Ultime Notizie di Cronaca

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Marok » Marok » PGR » PGR
CorContritumQuasiCinis
00giovedì 7 maggio 2009 21:45
Cala la dominante spenta ...

CorContritumQuasiCinis, 07/05/2009 21.43:




... come panno grezzo che tradizione comanda.

Giorni che non servono parole ...

(...)
(...)

Uno dei dischi più Belli e Amari che GiorgioGianniGiovanni (PGR) MI abbiano potuto regalare.
Amaro fiele, altro che dolcezza.
Dolcezza un par di palle.

Dei detrattori che dire?
Magari sono proprio quelli che, come cimici modernizzate, infestano "nello shabbat della contemplazione e la Santa domenica nostra di Resurrezione" le montagne, a rompere coglioni et similia.
In paramenti rigorosamente high tech, of course.

Si fottessero.

Basta così, niente d'aggiungere per il momento.
Pungono gli occhi per lucida purezza: Annare', aggiungi tu; condividendomi.

Salut.

Shana Tova, miei cari.
Shana Tova
cinq mille
septcents
soixante-neuf.

Tutto qui.



IoAnnarella
00venerdì 8 maggio 2009 14:55
Condividendo teco
[POSTQUOTE][QUOTE:93693839=CorContritumQuasiCinis, 07/05/2009 21.45]

[/QUOTE][/POSTQUOTE]

The Winter of our discontent
monologo di Gloucester - Riccardo III

Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose
sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
Ora le nostre fonti sono cinte di ghirlande di vittoria,le nostre armi malconcie appese come trofei,le nostre aspre sortite mutati in lieti incontri, le nostre marce tremende in misure deliziose di danza.
La guerra dal volto grifagno ha spianato la fronte corrugata, e ora,invece di montare destrieri corazzati per atterrire le anime di nemici impauriti, saltella agilmente nella camera di una signora al suono seducente di un liuto.
Ma io che non fui fatto per tali svaghi, né fatto per corteggiare uno specchio amoroso; io che sono di stampo rozzo e manco della maestà d'amore con la quale pavoneggiarmi davanti a una frivola ninfa ancheggiante ,io sono privo di ogni bella proporzione, frodato nei lineamenti dalla natura ingannatrice, deforme, incompiuto, spedito prima del tempo in questo mondo che respira, finito a metà, e questa così storpia e brutta che i cani mi abbaiano quando zoppicco accanto a loro, ebbene io, in questo fiacco e flautato tempo di pace, non ho altro piacere con cui passare il tempo se non quello di spiare la mia ombra nel sole e commentare la mia deformità.
Perciò non potendo fare l'amante per occupare questi giorni belli ed eloquenti, sono deciso a dimostrarmi una canaglia e a odiare gli oziosi piaceri dei nostri tempi.
Ho teso trappole, ho scritto prologhi infidi con profezie da ubriachi, libelli e sogni per spingere mio fratello Clarence e il re a
odiarsi l'uno contro l'altro mortalmente; e se re Edoardo è giusto e onesto quanto io sono astuto, falso e traditore, oggi Clarence dovrebbe essere imprigionato grazie a una profezia che dice che un certo "G." sarà l'assassino degli eredi di Edoardo.
Tuffatevi pensieri intorno alla mia anima, ecco Clarence.

CorContritumQuasiCinis
00venerdì 8 maggio 2009 15:43
Re: Condividendo teco
IoAnnarella, 08/05/2009 14.55:



The Winter of our discontent
monologo di Gloucester - Riccardo III

Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose
sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
Ora le nostre fonti sono cinte di ghirlande di vittoria,le nostre armi malconcie appese come trofei,le nostre aspre sortite mutati in lieti incontri, le nostre marce tremende in misure deliziose di danza.
La guerra dal volto grifagno ha spianato la fronte corrugata, e ora,invece di montare destrieri corazzati per atterrire le anime di nemici impauriti, saltella agilmente nella camera di una signora al suono seducente di un liuto.
Ma io che non fui fatto per tali svaghi, né fatto per corteggiare uno specchio amoroso; io che sono di stampo rozzo e manco della maestà d'amore con la quale pavoneggiarmi davanti a una frivola ninfa ancheggiante ,io sono privo di ogni bella proporzione, frodato nei lineamenti dalla natura ingannatrice, deforme, incompiuto, spedito prima del tempo in questo mondo che respira, finito a metà, e questa così storpia e brutta che i cani mi abbaiano quando zoppicco accanto a loro, ebbene io, in questo fiacco e flautato tempo di pace, non ho altro piacere con cui passare il tempo se non quello di spiare la mia ombra nel sole e commentare la mia deformità.
Perciò non potendo fare l'amante per occupare questi giorni belli ed eloquenti, sono deciso a dimostrarmi una canaglia e a odiare gli oziosi piaceri dei nostri tempi.
Ho teso trappole, ho scritto prologhi infidi con profezie da ubriachi, libelli e sogni per spingere mio fratello Clarence e il re a
odiarsi l'uno contro l'altro mortalmente; e se re Edoardo è giusto e onesto quanto io sono astuto, falso e traditore, oggi Clarence dovrebbe essere imprigionato grazie a una profezia che dice che un certo "G." sarà l'assassino degli eredi di Edoardo.
Tuffatevi pensieri intorno alla mia anima, ecco Clarence.




Beh, il tuo acume non l'ho mai messo in dubbio.
Perché lo so.
E perché ne sono consapevole.
E perché mi sbaglio sempre nel confondermi.

Cronaca del 2009 è, come dire, un sentore pungente ai neuroni per lucida analisi.
Punge il cervello per 'sì lucida analisi.
Non lo vede chi non lo vuole vedere.
Non lo sente chi non lo vuole sentire.
Mia misera opinione (ci casco sempre nel verminaio delle opinioni).
E come lui, anche io noto una qualcerta difficoltà nel procedere ...

Mi autocensuro. Come spesso e sovente.


Indifferenti al mistero che ci nutre e ci avvolge
schiavi delle voglie sensibili e patetici
immersi in mesti tormenti
tra prevenzioni e aggiornamenti fecondi d’aborto

e democratiche soluzioni eutanasiche

noto una qualcerta difficoltà
difficoltà nel procedere

l’inverno del nostro scontento
non vede non sente dimentica presto
aspettiamo giorni di sole calendari di primule e viole
viene bufera balorda primavera

ciò che ci pare profondo è increspatura
certifichiamo radice una fluorescenza in superficie

noto una qualcerta difficoltà difficoltà nel procedere

la luce della ragione illumina le tenebre
sono pur sempre tenebre
pur sempre tenebre

difficoltà difficoltà, difficoltà nel procedere
shanà tovà

5769




Terribile e amara.
Manca solo la spugna imbevuta d'aceto e un lancinante grido.
Un Eli, Eli, lama sabactani che rinsavisca quest'epoca di merda in cui beatamente sguazziamo, certificando radice misere fluorescenze in superfice.

ARITUTTOQUI.(?)
IoAnnarella
00venerdì 8 maggio 2009 15:52
Re: Re: Condividendo teco
[POSTQUOTE][QUOTE:93712278=CorContritumQuasiCinis, 08/05/2009 15.43]

Terribile e amara.
Manca solo la spugna imbevuta d'aceto e un lancinante grido.
Un [C]Eli, Eli, lama sabactani[/C] che rinsavisca quest'epoca di merda in cui beatamente sguazziamo, certificando radice misere fluorescenze in superfice.

ARITUTTOQUI.(?)[/QUOTE][/POSTQUOTE]

Io ho visto la neve che imbianca le cime, il bosco spoglio che luccica di brine, un suolo d’oro di bronzo, di piombo ingioiellato rosso e pervinca e certifico increspature superficiali radici profondissime.

Non tutto ciò che puzza è merda. D'altra parte c'è merda che non fa odore.

CorContritumQuasiCinis
00venerdì 8 maggio 2009 16:09
Quindi, secondo te, la luce della ragione illumina la merda. Ma è pur sempre merda. Pur sempre merda.

Flashback: mio nonno, da piccolo, mi portava nella stalla dei vitelli a respirare merda vaccina. Diceva(no) facesse bene per i problemi bronchiali.
[SM=g27829]
mant(r)a
00venerdì 8 maggio 2009 16:28
anche voi due state leggendo Il Maestro e Margherita?
[SM=g27825] [SM=g27829] [SM=g27827]
IoAnnarella
00venerdì 8 maggio 2009 16:28
Re: Re: Condividendo teco
[POSTQUOTE][QUOTE:93712278=CorContritumQuasiCinis, 08/05/2009 15.43]

[C]Indifferenti al mistero che ci nutre e ci avvolge
schiavi delle voglie sensibili e patetici
immersi in mesti tormenti
tra prevenzioni e aggiornamenti fecondi d’aborto

e democratiche soluzioni eutanasiche

noto una qualcerta difficoltà
difficoltà nel procedere

l’inverno del nostro scontento
non vede non sente dimentica presto
aspettiamo giorni di sole calendari di primule e viole
viene bufera balorda primavera

ciò che ci pare profondo è increspatura
certifichiamo radice una fluorescenza in superficie

noto una qualcerta difficoltà difficoltà nel procedere

la luce della ragione illumina le tenebre
sono pur sempre tenebre
pur sempre tenebre

difficoltà difficoltà, difficoltà nel procedere
shanà tovà

5769

[/QUOTE][/POSTQUOTE]

Comunque a me Cronaca del 2009 piace molto.
Non è un testo reazionario, come potrebbe sembrare da versi come "tra prevenzioni e aggiornamenti fecondi d’aborto e democratiche soluzioni eutanasiche".
Al contrario, la trovo lucida e dirompente. E contromano. Andare contromano è cosa no buona. Perciò a me piace.
"L'inverno del nostro scontento non vede non sente dimentica presto" mi martella nella testa. Fa leva su certi miei pensieri antichi in continua evoluzione. Così come "la luce della ragione illumina le tenebre che sono pur sempre tenebre".
IoAnnarella
00venerdì 8 maggio 2009 16:31
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:93713948=mant(r)a, 08/05/2009 16.28]anche voi due state leggendo Il Maestro e Margherita?
[SM=g27825] [SM=g27829] [SM=g27827] [/QUOTE][/POSTQUOTE]


Che buffo! Mio fratello e mia sorella pochi giorni fa si sono indignati quando, dopo aver fatto una citazione da Il maestro e Margherita, si sono accorti che io, non cogliendola, dimostravo di non averlo letto.
E' uno dei pochissimi libri che ho abbandonato dopo le prime pagine (l'altro è arciplago Gulag). Ho promesso solennemente che lo avrei letto.
IoAnnarella
00venerdì 8 maggio 2009 16:33
PS
Contromano è diverso da controcorrente. Contromano è suicida, controcorrente è adrenalinico.
CorContritumQuasiCinis
00venerdì 8 maggio 2009 16:41
Se va a finire che il maestro si tromba Margherita magari lo leggo a "zumpa fìalice", come si dice dalle mie parti: a salta felce...

Trombano, Mantra?

[SM=g27830]

[SM=g27814]
[SM=g27815]
mant(r)a
00venerdì 8 maggio 2009 18:05
bèh sì, trombavano, ma poi...
quando l'ho finito te lo dico.
)mozzill'o re(
00venerdì 15 maggio 2009 16:05
purtroppo mi tocca essere banale, ma dove minchia (cerco con poco successo di mimetizzarmi nella stupenda pagina) lo scrivevo sennò?

stu-pendi !!!
un mix di fottuta intelligenza, sagace delirio, scaltra retorica, fini riflessioni, turpe eloquio, corale dualità, ma che cazzo minchia dico?

mi mando a farmi fottere da solo.
dolcezza? un par di palle.


Tornando un attimo serio: grazie per i lampi Cor e Annarella
eremi
00lunedì 18 maggio 2009 15:22
undc
ciao a tutti [SM=g27811] , riscrivo sul forum dopo qualche decina di mesi.
Che album ragazzi, una martellata all'essere umano che è in noi.
in alcuni tratti si capisce che è fatto un po' "in fretta" ma complimenti, dei pezzi sono proprio belli.
neanche un pezzo scanzonato come in d'anime e d'animali, non è un disco da ascoltare in vacanza, è molto pesante, o ti entra nella pancia o puoi lasciarlo perdere...
CorContritumQuasiCinis
00lunedì 18 maggio 2009 18:58
Ciao Mozzo.
Ciao Eremi.

Non riesco ad ascoltare altro all'infuori di Loro 'sto periodo.

MI canta.
MI canta.

MI cantano.
MI cantano.

Cantano di me.
Canta di me.

E un dispiacere enorme mi prende per chi non conosce Montagna.
Ah, miserabili-sensibili-patetici.

In vasetto cremoso spalmabile in ogni circostanza!
(Vi farà male?)



Piètà.

Grazie attè, Mozzo.
Grazie a tutti...


... DIFFICOLTA' nel procedere ...

Sto ascoltando Nella mia ora di libertà di Faber ...


Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d'obbedienza
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni.


La modernità.
EisKorakas
00mercoledì 20 maggio 2009 14:43
... già postato? Nel caso "repetita juvant" ... E stufant, lo so.

L'intervista

Giovanni Lindo Ferretti e le ultime notizie dal fronte PGR
di Claudia Franco

"[...] Cominciai a fare domande. Alle persone sbagliate che quelle giuste mica le conosco. Ne sapevano tutti meno di me. Sapevano la giaculatoria progressista: i giovani, le donne, i gay, l’aborto, la pillola, il preservativo. Ho una certa età. Andate a fanculo ... [...]




“Sono salito su un palcoscenico perché era la fine degli anni Settanta ed esisteva l'ultimo residuo della controcultura giovanile, esisteva il punk che era un invito a nozze perché diceva 'fatevi avanti se avete qualcosa da dire'; non avrei mai potuto avvicinarmi alla musica in nessun altro modo, ma proprio in nessuno, solo col cattivo gusto del punk”. In Ferretti Lindo Giovanni nulla è ovvio. Canta quando va a cavallo, si fa una bella fumata quando camminando a passo marziale arriva in cima a una montagna, e poi canta, canticchia, canta a squarciagola. Ma ci sono “giorni che non servono parole” e non è semplice comunicare con lui che evita il telefono, non possiede un computer, inafferrabile per doveri di famiglia e rigore esistenziale.

Dopo un lungo silenzio, a metà febbraio con un sms mi annuncia che se vado al Cerreto ascolterò in versione premix il nuovo lavoro di Canali Ferretti e Maroccolo, anche noti come Pgr, in uscita con Universal. Un buon motivo per tornare sull'appennino tosco-emiliano a trovarlo.

Giovanni Lindo Ferretti è stato leader carismatico di gruppi che hanno fatto danzare idee, anime e corpi e ampliato i confini della musica italiana, un'epopea fuori catalogo iniziata nel 1982 con il punk filosovietico dei Cccp, sconfinata dal rock dei Csi alle sperimentazioni elettroniche dei Pgr, con diverse variazioni sui temi.

Difficile separare Ferretti-musicista-intenso che con le parole ha colpito al cuore generazioni diverse da Ferretti-alla-ricerca-della-propria-ragione-d'essere, il cui riorientamento ha scioccato una quota del suo pubblico, ma non spento la sua vibrante poetica immaginifica.

In contrasto con l'austerità quasi solenne delle sue poche recenti apparizioni pubbliche, Ferretti è giocoso, chiacchiera molto, fuma troppo. Un'enorme luna piena, apparizioni da “ohhh ohhh!” di caprioli e la “visione rara e fortunata” di un cervo reale accompagnano il primo ascolto di “Ultime notizie di Cronaca”, nove brani che esaltano le specificità di Canali Ferretti Maroccolo, insieme per l'ultima volta con la sigla Pgr. Il disco, fatto per metà in casa di Maroccolo per metà in casa di Canali, è “un lavoro di una bottega artigiana, non riducibile alla dimensione dell'arte: è artigianato, di gente che in qualche modo possiede un mestiere, quindi anche nel momento più sconveniente, più indisponente della propria storia, comunque riesce a lavorare. Gianni ha fatto i premixaggi da solo, Giorgio i mixaggi, Gianni il mastering e io la copertina con Valentina”. Che di cognome fa Ferretti, è la nipote di Giovanni, lavora l'Università di Modena e Reggio Emilia nell'area "comunicazione e produzione multimediale" e sta coordinando un progetto di webradio www.rumoreweb.it. Ciò che segue è parte di più conversazioni di inizio primavera tra i monti dell'appennino tosco-emiliano e in un rifugio a strapiombo sul mare nel golfo di La Spezia.

Quali le idee guida che hanno sostenuto “Ultime notizie di Cronaca”?

Sono poche, una: avremmo dovuto fare tutto da soli utilizzando al meglio il poco che possediamo. Per esempio la voce di Canali che non avevamo mai utilizzato perché tutti i controcanti li facevo io. Questa volta da subito è stato deciso che Canali doveva mettere la sua voce, perché è strepitosa e io che ero abituato a impastarmi con la voce ammaliante di Ginevra, con la voce di Canali mi vien da ridere, ha una punta di cattiveria da rock and roll vivificante. “Canto, ballo rido, allegro mi dispero”. Quello che ho sperato dal nuovo album, ma non mi aspettavo, è una certa ariosità Per come l'abbiamo fatto non si direbbe e anche per come siamo, siamo in realtà tre vecchi orsi spelacchiati rinchiusi ognuno nella propria tana, io sono un orso montano, Maroccolo un orso marino, Canali un orso che ama le periferie e vive in centro. Ci lega una conoscenza antica e provata da diverse storie. Strano a dirsi, però sì, è un periodo in cui apparentemente non c'è nessun motivo per essere contenti, ma ho sempre una serenità di fondo, per quanto rovinata da tante piccole vicissitudini quotidiane. Vivo in una dimensione molto ariosa e molto ventosa. Si sente, è avvolgente, quasi un po' languido La mia paura è sempre che le cose siano troppo pesanti o troppo compresse, però è una paura mia, mi auguro che sia così come tu senti.

Canti di “una certa difficoltà nel procedere”, che aspettative hai?

Non ho pensieri o previsioni per quello che sarà, è un lavoro che andava fatto. Se questo lavoro fosse dovuto nascere per necessità artistica non sarebbe nato mai, e ognuno avrebbe continuato a fare le proprie cose. E' che avevamo firmato un contratto e quando uno firma un contratto, anche solo per senso dell'onore dovrebbe prima o poi onorarlo. Un po' costretti anche da Sergio Delle Cese, a un certo punto abbiamo deciso che era ora di fare questo disco, era ora di togliere questo residuo che ci portavamo sulle spalle dal tempo dei Csi. Faccio notare che allora c'eravamo tutti, ero l'unico che non voleva firmare questo contratto perché mi sembrava disdicevole impegnare il proprio futuro. Poi da questa storia se ne è andato prima Massimo, dopo Ginevra e Francesco, siamo rimasti noi tre e abbiamo detto: adesso bisogna farlo. Come dire, continuo a pensare che non siano tanto le voglie e le smanie artistiche che determinano un prodotto musicale o un prodotto letterario o quello che è, ma siano le capacità artigianali. Per quello che si può pretendere.

Sarà l'ultimo album dei Pgr? Vi sciogliete?

Beh, noi siamo già sciolti. L'ultima turneè si chiamava “Ripasso ribassi-saldi fino esaurimento scorte”. Per me era ovvio che io su un palcoscenico del rock and roll non ci sarei mai più salito perché è troppo lontano dal mio vivere quotidiano. Solo l'idea dei club a mezzanotte e mezza... ma io a mezzanotte e mezza voglio essere a letto, non posso cominciare la serata!

Secondo me ti sottovaluti sotto questo punto di vista...

L'ho fatto anche volentieri, cantavamo vecchie canzoni dei Cccp e dei Csi, ma era evidente che non ci sarebbe mai più stata un'occasione di quel genere. Se adesso sto su un palco ci sto in un'altra dimensione, contenuta, piccola, dove tutto è attutito, minimale per dimensione, quantità. Adesso sto bene in un cortile, in una stanza, in una chiesa, in un piccolo teatro di provincia.

Non farete proprio nulla dal vivo?

No. Dal punto di vista del cantato è un disco molto facile, molto adatto ai miei anni. Le idee musicali sono metà di Gianni che se l'è fatte per conto suo e metà di Giorgio, che se l'è fatte per conto suo, poi io mi sono scritto le parole, ed ho pensato che - e non è un pensiero nuovo - in una situazione come questa di grande frantumazione e anche di grande confusione, in cui non è che capisca granché come funzionano le cose né dentro di me né attorno a me, l'unico modo che avevo di rapportarmi con la realtà è la falsariga di una cronaca alla maniera medioevale, in cui uno mescola le storie più piccole e più quotidiane ad avvenimenti atmosferici e a grandi avvenimenti del mondo. Mentre scrivevo mi sono ascoltato le loro musiche ma senza riuscire ad entrarci, mi sembravano sufficienti e bastanti a sé, non avevano bisogno delle mie parole. Sono arrivato all'inizio del lavoro, dicendo 'io ho queste Cronache, avevano già questo nome e non sono cambiate quasi per niente, però sono in grande difficoltà nell’incrociare le mie parole con le vostre musiche’ e qui è successo il piccolo miracolo del lavorare insieme, del conoscersi, perché Maroccolo e Canali hanno detto 'ma no guarda, questo pezzo è perfetto su questa struttura musicale, questo su quell’altra'. Così io mi sono messo con il mio registratorino e ho scoperto che avevano ragione: era vero. Ed è nato il disco. All’inzio pensavo che non sarei mai riuscito a lavorare da solo, lontano dagli altri e senza potermici dedicare a tempo pieno. Ci siamo trasferiti con “Ko de mondo” in Bretagna, per “Tabula rasa” io e Massimo in Mongolia, “Linea Gotica” in Val d'Orcia; tu abbandoni il tuo quotidiano, trovi in un posto a sé, dove in assoluta libertà e assoluta disponibilità nei confronti della musica ti dedichi al disco. Oggi non posso permettermi un periodo di vuoto, di disimpegno rispetto ai miei doveri e pensato 'non ce la farò mai’.

E come è andata?

Il disco è stato fatto in 10 giorni a casa di Maroccolo a Cecina. Quando me ne sono venuto via sapevo che per quanto con fatica, saremmo riusciti a farlo, perché lì c'erano tutte le idee delle Cronache. Bisognava svilupparle, ed ognuno di noi ha continuato a lavorare per proprio conto, non ci siamo mai più visti tutti e tre insieme. Sono tornato a fare alcune voci a casa di Giorgino, nella sua camera da letto, abbiamo tolto il comodino e messo una seggiolina e lì abbiamo registrato. Quando mi sono trovato il disco premixato, a quella canzone che si chiama “Cronaca filiale”, è il quarto comandamento, il nostro inverno contento , Maroccolo aveva attaccato una coda di bassi strascicati, pensando che forse andava tolta; io mi sono messo a canticchiarla. Così a Firenze, dopo un concerto con Ezio Bonicelli, voce e violino, sono andato nei camerini con il mio tecnico, mi sono messo in cuffia, ho registrato e rimandato a Maroccolo. Quando tu eri forte camminavo lontano mi giocavo la sorte, nel tempo del tuo bisogno ti sono vicino… perché a volte, ad esempio quei giorni, o picchio la testa contro il muro o mi metto a canticchiare. Non è sempre facile avere a che fare con vecchi che hanno perso il proprio legame con la realtà.

Gli arrangiamenti sono molto curati...

Sia Maroccolo sia Canali sono anche dei bravi produttori, sono musicisti che campano di musica, e per come va il mondo sono capaci di farsi un disco in casa, ovviamente io non sarei capace nemmeno di registrare la mia voce.

Sembri essere in una dimensione contemplativa...

(Giovanni Lindo Ferretti si fa una gran risata, ndi) Diciamo che contemplativo è il termine positivo per dire 'sei un fannullone'. No, in realtà non sono un fannullone e ho scoperto, e mi ha stupito, che nel momento della necessità sono in grado di lavorare molto, duramente come hanno fatto sempre coloro che mi hanno preceduto nella mia famiglia. Quando ho rimesso a posto questa casa ho passato un autunno inverno primavera a fare il manovale, svegliandomi ogni tre ore di notte per spalare la neve dal tetto. Sono capace di reggere il lavoro fisico anche a lungo, sono capace di reggere gli impegni della mia vita. C'è stato un momento, alcuni anni fa, quando in contemporanea portavo in giro il concerto con i Pgr, lo spettacolo teatrale con Corsetti, due diversi concerti con Ambrogio Sparagna, e in una settimana mi sono trovato a fare cinque spettacoli in cinque palcoscenici diversi...Ma non ho questa smania di realizzarmi nel lavoro, mi accontento anche di una vita contemplativa, da fannullone, con quello che c'è, cercando di trovare al meglio il modo per arrivare a sera: poi io dormo bene, che dorma cinque ore o che ne dorma 13, mi addormento bene e mi sveglio e sono vivo.

La tua immagine pubblica è di persona che si è chiusa in eremitaggio...

Beh eremitaggio...sto attraversando un momento della vita che non immaginavo fino a quando si è verificato. Non ho mai avuto un dovere verso nessuno, non mi sono sposato, non ho avuto bimbi piccoli, ho sempre fatto quello che volevo, e pensavo che questo fosse anche un valore, pensavo di essere un uomo libero; in realtà ero un essere sradicato. E’ che a un certo punto mi sono reso conto che la vita mi poneva situazioni che dovevo affrontare. Per esempio, la malattia di mia madre, la necessità del mio impegno quotidiano, il mio essergli sostegno. Nella mia famiglia i vecchi non sono mai stai messi al ricovero e quando è ora ci si prende cura di loro per cui io non posso/voglio fare diversamente. Non dispongo più delle mie giornate, non posso andare a cena, fuori con gli amici, farmi un viaggio, perché qualcuno ha bisogno di me e ne ha bisogno sempre. Esco di casa per andare a lavorare perché devo pur guadagnare qualche soldo però devo chiedere aiuto a mio fratello e mia cognata, o a Loredana, le sole persone che possono aiutarmi davvero.

E canti “vinile rosso che più non posso ripete ad libitum di ValiuCominciai a fare domande. Alle persone sbagliate che quelle giuste mica lem di Serenase Tavor. Per quello che è stato sono nominato”

E' così, insomma, la vita è un procedere. Che due palle! diventare personaggio pubblico fa si che un pezzettino della tua vita diventi in qualche modo la tua vita, ma non è così. Non posso pensare che la mia vita è contenuta in una canzone dei Cccp o dei Csi, o in un momento specifico che è un momento. Ci sono… molte più cose ben più strabilianti dimorano quaggiù...per quello che ho visto, per quello che ho sentito…

Si dice di te: ha avuto una svolta, ma i temi religiosi nelle tue canzoni ci sono fin dai tempi dei Cccp (dall'islam punk al buddismo, ebraismo, cattolicesimo)

La svolta è stata nel quotidiano, tornare a casa. Tutte le cose che mi attraggono e che mi macerano ci sono sempre state. Io non vedo tutta questa differenza, ma ci sono vent’anni di vita, intensa, qualcosa mi auguro abbia prodotto, se no cosa ho vissuto a fare?

Di politica non vorrei parlare, penso ti censurerei...

Ah, lì sono molto diverso e ti ringrazio perché mi faccio troppo volentieri prendere dalla polemica e divento un po’ stronzo.

Perché se uno è deluso da qualcosa deve abbracciare l'estremo opposto? Sei contraddittorio, non sei lineare...

Sono contraddittorio, la mia linea non è retta, non lo è mai stata ma non mai abbracciato l’estremo opposto: sono uscito da quel gioco...

Nei tuoi ultimi testi, c'è il tuo rapporto con la vita: non credi che certe questioni riguardino più le donne che gli uomini?
Per un po' di tempo l'ho pensato. Gli uomini e le donne sono diversi, una differenza che non ho intenzione di sminuire né di rendere eccessiva, ma il legame, che è anche contrapposizione, è inscindibile e oltremodo piacevole. Comunque ogni uomo ha una madre e ogni donna un padre. Almeno fino ad oggi e qui si apre il problema della genetica come tecnica manipolatoria, ma lasciamo perdere. L’aborto è un fatto, posso parlarne in quanto figlio. Puoi non ascoltarmi, non impedirmelo. A suo tempo votai la legge per l’aborto e feci propaganda e ricordo ancora la gioia profonda nel giorno della vittoria. Finalmente liberi dai preti, mi dissi, finalmente un paese moderno. Ho avuto tempo e modo per pentirmene e non sono ricorso alla propaganda reazionaria e clericale. Ho solo fatto i conti con la mia storia: se mia madre avesse abortito, e per molti intorno a lei avrebbe dovuto farlo, questo paese avrebbe aggiunto un tassello alla modernità, ma io non ci sarei. Sai che culo! E lei cosa sarebbe ora senza di me? Sono contrario all’aborto perché la vita è mistero e chi ne fa calcolo mette in atto la propria rovina. Non posso dirmi le bugie per andare d'accordo con gli altri, anche perché non ho quel gran bisogno di andare d'accordo con nessuno, puoi benissimo non ascoltarmi. Ma se se ne discute pubblicamente e si chiede la mia opinione, io rispondo. Io sono per: domandare è lecito, rispondere è cortesia, con l'invito a non fare domande le cui risposte potrebbero essere imbarazzanti, perché io posso rispondere in maniera molto diversa da quello che tu pensi.

“Non sono quello che avresti voluto”. Su Internet ci sono vari spazi a te dedicati, compresi quelli di tuoi fan increduli e disgustati dal tuo riposizionamento...

A volte penso cose che preferirei proprio non pensare. Capisco bene che ci siano persone disgustate o incazzate perché Ferretti non è più alternativo e neanche di sinistra, ma cosa ci posso fare? Sorrido. Fa parte del vivere, del rendersi conto che le cose non vanno sempre come tu vorresti. Questo succede a me nella mia vita e succede a chi guarda a me. E’ necessario far fronte all'evenienza. Significa anche che in questi 25 anni ho dato voce significante, colpi d'occhio sulla realtà, ho offerto al mio pubblico la sincerità del mio cuore, e questo è stato compreso. Certo che la sincerità crea qualche problema, qualche dispiacere, qualche malumore. Però non mi sono trasformato in un feticcio, una cartolina… non fare di me un idolo, lo brucerò… l’avevo cantato da subito. Molti mi hanno chiesto: non sarà mica un disco di canti sacri? Beh uno c'è... l'ultimo, a chiudere il disco, e termina con una piccola parte di canto liturgico, il “Te Deum”, ma la melodia del canto è mia, fa parte del mio pregare quotidiano, nel disco abbiamo aggiunto un carillon di piano e la mia voce diventa un'eco sintetica, come se cantassi dentro un megafono di una macchina che si sta allontanando.

Come sei arrivato al Papa?

In anticipo. Non era il Papa ma il prefetto della Congregazione della fede. Respiro profondo. Per curiosità, per quello che io chiamo innato gusto punkettone, se attorno a me in troppi manifestano un odio irrazionale contro qualcuno, io vado a verificare quel qualcuno. Tieni conto che fino a pochi anni fa io ho sempre e solo frequentato la sinistra e i suoi media. A tutt’oggi non ho mai sfogliato il Secolo d’Italia, non che me ne vanti ma è così. Fu dopo l’attentato che i media cambiarono atteggiamento verso Giovanni Paolo II. La sinistra deve dividere il mondo in vittime e carnefici per assurgere a ruolo di giudice ed imporre la giustizia sulla terra. Se il Papa era vittima non poteva più essere colpevole, non come prima. Quel ruolo fu occupato da Ratzinger. Wojtyla divenne il pastore, Ratzinger il cane. Pastore tedesco ora che è Papa, o rottweiler, a scelta. A me quella figura mite, defilata, quegli occhi saettanti e quel ciuffo ribelle dicevano altro. Cominciai a fare domande. Alle persone sbagliate che quelle giuste mica le conosco. Ne sapevano tutti meno di me. Sapevano la giaculatoria progressista: i giovani, le donne, i gay, l’aborto, la pillola, il preservativo. Ho una certa età. Andate a fanculo. Entrai in una libreria cattolica e chiesi: “Scusi ma questo cardinal Ratzìnger ha scritto qualcosa che si possa leggere?”. Risposta: “ Si dice Ràtzinger e ha scritto molto, in latino, in tedesco, e sì, qualche cosa anche in italiano.” L’accento al posto giusto può ribaltare il mondo. Comprai i nove libri che c’erano, cominciai a leggerli, li regalai, li ricomprai. Ne parlavo a tutti perché finalmente avevo trovato l’autorevole sapienza che cercavo. Non che non ci fossero, non ci siano problemi. Ma i problemi sono vita. Lascio immaginare lo sfogo di sarcasmo, qualcuno voleva discuterne ma non era mai chiaro di cosa stesse parlando, a parte la laica giaculatoria e un’ignoranza a volte commovente. E io di mio non è che sia molto portato al dialogo, ma lo reputo un difetto consolante di questi tempi.

Un Papa dal pensiero forte che parla alla testa, non alla pancia come il precedente. Le sue recenti affermazioni hanno sbalordito una vasta parte di cattolici, il Papa non riesce a comunicare o c'è una lotta di potere all'interno della Chiesa?

La domanda mi piace ma non è facile dire. Le cose essenziali si danno per scontate e si cade in polemica.(Un lungo silenzio, si accende una sigaretta, se la fuma a metà, poi ricomincia a parlare a volte lentamente cercando le parole, a volte secco alza il tono e va via a raffica). Sua Santità il Papa è il pensiero forte, duraturo e sapiente della nostra civiltà, o meglio di ciò che ne rimane. E’ immagine vivente della nostra storia, generazione su generazione. I pensieri pseudoforti o paradeboli che combattono il Papa, se va bene, accumulano qualche secolo con ben altri problemi, e cosa non fanno per reggere? Pensa alla saga del comunismo: dall’assalto al cielo che ben valeva le grandi purghe all’esegesi del piccolo pene, dalla dittatura del proletariato al pensiero debole degli intellettuali organici, dal Sol dell’Avvenire alla CGIL dei pensionati. Suvvia, siamo seri. Un mattino di primavera, durante il pontificato di Wojtyla, sono finito per caso in piazza San Pietro in udienza plenaria. Non credevo ai miei occhi: antiche fogge rituali siriache, copte, etiopi, armene, ortodosse, comitive di coreani, indiani, tutte le tonalità d’Africa e di ciò che fu la grande e orribile cattolicissima - il superlativo è di suo un giudizio inquietante - Spagna, con il mondo latino-americano. Parrocchie dell’appennino, delle isole e da ogni periferia d’Europa, poi gli scout, i volontari e tutte quelle associazioni che riconosce solo chi le conosce. Quanto altro c’era in quella piazza? Che il papa sbalordisca i cattolici, come tu dici, non è problema da poco, servisse a ravvederli. Dalle mie parti ora vanno molto i cattolici adulti. Con loro il buon ladrone avrebbe due possibilità: finire i suoi giorni in galera per la corrente giustizialista o collaboratore al ministero della giustizia per quella alternativa. La prostituta salvata dalla lapidazione dovrebbe organizzare una sua ong per l’educazione all’uso del preservativo e il centurione se lo scorderebbe il miracolo, ma se diventa pacifista si può rimediare, e così via. Cattolico adulto non è male, se si segue anche vagamente colui che ha detto “se non diventerete come questi fanciulli non entrerete nel regno dei cieli”. Non sono un teologo e non è che proprio li ami, i teologi per me sono come le tasse, in giusta proporzione sono necessari e doverosi, se cresce la loro quota ti ammazzano. Cattolico, grazie a Dio, non è categoria sociale né politica, nemmeno morale. E’ per molti essere corpo vivente della Tradizione, e spesso il merito è di chi li ha preceduti, generati e allevati. Per altri è motivo di conversione, cambiamento radicale, innesto nella tradizione, per qualcuno è ragione d’essere assoluta, anche contro, poi ci sono tutte le gradazioni della simpatia, antipatia, del confronto, dell’indifferenza. Perdona la mia superficialità, ma non si può essere cattolici contro il papa perché allora si è protestanti. I media non sono la realtà, ne sono rappresentazione anche falsata, ma hanno il potere di fare apparire tale rappresentazione come realtà. Una realtà che dura il tempo della propria scansione, mensile settimanale quotidiana. La televisione ha scomposto la scansione quotidiana, Internet è in diretta. Sua Santità il Papa vive in una scansione del tempo che contempla ogni attimo della vita rapportandolo ai secoli ai millenni all’eternità. Il Papa e i media sono inconciliabili per il tempo in cui vivono e lo spazio che occupano, anche se usufruiscono l’uno dell’altro, non credo ci sia soluzione. Certo la convivenza è obbligata. Una lotta di potere intorno alla Chiesa c’è sicuramente, c’è sempre stata, la Chiesa è per gli uomini e non potrebbe essere diversamente, ma è molto di più e di altro. E’ liturgia e in quanto tale è intaccabile per quanto attaccabile. Lo svilimento, la desacralizzazione dello spazio liturgico è il vero pericolo purtroppo non remoto dei cattolici. Benedetto XVI è per me motivo di gioia e di serenità, è sulla terra l’autorevole sapienza a cui faccio riferimento e devo constatare che l’odio nei suoi confronti non può che crescere in misura esponenziale al suo parlare chiaro, al suo non essere pavido. Il rispetto e l’amore di cui gode il Papa è comunque patrimonio di un mondo che non interseca quasi mai i media.I funerali di papa Giovanni Paolo II hanno occupato i media come una marea, dallo stupore benevolo alla malcelata rabbia, dall’esaltazione alla detrazione. E’ rimasto ben poco, quasi niente, però conservo nel cuore due immagini indelebili, il rabbino Toaff sul sagrato ancora vuoto di potenti della terra e una folata di vento che ha scompigliato la scena durante la celebrazione delle esequie, procurando qualche salutare imbarazzo. Per queste due immagini ringrazio sentitamente.

Ogni parola di ogni tua canzone ha un peso differente e unico ed è di grande potenza evocativa, un linguaggio che colpisce al cuore.

Questo credo sia la somma del senso e del suono. Le mie parole vivono nella mia voce come cassa armonica. La voce è uno strumento, la voce è anche un impasto animale. La mia ormai lunga vita musicale è tutta esclusivamente determinata dalle parole. Non ho mai avuto l'impulso d'imparare le note o di imparare a cantare, ho sempre cercato la musica in altre persone, sono sempre stato legato a persone che possedevano la musica. Per me l'interesse è determinato dalla concatenazione del senso e del suono. Lontano dal palco dei Csi e dei Pgr, ho sperimentato in questi anni la possibilità di ridurre una canzone tutta piena di ogni tipo di musicalità, di ritmo, di suono alla pura emissione vocale. Nel silenzio se io canto una canzone fatta con le chitarre di Massimo, o la voce di Ginevra, tanto per parlare di gente che non c'è più, ancora percepisco quella chitarra e quella voce, e questo canto per quanto minimo è frutto di quella storia, dell'intersecarsi con la musica, ma riconducibile alla sola voce. Non posseggo musica a parte questo riproduttore musicale che ho in casa, in auto non ascolto mai musica, però canto. Il cantare in qualche modo ha determinato la mia vita. Come disse a mia madre, alla fine di una recita, il direttore del collegio dove ho fatto le elementari, don Gianfranco Magnani: 'se va male, mal che vada ne faremo un cantante, un gran cantante', e io penso sempre che come disse Don Gianfranco è andata male. Non troppo male, però, perché alla fine sono un cantore, non un gran cantante.

Fonte: xl.repubblica.it

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:55.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com