Recensione di The last of us
The last of us è la maturità del genere videoludico. Connubia gameplay e trama nel modo perfetto. Sebbene le basi narrative e di gioco non siano le più innovative, è il modo in cui esse si intrecciano e procedono nello svolgimento del gioco che rende il gioco stesso qualcosa di indescrivibile. Per esempio, mentre ve le state dando di santa ragione con un nemico, Ellie ti dirà "attento a destra" se sta arrivando un nemico da quella parte, oppure gli tirerà un mattone per stordirlo. Nelle fasi meno concitate i due parlaranno praticamente tutto il tempo del più e del meno, rendendo il tutto estremamente realistico e via dicendo.
Il tipo di gioco è un survival, con qualcosa di horror, che però non è predominante. Il gioco, per non spoilerare nulla, è ambientato 20 anni dopo una pandemia causata da un fungo che colpisce il cervello umano, rendendoli fortemente aggressivi; basta un nulla, un morso, per essere infettati. Nel giro di pochi giorni la popolazione mondiale si è dimezzata e sono state costruite zone di quarantena dove vige la legge marziale, mentre altrove vivono sciacalli o piccoli gruppi automoni; il principale gruppo avverso all'esercito, negli USA, che mantiene il potere, è un gruppo paraterrostico chiamato le "Luci" (Fireflies, lucciole, in inglese). In questo contesto si innesterrà l'avventura di Joel ed Ellie.
In quanto a gameplay, bisognerà centilinare ogni materiale, perchè saranno rari, così come le munizioni; le armi da corpo a corpo finiranno per rompersi dopo troppi usi. Joel, inoltre, con questi materiali, di cui se ne possono portare solo 3 per tipo, potrà costruirsi degli oggetti, come medikit o bombe di chiodi. Ma dovrà fare attenzione a quello che costruisce: per esempio alcool e bende servono sia a costruire molotov che medikit... Allo stesso modo quando vorrà cambiare arma dovrà togliersi lo zaino e questo impiegherà tempo: infatti tutto avverrà in tempo reale, per cui bisognerà ponderare bene le proprie azioni. Perfino curarsi impiegherà del tempo. Sono inoltre presenti alcuni piccoli enigmi, ma più semplici di Uncharted; sarà inoltre possibile potenziare le proprie armi (che sono le più varie: archi, pistole, fucili etc.) con i materiali raccolti (una categoria a parte, gli ingranaggi) presso appositi banchi da lavoro, e per esempio costruire una seconda fondina per scambiare velocemente due pistole.
Dal punto di vista narrativo The last of us è un crescendo emotivo; lo sviluppo della trama, che temporalmente è di quasi un anno, vedrà approfondire progressivamente il legame tra Joel ed Ellie. La recitazione è incredibile, pari ad attori reali.
Tecnimamente risulta essere l'apogeo di questa generazione: texture, luci, ombre, effetti particellari spingono ogni oltre limite Playstation 3. Sebbene non si raggiunga la pulizia visiva dei computer di fascia alta, risulta comunque essere una gioia per gli occhi. Non ha l'impatto visivo di Uncharted 3 ma nel complesso la resa grafica, specialmente di luci, ombre ed effetti particellari è senza dubbio, seppur lievemente, migliore.
Non da meno il comparto sonoro che è eccelso: se un personaggio vi parlerà da venti metri non sentirete nulla, se sta alla vostra sinistra non sentirete nulla a destra e via dicendo. La colonna sonora è splendida, ed è curata da Gustavo Santaolalla.
Riguardo il finale (ATTENZIONE MEGA SPOILER):
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Ellie è l'unica persona ad essere immune alla malattia (è stata morsa ma non è successo nulla), e Joel ha fatto tutto questo viaggio per portarla dalle Luci che stanno cercando un vaccino. Joel però si è affezionato, e mentre Ellie sembra disposta a sacrificarsi, Joel non la vuole perdere dopo che all'inizio dell'infezione ha perso la figlia Sarah uccisa da un soldato. Perciò quando scopre che l'unico modo per estrapolare una cura è ucciderla, Joel come un pazzo uccide tutte le Luci che gli si parano davanti, ammazza il medico che stava per operarla, salva Ellie già sul letto operatorio e scappa con lei in braccio. La sequenza finale ricorda molto la scena iniziale in cui Joel portava in braccio Sarah poco prima di essere uccisa. Joel prende l'ascensore e scende verso il parcheggio dell'ospedale, dove incontra Marlene, capo delle Luci, che all'inizio del gioco le aveva affibiato la ragazzina per portarla lì in cambio di alcune armi (Joel faceva il contrabbandiere). Lei lo prega di lasciare la ragazzina, ma Joel, dopo averci riflettuto, le spara. Ellie si risveglia in macchina chiedendogli cosa è successo. Joel le dice che hanno trovato le Luci, ma mentendole aggiunge che esistevano molte altre persone immuni e che avevano smesso di cercare una cura, non riuscendo (cosa completamente falsa, visto che i medici erano sicuri che tramite Ellie avrebbero trovato un vaccino). Arrivati vicino al villaggio di Timmy, il fratello di Joel, Ellie lo ferma e gli chiede se quello che le ha detto è la verità. Joel, mentendo dice di sì e il gioco si conclude con lo sguardo perplesso di Ellie e lei che dice "Ok".
Il finale è secondo me semplicemente perfetto. Joel piuttosto che dare una speranza all'umanità decide di salvare Ellie che per lui è l'unica fonte di vita, e che gli ricorda molto la figlia Sarah. D'altro canto del destino dell'umanità non è molto interessato, visto quello che ha passato: ormai di umano non hanno più nulla, non fanno altro che ammazzarsi a vicenda per un po' di cibo e al contempo l'umanità gli ha strappato la figlia. Ellie d'altronde, come dice nel gioco, teme più di tutto il fatto di restar sola e vedendo morire tutte le persone care attorno a lei è disposta a sacrificarsi per dare una nuova speranza, ma al contempo vuole bene a Joel.
Sinceramente mi pare un finale incredibile, non è nè giusto nè sbagliato, è semplicemente "umano".