Tomas Tranströmer vince il Nobel per la letteratura 2011.

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Raphaela79
00venerdì 7 ottobre 2011 17:27
Il riconoscimento è andato al poeta svedese. Diventa l'emblema del post-modernismo e viene tradotto in oltre 50 lingue. Autore sconosciuto in Italia.
Se nei giorni scorsi era girata voce che il premio Nobel per la letteratura 2011 sarebbe potuto andare a Bob Dylan, durante la cerimonia di premiazione gli Accademici di Svezia hanno deciso di assegnare il riconoscimento al loro connazionale Tomas Tranströmer, esponente del post -modernismo.

Per l'impegno in campo politico-sociale, nonché per un maggiore impatto mediatico, i più erano pronti a scommettere sulla vittoria finale o di Bob Dylan o del libanese Adonis. Invece il premio Nobel è andato a uno svedese, nato a Stoccolma nel 1931, che per tutta la sua vita ha lavorato come psicologo in istituti di correzione e centri di riabilitazione.
Nel 1954, a soli ventitrè anni, il poeta esordisce con la raccolta 17 Poesie e da subito ottiene un successo insperato, tanto che le sue opere vengono tradotte in moltissime lingue.

Tranströmer viene definito il poeta dell'essenzialità: il suo linguaggio, tendente all'ermetismo, si richiama alla poesia giapponese haiku per ammissione del suo stesso autore.
Tra le sue opere principali ricordiamo För levande och döda (1989), Sorgegondolen (1996), Den stora gåtan (2004), The Great Enigma: New Collected Poems (2006), Galleriet: Reflected in Vecka nr.II (2007).

Tradotto in oltre cinquanta lingue, principale caratteristica di Tranströmer è quello di ricorrere a temi naturali e alle asperità del paesaggio scandinavo come spunto per riflettere sulla identità umana.
Nessuna opera completa del poeta svedese è stata tradotta in Italia: Tranströmer è stato pubblicato solo da Crocetti sulla rivista Poesia.

Tra i favoriti di questa edizione c'erano il poeta siriano Adonis, il 'nostro' autore giapponese Haruki Murakami (l'autore di "Norwegian Wood", era già in lizza per il premio 2010), gli americani Philip Roth, Thomas Pynchon, Cormac McCharty, l'indiano Salman Rushdie, l'israeliano Amos Oz, il somalo Nuruddin Farah. Tra gli italiani "papabili" Antonio Tabucchi e Claudio Magris.
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