Un museo di scultura tra i Sassi

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vanni-merlin
00venerdì 19 gennaio 2007 09:05
Un museo di scultura tra i Sassi



LEA MATTARELLA

MATERA
Si chiama Musma, acronimo di Museo della Scultura contemporanea di Matera, ed è completamente dedicato alle arti plastiche. Non è soltanto uno spazio di grande fascino con delle ma è anche una storia da raccontare. Perché tutto ciò che si trova negli ambienti di questo palazzo secentesco e nei suggestivi ipogei scavati nella pietra, è stato donato da artisti e collezionisti alla città. Qui ogni anno si organizzano mostre di scultura e chiunque vi sia passato, ha pensato che fosse giusto destinare qualche opera a un luogo, scavato tra i Sassi, che sembra nato per ospitare le arti plastiche. Ciò che viene regalato è affidato a Giuseppe Appella, curatore del museo e delle esposizioni che da vent'anni animano le estati materane, e all'entusiasmo del Circolo La Scaletta e della Fondazione Zétema, infaticabili organizzatori.

Per esempio, un gallerista come Fabio Sargentini ha scelto Matera come dimora di alcune dolenti sculture di Leoncillo: la sala che le ospita è tra le più suggestive del Museo con il suo racconto di una materia che sembra soffrire e rinascere dal dolore, di una vitalità drammatica ma incontenibile. Anche alcuni critici e storici dell'arte si sono fidati dell'avventura materana. E così Vittorio Rubiu ha lasciato qui alcuni esplosivi Mastroianni, insieme a una piccola terracotta in cui Giacomo Manzù ha sintetizzato un Cardinale seduto, soltanto attraverso la linea dell' bito. E Luigi Lambertini ha regalato alcune piccole gemme: un marmo di Consagra, una ceramica di Sebastian Matta che rivisita surrealisticamente la classicità, oppure due tondi in argento di Arnaldo Pomodoro. Ci sono tutti gli artisti che hanno dedicato la loro vita alla scultura, intesa in un senso tradizionale come confronto, se non a volte addirittura lotta, con la materia. Non mancano i maestri già storicizzati ma c'è anche una buona presenza figure più giovani. Tra i primi, ecco una Donna accovacciata di Emilio Greco costruita attraverso la linea curva. Poi c'è la potenza espressiva delle figure di Antonietta Raphael e quella sintetica di Alberto Viani. La luce la incarna Medardo Rosso, il simbolismo Adolfo Wildt e Duilo Cambellotti, la poesia di una scultura che sembra musica si deve a Fausto Melotti. La grande opera astratta di Carlo Lorenzetti, ha un aspetto arcaico, antico e primordiale tra queste mura. Mentre quelle di Roberto Almagno e Ernesto Porcari colpiscono per la loro leggerezza. Di grande intensità è la sala dedicata a Giacinto Cerone con le sue ceramiche pulsanti. E in un itinerario di grotte e pietre, ti trovi davanti due bambini di gesso con un elmetto colorato. Sono l'interpretazione di Adamo ed Eva del giovane torinese Saverio Todaro.


MUSMA
MATERA, PALAZZO POMARICI
INFO SUL SITO WWW.ZETEMA.ORG




da: www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/arte/grubrica.asp?ID_blog=62&ID_articolo=365&ID_sezione=119&sezione=Segn...

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