Da
www.gazzettino.it
(articolo di Daniela Boresi pubblicato nell'edizione del 1/9).
Secondo l’Arpav una delle maggiori fonti di inquinamento acustico è costituita dai treni: un Comune su tre è attraversato da linee ferroviarie
Veneto, Treviso e Venezia capitali del rumore
A Rovigo l’oscar della quiete di giorno, ma di notte la musica cambia. Una mappa a "macchia di leopardo"
Mestre
Il sonno disturbato ti rovina la vita: quel rumorino notturno che magari non ci fa chiudere occhio non finisce solo con l'irritarci, ma fa ben di più: può ad esempio causare anche aumento del battito cardiaco, stato di eccitazione, cambiamenti di fase del sonno, alterazioni ormonali e risvegli improvvisi. Insomma chi più ne ha più ne metta.
L'affermazione arriva da un canale autorevole quale l'Organizzazione mondiale della sanità e trova altrettanto autorevole riscontro in sede locale, tanto che l'Agenzia per la protezione del territorio del Veneto ha attivato un vero e proprio servizio per gli agenti fisici che aiuta i Comuni a combattere uno dei peggiori nemici del nostro quotidiano benessere, nonché corresponsabile di uno dei mali del secolo: lo stress.
Il Veneto da qualche anno ha una "mappa del rumore", come spiega Andrea Drago, direttore dell'Arpav, non si tratta di una cartina capillare di tutta la regione in quanto la mappatura del rumore avviene su "chiamata": i Comuni che ne hanno la necessità chiedono aiuto agli esperti, pagano e ottengono i risultati.
«Ne monitoriamo parecchi - spiega il direttore - Ma sono sempre pochi rispetto a quanto il rumore può essere nocivo per la nostra salute. Del resto, i controlli rappresentano un costo e non tutte le amministrazioni possono permetterselo. E quando ci chiamano i privati non sempre abbiamo gli uomini sufficienti per dare una risposta».
I FRACASSONI. I sette capoluoghi di provincia del Veneto sono entrati, comunque, tutti nelle maglie dei controlli: fra i Comuni "fracassoni" risultano in vetta Treviso e Venezia per quanto riguarda le ore diurne e invece la città di Rovigo nella notte. Il dato un po' sorpendente del capoluogo polesano è legato al traffico stradale, ma anche alla presenza di locali pubblici che - secondo i risultati dell'Arpav - dimostrano di essere spesso tra le fonti più diffuse di rumore.
Mentre per il giorno a dare più fastidio sono le strade a lunga percorrenza, o anche quelle dei centri storici, la notte la "nota dolente" è data dai bar e dai pubblici esercizi. Ma se le strade inquinano e minano le nostre orecchie, le linee ferroviarie non sono da meno: dall'indagine emerge infatti che una delle maggiori fonti di inquinamento acustico è costituita dai treni. Come spiegano i tecnici, il rumore prodotto ha origine da diverse componenti, tra cui in particolare il contatto ruota-rotaia, i motori di trazione e il rumore aereodinamico.
Nel Veneto i comuni interessati dalle linee ferroviarie sono 199, pari al 34 per cento del totale. La provincia che ha presentato valori più critici legati ai treni sia nel periodo diurno sia in quello notturno è Verona, tra le altre spiccano Venezia per il giorno e Treviso per la notte.
I CONTROLLI. Ma il rumore non viene controllato solo per fini statistici, anzi. Gli stessi piani regolatori dovrebbero tenere infatti conto proprio delle sorgenti rumorose per evitare di costruire strade o aeroporti in zone che sono già pesantemente vessate dalle onde sonore. La "zonizzazione acustica" consiste di fatto nella suddivisione del territorio comunale in aree omogenee, in funzione della loro destinazione d'uso e diventa quindi uno strumento normativo correlato con i Piani regolatori generali e con i Piani di assetto del territorio.
Ad ogni area vengono quindi associati i livelli di rumorosità massimi ammissibili: in pratica, non sarebbe buona cosa costruire una casa di riposo per anziani a ridosso di un aeroporto o di una ferrovia, ad esempio.
I LIVELLI. Quindi, i livelli di rumorosità massima ammissibile sono decisamente restrittivi per le aree protette: parchi, scuole, ospedali e più elevati in quelli industriali. In pratica nel 2007 la provincia di Verona è risultata quella che ha la più alta zonizzazione, con il 95,9 per cento dei comuni, segue Vicenza con il 76,8 per cento e Treviso con il 74,7 Belluno con il 71.Fanalini di coda Padova con il 67,3 per cento e Venezia con il 54,5. Ed è proprio questa "macchia di leopardo" il vero neo della "rumorosità" nel Veneto: lo stato di attuazione del Piano di classificazione acustica è ancora lontano dal presentare una vera e propria mappatura del territorio e quindi anche la lotta al rumore diventa un po' più ardua.
LE MISURAZIONI. Ma come si calcola il rumore ? Per misurarlo si usa uno strumento detto fonometro e l'unità di misura è il decibel, che è l'unità di misura convenzionale con la quale in acustica si indica il livello di un fenomeno acustico.