Armstrong più forte di tutto
Il texano attacca, cade, si rialza e va a vincere sul terzo e ultimo arrivo in salita del Tour. Ullrich è terzo a 40", Basso arriva a 47". Domani riposo.
LUZ ARDIDEN, 21 luglio 2003 - Lance Armstrong addenta la salita, la graffia, la sbrana, infine la divora. Come nei giorni migliori, come quattro, tre, due, un anno fa. La scalata verso Luz Ardiden, sui Pirenei, ultimo arrivo in quota del Tour de France, è cominciata da 4 km quando la maglia gialla si scrolla di dosso la ruggine e le impreviste paure di questi giorni e torna a fare quello che ha sempre fatto nelle sue stagioni da dominatore: attacca, e non ce n'è più per nessuno.
Il texano va via di agilità, come suo solito. Mayo, che gli sta dietro, molla dopo poche centinaia di metri. Ullrich, lo vede solo partire, poi basta. Vinokourov era già rimasto indietro sul Tourmalet, pagando in un colpo solo gli sforzi fatti ieri sul Peyresourde. La maglia gialla copre gli ultimi 9 km come fosse una cronoscalata, acchiappando e mollando subito dopo il francese Chavanel, stremato da una fuga iniziata 120 km prima, e allargando la forbice dei secondi tra sé e Ullrich, l'unico rivale che a ragione diceva di temere nella sua corsa verso il quinto Tour consecutivo: ai meno 7 dall'arrivo tra i due ci sono 24", poi 42, poi 56. ll tedesco recupera qualcosa nel finale, e basta per tenere ancora aperta la contesa: arriva terzo al traguardo, alle spalle di Mayo, staccato di 40", che diventano 52 grazie alla differenza tra i suoi 8" di abbuono e i 20" di abbuono conquistati da Armstrong col primo posto. Tra i due, ora, ci sono 1'07" di differenza: i 49 km a cronometro di sabato, da Pomic a Nantes, si incaricheranno di stabilire se sono oppure no sufficienti.
E' stata una vera impresa, quella del Cowboy sul Luz Ardiden. Perché arriva dopo giorni di difficoltà, passati all'angolo dove era stato stretto da Mayo, sulle Alpi, e poi da Ullrich e Vinokourov, a crono e sui Pirenei. E perché viene realizzata ripartendo da terra, nel vero senso della parola. Succede al terzo km dell'ascesa finale, quando Armstrong è già partito a ruota di Mayo, il primo a rompere l'equilibrio tra i migliori. In una curva, il freno destro del texano urta contro lo zainetto di uno spettatore, il manubrio compie un mezzo giro innaturale, la bici si piega e Armstrong cade, insieme con Mayo. Si rialza subito e riprende; davanti, Ullrich si era ritrovato in testa solo perché era stato bravo a scartare e a non rimanere coinvolto nel capitombolo, e qui il tedesco dà lezioni di sportività. Non approfitta dell'accaduto, ma aspetta l'americano, rallentando e voltandosi. Raggiunto, lo guarda filar via ma riesce comunque a rosicchiargli qualcosa negli ultimi chilometri e ora si giocherà a cronometro tutte le sue chances. E' finita invece per Vinokourov, attardato di 2'07" al traguardo e di 2'45" in classifica. Il Tour è storia a due, ed è giusto e bello che tra Armstrong e la leggenda ci sia il suo rivale di sempre.
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