3. IL PERICOLO DEL "FALSO VUOTO"
Torniamo ora al nostro Universo da prodursi in laboratorio. Poiché la meccanica quantistica afferma che anche le cose più strane possono sempre realizzarsi, non è da escludere che all'interno dell'Universo in cui viviamo, non possano comparire dal nulla, e subito dopo svanire nel nulla, corpuscoli, fiotti di energia, canalicoli, protuberanze e altri strani elementi, senza lasciare il tempo per la loro rilevazione. La scomparsa delle entità che compaiono all'improvviso dal nulla è indispensabile per garantire il rispetto di un'altra legge fondamentale della fisica che si chiama “conservazione della massa-energia”: materia ed energia non possono essere create dal nulla o sparire nel nulla, tutt’al più possono trasformarsi l’una nell’altra.
Alcune di queste strane entità tuttavia dopo essere comparse potrebbero anche perdurare anziché svanire immediatamente nel nulla, se fosse disponibile l'energia sufficiente per farle sopravvivere. E allora non è nemmeno da escludere che l'oggetto comparso dal nulla non possa avere delle caratteristiche particolari adatte per diventare un nuovo Universo. Ma quali sarebbero queste caratteristiche?
Ebbene, quello che abbiamo esposto è proprio il contenuto di una recente teoria che prevede la nascita di nuovi Universi all'interno di quelli già esistenti. Secondo questa teoria, per la verità molto originale, condizioni di temperatura estreme come quelle che potrebbero realizzarsi in prossimità dei buchi neri, renderebbero lo spazio instabile e quindi produttore di "bolle". Queste bolle, o escrescenze, si separerebbero successivamente dall'Universo nel quale si sono formate per dar vita ad entità indipendenti. Anche il nostro Universo, produttore instancabile di Universi figli, sarebbe a sua volta figlio di un “Universo madre”.
Le bolle di cui si parla non sarebbero altro che grumi di energia ultraconcentrata in condizioni di estrema instabilità. E come una bolla potrebbe comparire spontaneamente nel nostro Universo in una zona a condizioni energetiche straordinarie, così non è da escludere che l'uomo, avendo a disposizione la tecnologia adeguata, non possa creare egli stesso queste condizioni, al fine di concentrare energia in uno spazio estremamente ridotto.
L'idea che un Universo potrebbe anche venire creato in laboratorio venne, per la prima volta, al fisico americano Alan Guth, l'ideatore della teoria detta dell'Universo inflazionario, cioè di quella teoria che prevede una forte espansione dell'Universo subito dopo essere emerso dal nulla sotto forma di particella quantistica. Lo scienziato faceva osservare che la creazione di un Universo dal nulla non doveva essere necessariamente legata al passato perché una tale condizione si sarebbe potuta verificare in ogni momento.
Guth si convinse di ciò facendo il seguente ragionamento: poiché il vuoto in assoluto non esiste, in quanto piccole quantità di energia possono sempre fluttuare qua e là in ogni luogo e in ogni tempo, anziché parlare di vuoto in assoluto sarebbe più corretto parlare di zone a contenuto energetico più o meno basso. Naturalmente – egli faceva notare – più è basso il contenuto energetico di una determinata zona, più quella zona è stabile. Le zone a contenuto energetico più basso vengono dette di "vero vuoto", mentre quelle a contenuto energetico più alto vengono dette di "falso vuoto".
Ora, poiché il nostro Universo appare molto stabile, esso dovrebbe trovarsi in una situazione di vero vuoto quindi a basso contenuto energetico. Non si può escludere, tuttavia, che possa esistere (o magari possa formarsi casualmente), all'interno del nostro Universo, una zona a contenuto energetico ancora più basso. In tal caso il nostro Universo si verrebbe a trovare in una situazione non di vero, ma di falso vuoto. E stare in una posizione del genere non è per nulla piacevole e rassicurante perché essa rappresenta una condizione di grande instabilità e si correrebbe continuamente il rischio di finire nella zona a più basso contenuto energetico. Basterebbe infatti che la barriera energetica che separa le due situazioni di vero e di falso vuoto venisse perforata anche in un punto molto limitato, per esempio da parte di una minuscola particella, perché si generasse la catastrofe: il vero vuoto invaderebbe allora, in un attimo, la zona di falso vuoto inglobando e sistemando ogni cosa su regioni a contenuto energetico più basso.
In realtà, abbiamo la prova che il vuoto in cui viviamo presenta un contenuto energetico effettivamente molto basso e quindi se esistesse una zona a contenuto energetico ancor più basso questa sarebbe molto difficile da raggiungere, perché risulterebbe separata dall’altra da una barriera energetica molto elevata. I raggi cosmici, ad esempio, che sono costituiti di particelle altamente energetiche non sarebbero in grado di perforare questa eventuale barriera che divide i due tipi di vuoto, altrimenti l'avrebbero già fatto. Se però i futuri acceleratori riuscissero a produrre particelle ad energia superiore a quella dei raggi cosmici, potrebbe anche succedere l'irreparabile.