Unsolved History: JFK, beyond the magic bullet

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Federico Ferrero
00giovedì 22 novembre 2007 11:53
Vi consiglio vivamente di procurarvi e osservare attentamente la ricostruzione (non virtuale) fatta nel 2003 da Discovery Channel.

andrea.morse
00venerdì 23 novembre 2007 10:56
Purtroppo mi costringe a farle notare che la sua obiettività non è per nulla proverbiale.
Infatti, quando i cosiddetti complottisti parlano del proiettile CE399 come di una pallottola praticamente intatta, Lei si precipita a puntualizzare che quel proiettile è “fortemente” appiattito, sebbene per notare tale minima deformazione c’è bisogno di una particolare inquadratura della pallottola.
Adesso che un proiettile identico usato nella simulazione è palesemente deformato dall’impatto, Lei parla di minima deformazione. Mettendo a confronto le sue valutazioni sulle due pallottole, sembrerebbe quasi che sia più deformata la cosiddetta “pallottola magica”.
Ma il punto più meritevole e degno di nota, è il fatto che Lei non dica che CE399, secondo la tesi ufficiale, colpì e fratturò anche il polso di Connally. E come Lei ben sa, il radio è un osso molto più duro della seconda costola rotta. Nella simulazione che Lei pubblicizza con un certo entusiasmo ci si è dimenticati di quel “piccolo” particolare. Il polso di Connally, appunto.
In conclusione, abbiamo un proiettile che dopo un impatto più morbido, è palesemente più deformato di CE399. Insomma, un esperimento del tutto inutile.
Apprezzo il fatto che Lei, almeno in questo caso, si limiti a parlare di plausibilità. Col tempo si diventa tutti più saggi.

Federico Ferrero
00mercoledì 28 novembre 2007 09:41
Salve Giuseppe,
purtroppo lei si vuole lanciare in considerazioni che non tengono in considerazione la serietà del lavoro che consiglio (anche a lei) di osservare con attenzione. Se infatti avesse visto il documentario e soprattutto la ricostruzione si sarebbe accorto che la struttura del polso (carne e ossa) è stata eccome tenuta in considerazione nella ricostruzione di Discovery, ed è una sorta di "mattone" posto davanti alla sagoma che viene a sua volta trapassato dopo essere uscito dal torso del Governatore.

Questo, purtroppo, mi costringe a ritornarle il giudizio sull'obiettività, se non altro per il fatto che, da un ricercatore come lei è, mi aspetterei se non altro che prima di esprimere un giudizio su un lavoro lo si conoscesse. Oltretutto qui si parla di una ricostruzione non politica, ma scientifica come Discovery mi pare abbia dimostrato di aver fatto anche nell'altra puntata dedicata a Kennedy, in cui si mette insieme un collage di foto e filmati in Dealey Plaza.

Il documentario mostra, insomma, che quel proiettile poteva fare ciò che fece senza frammentarsi e rimanendo sostanzialmente integro. Il fatto che una pallottola sia più o meno appiattita mi auguro voglia concedermi che faccia parte di una normale casistica. Casistica legata fatto che le identiche condizioni del tragitto di un proiettile non si potranno mai ricreare con assoluta precisione: bisognerebbe per ciascun ferito studiare a fondo la massa di ogni singolo centimetro di corpo trapassato e ricreare l'identico passaggio (una costola più o meno scheggiata, o peggio trapassata, può da sola cambiare l'esito). Se però, nella sostanza, accade che la palla trapassa due "corpi" e un manufatto che riproduce un avambraccio mi pare sia obiettivo dire che il proiettile sparato dal sesto piano non fece alcunché di miracoloso.

La saluto
andrea.morse
00mercoledì 28 novembre 2007 17:11
Avevo letto il suo articolo senza poi fare molta attenzione al filmato, che in effetti simula anche il polso.
Resta comunque il fatto che quella pallottola è sensibilmente più deformata di CE399, e questo credo sia innegabile. E se prendessimo in considerazione il recente esperimento di Terni, vedremmo che il proiettile è vistosamente deformato dopo aver attraversato solo un morbido blocco di carne.
Ma le sue opinioni su questo argomento, mi conducono al seguente interrogativo:
se lei è così convinto del fatto che quelle pallottole potessero rimanere intatte dopo tutto quel macello, come può sostenere, in riferimento al colpo andato a vuoto, che quel proiettile fu scamiciato dall'impatto con un piccolo ramo periferico di una quercia?

Perchè Discovery Channel non effettua un esperimento mirato a dimostrare come un esile ramo di quercia possa svestire completamente uno di quei proiettili interamente corazzati?

Saluti
Giuseppe
Federico Ferrero
00mercoledì 28 novembre 2007 18:16
Mi fa piacere rispondere alla sua domanda.
Il motivo è semplice: un proiettile ad alta velocità ha tante più possibilità di frantumarsi quanto più è vicino il suo bersaglio.
Quanto più perde velocità tanto minore è questa possibilità. Chiaramente, poi, dipende se impatta contro un hard target o soft target.

Ecco perché quando furono sparati da distanza ravvicinata proiettili di Carcano attraverso polsi di cadaveri, nel tentativo di mostrare che una sola delle sette ferite di Kennedy e Connally avrebbe semidistrutto il proiettile, in verità si dimostrò ben altro: un conto è colpire un polso a venti centimetri di distanza, un altro è trapassarlo a settanta metri con la stessa palla già rallentata da altri ostacoli.

Nel caso di specie non saprei indicare la densità relativa del ramo in questione perché purtroppo non fu mai cercato. Tuttavia non sussistono dubbi sul fatto che un proiettile 6,5 sparato a 650 m/s dal Carcano che impatta a breve distanza contro un ramo possa danneggiarsi gravemente (per lo stesso motivo per il quale si danneggiarono quelli sparati attraverso i polsi dei cadaveri). Non sappiamo neppure se trapassò un ramo o lo toccò solo tangenzialmente, cosa che cambierebbe la situazione; non conosciamo la consistenza di quel ramo.
Il problema, piuttosto, è che non si sa più nulla di quello sparo: se impattò ancora l'asfalto frantumandosi (come credo) per cui è impossibile, se non in linea teorica, risalire al tragitto di quel primo sparo.

Ma, restando a ciò che ragionevolmente può essere capitato, se la domanda è: come mai il proiettile 399 causa sette ferite e rimane in buona parte integro e lo stesso colpo contro un ramo si può frammentare o danneggiare comunque in maniera molto più evidente esiste.
andrea.morse
00giovedì 29 novembre 2007 14:55
Sono contento che le faccia piacere rispondere alle mie domande, e lo sarei ancora di più se lo facesse davvero. Invece mi ha fornito una serie di dati che conoscevo già, inoltre assemblandoli in maniera alquanto discutibile.
Se è vero che sparare su un polso situato a pochi centimetri produce effetti diversi rispetto a distanze maggiori, le faccio notare che il ramo della quercia si trovava a diversi metri di distanza dal fucile, e che un ramo periferico, che flette anche con la più leggera brezza di vento, non potrebbe opporre la stessa dura resistenza di un polso.
O vuole affermare che i rami indicati in questa immagine ....



....rappresentano un “hard target” tale da sfasciare la corazza di un proiettile?
Signor Ferrero, il ramo non fu mai cercato perché nessuno aveva preso in considerazione la teoria successivamente “inventata” da Gerald Posner, e da lei sostenuta con tanta convinzione.
E se ammettessimo per assurdo che l’impatto con uno di quei rami fosse stato tanto devastante per la camiciatura del proiettile, come avrebbe potuto quest’ultimo conservare l’energia necessaria per arrivare fino a Tague e bucare il marciapiede li vicino?
Lei continua a fuggire dalle scomode implicazioni, e continua imperterrito a cercare di aggrapparsi a quell’esile filo rappresentato da una serie incredibile di coincidenze incredibili, adducendo la solita “non dimostrata impossibilità di un evento”, e spaziando con estrema agilità da un proiettile che rimane intatto dopo aver bucato una serie di assi di legno, a uno stesso proiettile che si sfascia completamente dopo la collisione con un insignificante ramoscello di quercia.
E proprio alla luce di quanto sopra, le rammento che la “limb collision” non è stata mai lontanamente dimostrata, così come non è stata mai dimostrata la possibilità che uno di quei proiettili possa essere scamiciato da uno di quei rami (mi riferisco come sempre a quelli periferici).
Termino ricordandole che, di fatto, nessun test condotto sulle pallottole, presumibilmente sparate da Oswald, ha mai prodotto un qualcosa di simile a CE399. E’ questo lo dimostra anche la foto comparativa del suo articolo.

Comunque la sua capacità di destreggiarsi con le remote possibilità, rappresenta un’arma contro la quale ammetto di essere impotente.

Saluti
Giuseppe




carmelo pugliatti
00giovedì 29 novembre 2007 18:57
Re:
andrea.morse, 29/11/2007 14.55:

Lei continua a fuggire dalle scomode implicazioni, e continua imperterrito a cercare di aggrapparsi a quell’esile filo rappresentato da una serie incredibile di coincidenze incredibili---
---Comunque la sua capacità di destreggiarsi con le remote possibilità, rappresenta un’arma contro la quale ammetto di essere impotente.


Noto e sottolineo che da una pretesa impossibilità oggettiva siamo arrivati ad un "Esile filo",e a "remote possibilità".







Federico Ferrero
00sabato 1 dicembre 2007 11:23
Salve Giuseppe,
mi dispiace ma devo contraddirla. Lei continua a usare argomentazioni "a effetto" come le assi di legno trapassate da una parte e il fuscello che disintegra il proiettile dall'altra, continuando a tenere in assoluto spregio le considerazioni balistiche da me riportate che mi sembrava fossero pacifiche. Per parlare semplice: conta anche la distanza del target, non solo la densità relativa. Ecco perché la pallottola corazzata si frantuma attraversando un polso a breve distanza e perfora assi di legno a maggior distanza. Se accetta questo (e mi pare l'avesse accettato, siccome non è che lo dica io ma è vero, è comprovato) non mi pare corretto che lei continui a usare a suo vantaggio l'esempio "a effetto" (che è tale solo su chi non conosce il funzionamento delle armi da fuoco, benché la gran maggioranza della gente sia in questa posizione).

Non c'è da "ammettere per assurdo" alcunché. Io posso solo supporre che quel proiettile, che fu sparato e di cui non abbiamo in mano effetti (a differenza degli altri due) abbia toccato (non so come) un ramo di quella quercia e che un suo frammento scamiciato sia finito sul marciapiede (graffiandolo, niente più) davanti a Tague. La camiciatura? Se ha attraversato il ramo, data la distanza ravvicinata dello stesso e l'alta velocità della palla in uscita può averla persa lì, anche solo in parte (magari quella apicale), per proseguire il cammino sull'asfalto davanti all'auto di Kennedy e, frantumandosi all'impatto, essersi diviso in schegge una delle quali finì da Tague.
Non capisco perché una scheggia del genere non potesse avere l'energia necessaria per arrivare da Tague.

Per essere più preciso questa è la vista che Oswald poteva avere al momento del primo sparo.




Anche qui non capisco come lei possa stabilire per certo che un ramo, seppur apicale, non possa aver deviato il corso di quel proiettile.

Saluti
andrea.morse
00sabato 1 dicembre 2007 15:24
Signor Ferrero, io non disprezzo le sue considerazioni balistiche, ma credo che la questione sia molto semplice.
Se quel proiettile si sfasciò impattando contro un ramo, evidentemente l'impatto deve essere stato molto violento. Per cui la pallottola non avrebbe potuto conservare abbastanza energia per percorrere altri 150 metri, e per di più bucare il marciapiede vicino a dove si trovava Tague.
Siccome lei di questo si rende perfettamente conto, adesso, per la prima volta, parla di "frammento scamiciato", ipotizzando una parziale frammentazione del proiettile con conseguente scamiciatura di un frammento, se ho ben capito.
Il problema è che un semplice frammento, conseguenza di un violento impatto, a maggior ragione non avrebbe potuto arrivare fino a Tague. Posso concepire che un proiettile di rimbalzo conservi una certa energia, ma che un frammento di quel proiettile possa continuare per altri 150 metri e fare un buco ...


... nel cemento, non lo ritengo possibile.
L'ipotesi che lei sostiene non è credibile, anche se certamente mi risponderà che non la si può escludere.
Quando poi "suppone" che quel proiettile sia stato sparato, e "non sa come" abbia toccato quel ramo, non mi fornisce elementi sufficientemente certi affinchè la sua ipotesi possa meritarsi una qualche considerazione.

Saluti
Giuseppe

Qual'è la più precisa visuale di Oswald? Non la vedo.
carmelo pugliatti
00domenica 2 dicembre 2007 01:01
andrea.morse, 01/12/2007 15.24:

non mi fornisce elementi sufficientemente certi affinchè la sua ipotesi possa meritarsi una qualche considerazione.



Beh certo,ambire alla sua "considerazione" è un traguardo ragguardevole. [SM=g27829]
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