Un saluto a tutti!

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@Jekyll@
00venerdì 13 luglio 2012 17:36
Holux, amici Aspiranti e Vassalli!
Passo per un breve saluto...purtroppo la mia vita reale sta assumendo dei ritmi sempre più vorticosi che non mi consentono di visitare il Regno quanto vorrei!
A mia parziale giustificazione per la lunga assenza vi posso dire che, lavoro a parte, nella mia vita, sono entrati la bellezza di quattro nipoti nell'arco di un mese: due gemelli (Isabella ed Edoardo) e due magnifiche bambine (Lucrezia e Beatrice) che, insieme a Virginia, mi hanno reso "penta-zio"!
Inoltre, ho trascorso molto tempo con il mio Reparto di Protezione Civile in Emilia per l'emergenza legata al terremoto che l'ha recentemente devastata.
A tal proposito, vorrei condividere con voi alcune riflessioni, fatte a mente un po' più fredda, dato il mio ultimo rientro da Mirandola il 7 di questo mese:

Un giorno la Terra decise di darsi una piccola scrollatina di spalle, giusto un po’, tanto per togliersi un po’ di polvere...ma la terra è grande e noi siamo tanto piccoli, così, per una semplice scrollatina, una piccola città dell’Emilia, piena di storia e monumenti, è rimasta distrutta, ferita.
Ma quando la nostra terra decide di farci vedere quanto è grande, succede sempre un miracolo stupefacente...noi che siamo tanto piccoli scopriamo di avere un cuore grande, quasi quanto lei e per mesi tante donne e tanti uomini lasciano, divisi in contingenti, le loro vite, i loro cari, i loro lavori, la loro comoda casa, piena di tante cose scontate, per andare a curare quelle ferite...sono solo sette giorni, ma sembrano molti di più. I Contingenti sono sempre tanti, ma ciascuno è unico: e per chi ha fatto parte di uno di essi, il proprio sarà il migliore.
Eravamo poco più di trenta a Mirandola per oltre trecento persone, un bel rapporto, non c’è che dire, tanto lavoro da fare, sotto un sole cocente, ma tutto è stato fatto al meglio delle nostre possibilità. Siamo arrivati al Campo da diverse regioni di Italia, molti di noi non si erano mai nemmeno visti prima, ciascuno con la proprie esperienze, le proprie caratteristiche e capacità, ma dopo la divisione dei compiti del primo giorno ci si è conosciuti e ci si è rimboccati le maniche...ed un altro miracolo è avvenuto. Non so perchè, forse sarà per la mancanza di spazi e la inevitabile necessità di condividere la propria intimità sotto una tenda tra tante persone che non si conoscono, sarà perchè il terremoto è, come la morte nel monologo di Totò, una livella tanto per i terremotati che hanno perso tutto o quasi sia quanto per i Volontari che hanno lasciato tutto, per almeno sette giorni, e che con uno zaino pesante in spalla sono arrivati tra le macerie e le tende. Forse perchè, una volta lì, quando guardi negli occhi chi ha perso la propria casa, ti rendi conto che tu sei stato solo più fortunato e che per un semplice capriccio del destino non è toccato a te vivere in un posto in cui le case vengono giù come castelli di carte; forse perchè quando arrivi tra le tende ti puoi trovare a fare anche i lavori più semplici, indipendentemente da chi sei a casa tua, e ti tocca fare la guardia di notte in carraia accanto ad una persona alla quale non sai nemmeno che cosa dire, perchè non la conosci o semplicemente perchè, dopo una giornata di lavoro sulle spalle, sei solo troppo stanco: eppure si arriva sempre in fondo, insieme, nonostante tutto.
Al Campo non è sempre tutto bello, ci sono anche liti e malcontenti: dopotutto sei lì, buttato nel nulla, e c’è una persona, che tutti chiamano Capo Campo, che ti dice quello che devi fare e, se non sei d’accordo, se ne può parlare, ma alla fine lo devi fare perchè il Responsabile è lui, perchè lui decide e può chiederti quel sacrificio in più da fare anche quando pensi di non averne più per nessuno, terremotato o meno...e invece...scopri che hai ancora da dare tanto, che la branda può aspettare e che vicino a te c’è un’altra persona che porta una divisa arancione come la tua, magari con un accento diverso del tuo, ma con un cuore ugualmente grande, che ti tende una mano, ti aiuta, ti sorregge, ti incoraggia e, perchè no, divide con te il nuovo compito o semplicemente ascolta il tuo sfogo perchè, in fondo, non è giusto che il Capo Campo abbia scelto proprio te. Ma così, solidali gli uni con gli altri, si va avanti, si arriva a sera, si vede il sole tramontare sulle tende celesti della Protezione Civile e poi sorgere ancora per scandire l’inizio di un’altra giornata di lavoro...in gruppo, come sempre.
E, giorno dopo giorno, il miracolo del Contingente si compie definitivamente: scopri che sta nascendo un’amicizia, un’amicizia vera con tutti quelli che sono lì con te, con i quali stai, in soli sette giorni, condividendo tante emozioni e sensazioni, quali non hai mai vissuto con quelle persone che nella tua vita normale chiami amici e con i quali, magari, in fondo, hai diviso un happy hour e qualche week end. Ed ogni volto, ogni voce diventa una piccola parte di te, che ricorderai per sempre, che porterai nel cuore e che spererai di rivedere presto. E quando torni a casa, il fuoco del Contingente è ancora lì, dentro di te, che arde come non mai: con un sorriso scopri che il tuo accento si è modificato un po’ e tenta di somigliare a quello degli amici che hai appena salutato, che ti sono rimasti alcuni modi di dire che hai ascoltato mentre eri nel Campo...in pochi giorni tutto, poi, tornerà come prima, ma tu no...sarai sempre membro del tuo Contingente, tutte le volte che vedrai o pronuncerai il numero del tuo Contingente un angolino della tua mente si illuminerà e i ricordi rimarranno vividi e colorati, ti torneranno alla mente i volti ed i nomi, le espressioni di coloro che hai conosciuto nel Campo, ti sembrerà di essere appena tornato da laggiù e capirai che il terremoto è una tragedia, certo, ma ha tirato fuori il meglio di te, di ciascun membro del Contingente e sai...tutti quelli che sono stati nel Contingente sanno che, se ci sarà nuovamente bisogno, si tornerà sotto le tende azzurre, nel Campo, in un nuovo Contingente, pronti a dare tutti se stessi...ancora una volta.

Scusate, ma avevo proprio bisogno di condividere con qualcuno...ogni volta, quando torno, tutti si preoccupano di sapere se sono stato o meno pagato e se sì quanto...ma la parola Volontariato è davvero così sconosciuta tra la gente?
Spero che, come a L'Aquila, anche a Mirandola le cose possano far sì che si possa tornare il prima possibile ad avere almeno una parvenza di "vita normale"!

Spero davvero di riuscire ad organizzare la mia vita al meglio per poter tornare nel Regno con l'assiduità di prima...anche perché ,altrimenti, Otrebmu potrebbe pretendere la mia testa visto che da mesi gli dovrei consegnare un racconto...

Un abbraccio a tutti voi, fratelli e sorelle!

Holux!

Jekyll, Cavaliere del Nord, Vassallo del Sommo Blue Dragon
Otrebmu Ittoram
00sabato 14 luglio 2012 02:09

Fate un bel volontariato, e si anche il marito di mia sorella (lei fa parte della croce rossa) non capisce il concetto di volontario [SM=x92706]

Vai tranquillo io devo ancora finire dei disegni per il Vassallo perfetto, e con solo a disposizione sabato e domenica non ci riuscirò [SM=x92707]
poi starò fermo che non potrò muovermi per 10-15 giorni [SM=x92712]
quindi dovrei arrivare a fine luglio per ricominciare a disegnare e non so quando ci metterò [SM=x92713]

Quindi hai tempo...

(dice Otrebmu mentre nasconde la spada per le decapitazioni che stava affilando [SM=x92702] )
Vinyadan
00sabato 14 luglio 2012 13:08
Otrebmu, l'uomo con la spada Vorpal [SM=x92710]

Comunque, volevo fare i complimenti a tutti voi che state partecipando a rimettere in sesto le cose in Emilia. Io purtroppo non posso fare nulla di persona - pur essendo uno scout, devo scendere a patti col fatto di abitare ormai all'estero.
Anche un mio caro amico di nome Marco era a Mirandola in quella settimana e anche lui ha condiviso sensazioni simili alle tue.
Gli scout hanno un modo di dire: dare un calcio all'impossibile. Credo sia quello che state facendo.

Un abbraccio e holux!
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