Trattato Ue, accordo raggiunto in extremis

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Caio Logero
00lunedì 25 giugno 2007 11:27
Trattato Ue, accordo raggiunto in extremis
Prodi: «Molti Paesi hanno perso lo spirito europeo»


BRUXELLES (23 giugno) - Alla fine, dopo una maratona di 20 ore, alle 4.30 di stamattina è stata data la notizia: l'accordo al vertice di Bruxelles sul Trattato Ue è stato raggiunto. Come nei thriller, tutto all'ultimo minuto, proprio quando il vertice sembrava destinato al fallimento, dopo una giornata vissuta sulle montagne russe, tra entusiasmi e docce fredde.

«E' un buon compromesso - ha annunciato soddisfatta la cancelliera tedesca Angela Merkel - Abbiamo fatto di tutto per avere una buona chance che il trattato entri in vigore nel 2009. E' un mandato chiaro e importante, che permetterà di andare alla conferenza intergovernativa con un contenuto chiaro». Obiettivo: convocare la Cig entro fine luglio sotto la presidenza portoghese, per chiuderla possibilmente al summit dei Capi di stato e di governo informale del 18-19 ottobre a Lisbona. «E' finito il lutto, l'Europa può ripartire» ha commentato Prodi.

Ero sicura - ha detto la Merkel - che se non fossimo riusciti oggi, ci saremmo ritrovati in una situazione catastrofica. Abbiamo fatto in modo che nessuno rientrasse a casa con l'impressione di esser stato messo da parte».

La svolta vera è arrivata ieri dopo le 23, quando il presidente francese Sarkozy, il presidente polacco Kaczynski e il premier britannico Tony Blair hanno parlato al telefono con il premier polacco, fratello del presidente, rimasto a Varsavia. Finalmente, alle 23 e 40, i cinque leader hanno raggiunto un accordo su una formula che può apparire contorta: rinvio del sistema della doppia maggioranza al 2014, ma con tre anni di transizione, dunque fino al 2017, durante i quali si potrà verificare se conviene applicare il voto ponderato del trattato di Nizza anziché la doppia maggioranza, mantenendo le altre clausole. «Il premier polacco ha detto "tak" (sì nella sua lingua). Quello è stato il momento della svolta, tanto che il presidente Kaczynski ha poi ringraziato Parigi e Londra «per la solidarietà mostrata».

Per il resto, la Merkel è riuscita a preservare le riforme chiave del trattato costituzionale infrantosi contro i referendum in Francia e Olanda nel 2005. Così la Ue avrà personalità giuridica, avrà un presidente stabile per due anni, disporrà di un responsabile della politica estera e di difesa che si chiamerà non più, come previsto dal Trattato costituzionale «ministro degli Esteri», ma ancora «Alto rappresentante», che avrà anche l'incarico di vicepresidente della Commissione (come previsto nella Costituzione) e di presiedere i Consigli esteri. La Carta dei diritti, con i limiti che si è visto, diviene vincolante. Infine, si rafforzano i poteri dei Parlamenti nazionali come chiesto dall'Olanda.

Prodi: Europa più forte, ma Londra frena troppo. E quel che è peggio è «che molti paesi hanno perduto lo spirito di lavoro comune, hanno perduto lo spirito europeo». E' stato questo il commento del premier parlando ai cronisti a Bologna al suo arrivo da Bruxelles.Soddisfazione per i risultati ottenuti duqnue ma rammarico per il freno di alcuni paesi. «Si presentava come un consiglio difficile, e così è stato - ha detto subito dopo l'accordo- Ma cominciamo a vedere il bicchiere mezzo pieno, l'Europa esce comunque forte anche da questo passaggio e si è dimostrato anche qui oggi che l'Europa ha una sua forza che nonostante tutto la sostiene e la fa camminare. Si chiude un periodo di lutto di oltre due anni, ora si può ripartire. Questo naturalmente non significa che possiamo dirci completamente soddisfatti. E questo vale per tutti gli altri che, come noi, avrebbero voluto da subito un'Europa ancora più forte, lanciata con una Costituzione. Ma date le condizioni di partenza posso dirmi soddisfatto, nonostante l'amarezza di aver dovuto fronteggiare un gruppetto di "frenatori", capeggiato dalla Gran Bretagna. Londra ha portato avanti una concezione diversa di Europa, e questo va detto con chiarezza e onestà intelelttuale. Non si può più accettare che vengano frustrate per troppo tempo le aspettative di quanti desiderano avanzare più velocemente in un determinato settore, formando una avanguardia di Paesi».

«Se necessario, si può e si deve pensare ad una cooperazione rafforzata, a una sorta di Europa a due velocità, per completare il processo istituzionale - dice Prodi - Questo sarà un punto su cui nei prossimi mesi ci impegneremo fortemente. E riteniamo importante che nel mandato ci siano indicazioni precise per procedere in questa direzione. Tra i punti irrinunciabili per l'Italia, la presidenza del Consiglio stabile, una figura istituzionale che rappresenti una unica voce dell' Europa sul piano internazionale, l'estensione del voto a maggioranza qualificata a nuove materie, una personalità giuridica unica».

Da qui a qualche settimana sarà aperta una conferenza intergovernativa ed in quella sede il nostro Paese «farà valere le sue ragioni e la sua visione». Un concetto che viene confermato in pieno anche dal vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D'Alema: «Dal 2009, e non dal 2017, avremo istituzioni più forti. E l'Italia ha dato un contributo non irrilevante all'avvio di questo processo».

Il Papa «L'Europa oggi deve preservare e riappropriarsi della sua tradizione autentica se vuole rimanere fedele alla sua vocazione come culla dell'umanesimo». Questo l'augurio del Papa all'indomani del vertice sul futuro della Ue.

La giornata convulsa di ieri. Il risultato era tutt'altro che scontato, viste le ore che hanno preceduto l'accordo. Protagonista è stata, come preannunciato, la Polonia, che ieri si è impuntata proprio quando l'accordo sembrava a portata di mano. Verso le 17 di ieri, l'accordo era apparso quasi fatto, dopo un colloquio tra la Merkel e il presidente polacco Lech Kaczynski. L'accordo messo sul piatto dalla Merkel a Bruxelles era quello di un posticipo al 2014 del sistema di doppia maggioranza (55% degli stati membri e 65% della popolazione), con l'aggiunta della "clausola di Ioannina" (e cioè la possibilità per un piccolo gruppo di Paesi messo in minoranza di chiedere un prolungamento dei negoziati), e infine l'aumento del numero minimo di Paesi per una minoranza di blocco da 4 a 5. I polacchi avevano chiesto un rinvio al 2020.

Poco dopo la notizia del presunto accordo, sono arrivate le smentite da parte dell'entourage del presidente polacco. Quindi era arrivata da Varsavia la bordata del premier Jaroslaw Kaczinski: «Porremo il veto, i negoziati rischiano di fallire», mentre il presidente dichiarava che ormai «si sta sbattendo contro un muro». Sono state ore convulse, tanto che in serata la Merkel si è spinta a minacciare addirittura di approvare il mandato per la Conferenza intergovernativa (per cui era richiesta la maggioranza semplice) senza la Polonia.

A Bruxelles, stanotte, si è sfiorata la rottura. Anche perché, contro la mossa tedesca, si erano schierati il Portogallo, timoroso di una grana di questa portata, visto che dal primo luglio sarà presidente di turno dell'Ue, la Repubblica Ceca, che aveva sostenuto le richieste iniziali di Varsavia, e l'Estonia. Non solo: al tempo stesso Italia, Slovenia, Ungheria, Spagna, Cipro, Lussemburgo, Grecia e Austria, più la Finlandia, hanno cominciato a protestare per l'ultima bozza presentata in serata dalla presidenza, contestando soprattutto alcune pesanti eccezioni di applicazione della Carta dei diritti «in materia di moralità pubblica, legge familiare e di tutela della dignità umana e dell'integrità morale e fisica», un contentino ai polacchi, timorosi di dover accettare unioni di fatto e omosessuali. Alla fine, questo riferimento è stato tolto.

[Modificato da Caio Logero 25/06/2007 11.28]

Lux-86
00lunedì 25 giugno 2007 11:30
sarebbe stata meglio la rottura, a questo punto è davvero necessaria l'europa a due velocità, andiamo avanti anche a singoli stati se necessario. unifichiamo subito Italia e Germania [SM=x751525]
Caio Logero
00lunedì 25 giugno 2007 14:33
A 10 a 10 anni... e l'UE la gente la dimentica. Sono loro stessi a farmi euroscettico. Perché sapete... mi sembra come il tentativo dei pagani con Giuliano l'Apostata di rimettere in auge il paganesimo... ma neanche loro ci credevano più... e sul scetticismo, come ben si dice, non si costruisce nulla.
DarkWalker
00mercoledì 27 giugno 2007 11:15
perchè non estendono la città del vaticano a tutta quanta la polonia?
Vabeh, speriamo l'UE riparta (anche perchè una unione sovranazionale è l'unica speranza per una nazone come l'Italia). Chi non vuole farne parte è libero di andarsene quando vuole...
Per i polacchi poi, vivono solo grazie agli investimenti tedeschi ed europei. Tolti quelli di cosa pensano di campare, nazionalismo e aria fritta?
Pius Augustus
00mercoledì 27 giugno 2007 12:24
Re:

Scritto da: DarkWalker 27/06/2007 11.15
perchè non estendono la città del vaticano a tutta quanta la polonia?
Vabeh, speriamo l'UE riparta (anche perchè una unione sovranazionale è l'unica speranza per una nazone come l'Italia). Chi non vuole farne parte è libero di andarsene quando vuole...
Per i polacchi poi, vivono solo grazie agli investimenti tedeschi ed europei. Tolti quelli di cosa pensano di campare, nazionalismo e aria fritta?



infatti,la metà dei fondi che finisce nelle loro tasche rattoppate sono tedeschi e quelli ci sputano sopra...
-Kaname-chan
00mercoledì 27 giugno 2007 23:01
Re:

Scritto da: Lux-86 25/06/2007 11.30
sarebbe stata meglio la rottura, a questo punto è davvero necessaria l'europa a due velocità, andiamo avanti anche a singoli stati se necessario. unifichiamo subito Italia e Germania [SM=x751525]





[SM=x751545] Cmq come compromesso non è male, hanno tolto i nomi e conservato la sostanza, peccato perché se i referendum fossero passati ora avremmo una costituzione vera e propria e non un trattato che di fatto è una costituzione ma di nome no
Lux-86
00venerdì 29 giugno 2007 14:06
VARSAVIA - La Polonia rompe di nuovo con la Ue. Varsavia intende riaprire il dibattito sull'accordo raggiunto la settimana scorsa al vertice Ue di Bruxelles sul nuovo Trattato Ue. Lo ha annunciato il primo ministro Jaroslaw Kaczynski. Una decisione che rimette la Polonia sulla rotta di collisione con gli altri partner europei.

Il portoghese Josè Socrates, che si insedierà alla presidenza di turno dell'Ue il primo luglio, aveva ieri ammonito la Polonia a non pensare minimamente di poter rimettere in discussione il compromesso che ha evitato il veto di Varsavia sul nuovo meccanismo di voto a doppia maggioranza.

"Dobbiamo ancora risolvere la questione in sede di Conferenza intergovernativa", ha invece affermato il premier polacco in una conferenza stampa.

Non si è fatta attendere la reazione di Bruxelles. "La questione è stata già risolta al Consiglio europeo della settimana scorsa. Un mandato è un mandato e un accordo è un accordo. Adesso è tempo che la Cig finisca il lavoro", ha detto in una conferenza stampa la portavoce della Commissione europea, Pia Ahrenkilde Hansen.

(29 giugno 2007)

POLONIA GO HOME [SM=x751545]
Caio Logero
00venerdì 29 giugno 2007 18:00
Le pulci fastidiose non possono fermare la storia.
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