dati pubblici sul web. Il punto è: conviene ancora utilizzare smartphone, tablet, computer e tutti gli altri device elettronici e connessi alla rete per scambiarsi informazioni personali e messaggi sensibili? Definitely maybe, direbbero gli inglesi.

Antonino Caffo
04-07-2013
mytech.panorama.it/sicurezza/prism-francia-regno-unito...
wheaton80
00martedì 9 luglio 2013 01:05
Snowden e lo scandalo NSA, l’Unione Europea sapeva tutto?
Prima del Guardian e del Washington Post Snowden aveva spifferato tutto a Jacob Appelbaum, sviluppatore vicino a WikiLeaks. Politici e governi europei protetti dai federali

di Antonino Caffo
08-07-2013

Ieri il Der Spiegel Magazine ha pubblicato un articolo che riprende un’intervista fatta alla gola profonda del Datagate da Jacob Appelbaum , uno sviluppatore, hacker e collaboratore di Julian Assange. Poco prima di diventare uno dei più famosi informatori al mondo, Snowden aveva risposto ad un ampio catalogo di domande poste anche da Appelbaum, diventato famoso nel 2010 quando ha rappresentato WikiLeaks ad una conferenza di hacker a New York. Nel corso di certe indagini per WikiLeaks, lo stesso sviluppatore era venuto a conoscenza di alcune pressioni delle autorità americane nei confronti di compagnie come Facebook, Twitter e Google per ottenere dati sensibili degli utenti. L’intervista a Snowden risale a metà maggio di quest’anno, un paio di settimane prima del rilascio ufficiale attraverso le pagine web del Guardian e del Washington Post. L’incipit della serie di domande arriva da Laura Poitras, documentarista freelance che disse ad Appelbaum di essere in contatto con una fonte anonima dell’NSA che aveva accettato di essere intervistato. Una volta inviate le domande tramite email crittografata, Snowden rispose quasi subito, peraltro senza rivelare la propria identità. I due collegarono che era lui solo dopo l’intervista video da Hong Kong ad opera del Guardian.

“La discussione si è concentrata quasi esclusivamente sulle attività della National Security Agency – spiegano i due sul Der Spiegel – ed è importante sapere che queste domande non volevano sapere cosa la NSA avesse fatto ieri, la settimana precedente o l’ultimo mese. Sono domande globali alle quali Snowden ha risposto quando era ancora alle Hawaii”. Qui si potrebbe aprire una grave crisi internazionale. L’Unione Europea ha più volte, negli ultimi giorni, minacciato gli Stati Uniti di rivelare tutto sul funzionamento di PRISM e sulle pratiche dei federali. Da quanto dice Snowden ad Appelbaum pare che invece la politica europea sapesse tutto. Un bel pasticcio.

Qual è la missione della National Security Agency (NSA) e come si svolge il loro lavoro in conformità con la legge?
La missione della NSA è quella di essere a conoscenza di qualsiasi cosa di importante stia accadendo al di fuori degli Stati Uniti. Questo è un compito notevole e per questo tutti, al loro interno, sanno tutto perché (alla NSA) sono convinti che la non informazione di qualcuno potrebbe portare ad una crisi. Così, ad un certo punto, si crede che sia tutto a posto spiegando quali sono le regole

Le autorità tedesche e i politici nazionali sono coinvolti nel sistema di monitoraggio?

Sì, certo. La NSA non è in buoni rapporti con i tedeschi, così come con gli altri paesi occidentali. Noi li avvertiamo quando vogliamo catturare qualcuno. Usiamo i loro aeroporti e sono loro stessi che ci consegnano le persone. Otteniamo le informazioni sui ricercati in vario modo, ad esempio le prendiamo dai cellulari, anche se utilizzati in paesi completamente diversi da quelli monitorati e che non hanno nulla a che fare con il caso. Le autorità non ci chiedono come abbiamo ottenuti gli indizi e noi non chiediamo nulla a loro. In questo modo si può proteggere il loro personale politico da qualsiasi problema venga fuori, come lo è la massiccia violazione globale della privacy.

Ritiene che la NSA collabori con altri stati come Israele?
Sì, tutto il tempo. La NSA ha una sezione specifica chiamata FAD, Foreign Affairs Directorate. Ha anche aiutato Israele a realizzare il virus Stuxnet.

Quali sono i principali programmi di monitoraggio attivo oggi e come i partner internazionali aiutano la NSA?
I partner nella cerchia dei "Five Eyes" (sigla dietro cui si celano i servizi segreti americani, gli inglesi, gli australiani, neozelandesi e canadesi) a volte vanno persino oltre la NSA stessa. Prendete ad esempio il programma Tempora dei GCHQ, i sevizi segreti britannici. Tempora è il primo approccio "Io vedo tutto" nel mondo dell'intelligence. Prende tutti i dati, non importa quali o che diritti viola. Questo deposito permette un monitoraggio senza precedenti ai cui non sfugge nemmeno un bit. In questo momento il sistema è in grado di salvare i dati di tre giorni di traffico ma in maniera ottimizzata. Tre giorni possono non sembrare molto ma non si parla solo di metadati (teoria che cozzerebbe con ciò che dice la NSA).

Qualcuno può sfuggire?
Beh, se si avesse scelta, non si dovrebbero mai inviare informazioni tramite linee britanniche o server inglesi (o quelle degli altri paesi partner). Anche i bagnini della Regina sarebbero registrati, se solo esistessero.

mytech.panorama.it/sicurezza/nsa-der-spiegel-scandalo-europa
wheaton80
00martedì 16 luglio 2013 13:07
"Snowden potrebbe mettere in ginocchio gli USA"
«Edward Snowden ha informazioni sufficienti a causare più danni al governo USA in un minuto di chiunque altro nella storia», ha rivelato Glenn Greenwald

14 luglio 2013
rt.com

L'ex collaboratore della NSA, oggi informatore-dissidente, Edward Snowden, possiede informazioni pericolose che potrebbero portare all'«incubo peggiore» dell'America, qualora fossero rivelate, secondo il giornalista che per primo ha pubblicato i documenti fatti trapelare da Snowden. «Snowden ha informazioni sufficienti per causare più danni al governo degli Stati Uniti in un solo minuto di chiunque altro ne abbia mai fatti nella storia degli Stati Uniti», ha rivelato Glenn Greenwald - il giornalista del Guardian responsabile della pubblicazione di alcune delle prime indiscrezioni di Snowden - rivolgendosi al quotidiano argentino La Nación.

«Ma questo non è il suo obiettivo. Il suo obiettivo è quello di esporre il software che la gente di tutto il mondo usa senza sapere a cosa si sta esponendo, senza cedere consapevolmente i propri diritti alla privacy. Dispone di un enorme numero di documenti che sarebbero dannosissimi per il governo USA se fossero resi pubblici», ha affermato Greenwald.

Ha aggiunto che Washington dovrebbe usare cautela nel trattare con Snowden perché questi ha in mano il potenziale per causare ulteriori danni agli USA.

«I governanti USA dovrebbero stare ogni giorno in ginocchio implorando che nulla accada a Snowden, perché se gli dovesse accadere qualcosa, tutte le informazioni saranno rivelate e potrebbe essere il loro peggior incubo», ha sostenuto. Greenwald ha affermato che «la cosa più importante [per Snowden] è di non finire in custodia degli Stati Uniti», descrivendo l'approccio del governo nei confronti delle persone che rivelano verità scomode come «vendicativo». Quando gli è stato chiesto se credeva che qualcuno avrebbe tentato di ferire o uccidere l'informatore dissidente, ha ribadito che Snowden ha «già distribuito migliaia di documenti e fatto in modo che molte persone in tutto il mondo abbiano il loro intero file», affermando che ciò non andrebbe a vantaggio di tutti coloro che tentassero la via dell'assassinio.

Ha aggiunto che gli USA dovrebbero pregare affinché nessuno attenti alla vita di Snowden. «Se succede qualcosa, tutte le informazioni saranno rivelate, e questo sarebbe il peggior incubo [dell'America]», ha dichiarato. Snowden è ricercato negli Stati Uniti con l'accusa di spionaggio dopo che ha rivelato i dettagli dei programmi segreti di sorveglianza del paese.

Si trova in un limbo all'aeroporto Sheremetyevo di Mosca, da quando è arrivato da Hong Kong il 23 giugno. L'informatore dissidente sta cercando di trovare una via di transito in tutta sicurezza per l'America Latina, dove ha presentato con successo diverse richieste di asilo. Greenwald ha dichiarato martedì a Reuters che era probabile che Snowden avrebbe accettato l'offerta del Venezuela.

Snowden ha interrotto un periodo di tre settimane in cui si era nascosto in aeroporto, venerdì, per parlare con gli attivisti dei diritti umani, menzionando che avrebbe immediatamente chiesto asilo alla Russia. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato sabato: «Non siamo in contatto con Snowden», aggiungendo che egli dovrà contattare il servizio di migrazione russo per fare formale domanda di asilo. Funzionari del servizio di migrazione sabato hanno affermato di non aver ricevuto richieste di asilo da parte di Snowden. «Ad oggi, non abbiamo avuto alcuna domanda presentata da Edward Snowden,» ha dichiarato a Interfax Konstantin Romodanovskiy, capo del Servizio federale di migrazione della Russia. Ha aggiunto che la domanda sarà «esaminata in conformità con la legge russa» qualora venisse ricevuta.

Greenwald ha dichiarato a La Nación che, sebbene pochi paesi abbiano il potere o la volontà di sfidare gli Stati Uniti, «La Russia è uno di quei paesi». Quel che Snowden ha fatto trapelare ha sconvolto sia Washington sia i suoi amici e nemici. I paesi latino-americani erano particolarmente preoccupati dall'estensione dell'attività di spionaggio condotta sul loro traffico internet.

«L'America Latina sente una naturale simpatia per gli Stati Uniti, eppure c'è un grande risentimento per specifiche scelte politiche storiche assunte da Washington nei confronti della regione. Quel che è accaduto in Europa all'aereo del [presidente boliviano] Evo Morales ha provocato una forte reazione. La Bolivia è stata trattata come una colonia e non come uno stato sovrano», ha ricordato Greenwald.

Greenwald ha fatto capire che ulteriori rivelazioni sono possibili, rilevanti per il Sud America, compresi i documenti che descrivono il modo in cui gli Stati Uniti raccolgono informazioni sul traffico, i programmi utilizzati, nonché il numero di intercettazioni fatte su base giornaliera. È stato rivelato alla fine di giugno gli USA spiano decine di ambasciate e missioni straniere. Un documento trapelato, pubblicato sul Guardian, ha elencato 38 ambasciate e missioni straniere che sono state spiate negli Stati Uniti, descrivendole come "obiettivi" sotto sorveglianza. La notizia che gli Stati membri dell'UE sono stati presi di mira dai servizi segreti americani ha scatenato indignazione tra gli alleati. La Francia ha anche espresso la volontà di ritardare l'avvio dei negoziati su un enorme accordo di libero scambio tra l'UE e gli Stati Uniti, chiedendo una spiegazione per le pratiche di spionaggio. «Non possiamo accettare questo tipo di comportamento tra i partner e alleati,» ha dichiarato Hollande ai giornalisti all'inizio di luglio. «Non ci possono essere negoziati o transazioni in tutte le aree fino a quando non avremo uttenuto queste garanzie», ha minacciato. «Mettere microspie agli amici è inaccettabile», ha tuonato il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert: «Non siamo più nella Guerra Fredda.»

Fonte: rt.com/news/snowden-us-nightmare-greenwald-064/
Traduzione per Megachip a cura di Anna Pisanu

megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=81089&typeb=0&-Snowden-potrebbe-mettere-in-ginocchio-...

wheaton80
00giovedì 1 agosto 2013 02:15
Snowden, "cosi' XKeyscore sorveglia il web"

(AGI) - Londra, 31 luglio 2013 - Edward Snowden rischia di irritare la Russia, cui ha chiesto asilo. La talpa dell'Nsagate, indifferente alle richieste di Vladimir Putin di smetterla di danneggiare gli Usa, ha rivelato l'esistenza di un ulteriore sistema pervasivo di sorveglianza di tutto il traffico web, email e siti visitati, della National Security Agency. Il sistema si chiama 'Xkeyscore' e consente agli 007 elettronici, scrive Glenn Greenwald - il 'megafono' di Snowden - sul Guardian, di penetrare nei database di motori di ricerca e servizi email per ricostruire e verificare tutta l'attivita' su internet di ogni singolo individuo, consentendo di delinearne un profilo completo della sua 'storia web' dalla prima volta che si e' affacciato su Internet.

www.agi.it/estero/notizie/snowden-cosi-xkeyscore-sorvegli...
wheaton80
00giovedì 1 agosto 2013 22:56
Datagate, Snowden ottiene l'asilo temporaneo in Russia. Gli Usa: delusi

Edward Snowden, talpa del Datagate, ha ottenuto asilo temporaneo in Russia. Lo ha riferito la tv russa Rossia 24. Il 29enne americano che ha svelato al mondo il programma di sorveglianza web Prism, con l'aiuto di un giornalista blogger del Guardian, ha ottenuto la status di rifugiato in Russia, avendo ricevuto asilo politico temporaneo per un anno: lo hanno riferito anche fonti di Wikileaks, e la notizia è stata poi confermata dall'avvocato russo della talpa dell'Nsagate, Anatoly Kucherena. Fonti aeroportuali hanno nel frattempo confermato che l'ex analista della Cia ha lasciato l'area transiti dello scalo moscovita di Sheremetyevo, sorta di terra di nessuno ove era bloccato dal 23 giugno scorso, ed è entrato nel territorio della Federazione.
A Snowden è stato concesso un permesso di soggiorno provvisorio in Russia per asilo della validità di un anno. L'ex analista della Cia ha lasciato l'aeroporto di Sheremetyevo dove era atterrato lo scorso 23 giugno in arrivo da Hong Kong per trasferirsi in una località che non verrà resa nota. Il legale Anatoly Kucherena ha annunciato che il Servizio federale di migrazione gli ha consegnato le carte che lo autorizzano a entrare in Russia.

Snowden: la giustizia ha vinto. La Casa Bianca: delusi dalla Russia
Il commento dell'ex analista della Cia è stato pubblicato dal sito Wikileaks, il cui fondatore Julian Assange è a sua volta confinato nell'Ambasciata dell'Ecuador a Londra. «Durante le ultime otto settimane ho visto l'amministrazione Obama non mostrare alcun rispetto per le leggi internazionali e nazionali, ma alla fine dei conti la giustizia ha vinto». «Ringrazio la Russia - ha aggiunto - per avermi accordato l'asilo in linea con le sue leggi e i suoi obblighi internazionali». Siamo «estremamente delusi dalla scelta russa», ha detto Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, commentando le ultime novità del caso. «Ed Snowden non è nè un informatore, nè un dissidente, ma è imputato di gravi crimini. La scelta russa non ha alcuna giustificazione», ha ribadito il portavoce della Casa Bianca.

1 agosto 2013
www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-01/snowden-ottiene-asilo-temporaneo-141022.shtml?uuid=...
wheaton80
00sabato 3 agosto 2013 23:02
Con Xkeyscore la NSA può sapere quasi tutto
Edward Snowden svela al quotidiano britannico The Guardian l’esistenza di “Xkeyscore" un software che permette di penetrare nei database di motori di ricerca e servizi email per ricostruire e verificare tutta l’attività su internet di ogni singolo individuo



• XKeyscore riesce a raccogliere la più ampia gamma di dati online

• Gli analisti della NSA non richiedono nessuna autorizzazione

• XKeyscore conosce le tue e-mail, la tua attività di social media e la cronologia della tua navigazione Internet

Una presentazione completa del programma XKeyscore spiega come si controlla "quasi tutto ciò che un utente tipico fa su internet".

Un programma top secret della National Security Agency permette agli analisti di ricercare, senza previa autorizzazione, le cronologie della navigazione on-line di milioni di persone: si servono di vaste banche dati contenenti messaggi di posta elettronica e chat online. Proprio come risulta dai documenti forniti dalla denuncia di Edward Snowden. La NSA dispone di materiale di studio che il programma, chiamato XKeyscore, produce ricavandolo con un sistema di "più ampia portata" che permette lo “sviluppo dell’intelligence” da internet. Ci sono altre rivelazioni che si aggiungono all’intenso dibattito pubblico e congressuale sulla portata dei programmi di sorveglianza della NSA. Alcuni funzionari “senior” dell'intelligence hanno testimoniato alla commissione di Giustizia del Senato, mercoledì scorso, presentando documenti segreti, come risposta agli articoli del Guardian sulla raccolta massiva di tabulati telefonici e sulla sorveglianza della FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act) sulla regolarità dei controlli.

I file sono stati scoperti in base ad una delle affermazioni più controverse di Snowden durante il suo primo video-intervista pubblicato dal Guardian il 10 giugno. "Io, seduto alla mia scrivania", ha detto Snowden, “avrei potuto intercettare chiunque di voi, o il vostro commercialista, o un giudice federale, o anche il Presidente, mi bastava conoscere la mail personale". I funzionari USA hanno negato con veemenza questa affermazione specifica. Mike Rogers, Presidente repubblicano della Commissione di Intelligence, ha detto delle affermazione di Snowden: “Sta mentendo: E' impossibile che abbia fatto quello che dice di aver fatto.” Ma certi dettagli sul materiale di studio fornito da XKeyscore spiegano come estrarre enormi quantità di data base compilando un semplice modulo on-line dando una generica giustificazione per la ricerca.

La richiesta non è esaminata da nessun tribunale e da nessun dipendente della NSA prima che venga effettuata la ricerca. XKeyscore, dice la presentazione, è il più ampio sistema della NSA per raggiungere "lo sviluppo di intelligence dalla rete- quello che la NSA chiama Digital Network Intelligence (DNI), si sostiene inoltre che il programma recepisce "quasi tutto quello che fa un qualsiasi utente su internet", comprese le sue e-mail, i siti web visitati e ricercati, così come i loro meta-dati. Gli analisti possono anche utilizzare XKeyscore e altri sistemi della NSA per intercettazioni "in tempo reale" delle attività internet di un particolare individuo. Secondo la legge degli Stati Uniti, la NSA deve ottenere una autorizzazione specifica della FISA solo se il bersaglio della sorveglianza è un 'cittadino americano', ma non serve nessuna autorizzazione per intercettare le comunicazioni di cittadini americani con obiettivi stranieri.

Ma XKeyscore fornisce la capacità tecnologica, anche se non l'autorità legale, per includere anche cittadini USA nella vasta rete di sorveglianza elettronica, senza nessun mandato, purché gli analisti siano in possesso di alcune elementari informazioni di identificazione, come ad esempio l’indirizzo e-mail o l'indirizzo IP. Una serie di slides illustra come si svolge l'attività digitale di XKeyscore per raccogliere costantemente i dati e quale sia la capacità dell'analista per interrogare i database in qualsiasi momento.



Lo scopo di XKeyscore è quello di consentire agli analisti di conoscere i meta-dati così come il contenuto dei messaggi di posta elettronica e altre attività Internet, come la cronologia del browser, anche quando non si conosce l’account di posta elettronica (un "selettore" in gergo NSA) del soggetto preso di mira. Gli analisti possono anche cercare per nome, per numero di telefono, per indirizzo IP, con le passwords, la lingua di riferimento in internet o il tipo di browser utilizzato. Un documento spiega che una “selezione grossolana [una ricerca con il solo indirizzo e-mail] ha una capacità molto limitata” perché si passa un sacco di tempo sul web eseguendo controlli su persone che rimarranno “anonime”. Ci sono documenti della NSA che affermano che dal 2008, oltre 300 terroristi sono stati catturati grazie all’ intelligence di XKeyscore.

Gli analisti dicono che la ricerca a tutto campo nei database produrrà troppi risultati da vagliare e consigliano di utilizzare i meta-dati già memorizzati nei database per limitare il materiale da rivedere. Una diapositiva intitolata "plug-in" in un documento di dicembre 2012 descrive i vari campi di informazioni che possono essere cercati e seleziona "ogni indirizzo e-mail che in una sessione sia visto da un nome-utente e dominio", "ogni numero di telefono che risulti in una sessione (voci della rubrica o blocco della firma)" e le attività degli utenti includendo - "webmail e contatti chat rilevabili da nome utente - lista contatti – motori di ricerca – cookies - etc".

Monitoraggio delle Email
In un secondo articolo sul Guardian a giugno, Snowden disse di essere stato in grado di leggere qualsiasi e-mail, se in possesso dell’ indirizzo email, utilizzando parte delle funzionalità di ricerca di XKeyscore, che lo stesso Snowden era autorizzato ad utilizzare mentre lavorava come contractor di Booz Allen per la NSA. Un documento top-secret spiega in che modo il programma “effettua la ricerca all'interno dei corpi di e-mail, pagine web e documenti” entrando nei campo “To ….” “From …” “ Contact us”selezionando in ordine alfabetico sulle pagine dei siti web". Per la ricerca di messaggi di posta elettronica, un analista può entrare con XKS nell'indirizzo e-mail della persona controllata con un semplice modulo di ricerca online, indicando la "giustificazione" per la ricerca e il periodo di tempo durante il quale si intende spiare le e-mail.



Poi l'analista seleziona i messaggi di posta elettronica restituiti dal programma e apre un software di lettura NSA solo quelli che vuole leggere. Il sistema è simile a quello in cui gli analisti della NSA generalmente possono intercettare le comunicazioni di chiunque vogliano, tra cui, come ammette un documento della stessa NSA "le comunicazioni che transitano negli Stati Uniti e le comunicazioni che terminano negli Stati Uniti". Una guida top secret del 2010, descrive le istruzioni, date agli analisti della NSA per una sorveglianza generale, nel rispetto delle Modifiche al FIS Act del 2008, e spiega come iniziare la sorveglianza su chiunque, cliccando su semplici menu a tendina, operazione che serve per richiedere l’autorizzazione legale e la giustificazione a cominciare un controllo. Una volta che le opzioni dei menu a discesa sono selezionate, l’ obiettivo è incluso nei soggetti sorvegliati elettronicamente e l'analista è in grado di esaminare il contenuto delle sue comunicazioni:



Le Chat, la cronologia della navigazione e altre attività su internet

Oltre ai messaggi di posta elettronica, il sistema XKeyscore permette agli analisti di monitorare una serie praticamente illimitata di altre attività internet, comprese quelle all'interno dei social media. Uno strumento NSA chiamato DNI Presenter, utilizzato per leggere il contenuto delle e-mail memorizzate, consente all’analista, usando XKeyscore, di leggere il contenuto di Facebook chat o messaggi privati.



Un analista può monitorare le chat di Facebook scrivendo su una semplice schermata di ricerca il nome utente di Facebook e il periodo da controllare.



Gli analisti possono conoscere le attività di navigazione internet utilizzando una vasta gamma di informazioni, tra cui le parole di ricerca inserite dall'utente o i siti web consultati.



Come spiega una slide, la possibilità di cercare l'attività HTTP usando le Passwords permette di dire che XKeyscore controlla 'quasi tutto ciò che un utente tipico fa su internet'.



Il programma XKeyscore permette agli analisti di conoscere anche tutti gli indirizzi IP di chi visita uno specifico sito web.



La quantità di comunicazioni accessibili attraverso programmi come XKeyscore è incredibilmente grande. Un rapporto NSA del 2007 stimava 850bn di "eventi telefonici" raccolti e conservati in banche dati NSA, e circa 150 miliardi record di internet. Ogni giorno, dice il documento, si sono aggiunti altri 1-2 miliardi di record. William Binney, ex matematico della NSA, ha detto che l'anno scorso l'agenzia aveva "manipolato circa 20trilioni di transazioni di cittadini USA con altri cittadini USA", una stima, ha detto, che "include solo telefonate e e-mail". Un articolo del Washington Post del 2010 riferiva che "ogni giorno, i sistemi di raccolta dati intercettano [con la NSA] e memorizzano 1,7 miliardi messaggi di posta elettronica, telefonate e altro tipo di comunicazione."

Il sistema XKeyscore raccoglie continuamente una quantità tanto enorme di dati internet, che li può conservare solo per brevi periodi di tempo. Il contenuto rimane nel sistema solo per tre-cinque giorni, mentre i meta-dati vengono registrati per 30 giorni. Un documento spiega: "la quantità di dati che riceviamo ogni giorno da certi siti (20 + terabyte) possono essere conservati solo per meno di 24 ore."
Per risolvere questo problema, la NSA ha creato un sistema a più livelli che consente agli analisti di archiviare contenuti "interessanti" in altri database, come ad esempio quello denominato Pinwale che può contenere materiale per un massimo di cinque anni. Si tratta di banche dati di XKeyscore, una mostra di documenti, che ora contengono la maggior quantità di dati relativi alle comunicazioni raccolte dalla NSA. Nel 2012, ci sono stati almeno 41 miliardi di record totali raccolti e conservati in XKeyscore per un singolo periodo di 30 giorni.



Vincoli Legali e restrizioni tecniche
Mentre le ultime Modifiche del FISAct del 2008 richiedono una autorizzazione specifica per controllare i cittadini statunitensi, gli analisti della NSA sono autorizzati a intercettare le loro comunicazioni senza nessun mandato se sono in contatto con uno dei bersagli stranieri della NSA. Il Vice direttore degli affari legali della ACLU, Jameel Jaffer, lo scorso mese ha detto al Guardian che alcuni funzionari della sicurezza nazionale hanno espressamente detto che lo scopo della nuova legge è quello di consentire di raccogliere grandi quantità di comunicazioni di cittadini americani senza formalità. "Il governo non ha bisogno di «conoscere» quali sono gli americani da cui raccogliere enormi quantità di comunicazioni", ha detto Jaffer. "Il governo coinvolge inevitabilmente le comunicazioni di molti americani quando sta sorvegliando cittadini stranieri." Un esempio è fornito da un documento di XKeyscore che mostra un bersaglio NSA a Teheran mentre comunica con persone di Francoforte, Amsterdam e New York.



Negli ultimi anni, la NSA ha tentato di separare le comunicazioni esclusivamente nazionali su data-base separati. Ma anche i documenti della NSA riconoscono che questi sforzi sono imperfetti, le comunicazioni anche esclusivamente domestiche possono viaggiare sui sistemi stranieri, e gli strumenti della NSA certe volte non sono in grado di identificare le origini nazionali delle comunicazioni.
Inoltre, tutte le comunicazioni tra gli americani e gli stranieri sono incluse nelle stesse banche dati che raccolgono le comunicazioni tra stranieri, cosa che confonde e li rende controllabili facilmente senza nessun mandato. Le ricerche condotte da analisti della NSA sono revisionate periodicamente dai loro supervisori all'interno della NSA.

"E' molto raro ricevere domande sulle nostre ricerche", ha detto Snowden al Guardian lo scorso giugno, "e anche quando chiedono spiegazioni, di solito si buttano giù due righe approssimative e si inventa una giustificazione." In una lettera di questa settimana inviata al Sen. Ron Wyden, il Direttore dell'Intelligence Nazionale James Clapper ha riconosciuto che gli analisti della NSA sono andati oltre i limiti di legge, come interpretati dalla NSA in materia di sorveglianza nazionale. Riconoscendo quello che ha definito "un certo numero di problemi di conformità", Clapper li ha attribuiti a "errore umano" o a "questioni tecnologiche altamente sofisticate" anziché parlare di "mala fede".

Martedì passato tuttavia, Wyden ha riferito al Senato: "Queste violazioni sono più gravi di quanto dice l’ Intelligence, e la cosa è preoccupante." In una dichiarazione al Guardian, la NSA ha detto: "Le attività della NSA sono focalizzate e specificatamente indirizzate contro - e solo contro - legittimi obiettivi segreti stranieri e rispondono alle esigenze dei nostri leader a cui servono informazioni sufficienti per proteggere la nostra nazione e i suoi interessi." XKeyscore viene utilizzato dalla NSA come parte del legittimo sistema di Intelligence per raccolta dati dall’estero.

"Le accuse di accesso diffuso e incontrollato da parte degli analisti ai dati raccolti dalla NSA sono semplicemente non vere. L'accesso a XKeyscore, così come a tutti gli strumenti analitici della NSA, è limitato solo a quel personale che deve accedere per la sua attività assegnata ... In aggiunta, ci sono tutte le verifiche tecniche manuali e di vigilanza e degli equilibri all'interno del sistema che impediscono che se ne faccia un uso intenzionale improprio." "Ogni ricerca degli analisti della NSA è pienamente verificabile, al fine di garantire che agisca correttamente e nel rispetto della legge. Questo tipo di programmi permette di raccogliere le informazioni che ci permettono di effettuare le nostre missioni con successo - per difendere la nazione e per proteggere le truppe americane e quelle alleate all'estero".

Glenn Greenwald
Fonte: www.theguardian.com
Link: www.theguardian.com/world/2013/jul/31/nsa-top-secret-program-onl...
31.07.2013

Traduzione per ComeDonChisciotte a cura di BOSQUE PRIMARIO
www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&s...

wheaton80
00mercoledì 14 agosto 2013 21:25
Social Networks, società schermo e le tante facce della CIA



Il 18 giugno (2007), in risposta alle disposizioni del Freedom of Information Act e nel tentativo di soddisfare i requisiti di un ordine esecutivo, la Central Intelligence Agency ha rilasciato oltre 700 pagine dei suoi segreti più stretti, definiti “I gioielli di famiglia”, pubblicati sulla pagina FOIA del proprio sito www.foia.cia.gov/collection/family-jewels. Nonostante i molti timori nella comunità d’intelligence, diventa chiaro che il rilascio dei file, il cui contenuto oggi è spesso di mero interesse, a ben 50 anni dagli eventi che descrivono, non porta all’auto-distruzione dell’agenzia. Se non altro, i file dipingono un quadro netto delle differenze tra ieri e oggi, sottolineando i notevoli abusi (si pensi alle estradizioni straordinarie) di cui l’agenzia ed i suoi “burattini” vengono regolarmente sospettati oggi.

L’osservatore della comunità d’intelligence James Bamford, autore di "L’orecchio di Dio" ( www.fazieditore.it/Libro.aspx?id=344 ) ha detto alla National Public Radio: “Hanno una sezione intera… su come la CIA ha detenuto un disertore russo in una cella creata dalla CIA, una mini-prigione per questa persona… ora c’è la CIA che incarcera persone in tutto il mondo“. Forse un altro motivo per cui i gioielli di famiglia della CIA non svelano le fratture fatali nell’organizzazione spionistica, è che la verità è più sfaccettata di quanto le 702 pagine pesantemente censurate possano coprire, in gran parte grazie alla propensione dell’agenzia nel creare aziende di comodo, società operative e agenzie disponibili al fine di continuare a gestire le proprie sporche operazioni segrete.

Air America: dalle Tigri volanti ai narcotrafficanti volanti?
La CIA ha utilizzato a lungo sia società di comodo (o società di “facciata”) che società effettive (con una differenza). Le società di comodo sono entità aziendali solo di nome, facciate vuote che non hanno alcuna attività reale. Sono essenzialmente un’operazione d’inganno volta ad occultare un’operazione segreta della CIA, almeno agli occhi indiscreti più superficiali. Le società operative, invece, sono entità reali di proprietà e gestite dall’agenzia. La più nota di esse sarebbe l’Air America, la società la cui antenata Civil Air Transport fu creata dall’eroe di guerra Claire Chennault delle famose Tigri volanti, e che avrebbe finito i suoi giorni scambiando droga con armi a sostegno delle varie guerriglie di destra. Un altro tipo di copertura aziendale è a disposizione della CIA sotto forma di società privatamente (o anche qualche volta pubblicamente) di proprietà e gestita da individui simpatizzanti dell’Agenzia. Uno degli esempi più noti sarebbe stata quella del compianto Howard Hughes, la cui nave idrografica Explorer Glomar fu uno degli strumenti d’intelligence più subdoli di tutti i tempi. Recentemente, abbiamo l’esempio istruttivo dell’ex senatore Paul Laxalt (un caro amico di Ronald Reagan), il cui studio legale era collegato agli aeromobili utilizzati dalla CIA per effettuare le extraordinary renditions.



Il social network è l’application killer dell’intelligence?
Come quest’ultimo esempio dimostra, società fantasma, facciate di copertura e aziende disponibili non sono tecniche che la CIA ha abbandonato ritornando ai vecchi tempi bui che servono da oggetto dei documenti “Family Jewels“. In realtà, oggi ciò sarebbe ancor più sfaccettato (e anche web-friendly) che mai. Uno delle più recenti operazioni coperte della CIA, sembrerebbe essere la possibilità piuttosto preoccupante che l’incredibilmente popolare applicazione social networking, Facebook, sia in realtà un strumento d’intelligence della CIA.

Parte di questa ‘voce su internet’ si basa sulla dimostrata connessione, per quanto tenue, con l’abortito (ma sempre inquietante) Ufficio Informazioni Consapevolezza del Pentagono. Aggiungendo che tra le fonti dei finanziamenti di Facebook vi sono dimostrati legami con In-Q-Tel, un incubatore tecnologico della CIA, così diffondendo abbastanza fumo per un flame cospirazionista su internet. Se il problema Facebook fosse solo il collegamento con Web 2.0, come apparso negli ultimi due mesi, sarebbe sufficiente, in particolare se si pensa all’enorme quantità di dati che le persone forniscono liberamente (e quanto facilmente possa abusarne un’agenzia d’intelligence dai bilanci massicci). Ma di punto in bianco all’inizio di questo mese, c’è stata la scoperta che il proprietario dell’influente sito Daily Kos, Markos Moulitsas Zuniga, sia un ex-dipendente della CIA che non avrebbe “alcun problema a lavorare per essa” ancora oggi.

L’aviazione segreta della CIA… e altro
Così come inquietanti e diffuse sono le insistenti voci che una delle più grandi e tecnologicamente avanzate aziende d’integrazione dei militari, la Science Applications International Company (SAIC), possa avere oscure radici nella Central Intelligence Agency. SAIC, azienda appaltatrice del multi-miliardario e cruciale programma di modernizzazione dell’esercito degli Stati Uniti Future Combat System (FCS), avendo avuto numerosi controlli ed essendo nota per avere la virtualmente continua presenza di funzionari della CIA e del Pentagono nel proprio CdA. Una barzelletta sulla SAIC si chiede “cosa appare capovolgendo la sigla SAIC?” La battuta diventa meno divertente quando si scopre che SAIC è l’azienda attestante l’efficienza delle macchine per il voto Diebold, e che sia anche l’attuale proprietaria della società che gestisce i domini Internet. Ci siamo avvicinati brevemente alle estradizioni straordinarie in precedenza.

Su questo argomento, vale la pena tornarci poiché è qui che l’uso più eclatante delle società di facciata della CIA appare, nel tentativo di nascondere i veri finanziatori dell’imponente flotta di aeromobili che, anche oggi, trasporta diversi sospetti terroristi in tutto il mondo, il più delle volte presso giurisdizioni in cui la massima ‘persuasione’ fisica è applicabile senza i vincoli imposti nella maggior parte delle nazioni occidentali. Una delle più antiche compagnie aeree operative dell’Agenzia è la Caribe Air, che fu al centro di alcune teorie del complotto che riguardano l’addestramento dei dirottatori dell’11 settembre; ma esempi più recenti (assieme alla scoperta di Laxalt) comprendono Keeler and Tate Management, LLC (società di comodo) e un assortimento eterogeneo di società operative nel settore dell’aviazione tra cui Premier Executive; Stevens Express Leasing; Devon Holding and Leasing; Bayard Foreign Marketing; Aero Contractor; Crowell Aviation Technologies Inc; Path Corporation; Rapid Air Trans Inc; Pegasus Technologies; e Tepper Aviation. Un’altra società di facciata della CIA, spuntata di recente, è la società Brewster Jennings-and Associates, divenuta nota nel 2003 quale datore di lavoro dell’agente coperto della CIA Valerie Plame. La fuga di notizie che ha spazzato via la copertura di Plame non ha smascherato solo lei, ma ha anche bruciato la Brewster Jennings.

Spie senza frontiere
Un altro settore ben sfruttato dalla CIA per la sua capacità di spiegare la presenza di cittadini degli Stati Uniti in tutti gli angoli del globo, è quello delle agenzie non governative e caritatevoli. Per molti anni era del tutto accettato che l’USAID fosse “il braccio umanitario della CIA“, e lo fosse pure Americares. Avvicinandosi un po’ al limite, la nota organizzazione umanitaria World Vision è anch’essa una copertura della CIA, “fornendo copertura agli esperimenti di controllo mentale dell’agenzia“. Queste teorie tessono un arazzo in cui l’assassino di John Lennon, Mark David Chapman, e l’aspirante assassino di Reagan, John Hinckley, fossero burattini mentalmente controllati, dei ‘candidati manciuriani’ con legami dimostrabili non solo con World Vision, ma anche con la famiglia Bush.

Il capoccia segreto dalla Silicon Valley

Teorie ‘fringe’ a parte, è chiaro che la CIA non solo da tempo crea e sfrutta centinaia di persone giuridiche, fisiche o meno, per i propri fini segreti. In effetti, per molti versi potrebbe essere considerata come una delle principali agenzie dalle fondamentali competenze. Tanto è vero, infatti, che la CIA ha finanziato una società di facciata il cui unico scopo era creare altre aziende, in parte o in tutto nella funzione di incubatrici per ulteriori operazioni occulte della CIA.

Chiamata In-Q-Tel, la società fu creata come ‘ramo investimenti’ dell’agenzia nel 2000, e da allora è stata così attiva che, secondo un articolo del Washington Post del 2005, in cinque anni aveva “investito in più di 75 società e fornito più di 100 brevetti tecnologici alla CIA, la maggior parte dei quali non sarebbe mai stata adottata dall’agenzia d’intelligence“. Furono i finanziamenti della In-Q-Tel collegati all’avvio di Facebook, che per prima accesero le speculazioni sulla popolarissima applicazione del social networking quale strumento di raccolta dell’intelligence. Forse la cosa più spaventosa di tutte è l’idea che la Central Intelligence Agency ha infiltrato la comunità finanziaria, arrivando al punto di creare (o almeno sfruttare) banche intere dedite a gestirne i finanziamenti occulti. Ma questa è un’altra storia, con decine di tentacoli che portano in ogni possibile direzione, e perciò è forse meglio lasciarla ad un altro articolo.

21 agosto 2007
Fonte: primarysources.newsvine.com/_news/2007/08/21/905477-social-networks-dummy-corporations-and-the-many-faces-of...

aurorasito.wordpress.com/2013/08/14/social-networks-societa-schermo-e-le-tante-facce-de...
wheaton80
00giovedì 22 agosto 2013 02:05
Datagate, l’Nsa controlla il 75% delle comunicazioni web in Usa
Lo rivela il Wall Street Journal. È una percentuale più alta di quanto ammesso dalle autorità americane

21/08/2013

Una rete di sorveglianza talmente ramificata da permettere un controllo quasi totale dell’intelligence statunitense sul traffico online americano. E’ il Wall Street Journal a tornare sui programmi della National Security Agency, grazie a nuovi dettagli che ne dimostrano un’ampiezza maggiore rispetto a quella ammessa dai funzionari dell’intelligence. I nuovi dettagli sono stati ottenuti attraverso colloqui con attuali ed ex funzionari governativi e dell’intelligence americana, e dipendenti di aziende che hanno collaborato a creare i vari sistemi di controllo. Il sistema di sorveglianza della Nsa, portato alla luce da Edward Snowden, l’informatico che ora si trova in Russia, è in grado di monitorare circa il 75% del traffico internet degli Stati Uniti, nella caccia a informazioni e pericoli provenienti dall’estero.

L’agenzia si serve di filtri per individuare le comunicazioni originate o terminate all’estero, o che avvengono totalmente all’estero ma passano attraverso gli Stati Uniti. L’obiettivo, come più volte ribadito dalle autorità statunitensi, sono le comunicazioni straniere, ma le fonti del Wall Street Journal hanno dichiarato che in realtà anche le comunicazioni nazionali sono incidentalmente intercettate e conservate. Inoltre, secondo il Wall Street Journal, l’agenzia d’intelligence statunitense conserva il contenuto scritto di email scambiate tra cittadini americani e filtra anche le telefonate nazionali fatte attraverso internet.

La Nsa, come mostrato in parte da Snowden, con i suoi numerosi programmi di sorveglianza - nomi in codice: Blarney, Fairview, Oakstar, Lithium, Stormbrew e Prism - “ha la capacità di seguire praticamente quasi tutto quello che succede online”, ha scritto il Wall Street Journal. La Nsa, naturalmente, continua a difendere il suo operato, “legale e nel rispetto della privacy degli americani”: la portavoce Vanee Vines ha dichiarato che, se le comunicazioni americane sono “incidentalmente raccolte durante le attività di intelligence pienamente legali” l’agenzia segue “procedure per ridurle al minimo, che sono approvate dal ministero della Giustizia per proteggere la privacy dei cittadini statunitensi”.

www.lastampa.it/2013/08/21/esteri/datagate-lnsa-controlla-il-delle-comunicazioni-web-in-usa-m8rPMRcRHrUtAlZAchwpZM/pag...
wheaton80
00lunedì 2 settembre 2013 15:26
Uomini liberi e servi sciocchi

Completamente ipnotizzati dal puzzle dell’IMU e dal salvataggio-sì/salvataggio-no di Silvio Berlusconi i nostri media hanno totalmente passato sotto silenzio una notizia di grande rilevanza globale. Mi riferisco alla riunione N.7015 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 6 agosto scorso[1], il cui tema era: “La cooperazione tra le Nazioni Unite e le organizzazioni regionali e sub-regionali per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali”. Gli argomenti messi sul tappeto non sarebbero mai arrivati in Consiglio di Sicurezza se non grazie al fatto che alla Presidenza del Consiglio di Sicurezza era di turno l’Argentina, che ha avuto pertanto la possibilità di denunciare pubblicamente all’ONU lo spionaggio da parte delle agenzie d’intelligence Usa e britanniche. Il giorno prima del Consiglio di Sicurezza, il 5 agosto, il Presidente della Repubblica Argentina, il Presidente della Bolivia, il presidente del Brasile, il Presidente dell'Uruguay, nonché i Presidenti di Venezuela ed Ecuador, avevano – tramite i loro Ministri degli Esteri - duramente condannando gli atti di spionaggio svolti dalle agenzie di intelligence degli Stati Uniti d'America[2].

Sei nazioni sudamericane hanno dunque saputo dare una lezione di dignità e di coraggio in primo luogo agli europei che, come ben si ricorda, hanno assunto un atteggiamento patetico di servi sciocchi di fronte alle rivelazioni secondo le quali aziende, legazioni consolari e ambasciate, telefonate e messaggi email di comuni cittadini vengono regolarmente spiate da anni dalle intelligence americana ed inglese. Senza parlare dell’incredibile episodio del dirottamento dell’aereo del presidente boliviano Morales, cui a luglio venne negato il sorvolo dello spazio aereo da parte di diversi Paesi europei compreso il nostro. Il nostro Ministro degli Esteri, l’ineffabile Emma Bonino, cui venne indirizzata una richiesta di spiegazioni, non ebbe neppure il coraggio di ammettere i fatti, mostrando non solo il volto del servo ma anche quello del servo sciocco. Ebbene, cosa hanno portato i sei Paesi sudamericani in Consiglio di Sicurezza? Qui di seguito alcuni stralci dai loro discorsi:

“L'intercettazione di telecomunicazioni – dall’allegato alla nota verbale del 22 luglio da parte della missione permanente del Venezuela alle Nazioni Unite, indirizzata e già discussa con il Segretario generale, Ban Ki-moon - e gli atti di spionaggio svolte nei nostri Paesi costituiscono una violazione dei diritti umani, del diritto alla privacy e del diritto all'informazione dei cittadini. Costituiscono inoltre un comportamento inaccettabile che viola la nostra sovranità e che è dannoso per il normale svolgimento dei rapporti tra le nazioni. (…) Abbiamo pertanto deciso di lavorare insieme per garantire la sicurezza informatica degli Stati membri a MERCOSUR, che è essenziale per difendere la sovranità dei nostri Paesi. Chiediamo inoltre ai responsabili [di tali atti di spionaggio] di cessare immediatamente queste attività e di fornire una spiegazione sui motivi e sulle conseguenze di esse. È fondamentale che la prevenzione della criminalità e la repressione dei reati transnazionali, tra cui il terrorismo, avvenga secondo lo stato di diritto e nel rigoroso rispetto del diritto internazionale.

Intendiamo promuovere l’adozione da parte delle competenti istituzioni multilaterali di norme per la regolamentazione di Internet che pongano una particolare attenzione alle questioni di sicurezza informatica, al fine di promuovere l'adozione di norme che garantiscano un'adeguata protezione delle comunicazioni, in particolare per salvaguardare la sovranità degli Stati e la vita privata delle persone”. I ministri degli Esteri del Brasile, Venezuela, Uruguay, Bolivia ed Ecuador hanno dunque duramente condannato il piano spionistico internazionale degli Stati Uniti considerandolo senza mezzi termini una grave minaccia per i governi democraticamente eletti dell'America Latina, un comportamento che mette di fatto in pericolo la loro sopravvivenza. Ricordiamo bene, infatti, come il Sudamerica sia stato sempre considerato dagli USA come il “cortile di casa”, come sia stato per molti tragici decenni schiacciato da dittature militari che hanno inflitto impunemente terrore di stato. La storia recente testimonia come i Paesi sudamericani siano stati soggetti a progetti di destabilizzazione e di abbattimento dei propri leader democraticamente eletti da parte della CIA.

Basti ricordarne alcuni - e l’elenco non è completo: il presidente Arbenz in Guatemala nel 1954; il Presidente Goulart in Brasile nel 1964; il Presidente Juan Bosch, nella Repubblica Dominicana nel 1965; il Presidente Torres in Bolivia nel 1971; il Presidente Allende in Cile nel 1973, sino alla più recente destabilizzazione dei governi di Honduras e Paraguay.

Meno di un mese prima della riunione del Consiglio di Sicurezza, il 12 luglio, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la signora Navi Pillay aveva affermato: “I programmi di sorveglianza senza garanzie adeguate per proteggere il diritto alla privacy in realtà rischiano di incidere negativamente sul godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali, contraddicendo gli articoli 12 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo[3] e gli articoli 17[4] e 18[5] del Patto internazionale sui diritti civili e politici, che stabiliscono, rispettivamente, che Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, famiglia, casa o corrispondenza, e che Ogni individuo ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze o lesioni[6]”.

Negli interventi al Consiglio di Sicurezza è stata sottolineata la preoccupazione che, come è accaduto più volte, i leader della NATO e di Paesi membri ritengano che non sia necessaria l'autorizzazione esplicita da parte del Consiglio di Sicurezza per ricorrere alla coercizione, visto che la NATO ha liberamente interpretato mandati d'azione volti a promuovere la pace e la sicurezza internazionale autorizzata dal Consiglio di Sicurezza, trasformandoli in occasioni di aggressione e di guerra, mascherate da ‘missioni di pace’ o ‘guerra umanitaria’. Significativi alcuni passi del discorso del Ministro degli Affari Esteri della Bolivia David Choquehuanca Cespedes, tenuto nel pomeriggio del 6 agosto:“Preservare la pace non è e non sarà il risultato dell’esistenza di poliziotti internazionali, ma piuttosto il risultato dello sviluppo della giustizia sociale, dell’equità, la complementarietà, la solidarietà e il rispetto tra gli Stati...vorrei esprimere il nostro rifiuto e la condanna della pratica di spionaggio da parte degli Stati Uniti.

Vorrei anche esprimere il dolore e l'indignazione del mio popolo e il mio governo sull’atto di aggressione subito dal presidente Evo Morales Ayma, che è stato descritto dalla comunità internazionale come offensivo, umiliante, discriminatorio, colonialista, spiacevole nonché una violazione dei diritti umani e delle norme internazionali. Tenuto conto della grave natura di questi fatti, chiediamo alle Nazioni Unite di chiarire questi eventi e di adottare misure per garantire i diritti umani e il rispetto del diritto internazionale, in modo che nessuno debba in futuro soffrire per tali violazioni”.

“La pace – così Elias Jaua Milano, Ministro degli Affari Esteri del Venezuela e Presidente protempore del Mercato Comune del Sud (MERCOSUR) - non può essere raggiunta nel mondo senza giustizia sociale e senza sradicare una volta per tutte fame, povertà, analfabetismo, malnutrizione e il divario tecnologico, in altre parole, senza garantire a tutti le risorse necessarie per un pieno sviluppo in condizioni di uguaglianza. Allo stesso modo, noi rifiutiamo le azioni di spionaggio globale condotte dal governo degli Stati Uniti, che minano la sovranità degli Stati e che conosciamo grazie alle rivelazioni di Edward Snowden.

Data la gravità di questi rapporti di spionaggio informatico su scala globale, riconosciuto dallo stesso segretario generale dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni, le Nazioni Unite, alla luce di tali pratiche illegali, devono avviare un ampio dibattito multilaterale per rendere possibile la progettazione di accordi per salvaguardare la sovranità e la sicurezza degli Stati membri. (…) Ribadiamo la nostra condanna di azioni che potrebbero minare il potere dei membri di attuare pienamente il diritto di asilo umanitario. A questo proposito, respingiamo ogni tentativo di fare pressione, molestare o criminalizzare uno Stato parte o di terzi alla decisione sovrana di una nazione a concedere l'asilo, sancito in tutte le convenzioni internazionali.

Allo stesso modo, esprimiamo la nostra solidarietà con i governi di Bolivia e Nicaragua, che, come il Venezuela, hanno offerto asilo al signor Snowden, come espresso dai capi di Stato del Mercosur nella decisione relativa al riconoscimento universale del diritto di asilo politico”. In effetti, dopo aver resistito a innumerevoli tentativi di golpe militare e di controllo economico, il nuovo pericolo che oggi devono affrontare i governi indipendenti dell'America Latina – e non solo loro - proviene dai programmi di sorveglianza elettronica della NSA, un attacco cibernetico nei confronti degli spazi più privati e intimi della vita dei popoli e degli Stati.

Un progetto criminale il cui obiettivo più inquietante sembra quello di minacciare l’identità e la mente delle persone, distruggendo la loro capacità di creare reti di solidarietà e di ottenere le informazioni cruciali per la loro comprensione degli avvenimenti, annientandone in tal modo il pensiero critico, senza il quale essi vengono ridotti facilmente alla condizione di zombie, confusi, docili, facilmente controllabili, soggiogati, in ultima analisi, sfruttati e ridotti in schiavitù. Questa sorveglianza equivale a imporre un controllo totale individuale e sociale che è una forma d’isolamento psicologico e intellettuale, una delle più crudeli forme di tortura, che alla fine porta alla disintegrazione della personalità umana, costretta all’interno di un prigione invisibile.

“I leader che dovrebbero dare spiegazioni – ha aggiunto Patino Aroca, Ministro degli Esteri dell'Ecuador - e confrontarsi con il dibattito sui limiti di ciò che stiamo discutendo, hanno invece lanciato una crociata contro il diritto di asilo - una vera e propria offensiva diplomatica contro i Paesi che hanno mostrato disponibilità in un caso così importante. I Popoli della Nostra America Latina sono stati messi sotto pressione, semplicemente perché hanno preso in considerazione una domanda di asilo. Tutti questi Paesi hanno firmato la Convenzione di Caracas del 1954 sull'asilo territoriale, che è forse uno degli strumenti più importanti del sistema interamericano dei diritti umani. Non è la rivelazione del reato che minaccia il clima di comprensione tra le nazioni, ma il reato stesso.

In un mondo fragile, dove i conflitti armati sono a malapena influenzati da pressioni internazionali, tali azioni non aiutano a generare fiducia, ma tensione. (…) La massiccia sorveglianza globale, arbitraria e illimitata deve fermarsi. (…) È richiesto anche dallo spirito di convivenza, che ha ispirato la stesura della Carta delle Nazioni Unite. È anche l'appello di miliardi di persone nel mondo che capiscono che qualsiasi azione mirante a garantire la sicurezza di un Paese ha i suoi limiti, vale a dire i diritti umani di tutti sul pianeta”.

Ma qual’è davvero lo scopo di questo programma NSA di sorveglianza globale? Non riuscendo a contrastare in modo significativo – come ammesso dagli stessi protagonisti - l'attività terroristica, deve avere un fine nascosto. Proviamo a pensare alle possibili conseguenze di tali misure di spionaggio globale: non è difficile immaginare che già oggi vi saranno molte persone che, sapendo che le proprie comunicazioni sono spiate, cambieranno il proprio comportamento. Ad esempio ci sarà chi, prima di visitare siti web controversi, o di discutere argomenti ‘sensibili’ o di indagare su questioni politicamente delicate ci penserà due volte. Individualmente, queste esitazioni potrebbero sembrare insignificanti, ma il loro ripetersi e moltiplicarsi per milioni di cittadini potrebbero modificare il rapporto della gente con il potere. Queste ipotesi sono terrificanti.

Un vero e proprio ‘divieto di pensiero’; riporto ancora una volta una citazione da una conferenza di Rudolf Steiner del 1916: “Non sarà trascorso molto tempo dopo che sul calendario sarà passato l’anno 2000, che si manifesterà – a partire dall’America - un divieto, non diretto, ma comunque un divieto di ogni tipo di pensare, una legge che avrà lo scopo di sopprimere ogni pensiero individuale. Da un certo punto di vista l’inizio di ciò si può ravvisare in ciò che oggi fa la medicina puramente materialistica, dove l'anima non può avere più alcuna influenza, dove l’uomo viene trattato come una macchina solo sulla base di esperimenti esteriori[7]”

Fantasia? O solo l’inizio di una nuova politica di dominio assoluto del mondo? D’altra parte la feroce determinazione di arrestare Edward Snowden fa pensare che egli potrebbe aver scoperto qualcosa di più, qualcosa di così illegale che, per coprire tali reati, gli autori non esitano a mettere in pericolo quelle vite stesse che affermano di proteggere grazie alle intercettazioni. Il dirottamento dell’aereo di Morales, che ha messo in pericolo la vita del presidente della Bolivia, rende questa ipotesi non del tutto peregrina. Insomma, nel Consiglio di Sicurezza del 6 agosto sotto la presidenza argentina si è aperto un capitolo nuovo. Quelle che una volta venivano sprezzantemente definite ‘Banana Republic’ stanno indicando al mondo una via di dignità e di coraggio il cui testimone ci auguriamo possa venir raccolto da altri Paesi.

Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)
Fonte: www.liberopensare.com/articoli/item/599

[1] www.un.org/News/Press/docs/2013/sc11087.doc.htm
[2] www.youtube.com/watch?v=BAJv9gYfFqs&feature=player_embe...
[3] Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, nè a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
[4] 1. Nessuno può essere sottoposto ad interferenze arbitrarie o illegittime nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa o nella sua corrispondenza, né a illegittime offese al suo onore e alla sua reputazione.
[4] 2. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze od offese.
[5] 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di avere o di adottare una religione o un credo di sua scelta, nonché la libertà di manifestare, individualmente o in comune con altri, e sia in pubblico sia in privato, la propria religione o il proprio credo nel culto e nell'osservanza dei riti, nelle pratiche e nell'insegnamento.
[5] 2. Nessuno può essere assoggettato a costrizioni che possano menomare la sua libertà di avere o adottare una religione o un credo di sua scelta.
[5] 3. La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere sottoposta unicamente alle restrizioni previste dalla legge e che siano necessarie per la tutela della sicurezza pubblica, dell'ordine pubblico e della sanità pubblica, della morale pubblica o degli altrui diritti e libertà fondamentali.
[5] 4. Gli Stati parti del presente Patto si impegnano a rispettare la libertà dei genitori e, ove del caso, dei tutori legali di curare l'educazione religiosa e morale dei figli in conformità alle proprie convinzioni.
[6] www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=13534&...
[7] www.liberopensare.com/articoli/item/546-davide-e-golia-una-storia...

www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?stor...
wheaton80
00sabato 7 settembre 2013 16:51
Datagate, intelligence americana e inglese decrittano dati protetti su internet
L'ultima soffiata di Snowden svela un programma elaborato dalla Nsa, il Bullrun, che costa 250 milioni di dollari all'anno. Serve per intercettare informazioni criptati su internet. Niente è protetto. Mail, transazioni bancarie e cartelle mediche sono monitorate con la complicità di maggiori compagnie di tecnologia

6 settembre 2013

Un software da 250 milioni di dollari all’anno per accedere ai dati criptati sul web. Ecco la nuova puntata del Datagate svelata da 50 mila documenti classificati soffiati dall’analista americano Edward Snowden e pubblicati sul Guardian e sul New York Times. La Nsa (Agenzia per la sicurezza nazionale americana) e il GCHQ (Quartiere generale governativo per le comunicazioni della Gran Bretagna) hanno elaborato una strategia per decrittare dati protetti, come transazioni bancarie, cartelle mediche o le email. Anche il sistema di crittografia usato dagli smartphone 4G è finito sotto l’attacco. Il Bullrun, programma che prende il nome di una battaglia della Guerra civile statunitense, supera di gran lunga i costi del Prisma (20 milioni di dollari all’anno), sistema usato per per filtrare le informazioni che transitano attraverso le principali compagnie internet, come Google o Facebook.

Mentre l’analogo britannico è chiamato Edgehill, come una delle maggiori battaglie della rivoluzione inglese del ’600. Il particolare che forse crea più clamore è la collusione tra alcune principali società informatiche – non specificati nei documenti svelati – e le agenzie dell’intelligence. La collaborazione prevede la creazione di cosiddette backdoor, ossia “porte di servizio”, sotterfugi che permettono catturare i dati prima del criptaggio. La Nsa ha iniziato ad investire nel software negli anni 2000 dopo che i suoi tentativi di creare le backdoor sono falliti. Dal 2010 ha raccolto un “ingente quantità” di informazioni tramite il tap, dispositivo che permette di monitorare di nascosto il flusso dei dati nelle fibre ottiche. Nelle slide segretate consegnate da Snowden alla stampa si dice che “nel corso dell’ultimo decennio la Nsa ha adottato un impegno aggressivo e su più fronti per violare le tecnologie di crittografia ampiamente usate su internet”.

Le agenzie di intelligence insistono che sconfiggere la crittografia su internet sia importante nell’ottica della lotta contro il terrorismo e delle sicurezza nazionale. Anche se alcuni esperti informatici sostengono che la violazione dei dati criptati sia l’attentato peggiore alla sicurezza online e allo stesso tessuto di internet. La potenza del Bullrun è tale che quando gli informatici inglesi ne sono stati portati a conoscenza, sono rimasti “esterrefatti”. E mentre i documenti svelati dall’analista Edward Snowden continuano ad uscire, di lui non si è più avuta nessuna notizia. Ha lasciato l’aeroporto di Mosca, Sheremetyevo, il 1 agosto, con in tasca i documenti che gli concedono l’asilo politico temporaneo in Russia, per sparire nel nulla.

www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/06/datagate-intelligence-americane-e-inglesi-decriptano-dati-protetti-sul-web/703080/...
wheaton80
00giovedì 12 settembre 2013 21:02
Usa, Nsa ha violato privacy su telefonate
Nuovi documenti gettano luce, 17.800 numeri controllati

(ANSA) - NEW YORK - La National Security Agency (Nsa) ha violato per circa tre anni le norme sulla privacy nelle intercettazioni telefoniche. E' quanto emerge da alcuni documenti dell'Office of the Director of National Intelligence, resi noti su richiesta di alcuni gruppi per la privacy. Le violazioni sono state effettuate fra il maggio 2006 e il gennaio 2009 e hanno riguardato controlli su 17.800 numeri di telefono, mentre quelli di eventuale interesse per la lotta contro il terrorismo erano 1.800.

11 settembre 2013
www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/09/11/Usa-Nsa-ha-violato-privacy-telefonate_9279...
wheaton80
00sabato 14 settembre 2013 03:09
Washington e Londra spiano anche noi
I documenti del caso Snowden rivelano che l'intelligence inglese, in collaborazione con quella americana, attinge i dati personali (telefonate, mail, Internet) da tre cavi sottomarini usati per le comunicazioni nel nostro Paese. Non è chiaro se le informazioni, in base agli accordi, possono poi finire in mano anche ai servizi italiani


Spiata anche l'Italia. Telefonate, e-mail, Facebook, navigazione Internet

A quasi tre mesi dall'esplosione dello scandalo innescato dai documenti top secret fatti filtrare da Edward Snowden, il trentenne contractor della National Security Agency (Nsa) che ha rivelato i programmi di intercettazione di massa della più grande, la più potente e la più tecnologicamente avanzata agenzia di spionaggio che il mondo abbia mai conosciuto, "l'Espresso" ha ottenuto informazioni esclusive sulle intercettazioni che riguardano l'Italia e che sono contenuti nei file di Snowden. Dalle informazioni in possesso de "l'Espresso" risulta che i documenti dell'ex contractor lasciano emergere una serie di nomi dei cavi sottomarini a fibra ottica intercettati dai servizi inglesi del Gchq, il Government Communications Head Quarter, omologo britannico della Nsa e che con la Nsa ha una relazione speciale di collaborazione e condivisione dei dati.

Tra i cavi intercettati dal Gchq ce ne sono tre che interessano l'Italia e che permettono quindi di accedere ad alcuni dei dati più personali degli italiani: quelli delle loro interazioni sociali attraverso le comunicazioni telefoniche e via Internet. Il nostro governo e i nostri servizi di intelligence ne sono informati? E che ruolo svolgono in queste operazioni, ammesso che ne svolgano uno? Dai documenti top secret, emerge anche che l'Italia ha un accordo di terzo livello ("third party agreement") con il Gchq. E, come spiega a 'l'Espresso' l'ex senior executive della Nsa, Thomas Drake - che ha visto nascere il programma di sorveglianza di massa dell'Agenzia subito dopo l'11 settembre ed è stato messo in condizioni di lasciare la Nsa non appena ne ha denunciato gli abusi – “questo tipo di accordi [third party agreement, ndr] sono collaborazioni tra Stati Uniti o Inghilterra e i servizi di intelligence del paese partner nell'accordo. Di norma, prevedono la condivisione delle informazioni di intelligence e intese per accedere ad esse”.

Lo scandalo Nsa
Tutto è iniziato nel giugno scorso, quando per la prima volta il quotidiano inglese "Guardian" e quello americano "Washington Post" hanno iniziato a pubblicare in esclusiva mondiale i documenti consegnati da Snowden al giornalista Glenn Greenwald, alla documentarista Laura Poitras e alla redazione del Guardian. Decine di migliaia di file top secret scaricati dai database blindati della Nsa. Solo per i documenti riguardanti il Gchq si parla di 50 mila file segretissimi, che la settimana scorsa il quotidiano londinese è stato costretto a distruggere sotto la pressione legale dello stesso Gchq. Ovviamente tutto quello che i servizi inglesi hanno potuto fare è stato di ordinare al 'Guardian' la distruzione di una copia del materiale, perché gli archivi digitali sono riproducibili all'infinito e da un file se ne possono ricavare migliaia identici. Quanto a Edward Snowden, invece, si trova in Russia, dove ha ottenuto asilo temporaneo per un anno, dopo che gli Stati Uniti, cancellandogli il passaporto, gli hanno impedito di volare in America Latina, e dopo che tutti i paesi europei a cui aveva chiesto asilo glielo hanno rifiutato. 'L'Espresso' ha appreso che Snowden aveva seriamente sperato nella possibilità di ottenere asilo dall'Ecuador, come avvenuto per il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange. A distanza di due mesi dal volo che lo ha portato in Russia, WikiLeaks continua ad assisterlo, attraverso Sarah Harrison, che lo ha accompagnato nel viaggio da Hong Kong a Mosca e nella lunga permanenza all'aeroporto in attesa di conoscere il suo destino. L'Espresso ha interpellato uno dei massimi esperti mondiali in tema di Nsa, l'americano James Bamford, per chiedergli una valutazione delle rivelazioni di Snowden e un'opinione su quali sono i rischi che, ancora oggi, pendono sulla testa del giovane.

Ventimila leghe sotto i mari
Sono le grandi arterie delle comunicazioni del pianeta. «Oltre il 99 percento delle comunicazioni intercontinentali di tutto il mondo avviene grazie ai cavi sottomarini in fibra ottica», ci spiega Alan Mauldin di "Telegeography", azienda leader nel settore delle consulenze e della ricerca per il mercato delle telecomunicazioni, con sede in California e a Washington. Se aprite la mappa mondiale dei cavi sottomarini curata da Telegeography (www.submarinecablemap.com ) potete seguire la grande ragnatela disegnata da queste "autostrade" e capire come la Sicilia sia una tessera fondamentale del mosaico, al centro di snodi cruciali per le comunicazioni tra Europa, Africa, Medio Oriente e Asia, vista la posizione strategica unica della Sicilia nel Mediterraneo. Che tipo di informazioni transitano su questi cavi? Quelle più delicate: telefonate, e-mail, traffico Internet, incluso ogni sito che visitiamo ogni giorno, navigando sul web, e ogni interazione su social network come Facebook. Come ha efficacemente sintetizzato un esperto come Andy Mueller Maguhn nel libro di Julian Assange "Internet è il nemico" (Feltrinelli, 2013), Google sa di noi molto di più di quello che noi stessi sappiamo, perché nessuno di noi ricorda «quello che abbiamo cercato sul web due anni, tre giorni e 4 ore fa, mentre Google lo ricorda». L'operazione top secret con cui il Gchq intercetta i cavi sottomarini a fibra ottica prende il nome di "Tempora" ed è stata rivelata per la prima volta dal 'Guardian' grazie ai file di Snowden che hanno permesso anche di raccontare come l'anno scorso, ad esempio, il Gchq sia stato in grado di 'succhiare' da questi cavi ben 600 milioni di telefonate al giorno, informazioni intercettate e conservate al massimo per un mese, in modo da consentire al Gchq di analizzarle. Mai, però, erano emersi i nomi delle strutture che interessano l'Italia. I cavi sottomarini intercettati dal Gchq e che trasportano, tra le altre, anche le comunicazioni italiane, sono:

SeaMeWe3, (www.seamewe3.com), lungo 39 mila chilometri (quasi la circonferenza della Terra all'equatore), che collega Europa, Asia e Medio Oriente, e che in Europa ha cinque nodi, tra cui uno in Sicilia, a Mazara del Vallo; SeaMeWe4 (www.seamewe4.com), 20 mila chilometri, collega Europa, Nord Africa e Asia e sul territorio europeo ha due nodi: uno a Palermo e l'altro a Marsiglia, in Francia; infine, il Flag Europe Asia o Fea(www.submarinecablemap.com), 28 mila chilometri, che collega l'Europa al Giappone attraverso Medio Oriente e India e che in Europa ha tre nodi, di cui uno a Palermo.

Le grandi arterie sottomarine giocano solo un ruolo nelle comunicazioni internazionali? Oppure trasportano anche telefonate, e-mail, traffico internet che avviene all'interno dei confini dell'Italia? A rispondere è Thomas Drake: «I cavi sottomarini giocano un ruolo sia nelle comunicazioni interne di un paese sia in quelle internazionali», chiarisce Drake, «aziende come Glimmerglass (www.glimmerglass.com) e altre simili permettono di reindirizzare il flusso delle comunicazioni via fibra ottica. Questo significa che si possono prendere le comunicazioni interne di un Paese e reindirizzarle sui cavi sottomarini internazionali e viceversa». Dunque la tecnologia ha reso obsoleta la distinzione tra comunicazioni internazionali e nazionali, rendendo entrambe un obiettivo alla portata delle agenzie di intelligence come Nsa e Gchq. Mentre il cavo Fea risulta di proprietà della multinazionale Reliance Globalcom, i cavi SeaMeWe3 e SeaMeWe4 appartengono a grandi consorzi internazionali in cui sono presenti varie compagnie telefoniche, tra cui l'italianaTelecom Italia Sparkle, l'azienda del gruppo Telecom Italia finita al centro di uno scandalo per un presunto e colossale riciclaggio da due miliardi di euro, che ha coinvolto personaggi inquietanti come Gennaro Mokbel.

Sparkle è a conoscenza dello spionaggio del Gchq sui cavi SeaMeWe3 e 4? E come società collabora con i servizi inglesi per rendere possibili le operazioni? Secondo un esperto come James Bamford, fino a quando le comunicazioni viaggiavano via satellite, le operazioni di intercettazione a fini di spionaggio non richiedevano una straordinaria sofisticazione tecnologica. I segnali percorrevano l'etere e accedervi non richiedeva chissà quali insormontabili difficoltà. Con il passaggio alla fibra ottica dei cavi sottomarini e sotterranei, però, tutto è cambiato:«Intercettare i cavi a fibra ottica è difficile», ci spiega Bamford, «è molto più semplice ordinare alle aziende telefoniche americane come la AT&T di collaborare con le operazioni e stringere una serie di accordi con le compagnie non americane in giro per il mondo».

Alcuni dei nomi delle aziende che, secondo i documenti di Edward Snowden, collaborano segretamente con il Gchq nell'operazione di intercettazione dei cavi sottomarini sono stati pubblicati dal quotidiano tedesco 'Suddeutsche Zeitung' e ripresi dal Guardian. Ma questo tipo di informazioni è così segreto che nei file si fa riferimento alle compagnie solo usando i nomi in codice, mentre l'unità del Gchq che si occupa di tenere i rapporti con esse prende il nome di 'sensitive relationship team' (team che gestisce i rapporti sensibili). Appena lo scandalo Nsa è esploso, uno dei due giornalisti che ha fatto scoppiare il caso, Glenn Greenwald, ha dichiarato a 'l'Espresso' che molti paesi europei, inclusa l'Italia, sono spiati. Le dichiarazioni di Greenwald, però, sono completamente cadute nel vuoto: nessuna reazione da parte delle istituzioni italiane, che come quelle di altri paesi d'Europa si sono affrettate a negare l'asilo a Edward Snowden. Il silenzio del governo italiano è frutto dell'imbarazzo o della complicità?

Stefania Maurizi
28 agosto 2013
espresso.repubblica.it/dettaglio/washington-e-londra-spiano-anche-noi/2213...









wheaton80
00sabato 14 settembre 2013 05:11
"Così spiavamo le vite degli altri"
Sono stati per decenni in servizio nell'intelligence Usa. Poi hanno denunciato abusi nel programma per controllare i dati di tutti i cittadini. Ora Thomas Drake e Bill Binney parlano. E accusano: la Casa Bianca ha violato la Costituzione


William Binney


Thomas Drake

In un quartiere di Washington, elegante, due uomini alti e dal piglio deciso si presentano a un appuntamento con "l'Espresso". Sulla cinquantina uno, vicino ai settanta l'altro. Entrambi cordiali. Dall'intelligenza brillante. Uno ha i modi sciolti ed energici dell'uomo d’azione, l'altro è quieto, riflessivo, dall'aria più intellettuale. E' settembre, nel 2012, e l'incontro avviene in presenza del loro avvocato in un ufficio a due passi dalla Casa Bianca: quando attaccano con il racconto sembra quasi di calarsi in un film di Robert Redford sull'America e il lato oscuro del potere. Thomas Drake e Bill Binney sono due ex senior executive dell'agenzia americana National Security Agency (Nsa): grande tre volte la Cia, assorbe un terzo delle risorse di bilancio per l'intelligence, che nel 2010 hanno superato gli 80 miliardi di dollari. E' «la più grande, la più costosa e la più tecnologicamente sofisticata organizzazione di spionaggio che il mondo abbia mai conosciuto», ha scritto il "New Yorker". Ed è l'agenzia finita questa settimana al centro delle cronache mondiali dopo che Edward Snowden - ventinovenne ex assistente tecnico della Cia poi passato a lavorare per la Nsa - ha passato al quotidiano inglese "Guardian" una serie di documenti top secret sul programma di intercettazioni di massa che è stato autorizzato da George W. Bush dopo l'11 settembre, ma che viene portato avanti ancora oggi dal presidente Obama. E' il "Datagate": una sorveglianza globale su centinaia di milioni di telefonate, di mail, di pagamenti con carta di credito realizzate da cittadini statunitensi e non. Uno scandalo che sta investendo direttamente la Casa Bianca, accusata di avere spiato indiscriminatamente l'intera popolazione. E, stando alle notizie trapelate sui media, anche la Gran Bretagna, il Canada, la Nuova Zelanda e l'Australia avrebbero in qualche maniera collaborato con questa operazione di intelligence planetaria. E' stata coinvolta anche l'Italia? Tutte le telefonate, le e-mail, le carte di credito degli italiani sono sistematicamente spiate dalla Nsa? E' questo uno dei nodi che cerchiamo di sciogliere con Binney e Drake.

Bill Binney ha lavorato 36 anni alla Nsa, poi improvvisamente nell'ottobre del 2001 ha scelto di lasciare. E' un tecnico, «uno dei migliori matematici ed esperti di crittografia che l'agenzia abbia mai avuto nella sua storia», ha scritto il "New York Times". Ha dedicato la vita a decifrare le comunicazioni criptate, penetrare i codici cifrati, raccogliere dati, ma soprattutto ad analizzarli in modo da farli parlare: rivelare intenzioni, risorse e strategie dei rivali degli Stati Uniti, dall'Unione Sovietica della Guerra fredda alla criminalità di alto livello con i suoi trafficanti di ogni tipo, droga, armi, esseri umani. Anche Thomas Drake ha trascorso decenni ad ascoltare le comunicazioni del nemico: è un criptolinguista, decifrava e ascoltava. Ed è stato un ufficiale operativo: dal 1979 al 1989 è stato in servizio nell'aeronautica militare (Us Air Force) che lo ha spedito in giro per il mondo a bordo dei suoi aerei spia. Ogni tanto qualcosa andava storto, qualche aereo veniva abbattuto e l'equipaggio catturato e torturato per farlo parlare: per questo motivo quelli come Drake venivano preparati a fronteggiare le situazioni più drammatiche come il waterboarding, in cui il prigioniero viene tenuto sott'acqua fino al limite dell'asfissia, che lui racconta con orrore di aver subìto due volte durante gli addestramenti.

Ottenere informazioni dettagliate sui numeri della Nsa da Binney e Drake non è facile. Quanti impiegati ha? «Tra 30 mila e 40 mila quelli civili, poi ci sono i militari e i contractor», risponde Binney. E quanti sono i contractor privati che ricevono appalti dall'agenzia? «Nell'ordine di decine o forse centinaia di migliaia». Tutta gente che per lavorare deve garantire i massimi standard di sicurezza, ovvero ottenere l'autorizzazione per accedere ai documenti oltre il top secret. Contractor e segretezza sono due dei grandi problemi dell'agenzia, che incoraggia i suoi dipendenti a sposarsi fra loro, in modo che le coppie possano minimamente comunicare: anche le mogli di Binney e Drake lavorano per l'Nsa. Tutto funziona secondo compartimenti stagni, con regole ferree. «Per poter affrontare un problema non devi solo avere l'autorizzazione per accedere al livello top secret, ma anche quella per esaminare i dati del singolo compartimento che si occupa della questione», spiega Binney, «e questo è un guaio, perché così non puoi mai avere la visione completa». E chi può averla? «Di fatto, nessuno: neppure i leader, che devono fidarsi di quello che viene detto loro (dai singoli capi compartimento, ndr.). E' un'organizzazione disfunzionale, anomala e inefficiente. A che serve proteggere le informazioni, se poi non sei in grado di utilizzarle? Non puoi connettere i dati tra loro».

Gli attriti dei due con l'agenzia cominciano proprio a ridosso dell'11 settembre, quando Binney mette a punto "ThinThread", che lui descrive come un sistema che permetteva di assemblare tutti i dati intercettati dalla Nsa - telefonate, e-mail, transazioni finanziarie - e analizzarli in modo automatico. Perché il nocciolo della questione è proprio questo: miliardi di dati non servono a nulla, se dai singoli pezzetti di informazioni, conversazioni, movimenti delle carte di credito, non si trova il modo di ricostruire il mosaico completo per scoprire reti terroristiche e criminali, capire che capacità hanno, con chi collaborano, cosa pianificano nell'ombra. Per fare questo servono gli analisti, ma visto l'enorme quantità di dati, se non si trova il modo di automatizzare il processo con procedure informatiche, servirebbero eserciti di analisti e tempi biblici. Bill Binney racconta di avere scoperto in seguito anche come risolvere questo problema e inserire la funzione in "ThinThread". E la cosa fondamentale, dichiara, era che la sua creatura permetteva di lavorare rispettando la privacy dei cittadini, perché aveva incorporato un sistema che consentiva di acquisire i dati in modo anonimo fino a un certo punto: solo quando l'analisi delle informazioni faceva emergere elementi rilevanti su un individuo, allora si toglieva la protezione sulle identità e ci si concentrava sui sospetti.

«Era uno strumento brillante», spiega Tom Drake, che conosce bene il lavoro di Bill Binney, «potevamo prendere interi database e buttarli dentro "ThinThread" per vedere cosa tiravamo fuori. Così scoprimmo con orrore elementi di intelligence operativa su al Qaeda anteriori e posteriori agli attacchi alle Torri Gemelle che non erano stati individuati. E' a quel punto che il programma fu fermato». Fermato? Perché? «Non posso parlarne: è una questione di massima segretezza», replica Drake, spiegando di aver testimoniato su questa vicenda davanti alla commissione del Congresso statunitense creata per far luce sui lati oscuri dell'11 settembre, ma la sua deposizione è stata secretata e ancora lo rimane. Comunque è un dato di fatto che il sistema "ThinThread" fu scartato. L'agenzia scelse "Trailblazer", un programma alternativo da 4 miliardi di dollari appaltato ai contractor: un progetto che però non arrivò da nessuna parte e fu abbandonato nel 2006.

Subito dopo lo choc delle Torri Gemelle, racconta Drake, prese il via il programma globale di intercettazione "Stellar Wind" che includeva anche l'acquisizione di tutte le telefonate interne agli Stati Uniti: «Era basato su accordi super-segreti con certe compagnie telefoniche per avere tutte le telefonate, incluse quelle dei cittadini americani, senza alcun mandato», dichiara Drake. Ci sono state intese anche con aziende di telefonia italiane per trasmettere i dati alle autorità statunitensi? L'ex funzionario dell'Nsa pesa le parole una a una. Poi risponde: «Direi che nel corso degli anni sono stati fatti accordi con un certo numero di aziende, incluse quelle non americane o con sede negli Stati Uniti». Anche Binney è molto cauto nel parlare di "Stellar Wind": «Nel 2001 è iniziato con le compagnie telefoniche, poi nel 2003 si è esteso alle aziende Internet. Era un'attività illegale, un crimine che per il presidente poteva portare a conseguenze gravi, qualcosa come l'impeachment. Il sistema di pesi e contrappesi della nostra Costituzione è stato annullato, sovvertito, non semplicemente violato. Per questo crearono un compartimento (nella Nsa, ndr.) separato proprio per gestire "Stellar Wind"».

Quello che spinse Bill Binney a lasciare l'agenzia nell'ottobre 2001, dopo 36 anni di servizio, fu lo scoprire che alcune caratteristiche della sua creatura "ThinThread", ufficialmente rifiutata, erano state in realtà usate e, anzi, abusate dalla Nsa per spiare tutti senza alcuna protezione, ovvero eliminando i sistemi di "anonimizzazione" previsti per tutelare la privacy. Oggi, secondo lui, la Nsa è in grado di incamerare un numero mostruoso di telefonate, e-mail e informazioni dalle carte di credito. A Bluffdale, nello Utah, l'agenzia sta costruendo un enorme centro di immagazzinamento dati. Ogni computer "Narus" usato dalla Nsa è in grado di processare l'equivalente di 100 miliardi al giorno di e-mail da mille caratteri. Le dimensioni della struttura di Bluffdale portano Bill Binney a stimare che in quel centro possano venire attivati almeno 12.150 computer Narus, «questo significa che saranno in grado di immagazzinare le comunicazioni dell'intero mondo per i prossimi cento anni». Ma Binney racconta anche che la Nsa non sa automatizzare il processo di analisi per interpretare i dati in modo automatico. La sua creatura invece riusciva a farlo, sottolinea. E allora perché la Nsa non l'ha adottata? «Perché non vogliono risolvere il problema, altrimenti i fondi smetterebbero di arrivare», risponde.

I guai di Binney e Drake sono cominciati quando il primo ha presentato una denuncia sulla vicenda del sistema "ThinThread" all'ispettore generale del dipartimento della Difesa. E Drake lo ha aiutato e sostenuto. L'esposto è del 2002, ma le cause legali vanno avanti ancora oggi: sono difesi dall'avvocato presente al nostro incontro Jesselyn Radack, in prima linea nell'assistere chi rivela gli abusi delle agenzie governative. Drake, che ha lasciato la Nsa nel 2008, è stato perfino incriminato per spionaggio, accusa poi crollata, ma che lo ha portato alla bancarotta economica, costringendolo a lavorare in un Apple store. E se adesso la Nsa le chiedesse la soluzione che lei ritiene giusta per automatizzare l'analisi dei dati, gliela concederebbe? Bill Binney è lapidario: «No, perché la userebbe contro la nostra gente. I terroristi non hanno distrutto il nostro stile di vita, siamo stati noi a farlo. Ed ecco le conseguenze: marciamo verso uno Stato totalitario»

di Stefania Maurizi
17 giugno 2013
espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-spiavamo-le-vite-degli-altri...
wheaton80
00sabato 14 settembre 2013 17:10
'L'intelligence Usa? Rastrella tutto, senza criterio'
Considerato uno dei più grandi esperti in materia di National Security Agency, James Bamford parla dei programmi di intercettazione di massa dell'Agenzia


James Bamford

E' considerato uno dei più grandi esperti in materia di National Security Agency, ha rivelato i piani di costruzione del grande centro di Bluffdale, nello Utah, che la Nsa sta costruendo e dove si prepara a incamerare tutte le comunicazioni del mondo per i prossimi cento anni. In questa intervista con 'l'Espresso', James Bamford ha accettato di parlare dell'agenzia, di Edward Snowden e di cosa rischia il giovane ex contractor.

E' rimasto sorpreso dai programmi di intercettazione di massa dell'Agenzia?
«Ne ho scritto per anni, quindi non sono poi così sorpreso. Mi hanno stupito, però, due cose: primo, che qualcuno sia riuscito a portare fuori i documenti; secondo, che la Nsa raccolga tutti i metadati delle conversazioni telefoniche, perché mi sembra una cosa insensata».

Perché insensata?

«Perché quello che dovrebbe fare è focalizzarsi sulle comunicazioni internazionali. Dopo l'11 settembre non sono riusciti a prevedere il tentativo di attacco a Times Square, l'attentatore con l'esplosivo nelle mutande e l'attentato di Boston».

E non hanno previsto neppure l'attacco al consolato Usa in Libia...
«Sì, sembra che stiano trascurando le comunicazioni internazionali per quelle interne, qualcosa che non li porterà lontano...».

Perché secondo lei questo interesse per le comunicazioni interne?
«Credo che lo facciano semplicemente perché hanno il potere di farlo. Prendono tutto. Le posso dare un esempio dell'inutilità del loro modo di intercettare comunicazioni: fino al 2011, raccoglievano tutti i metadati delle email, e il motivo per cui hanno smesso di farlo va ricercato non nel fatto che abbiano deciso di smettere, quanto piuttosto nel fatto che il senatore Ron Wyden ha chiesto loro di dimostrare l'utilità di quello che facevano. E poiché loro non sono stati in grado di dimostrarla, hanno dovuto darci un taglio. Ma se quel senatore non avesse chiesto, avrebbero semplicemente continuato, anche se non serviva a nulla».

Bill Binney, che ha lavorato 36 anni per la Nsa, ha detto che la Nsa non è in grado di automatizzare le ricerche nei database dei dati raccolti con le intercettazioni e quindi per ora quello che può fare è incamerarli, in attesa del processo automatizzato, perché altrimenti ci vogliono eserciti di analisti. Non crede che incamerare miliardi di dati personali sia una tecnica che mette la Nsa nella posizione di poter ricattare chiunque su questo pianeta, viste le informazioni che ha in mano?
«Si possono fare tante cose con i dati immagazzinati e io non ho alcuna evidenza che la Nsa usi il ricatto, ma quando si immagazzinano tanti dati, i problemi che si possono creare sono tanti. Prima di tutto, se anche la Nsa non facesse nulla di male, i pirati informatici possono fare tanti danni. Prendiamo il caso Snowden: se qualcuno è riuscito ad andarsene portando via tutti quei documenti significa che le protezioni sono molto deboli».

E quindi è un sistema che si presta ad abusi sia interni sia esterni...
«Certo. E dopo che è venuto fuori che Bradley Manning aveva quasi un milione di documenti segreti, le agenzie di intelligence e la Nsa avevano detto: abbiamo risolto il problema, non succederà più. E invece, due anni dopo è successo di nuovo ed è ancora una fuga di documenti ancora più seria perché questi file sono top secret, mentre quelli di Manning erano secret».

Secondo lei, qual'è la differenza tra il programma di sorveglianza della Nsa sotto Bush e sotto Obama?

«Credo che siano la stessa cosa, l'unica differenza è che quello di Bush era illegale, perché violava la legge. Tutto quello che hanno fatto è stato di continuare a fare le stesse cose cambiando la legge. E se c'è una differenza è che sotto Obama, da questo punto di vista, è andata peggio, anziché meglio».

Il programma sembrerebbe ancora più esteso di quello di Bush...
«La differenza è che prima raccoglievano tutti i metadati delle e-mail e hanno smesso di farlo nel 2011, ma non perché l'amministrazione Obama abbia stoppato la raccolta, quanto per la pressione del Congresso. Continuano a espandere sempre di più questa sorveglianza, introducendo programmi come Prism, Upstream. Non solo: ora il direttore della Nsa, il generale Keith Alexander, è a capo anche del Cyber Command e quindi può spiare tutti ma anche lanciare una cyberguerra. E' la persona più potente nella storia dell'intelligence americana».

Lei si aspettava questo da Obama?

«Credo che avesse due modi per farsi rieleggere: uno era convincere la base liberal degli elettori a votare per lui: e per questo ha dato loro misure come la riforma sanitaria. Due: impedire che un concorrente repubblicano vincesse. E da questo punto di vista, Obama sapeva benissimo che un candidato repubblicano puntava a certe questioni, come quella militare. Quello che lui ha fatto è stato di andare più a destra di Bush, di diventare più Bush di Bush stesso. E così ha esteso le capacità dell'intelligence. Tutto questo ha veramente poco a che fare con la sicurezza degli Stati Uniti e molto a che fare con la carriera politica di Obama».

Dai documenti di Snowden emerge che la Nsa accede direttamente ai server dei giganti di internet come Microsoft, Google, Yahoo! Crede che questo succeda anche per le telefonate in Usa e all'estero?

«Credo che la Nsa abbia accesso direttamente ai cavi a fibra ottica»

Esattamente quello che ha rivelato il 'Guardian'...

«Sì, il 90 percento delle comunicazioni internet passa per gli Usa e quindi gli Usa vi hanno accesso. Circa quindici anni fa, la Nsa intercettava le comunicazioni via satellite in giro per il mondo. Quando il mondo è passato alle comunicazioni via fibra ottica sotto il mare o sotto la terra, l'unico modo di continuare a intercettarle era stabilire accordi segreti con le compagnie telefoniche, perché intercettare i cavi a fibra ottica è difficile, è molto più semplice ordinare alle compagnie telefoniche americane di cooperare e stringere accordi con quelle non americane. Per esempio le comunicazioni che vanno dal sud America agli Stati Uniti e all'Europa passano tutte attraverso uno stesso edificio a Miami e quindi la Nsa ha accesso a quell'edificio e può accedere a quelle informazioni».

Lei conosce molto bene la cultura che si respira all'interno della Nsa: cosa crede che l'Agenzia sia disposta a fare per fermare le rivelazioni di Snowden?
«Credo che stiano cercando di usare le tecniche cyber per distruggere qualunque cosa Edward Snowden possa avere depositato in un eventuale cloud o su un database nelle profondità di internet. Ma posso anche immaginare che possano fargli una 'rendition', come fanno con i terroristi».

Cosa crede che faranno per fermare i nuovi Snowden?
«Credo che prima del caso Snowden arruolassero persone con capacità di hackerare, ma ora controllano i comportamenti sui social media, Facebook; per capire se una persona è a rischio di comportarsi come Snowden e se emerge qualche elemento, non lo arruolano. Ritengo che sorveglieranno di più chi lavora per la Nsa».

Ma devono comunque continuare a lavorare con esseri umani oltre che con le macchine e quando ci sono di mezzo gli essere umani, non c'è modo di fermare il loro agire secondo coscienza.
«Credo che sia difficile; Manning si è arruolato nell'esercito volontariamente e poi ha rivelato i documenti e così Snowden: è un problema per la Nsa».

Pensa che queste rivelazioni innescheranno un cambiamento, oppure la Nsa è semplicemente troppo potente per fermare il suo programma di sorveglianza?
«Personalmente, non credo che molto cambierà. La Nsa è troppo potente, e dopo le rivelazioni del programma di intercettazioni illegali [nel 2005, sotto Bush, ndr] ha continuato a fare quello che faceva e hanno cambiato la legge per consentirglielo. Sì, succederà qualcosa, ma la Nsa continuerà a fare semplicemente quello che fa adesso. Sono pessimista quando mi si chiede della possibilità di cambiamento nella Nsa».

espresso.repubblica.it/dettaglio/lintelligence-usa-rastrella-tutto-senza-criterio/...
wheaton80
00sabato 21 settembre 2013 12:32
Brasile: una nuova Internet contro le spie di Obama
Il Brasile sfida Washington sullo spionaggio online: salta l’incontro e si pensa a una nuova Internet


BRICS

Il Brasile sta pensando a una nuova Internet, sganciata dal controllo statunitense e soprattutto protetta dall’occhio indiscreto della NSA (National Security Agency). La presidentessa Dilma Rousseff, per protesta contro lo spionaggio che ha subito, ha inoltre deciso di cancellare la visita a Washington che era stata programmata per ottobre. Fino a quando Barack Obama farà chiarezza sul tema della sicurezza informatica e sul Datagate, non ci sarà incontro, perché lo spionaggio nei confronti di Rousseff e della compagnia statale del petrolio, Petrobras, non è stato dimenticato. Anzi, il governo di Brasilia sta già valutando una serie di obblighi per i colossi tecnologici statunitensi che operano sul territorio.

Google, Microsoft, Apple e gli altri potrebbero essere costretti a confrontarsi con una nuova dimensione online. Si parla ad esempio della possibilità che i service e content provider stranieri vengano obbligati ad archiviare i dati dei cittadini brasiliani sul suolo nazionale. Il tutto affidandosi a server locali per rispettare la sovranità sulla privacy. È un terreno minato perché, come hanno spiegato i più esperti, si rischierebbe di giungere a una sorta di isolamento digitale. Come se il Brasile decidesse di recintare una porzione di oceano. Per altro i costi sarebbero altissimi e lo stesso Governo si ritroverebbe in mano un potenziale strumento di controllo. Oggi la maggior parte del traffico Internet brasiliano passa attraverso gli Stati Uniti, ma Rousseff pensa che una soluzione al problema potrebbe essere rappresentata dal completamento – ormai vicino – della dorsale BRICS. Una rete in fibra che da Vladivostock (Russia) giunge a Shantou (Cina) e prosegue per Chennai (India), Cape Town (Sud Africa) e Fortaleza (Brasile).

Entro il 2016 dovrebbe poi iniziare la corsa allo spazio, con il lancio del primo satellite di telecomunicazioni. Persino in questo ambito oggi bisogna passare attraverso i servizi di Embratel, la seconda telco brasiliana – proprietà del messicano Carlos Slim. A Wall Street e nei quartier generali dei colossi IT l’autarchia brasiliana spaventa: tutti gli indici indicano il potenziale enorme di quel mercato. YouTube, Facebook e Twitter spopolano. Non è possibile rinunciare a un paese che vanta più di 190 milioni di abitanti. Rousseff ha confermato ad Associated Press di condividere la visione europea sul tema della privacy, e di aver già avviato con altri paesi sudamericani trattative per sviluppare la rete territoriale. Sono previsti inoltre notevoli investimenti per favorire la crescita del settore tecnologico nazionale e l’introduzione di limitazioni agli acquisti hardware e software che non rispettano le specifiche sulla privacy del Governo. Sascha Meinrath, direttore di Open Technology Institute presso il think tank New America Foundation, sostiene che non si possa fare nulla di concreto senza coinvolgere direttamente gli Stati Uniti e le istituzioni internazionali. La NSA ha dimostrato di non aver problemi ad infiltrarsi anche in infrastrutture straniere.

Matthew Green, esperto in sicurezza della Johns Hopkins, parla di un dettaglio sostanziale che gioca a sfavore del Brasile: l’isolazionismo digitale non è in grado di proteggere dalle intrusioni. Senza contare gli effetti collaterali negativi sull’innovazione. “È una sorta di socialismo sovietico informatico”, ha sottolineato. “Il sistema libero funziona meglio”. Le diplomazie stanno cercando di ricucire i rapporti tra Washignton e Brasilia, poiché dietro la battaglia ideologica che si sta consumando in questi giorni vi sono interessi commerciali e politici monumentali: c’è per esempio un ordine (non ancora confermato) da 4 miliardi di dollari per 36 caccia F-18 che sta facendo sudare freddo la Boeing. Rousseff, come Lula, ha il timore che i colossi dell’estrazione mineraria e del petrolio approfittino ulteriormente dell’Amazzonia e delle sue coste Atlantiche. La NSA potrebbe infatti aver scoperto qualcosa sulle prossime aste legate a una serie di concessioni. È un vecchio gioco di equilibri internazionali, ma oggi il Brasile conta di più. Gli errori della NSA rischiano di costare agli Stati Uniti miliardi di euro. La questione immagine non è contemplata.

Dario d'Elia
18 settembre, 2013

Fonte: Reuters
www.tomshw.it/cont/news/brasile-una-nuova-internet-contro-le-spie-di-obama/4923...
wheaton80
00martedì 15 ottobre 2013 23:00
Datagate e la bulimia informativa della NSA
Nuovi documenti svelano come la NSA collezionasse non soltanto indirizzi email, ma anche liste dei contatti: una trama fitta di email e relazioni

Giacomo Dotta
15 ottobre 2013

Sulla base di nuovi documenti emersi in seno all’affare Datagate, viene a delinearsi meglio tutta la bulimia informativa di cui soffre l’agenzia americana NSA: il lavoro di spionaggio sulla rete alla ricerca di contatti e informazioni, infatti, avrebbe portato nelle mani degli Stati Uniti i dati di utenti in tutto il mondo, ad un ritmo difficilmente immaginabile. Ogni qualvolta un indirizzo email sia stato intercettato tramite caselle di posta o account su instant messenger, infatti, la NSA avrebbe fatto propria anche l’intera lista dei contatti, riuscendo così a ricostruire con maggior fedeltà modelli della struttura complessiva della rete sociale appoggiata al Web. Un documento dell’agenzia avrebbe svelato i numeri di un giorno medio di attività: vengono dichiarati 444743 indirizzi email da Yahoo, 105068 da Hotmail, 82857 da Facebook, 33697 da Gmail e 22881 da altri referenti non precisati. Complessivamente trattasi di un totale stimato pari a 250 milioni di indirizzi all’anno.

Ma non solo: ogni singolo giorno la NSA avrebbe collezionato fino a 500 mila liste di contatti e relazioni, veri e propri “link” tra persone che consentono di costruire una fitta trama su cui i server dell’agenzia avrebbero avuto la possibilità di lavorare nell’ordine di grandezza dei “big data“. Il problema è proprio nella quantità delle informazioni: i contatti, infatti, vanno aggiunti alle telefonate monitorate ed agli altri dati che, sulla base di quanto emerso dal Datagate, gli Stati Uniti hanno raccolto e gestito in questi anni. Il maniacale dossieraggio che J. Edgar Hoover ha portato nei metodi dell’FBI ai tempi della nascita dei “federali” sembra trovare nella NSA la sua naturale evoluzione. A parziale discolpa, la NSA avanza il profilo di sistemi di bilanciamento che sarebbero in grado di gestire al meglio le informazioni raccolte per tutelare la privacy dei cittadini USA. Ma i problemi sembrano andare ben oltre: chi crede ancora a questo tipo di attenuanti? E soprattutto: come sono state gestite le informazioni degli utenti extra-USA? La capacità dei sistemi della NSA di agire in stile “man-in-the-middle” discolpa i grandi gruppi poiché afferma la veridicità di quanto sostenuto: nessun collaborazionismo è mai stato posto in essere dai grandi gruppi nei confronti delle autorità statunitensi (Facebook, Google, Microsoft e altri non possono dunque sapere che l’agenzia sta operando sui dati da loro gestiti se tutto ciò avviene al di fuori dei sistemi stessi dei gruppi coinvolti). Tuttavia è vero anche il contrario: sebbene i gruppi non abbiano collaborato, la NSA ha comunque ottenuto i dati desiderati intercettandoli durante i loro spostamenti sul Web. Se sulle responsabilità si può dunque discutere, sui fatti la questione appare acclarata. E il caso si ingrossa una volta di più.

www.webnews.it/2013/10/15/datagate-e-la-bulimia-informativa-della-nsa/?...
wheaton80
00martedì 22 ottobre 2013 00:38
Datagate, ora è scontro tra la Francia e gli Stati Uniti
La Nsa avrebbe intercettato anche le telefonate dei francesi. Convocato l'ambasciatore Usa a Parigi

21 ottobre 2013

PARIGI - Le informazioni secondo le quali l'Agenzia di sicurezza nazionale americana (Nsa) ha intercettato le comunicazioni telefoniche dei francesi sono "scioccanti" e "richiederanno delle spiegazioni". Così il ministro degli interni francese, Manuel Valls, ha commentato a Europe 1 le rivelazioni di Le Monde sul Datagate in Francia. Queste rivelazioni "sono scioccanti e richiederanno delle spiegazioni precise dalle autorità americane nelle prossime ore", ha affermato Valls ai microfoni della radio Europe 1. "Con le nuove tecnologie della comunicazione - ha sottolineato - servono regole, questo riguarda tutti i paesi. Se un paese amico, un alleato, spia la Francia o spia altri paesi europei, è del tutto inaccettabile". Il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius, ha detto che l'ambasciatore americano dovrà "recarsi stamattina al Quai d'Orsay" per dare spiegazioni sulle rivelazioni pubblicate da Le Monde. "Viste le informazioni su 'Le Monde - ha detto Fabius - ho convocato immediatamente l'ambasciatore degli Stati Uniti e sarà ricevuto questa mattina stessa al Quai d'Orsay". "Siamo stati messi in guardia nel mese di giugno ed abbiamo reagito con forza - ha aggiunto il ministro degli esteri francese - ma visibilmente bisogna andare oltre. Questo tipo di pratiche, che minacciano la vita privata, è totalmente inaccettabile tra paesi partner. E bisogna assicurarsi in ogni caso che esse non siano più praticate". L'agenzia statunitense di controspionaggio Nsa - ha rivelato oggi il quotidiano Le Monde, citando documenti dall'ex consulente della stessa Nsa Edward Snowden - ha intercettato in modo massiccio le comunicazioni telefoniche dei cittadini francesi.. Su un periodo di 30 giorni, dal 10 dicembre 2012 all'8 gennaio 2013, 70,3 milioni di registrazioni di telefonate francesi sono state eseguite dalla Nsa, precisa il sito web Lemonde.fr. "Il futuro spiegherà forse, un giorno, perché Parigi è rimasta così discreta, rispetto a Berlino o Rio, dopo le rivelazioni sui programmi di spionaggio elettronico americano nel mondo. Perché la Francia è stata altrettanto coinvolta e dispone oggi di prove tangibili del fatto che i suoi interessi sono quotidianamente presi di mira", si legge nell'articolo co-firmato dal giornalista di Le Monde Jacques Follorou e da Glenn Greenwald, l'ex columnist del Guardian che per primo ha pubblicato le rivelazioni di Edward Snowden. La Nsa, scrive il sito di Le Monde, "dispone di diversi modi di raccolta. Quando certi numeri di telefono vengono usati in Francia, questi attivano un segnale che fa scattare automaticamente la registrazione di alcune conversazioni. Questa sorveglianza recupera anche gli sms e il loro contenuto in base a parole-chiave". I documenti in possesso del quotidiano francese "forniscono sufficienti spiegazioni da far pensare che gli obiettivi della Nsa riguardano sia persone sospettate di legami con il terrorismo che individui presi di mira per la loro semplice appartenenza al mondo degli affari, della politica o dell'amministrazione francese".

www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/10/21/Datagate-Parigi-scioccante-chiederemo-spiegazioni_9492...
wheaton80
00martedì 22 ottobre 2013 00:54
Obama nei guai: Messico protesta contro gli Usa per spionaggio

Citta' del Messico - Si apre un nuovo capitolo nel caso delle intercettazioni dell'agenzia di intelligence americana, dopo la nuova rivelazione che ha coinvolto la Francia. Anche il Messico ha protestato in relazione all'intercettazione della corrispondenza elettronica dell'ex Presidente del Paese Felipe Calderón da parte dei servizi segreti degli Usa. La rivista tedesca Spiegel ha pubblicato i documenti, presentati dell'ex dipendente della Cia Edward Snowden che testimoniano come la Nsa spiava Calderón quando era ancora Presidente. Il Ministero degli Affari Esteri del Messico ha dichiarato che tale pratica è inammissibile, illegale e contraddice le relazioni amichevoli tra i due Paesi.

21 Ottobre 2013
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wheaton80
00martedì 22 ottobre 2013 00:56
Datagate: Casa Bianca, gli Usa spiano come tutti i paesi

WASHINGTON - Gli Stati Uniti spiano le persone come fanno tutti i paesi. E' la risposta della Casa Bianca alle ultime rivelazioni del datagate che ha coinvolto la Nsa americana, accusata di raccogliere informazioni private e sensibili anche in Francia, dove sono state monitorate decine di milioni di conversazioni telefoniche, e in Messico, dove sono state intercettate le email dell'ex presidente Calderon. ''Dal punto di vista politico abbiamo detto con chiarezza che gli Stati Uniti raccolgono informazioni di intelligence nello stesso modo con cui operano tutte le nazioni'', ha detto la portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Caitlin Hayden. ''Come ha detto il presidente nel suo discorso all'Assemblea generale dell'Onu, abbiamo iniziato una revisione dei metodi con cui gestiamo l'intelligence, in modo da bilanciare le legittime preoccupazioni relative alla sicurezza con la privacy delle persone''.

21 Ottobre 2013
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wheaton80
00venerdì 25 ottobre 2013 01:04
Datagate, Italia 'spiata' da Usa e Inghilterra: i servizi sapevano

Mentre in Germania è ancora in pieno fermento il caos scoppiato dopo la notizia che niente meno che il telefono cellulare di Angela Merkel era sotto stretta sorveglianza degli States, l'ex giornalista del Guardian e 'custode' dei documenti trafugati dalla talpa Edward Snowden, Gleen Greenwald, ha rivelato al settimanale L'Espresso (anticipazione del numero che uscirà domani, venerdì) che anche la nostra penisola risulta interessante per le 'orecchie lunghe' degli Usa.

Ma non solo: secondo Greenwald infatti anche un'altra agenzia di spionaggio monitorava mail, telefonate e dati italiani, precisamente il Government Communications Head Quarter (Gchq) britannico, che con il sistema Tempora (analogo al già noto Prism statunitense) ha accesso a informazioni che, molto spesso, esulano dai controlli anti-terrorismo. Secondo l'anticipazione de L'Espresso, infatti, gli 007 di sua maestà intercettavano anche qualsiasi materiale utile a capire le "intenzioni politiche dei governi stranieri", a tutelare "il benessere economico dell'Inghilterra", a scovare "i gravi reati economici" e persino per arrivare a sapere la "posizione dei governi stranieri su determinate questioni militari".

Capitoli decisamente vasti dove è facile far rientrare anche affari alla luce del sole tra aziende italiane e potenze straniere, riuscendo ad avere perciò sotto controllo qualsiasi azione che avesse una benché minima rilevanza. Stando all'ex giornalista del Guardian, inoltre, tutte le informazioni ritenute 'importanti' dai servizi segreti inglesi venivano scambiate senza problemi con i colleghi d'oltre oceano, in un fitto sistema che 'ruba' i dati da tre cavi sottomarini in fibra ottica (SeaMeWe3, SeaMeWe4 e Fea, il primo con uno snodo a Marzara del Vallo e gli altri due a Palermo), di cui due sono proprietà, tra le altre, dell'impresa Telecom Sparkle, controllata di Telecom Italia.

Ma se le rivelazioni fino a questo momento sembrano spazzare via quel clima di 'riappacificazione' che sembrava esserci mercoledì tra John Kerry e il premier Enrico Letta (in un secondo incontro di un tour di 'fuoco' per il segretario di Stato Usa), l'Italia al momento ha ben poco da fare la voce grossa: secondo Greenwald infatti le operazioni di spionaggio operate dai servizi britannici avvenivano con la connivenza degli 007 italiani che avevano stipulato un "accordo di terzo livello" con il Gchq.

Nel frattempo il 'datagate' arriva con tutta la sua irruenza anche a Bruxelles, dove giovedì ci sarà una riunione del Consiglio europeo. Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande si incontreranno a margine della riunione, parlando 'faccia a faccia' di quanto sta uscendo in queste ore e dei continui scandali che dipingono sempre di più gli Stati Uniti come guardoni dal buco della serratura. E mentre in Germania il ministro degli Esteri ha convocato l'ambasciatore Usa per cominciare ad avere delle spiegazioni rispetto all'intercettazione del cellulare del cancelliere, il presidente dell'Ue Herman van Rompuy ha inserito ufficialmente il 'datagate' negli argomenti dell'incontro a Buxelles: "nella bozza di conclusioni del vertice Ue, che i leader discutono oggi, c'è un riferimento alla necessità di approvare la direttiva sulla protezione dati l'anno prossimo, perché è importante ristabilire la fiducia".

Luca Lampugnani | 24.10.2013
it.ibtimes.com/articles/58006/20131024/datagate-italia-intercettazioni-greenwald-nsa-inghilterra-usa-007-servizi.htm#ixzz2...
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00sabato 26 ottobre 2013 01:05
Il governo italiano ci ha venduto al Bilderberg
Letta finge di chiedere spiegazioni sul "datagate" a Kerry. Ma un ex agente dell'Nsa rivela a Popoff che Palazzo Chigi sapeva tutto. Gli Usa ci hanno spiato con il nostro consenso

Di Franco Fracassi
23 ottobre 2013

Milioni e milioni di telefonate intercettate, di email lette, di conversazioni skype ascoltate. Il grande fratello americano ci controlla, ci sorveglia e spia. Ma la cosa peggiore è che lo fa con il nostro consenso. Non nostro di cittadini italiani, nostro del nostro governo. Anzi, di tutti gli ultimi nostri governi. Il ministro degli Esteri Usa John Kerry è a Roma e il presidente del consiglio Enrico Letta ha dichiarato che gli chiederà spiegazioni in proposito del "datagate". Cosa curiosa, visto che molte delle informazioni che l'Nsa ci ha spiato (invadendo la nostra privacy) gli sono state fornite proprio dai nostri servizi segreti. Siamo stati venduti non solo alla Casa Bianca, ma anche alle grandi banche, alle società di Borsa e alle multinazionali, in altre parole: al Club Bilderberg, di cui Letta fa parte, per sua stessa ammissione. Il settimanale tedesco "Der Spiegel" ha scritto che i suoi giornalisti hanno visto documenti cartacei e digitali da cui emerge come la Germania abbia collaborato in maniera massiccia alla raccolta dati da parte dell'Nsa. Secondo il quotidiano britannico "Guardian", lo spionaggio europeo da parte dell'Nsa sarebbe iniziato cinque anni fa.

Jan Philipp Albrecht, deputato dei Verdi tedeschi e specialista di protezione dei dati, intervistato dal "Guardian", ha dichiarato: «Da quello che mi risulta, Regno Unito, Danimarca, Olanda, Francia, Germania, Spagna e Italia hanno tutte firmato un accordo che prevede la fornitura di dati digitali agli Stati Uniti. In altre parole, hanno spiato i propri cittadini per conto di Washington». Informazione, questa verificata dal quotidiano britannico "Observer". Il governo italiano nega. Popoff ha deciso di parlare con un ex funzionario dell'Nsa, Wayne Madsen. Madsen in passato ha fatto rivelazioni scioccanti sull'11 settembre, sul caso Calipari, su Al Qaida e sulla famiglia Bush. Tutte informazioni rivelatesi corrette e dimostrate anche documentalmente.

Madsen: «L'Italia, ma anche la Germania, la Francia e altri paesi europei hanno accordi segreti con gli Stati Uniti per il passaggio di dati personali alla National Security Agency. L'Italia, ma anche la Gran Bretagna, la Francia, la Danimarca, l'Olanda, la Germania, la Spagna e, ovviamente, gli Stati Uniti, hanno accesso al Tat-14, il sistema di telecomunicazioni transatlantico via cavo che consente loro di intercettare un'enorme quantità di dati, incluse telefonate, email e la storia di accesso a Internet degli utenti. E per utenti intendo anche l'Unione Europea, che viene definita dall'Nsa un "target", un obiettivo».

«L'Nsa ha suddiviso i suoi partner, che l'aiutano a reperire informazioni, in tre gruppi diversi, in base al livello di fiducia. Gli Usa sono ovviamente nella prima categoria. La seconda è formata da Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. La terza è composta da Danimarca, Paesi Bassi, Francia, Germania, Spagna e Italia. In realtà c sarebbe anche un quarto livello. Ma di questo si conoscono solo alcuni Paesi, come Finlandia e Svezia». «La National Security Agency è diventata più potente con il passare degli anni. La guerra al terrore dell'Amministrazione Bush, proseguita da Obama, ha fatto il resto. Oggi l'Nsa è di gran lunga il più potente servizio di spionaggio al mondo».

«Ma lo sapete qual è la cosa più assurda? L'Nsa è il servizio segreto elettronico degli Stati Uniti d'America. Quindi, chiunque giungerebbe alla conclusione che i dati che raccoglie vengano consegnati alla Casa Bianca. Magari fosse così. Lo sapete a chi riferisce le informazioni il direttore Keith Alexander? oltre a Obama, ovviamente. Ebbene, Alexander partecipa alle riunione del Club Bilderberg. Dunque, entrano in possesso dei nostri segreti banchieri, finanzieri, amministratori delegati di multinazionali, generali». «Da quello che mi risulta, l'Italia è stato uno dei Paesi più solerti a fornire informazioni a Washington. Sto parlando di milioni e milioni di dati sensibili e di informazioni personali per ciascuno dei sessanta milioni di italiani. Prendete ad esempio il caso Calipari. Il vostro agente segreto è stato assassinato da una squadra americana d'élite anche grazie alle informazioni fornite dai vostri servizi segreti. Insomma, i vostri governi vi hanno venduto alla Casa Bianca, alle grandi banche, alle grandi società di Borsa, alle multinazionali».

popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=89262&typeb=0&Il-governo-italiano-ci-ha-venduto-al-Bi...
wheaton80
00sabato 26 ottobre 2013 01:12
Spiati 35 leader mondiali. Asse franco-tedesco contro Usa
Datagate, lo scandalo si allarga: i servizi segreti americani "sono fuori controllo". Torna l'incubo Echelon, timori di spionaggio industriale

BRUXELLES (WSI) - Almeno 35 leader mondiali spiati dalla Nsa americana, in una operazione di "ordinaria amministrazione": un'ulteriore clamorosa bordata agli Usa nell'affaire Datagate arriva in serata dal sito del Guardian, che pubblica un memo riservato parte dell'archivio di Edward Snowden. La nuova tegola piove poche ore dopo l'annunciato impegno di Barack Obama a sapere se si è andati davvero oltre. Se nell'attuare il programma di sorveglianza della più potente agenzia di intelligence americana - la Nsa - in alcuni casi si sia superato, e di molto, il limite e il buon senso.

Arrivando a spiare da una parte all'altra del mondo cellulari ed e-mail di capi di Stato e di governo alleati: da Angela Merkel a Dilma Roussef. La Casa Bianca non vuole commentare le accuse specifiche, come quelle mosse negli ultimi giorni da Parigi e Berlino. Ma l'irritazione del presidente americano per i nuovi clamorosi sviluppi dello scandalo del Datagate è in queste ore pari allo sdegno delle principali capitali europee. Il danno di immagine che l'America sta subendo, e tra i suoi stessi partner storici, è gravissimo. Ma quel che più preoccupa l'amministrazione Usa sono le conseguenze che potrebbe avere una crisi di fiducia nelle relazioni transatlantiche. Vedi la minaccia che arriva da Bruxelles di uno stop alle intese antiterrorismo e ai negoziati la zona di libero scambio Ue-Usa.

"E' nostro interesse mantenere con i nostri partner legami stretti sul fronte dell'economia e della sicurezza, i piu' stretti possibile", ha detto Jay Carney, portavoce del presidente. La Casa Bianca si sgola a rassicurare tutti che la situazione è sotto controllo, e che l'attività di intelligence svolta dagli Stati Uniti è per difendere l'America e gli alleati dal terrorismo. E non differisce poi tanto da quella portata avanti da qualunque altro Paese. E' quello che lo stesso Obama ha ribadito nelle ultime telefonate col presidente francese e la cancelliera tedesca. Ma diventa sempre piu' difficile per lui giustificare un'azione tanto invasiva degli 007 Usa. L'ultimo documento riservato pubblicato dal Guardian rivela che la Nsa ha "incoraggiato i funzionari di altre istituzioni, come la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato e il Pentagono, a condividere i numeri delle utenze telefoniche" da intercettare.

Nel documento, che risale all'ottobre del 2006, si nota che un funzionario "ha consegnato 200 numeri, tra i quali quelli di 35 leader mondiali" che sono stati "immediatamente acquisiti dalla Nsa" per iniziare il monitoraggio. Il memo, scrive il Guardian, "suggerisce che questo tipo di sorveglianza non sia isolato, perché è una routine per la Nsa monitorare i telefoni dei leader stranieri, tanto da chiedere l'assistenza di altri funzionari per farlo". Che la situazione sia in parte sfuggita di mano all'amministrazione Obama è ormai più di un sospetto, non solo in Europa ma anche a Washington. "I servizi segreti Usa sono fuori controllo", ha accusato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Ecco perchè il presidente Obama è più che mai intenzionato ad accelerare su quella riforma del sistema di intelligence annunciata già mesi fa, subito dopo le prime rivelazioni della 'talpa' Edward Snowden.

Anche perche' a nessuno bastano piu' le rassicurazioni generiche. Merkel e gli altri leader 'spiati' pretendono ora passi concreti da parte dell'amministrazione americana. "Il presidente comprende le preoccupazioni sollevate", e per questo, ha detto Carney, "ha avviato una revisione che è in corso". Lo scopo è quello di aggiustare il tiro, di rivedere a fondo i metodi di raccolta dei dati utilizzati dagli 007 e i meccanismi decisionali che innescano le attivita' di spionaggio. Con l'obiettivo di presentare un piano nei primi mesi del 2014. Ma sotto esame c'e' l'intera attuale struttura dei servizi Usa, disegnata nella legge del 2004 che - dopo le falle che portarono agli attentati dell' 11 settembre 2001 - ha istituito la Director National Intelligence (Dni). Intanto, all'inizio del prossimo anno ci sarà un azzeramento dei vertici della Nsa: lasceranno, prima del previsto, il generale Keith Alexander, da 8 anni a capo della potente agenzia, e il suo vice John Inglis. Forse un primo passo per voltare pagina.

Su iniziativa franco-tedesca "abbiamo preso una posizione forte, unitaria" sul datagate "per avere informazioni nelle prossime settimane" con "un chiarimento e una cooperazione con gli Usa", affinchè questi episodi non si ripetano. Lo ha detto il premier Enrico Letta spiegando che la posizione sarà "annessa alle conclusioni" del summit europeo che ha concluso in nottata i lavori e si aggiorna a domani. La posizione del vertice Ue sul datagate "è stata unitaria", ha ribadito Letta sottolineando che anche da parte del premier inglese David Cameron c'e' stato "un atteggiamento costruttivo e positivo" in risposta a chi gli chiedeva se c'erano stati disaccordi con Londra.

Torna in Europa l'incubo Echelon - Lo scandalo del Datagate riporta alla memoria in Europa lo spettro di Echelon, il programma segreto della National Security Agency ritenuto capace di setacciare comunicazioni in voce e digitali in tutto il mondo, al ritmo di 3 miliardi di contatti al giorno. Il sistema venne scoperto nel 1998, dopo una serie di articoli di stampa: il Parlamento europeo istituì nel 2000 una commissione d'inchiesta speciale, sull'onda delle furenti polemiche. Si ipotizzava infatti che Echelon, e dunque gli 007 Usa, potessero avere accesso addirittura alle carte segrete della Commissione Europea. Nello stesso periodo infatti, l'ex direttore della Cia James Woolsey rivelò che lo scopo principale di Echelon era quello di spiare l'Europa alla ricerca di prove di corruzione. La rete, secondo Woolsey, sarebbe servita soprattutto a raccogliere informazioni di tipo economico, tenendo sotto controllo le comunicazioni nei paesi alleati.

Secondo altre fonti, invece, la raccolta dati aveva un impatto diretto sui grandi appalti, in particolare nel settore dei trasporti aerei o nel mercato automobilistico, per favorire le compagnie americane. Il sistema, nato nel pieno della Guerra Fredda, e basato su sofisticate tecnologie d'analisi in grado di filtrare parole-chiave o nomi ritenuti sospetti, sarebbe articolato in grandi centri di ascolto, collocati anche in Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda - i partner degli Usa nel programma -, e per questo definito nel gergo dell'intelligence il sistema dei "5 occhi". La commissione d'inchiesta del Parlamento Ue, presieduta dal tedesco Gerhard Schmid, pubblicò le sue conclusioni nel luglio 2001. Accerto' che il sistema ''esiste'' e raccomandò alle imprese europee di proteggersi con sistemi di crittografia avanzati. ''Il sistema - disse il relatore - non e' destinato all' intercettazione delle comunicazioni militari, bensi' di quelle private ed economiche'. (ANSA-Rainews)

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