Un capolavoro di tecnologia.

La scheda tecnica. Alta 7 metri e larga 4, contiene 22 connessioni elettriche e 14 chilometri di cavi

Un capolavoro di tecnologia.

È il frutto della più grande missione internazionale di sempre

La sonda Cassini è la sonda interplanetaria più grande che sia stata mai lanciata dalla NASA. Alta quasi sette metri e larga quattro, essa contiene 1630 circuiti, 22 000 connessioni elettriche e 14 chilometri di cavi. La Cassini ha un compito molto difficile: nel giugno del 2004 la sonda ha raggiunto Saturno, il secondo pianeta più grande del sistema solare, e ha iniziato a compiere lo studio più completo mai eseguito su un qualsiasi sistema planetario. Battezzata in onore dell'astronomo ligure Gian Domenico Cassini, che nel XVII secolo scoprì quattro dei satelliti di Saturno, la sonda è stata lanciata da un potente razzo Titan 4.
Cassini ha poi eseguito due incontri ravvicinati con Venere e uno con la Terra, allo scopo di guadagnare la velocità necessaria a raggiungere Saturno. Lungo il suo cammino ha incontrato il gigante del sistema solare, Giove.
Per adesso, la sonda funziona in modo perfetto.
«Ci aspettavamo che a questo punto si sarebbe ormai presentato qualche problema, ma per ora non è accaduto» dice Dennis Matson, responsabile scientifico del progetto.
Cassini è ben equipaggiata per l'esplorazione, avendo a bordo ben 12 strumenti scientifici, fra cui un sistema in grado di riprendere immagini nel visibile, nell'ultravioletto e nel vicino infrarosso.
In orbita attorno a Saturno, Cassini sta analizzando i gas nell'atmosfera del pianeta e osservando i suoi forti venti, che possono raggiungere una velocità di oltre 1600 chilometri all'ora all'equatore. La sonda studierà anche la struttura interna e la magnetosfera del pianeta, ma presterà particolare attenzione agli anelli di Saturno, disegnandone mappe e misurando le dimensioni e la composizione chimica delle loro particelle. Alcuni astronomi ritengono che gli anelli di Saturno possano essere i resti di un satellite distrutto, e le osservazioni di Cassini potrebbero aiutare a determinare se questa teoria e corretta.
Dopo i primi quattro mesi in orbita, Cassini libererà un modulo destinato a esplorare il satellite più grande di Saturno, Titano, l'unico corpo minore del sistema solare che abbia un'atmosfera apprezzabile.
Questo veicolo, del peso di 350 chilogrammi e battezzato in onore di Christiaan Huygens, l'astronomo olandese del XVII secolo che scoprì Titano, è stato costruito dall'Agenzia spaziale europea. (Cassini è la più grande missione spaziale internazionale mai lanciata, in cui oltre la metà dei 230 scienziati coinvolti sono europei.)
Il modulo Huygens entrerà nell'atmosfera di Titano a una velocità di 22.000 chilometri orari, per poi aprire due paracadute allo scopo di rallentare la discesa. I sei strumenti a bordo misureranno la velocità dei venti, la temperatura e la distribuzione dei vari gas. Si ritiene che l'atmosfera di Titano contenga complesse molecole organiche, anche se il satellite e probabilmente troppo freddo per ospitare forme di vita.
«E' possibile che su Titano ci siano condizioni correlabili alla biochimica della Terra primordiale» dice Matson. Huygens deteminerà anche la natura della superficie di Titano; alcuni scienziati ritengono infatti che il satellite possa essere ricoperto da vasti laghi di etano liquido.
Se il modulo sopravvivrà all'atterraggio, potrà trasmettere informazioni a Cassini per circa trenta minuti.
Una volta che Huygens avrà completato la missione, Cassini continuerà a studiare Saturno e i suoi satelliti fino al 2008. Il modulo orbitale compirà decine di incontri ravvicinati con Titano e con parecchi degli altri 17 satelliti conosciuti. Se Cassini sarà ancora operativa nel 2008, allora la missione potrebbe venire estesa per includere una pericolosa osservazione ravvicinata degli anelli di Saturno.

Si pensa che sopravviverà o no?