Totentanz

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"Palantir"
00lunedì 4 settembre 2006 03:11


- TOTENTANZ -




Vi vedo uomini morti,

nella follia e nella disperazione

della vostra fine eterna,

senza confini,

immutabile.



Siete cento, mille, infiniti

come il passato dei secoli,

come il futuro dei millenni.

Le vostre celle marmoree

son fredde per il vostro respiro

implacabilmente represso.

La pazzia vi ha colti

nell’espressione del volto tumefatto:

ed uscite silenziosi dalle bare,

nella fredda notte d’inverno.


L’un l’altro vi specchiate,

vi appigliate con le ossa sonanti,

increduli bevete il freddo

che vi circonda, leggete

il vostro nome sulla tomba bianca,

ed in coro esclamate: - Siamo morti!

Siamo morti per sempre! -

Ed improvvisate correndo

una danza macabra,

la danza del destino umano,

l’orribile danza

che conclude le gesta terrene.




Quelli che esitano ancora,

vengon chiamati e sollevano

il pesante coperchio della loro bara:

- Danziamo! Danziamo la danza finale! -

Un’insormontabile muraglia vi separa

dalla vita passeggera dei vostri fratelli.

Anch’essi presto danzeranno con voi.



La fanciulla, esile e bruna,

ancora con le fattezze viventi,

con il suo piccolo corpo ancora caldo,

fa centro all’orribile cerchio osseo.



Ora le voci hanno tutte un’eco

profonda ed uguale: - Danziamo -.

L’esile fanciulla porge

i suoi lunghi capelli bruni

alle labbra disfatte dei freddi compagni.

- Baciatemi, prima che m’increspi,

prima che il mio calore si freddi eternamente.

Baciate le mie labbra ancora rosse di sangue vivo.

‘Carezzate l’ultimo calore del mio corpo.

Danziamo al fine. -

E tutti corrono e danzano

con la musica delle ossa.

Fanno cerchio alla bruna fanciulla,

il cui profumo la morte ancor non reprime

ma rende più intenso

come estremo dono.



All’alba quel profumo sarà distrutto,

ma la danza continuerà

più folta, più folle, più dannata.



Nina§
00lunedì 4 settembre 2006 14:39
Quando un’ombra vedrai danzare sulla luna,

quando i sepolcri tremeranno,

quando il gelo avvolgerà questo pianeta antico,

quando s’infuocherà il cielo,

quando vedrai danzare gli animali più feroci,

quando sangue pioverà dal cielo,

quando gli uomini saranno tutti morti,

allora tu potrai gridare,

allora io potrò vederti, toccarti, baciarti.



Non importa se ora la tua tomba

è sporca è abbandonata è profanata;

non importa, quel giorno verrà.



Senti?

Proserpina è frustata da Plutone,

ma non grida, non piange:

è lei che invoca quella frusta, quelle pene.

Vedi?

Troia è in fiamme

per colpa di una sola donna.

Vedi, vedi ora.

La Germania sta per conquistare

tutto questo miserabile pianeta.

Ma guarda! La Germania è in catene.

Ed ora non guardare, non guardare più:

chiudi gli occhi e dormi.

Quel giorno non è lontano.

Ora, dormi. Dormi.


Scherzo n.14

[da Opera Settima, 1967. Scherzo sul Prometeo di Franz Liszt].




-Jules-
00giovedì 7 settembre 2006 00:58
complimenti ad entrambi.
Mi sono piaciute molto.
grazie [SM=x131249]
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