per gentile concessione dell'autrice
dalle mani scaturisce terra e terra
la frenesia del mordere parole primitive
i gesti rozzi per arrivare alla ragione
come dallo scavo degli occhi
di avi esplosi nelle viscere dell’acqua
neve nell’inverno, girasoli estivi
dentro gli aghi bruniti degli abeti
tra le ciglia di papaveri risorti
io non ci sarò
creatura dissolvente e senza peso
aggrovigliata al confine delle sillabe
obsoleto occhio che trascura Dio
e Dio trascura, margine del tempo
nutro in seno la fine della carne
l’ipotetico saldarsi dello spirito
al taglio di petali e radici
dentro la frana immobile
delle galassie, imbizzarrita
dallo stormo delle stelle fisse
la mia sconfitta di cellula terrestre
non lascerà segno
Margherita Gadenz