«Se il governo va sotto al Senato, la maggioranza non c'è più»
Unione, Mastella minaccia l'appoggio esterno
Linea dura sull'Afghanistan e sul decreto liberalizzazioni: «Espropriate le mie competenze». La decisione a settembre
Clemente Mastella (Afp)
ROMA - «Se continua così, a settembre, alla festa dell'Udeur, decideremo di dare l'appoggio esterno». Clemente Mastella torna ad agitare lo spettro della rottura. Due i motivi che potrebbero spingere il leader dell'Udeur lontano dall'Unione: la linea portata avanti sull'Afghanistan e quelle che il ministro della Giustizia chiama le «invasioni di campo» nelle competenze del suo dicastero. Il Guardasigilli è seccato per gli effetti che potrebbe avere il decreto legge che tocca gli ordini professionali.
AFGHANISTAN - «Se avanza una linea di politica estera, che non è la nostra - spiega Mastella a proposito della missione a Kabul-, se avanzano invasioni di campo nel ministero che mi riguarda più direttamente, a settembre pensiamo di uscire e porremo la questione se uscire o meno dalla maggioranza e dare l'appoggio esterno». In vista del voto sul rifinanziamento della missione, Mastella conferma la sua irritazione per i dissensi che si registrano nell'Unione: «Se il governo va sotto al Senato, a nostro giudizio la maggioranza non c’è più».
PROFESSIONI - Quanto al decreto sulle professioni Mastella spiega che l'Udeur ha dato il suo apporto a questo provvedimento:
«Però non vorrei - ha aggiunto - che ci fosse un atteggiamento di questo genere: le cose che vanno bene sono merito di alcuni ministri; poi invece ci sono quelli che devono fronteggiare la recrudescenza della vertenza con gli ordini professionali e quant'altro. Gli ordini sono una specificità del ministro guardasigilli e rimangono tali fino a quando io sto al governo. Non ci possono essere continue espropriazioni di titolarità che mi toccano una volta con un ministro, un'altra volta con un altro ministro. Un conto è toccare economicamente le professioni, un altro conto è annunciare in maniera non sobria che si sovvertono le linee sugli ordini e sulle professioni che sono di mia competenza. Se altri la pensano diversamente, si accomodino, possono prendere il mio posto».
03 luglio 2006