Troppi chihuahua nei canili, California costretta a farli emigrare

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Akyaky
00venerdì 11 dicembre 2009 12:40
Sono il 30% dei trovatelli ospiti nei rifugi, troppi gli abbandoni. Voli charter per trasferirli in altri Stati

MILANO - La scintillante Paris Hilton esibisce il suo Tinkerbell come un irrinunciabile accessorio, se lo porta quasi ovunque, lo coccola e lo sbaciucchia davanti alle telecamere e agli obiettivi dei fotografi. Ma anche un uomo grande, grosso e dall'aria vagamente rude come Mikey Rourke non ha esitato a presentarsi sul red carpet della scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia accompagnato dal suo minuscolo cagnolino. E come loro, con il chihuahua d'ordinanza, è solita farsi spesso vedere l'idolo degli adolescenti Miley Cyrys, che si è conquistata grande fama come protagonista della sit-com Disney, Hannah Montana. Insomma, il cagnolino in formato «toy» piace molto alle star e non è un caso che nella California patria di Hollywood sia la razza più gettonata. Ma, purtroppo, anche la più abbandonata. Al punto che i responsabili dei canili e dei rifugi di San Francisco, Oakland, Los Angeles lanciano l'allarme: abbiamo più chihuahua di quanti ne possiamo gestire. Con la conseguenza che presto saranno organizzati voli charter verso altri Stati, dove la richiesta di piccoli cani è elevata e l'offerta, perlomeno nei rifugi pubblici o gestiti da associazioni, piuttosto bassa.



UN CANE DA FILM - Il chihuahua è un cane molto popolare in terra hollywoodiana. Lo scorso anno, per dire, è uscito il film «Beverly Hills Chihuahua», la storia dell'altolocata cagnetta Chloe che, dopo essere stata smarrita dalla sua padroncina in Messico, deve sfuggire alle mire del cattivo di turno, il doberman Diablo. Proprio l'interesse mediatico e cinematografico attorno a questa razza rischia però di essere controproducente. Il «tutto esaurito» nei canili californiani, dove è chihuahua un cane su tre, ne è la dimostrazione. Perché in molti acquistano questi batuffolini a quattro zampe per far felici figli e nipotini o per accontentare mogli che, per spirito di imitazione delle star, non vogliono rinunciare al puppy da borsetta. Ma per quanto di piccola taglia, anche questi sono cani come altri. Che richiedono di essere portati a spasso, che si annoiano se restano soli, che necessitano di cure veterinarie. La conseguenza è che quando ci si rende conto - sempre troppo tardi - che malgrado le dimensioni e l'aspetto questi non sono giocattoli, la tentazione di prendere la via più breve, quella dell'abbandono, diventa forte. E stando ai numeri sono molti coloro che a questa tentazione hanno ceduto.

VOLI CHARTER - I responsabili dei canili sono preoccupati. Molte strutture hanno dovuto smantellare parte delle gabbie per i cani di grossa taglia e riconvertire quegli spazi per le esigenze dei «piccoletti» che sempre di più varcano le loro porte. Al rifugio dell'Oakland Animal Services, ha spiegato la direttrice Megan Webb all'Associated Press, i nuovi arrivi sono nell'ordine di una decina al giorno. I volontari hanno già provveduto a trasportare in auto un ceninaio di animali in altri Stati, dall'Oregon all'Arizona. E presto saranno organizzati nuovi voli charter per raggiungere altri angoli degli States. In città come New York e Washington la richiesta per cani di piccola taglia, più adatti alla vita in appartamento, è molto elevata. In California, invece, non si sa più dove metterli. Di qui la necessità di spostarli da una parte all'altra del Paese. Un'operazione che ha anche dei costi, che le organizzazioni volontarie non sono in grado di sostenere.

SPESE VETERINARIE E ABBANDONI - Gli esperti fanno notare come i chihuahua, se non tenuti a dovere, vanno incontro a molti rischi dal punto di vista della salute (LEGGI l'opinione della dottoressa Anna Negro) e di conseguenza richiedono poi un'assistenza veterinaria che ha costi elevati. Bazzecole per una Paris Hilton o un Mickey Rourke, ma veri e propri salassi per famiglie «normali» alle prese con la crisi economica. Quando la scelta di accogliere un cane in casa è dettata da forte motivazione, anche le spese del veterinario sono considerate come irrinunciabili e vengono sostenute anche al prezzo di molti sacrifici. Tutto cambia, invece, quando il cucciolo di turno - oggi il chihuahua, in un passato non troppo lontano i dalmata spinti dalla «Carica dei 101» o i labrador come l'irresistible protagonista di «Io e Marley» - viene scelto solo per moda. A questo si aggiunge il fatto che, ogni volta che qualcosa è trendy, il rischio che si mettano in moto mercati paralleli è molto forte e stando a quanto riferisce Dave Frangipane, responsabile della Chihuahua Rescue di Beverly Hills molti dei mini-cani in circolazione in California arrivano proprio da allevamenti fai-da-te messi in piedi per soddisfare la forte domanda e creare un piccolo business domestico. Un giro d'affari che come si vede non è senza conseguenze.

SENZA COLPE - I chihuahua, dal canto loro, non hanno colpe. Anzi, se potessero parlare probabilmente non direbbero grandi cose, non si metterebbero in posa davanti ai teleobiettivi. Quasi sicuramente, anche se avessero il dono della parola, si limiterebbero ad abbaiare. Così, tanto per ricordare che malgrado l'aspetto e la piccola taglia sono semplicemente dei cani, non certo giocattoli o accessori da esibire nelle serate di gala.

Alessandro Sala
10 dicembre 2009
corriere della sera
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