Mostro Firenze,"Ulisse" il mandante
Vanni parla di "un nero americano"
Sarebbe un "nero americano", soprannominato "Ulisse", uno dei mandanti degli assassinii del mostro di Firenze. Dietro Pietro Pacciani e Giancarlo Lotti, condannati quali esecutori materiali dei duplici omicidi, potrebbe nascondersi un uomo che si sarebbe poi ucciso sparandosi alla testa in un bosco. Mario Vanni, l'unico dei "compagni di merende" ancora vivo, lo ha rivelato nel corso di una conversazione telefonica intercettata dal carcere.
Sulla scena sale così un nuovo personaggio, che sarebbe stato vicino ai mandanti dei delitti e che, sostiene Vanni, si sarebbe ucciso in un bosco nei pressi di San Casciano. L'ex postino lo descrive come un uomo alto e grosso, un "omone", che stava in America, ma di cui non conosceva la residenza fiorentina. Nella conversazione telefonica del 30 giugno 2003 con Lorenzo Nesi, uno dei principali testi di accusa al processo contro Pacciani, Vanni collega Ulisse a Lotti e gli attribuisce un ruolo attivo nei delitti ("c'è stato anche il Pacciani con le pistole, ma i morti li ha fatti il nero").
Dopo quella conversazione, però, ce ne sarebbero state altre, fino a settembre, che non sarebbero state depositate e in cui Vanni avrebbe via attribuito ad Ulisse ruoli di maggior peso nei delitti, fino ad avvicinarlo ai presunti mandanti e a ritenere che parte dei soldi arrivati a Pacciani in quel periodo sarebbero venuti da lui. Sulla base dei racconti di Vanni, gli investigatori hanno lavorato per cercare di chiarire il profilo di Ulisse. L'uomo sarebbe stato identificato: la sua morte risalirebbe ad alcuni anni fa.
Una conferma della sua esistenza e dei suoi legami con gli ambienti che si muovono intorno alla vicenda del mostro era venuta comunque da Gabriella Ghiribelli, una prostituta testimone chiave nell'inchiesta, che, secondo un rapporto depositato dal pm Canessa, avrebbe parlato di un americano che abitava a San Casciano, un certo "Uli" (diminutivo di Ulisse). Un uomo "non nero nero, ma più chiaro, con un orecchino al lobo sinistro" e che il Lotti avrebbe definito, parlando con lei, un po' "strano".
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