Torna Funari. Apocalittico più che mai

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liama
00lunedì 30 aprile 2007 08:31
Il ricordo dei sui due bambini: Tommaso di Parma e Samuele di Cogne Torna Funari. Apocalittico più che mai «È tornata la tv, la tv sono io, amici e nemici la fine del mondo è vicina, vicinissima. Sabato 23 maggio alle 23, 30» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

Gianfranco Funari durante la prima puntata di «Apocalypse show» (Ansa)
ROMA - Gessato blu, bombetta e bastone, seduto su un trono di velluto rosso, accompagnato da una voce registrata che recitava: 'È tornata la televisione, la televisione sono io'. Così è riapparso Gianfranco Funari sabato sera su Raiuno, dopo undici anni di assenza dagli schermi della tv pubblica, per dare l'avvio al suo Apocalypse Show.

L'applauso del pubblico, l'evidente commozione, poi il primo monologo, tra toni profetici e riferimenti al delitto del piccolo Tommy e al caso Cogne: «Amici e nemici carissimi, la fine del mondo è vicina, vicinissima, è cominciata l'apocalisse. Non vi siete accorti di niente - ha detto Funari - eppure tutti i giornali ne hanno parlato. I ghiacciai si sciolgono come tiramisù a Ferragosto a Rimini, le balene vanno su e giù nel Tamigi come se fosse via Veneto, in Kenya nevica. E noi non abbiamo ancora capito la gravità di due Torri Gemelle che ci sono cadute in testa. Siamo ancora al Vecchio Testamento, all'occhio per occhio, dente per dente... In duemila anni abbiamo fatto questo progresso? In confronto una pulce è una Ferrari».

«A me che me ne frega? Io sò già morto», ha detto ancora il conduttore. «Ma i bambini, i bambini... Ci sono due bambini che mi sono rimasti nel cuore: Tommaso di Parma e Samuele di Cogne. Quello di Parma lo conosciamo di più, di quello di Cogne ci sono poche fotografie. Ma quando sono diventati angioletti, si sono incontrati in Paradiso e si saranno chiesti: non era meglio che non nascevamo?». questo punto, la profezia: «Sabato 26 maggio alle 23.30 ci sarà la fine del mondo (è la data della quinta e ultima puntata dello show, ndr) e se non lo sapevate adesso lo sapete, perchè ve l'ha detto la televisione». Poi il via al conto alla rovescia, scandito da un enorme orologio digitale su una parete dello studio. «Che famo in queste cinque settimane? Famo quello che ce pare, dico quello che ce pare, su Raiuno alle 21 il sabato sera», ha concluso.

Non manca durante la trasmissione che ha visto le performance live di Lucio Dalla e Irene Grandi anche la «predica» contro i mediocri. «Guardatemi, sono molto vecchio, stanco e provato: ma finché avrò una sola idea originale sarò libero. Questo paese invece non ha più idee, le odia. L'Italia è il paese dei mediocri che hanno invaso tutto: politica, tv, giornali». Nulla di nuovo, sotto il sole...Nemmeno quando dichiara: «Un giorno ci sarà una sola tv, un solo programma, un solo tg. Anzi sta già accadendo. Non seguite il branco...» E via così.. È decisamente meglio l'intervista che Funari fa a se stesso, («perché doveva esserci Cossiga, ma prima la Rai ha detto no e lui sì, poi la Rai ha detto sì e lui no»). A sorpresa, tra un'apocalisse e una fine del mondo, l'istrione torna alle cose umane, alle viscere. Gianfranco chiede a Funari: «Qual è la cosa che te fa incazzà di più?». Risposta: «Non il fascismo, la guerra, la fame. Non perdonerò mai al destino di essere nato nello stesso secolo di Maurizio Costanzo».
29 aprile 2007

corriere.it
--MUTTLEY--
00lunedì 30 aprile 2007 14:08
Dai dati Auditel l'hanno cagato in pochi!
liama
00martedì 1 maggio 2007 11:37
[SM=x74580]
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