Tempio di Amon a Naga

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antonio crasto
00martedì 27 gennaio 2009 17:21
Nel tempio di Amon è presente la classica rappresentazione delle due divinità che tengono legato l'Alto e il Basso Egitto. Sono presenti però dei geroglifici che non riesco a leggere.
Al centro ci sono due cartigli che non ho trovato nell'elenco dei faraoni. Altrettanto strani sono i geroglifici spra le teste delle due divinità.
Help Help Help
Grazie Antonio
FrAnkh
00lunedì 2 febbraio 2009 16:01


Le iscrizioni presentate da Crasto, che provengono dal tempio di Amon a Naga, in Sudan, sono in meroitico. Ricordo che la civiltà meroitica si sviluppò in Nubia dopo la fuga del faraone Tanutamon (Tantamani) davanti alle truppe Assire di Assurbanipal. Questa civiltà durò circa 1200 anni, dal 650 a.C. al 550 d.C.. Ora, il meroitico, che non è stato ancora decifrato, si avvale dei segni geroglifici egiziani, però rivisti e reinterpretati. Che vi sia stata una reinterpertazione lo dimostra la scena presentata da Crasto, dove a legare i simboli dell’Alto e Basso Egitto non sono Horus e Seth, come nell’Egitto classico, bensì Horus e Thot. E poi molti segni hanno una fonetica diversa da quella che conosciamo. Così ad esempio l’oca, il segno G39, si legge ‘k’ anziché ‘s3’, e il lago , segno N37, non è ‘S’, (‘sh’), ma ‘r’. Alla luce di quanto detto, si capisce bene che certe situazioni grafiche debbano essere interpretate. Veniamo quindi alle iscrizioni. L’iscrizione A dell’immagine, che si legge da destra verso sinistra, è, nella prima parte, abbastanza chiaro: si tratta del ben noto appellativo di Horus ‘Behedety’; dopo viene ‘neter’ seguito da un segno che interpreterei come un ‘aA’ (segno O29a), traducendo la lucuzione come ‘dio grande’, epiteto questo comune per Horus. Il segno successivo presenta problemi pressoché insormontabili. Potrebbe essere il segno H16a dell’elenco di Hannig, però non sono sicuro. Comunque, essendo una parte del viso di Horus, dovrebbe avere una qualche attinenza con questo dio, visto anche che l’iscrizione si riferisce a lui. Veniamo alla parte B dell’immagine. Il primo gruppo di segni, che si legge questa volta da sinistra verso destra, prsenta il ‘neb’ con sotto sei barrette. Qui bisogna interpretare. Io l’ho visto così: siccome Thot è il ‘Signore degli otto’, questo suo titolo in egiziano classico viene raffigurato col ‘neb’ con sotto otto barrette. Qui, le barrette, sempre alla luce della diversa interpretazione dei segni geroglifici nella lingua meroitica, sono solo sei. ma credo che il principio sia questo. Segue un ‘neb’ con sotto il segno ‘neter’ seguito da un segno misterioso, che non compare negli elenchi che noi conosciamo. Io penso che possa essere un ‘Medu’, cioè ‘parole’: infatti uno dei titoli di Thot è ‘Signore delle parole divine’, che si adatta benissimo a questa iscrizione. Seguono infine i segni M44 (‘spd’, ‘scaltro, abile’) e il ben noto S34, la ‘vita’. La traduzione della locuzione dovrebbe dunque essere: ‘abile nelle cose della vita’, che è un altro titolo di Thot. Parliamo ora dei cartigli. Il cartiglio C, che ho ripreso dalla pubblicazione di Gauthier, tenuto conto della diversa grafia del meroitico rispetto all’egiziano, si legge: ‘n t k m (i) n’, Natakamani, direi. Per il cartiglio D: ‘m (i) n te e r’. Amanitore, moglie del precedente.
antonio crasto
00lunedì 2 febbraio 2009 16:25
Grazie FrAnkh,
come al solito esauriente e ben documentato.
Antonio
Maurizio Giudice
00lunedì 2 febbraio 2009 18:04
Ottima spiegazione !!!

Anche se non credo che ci sia stata la volontà di rappresentare la contrapposizione di Horus a Seth, come simboli dell'Alto e Basso Egitto, anche se in versione rivista e reinterpretata come dice FrAnkh ma quella di raffigurare la dualità tra il giorno e la notte.
Quindi Horus come rappresentante del giorno e Thot della notte.
Concetti che vengono ripetuti diverse volte all'interno del tempio.

Maurizio


antonio crasto
00lunedì 2 febbraio 2009 19:45
Mi sembra di ricordare che le due divinità, Horus e Thot, furono scelte anche nel tempio di Ramesse III a Medineth Abu. Forse si può cogliere la volontà di sostituire il dio Seth come rappresentante dell'Alto Egitto.

La dualità Horus/Sole e Thoth/Luna andrebbe approfondita per vedere se la rappresentazione possa avere, oltre ad un simbolismo geografico, anche quello temporale.
-Kiya-
00lunedì 2 febbraio 2009 20:58
Re:
antonio crasto, 02/02/2009 19.45:

Mi sembra di ricordare che le due divinità, Horus e Thot, furono scelte anche nel tempio di Ramesse III a Medineth Abu. Forse si può cogliere la volontà di sostituire il dio Seth come rappresentante dell'Alto Egitto.






A tal pro, non si potrebbe considerare anche l'ipotesi politica?
Sappiamo che Thot è considerato quale capo dell'ogdoade,quindi Demiurgo, nella cosmogonia Ermopolitana.
E' possibile, quindi, ipotizzare che la presenza di Thot in luogo di Seth, stesse a significare un rinato potere della città del Medio Egitto?

Mi pare, inoltre, che proprio Ermopoli ebbe un certo ruolo per la salita al potere di Meroe. Non era una delle 5 città governate da un sovrano pseudo-indipendente, quando Re Piankhy (etiope) invase l'Egitto, sconfiggendolo e riconducendo i 5 Re al rango di Governatori? Da lì poi scaturì il tentativo di riallacciare i rapporti con la Siria che indussero Assurbanipal ad intervenire.

Con riferimento alla presenza di Thot a Medinet Habu, invece, la cosmogonia Ermopolitana non fu di "ispirazione" a Tebe che la adattò in favore di Amon? E' possibile considerare quindi una sorta di assimilazione tra i due Demiurghi?
antonio crasto
00lunedì 2 febbraio 2009 21:25
Forse una statistica della rappresentazione di Thoth al posto di Seth può essere utile. Provo a vedere se trovo qualcosa per i templi di Ermopolis.
Sarebbe il caso di vedere se il fatto si ripete a Karnak e Luxor. Da una prima occhita sembra che a Luxor le due divinità siano state sostituite dal dio Api.
-Kiya-
00lunedì 2 febbraio 2009 21:40
Il legame tra Horus e Thot è comunque da ritenersi molto forte.
Grazie a Thot, che conquista i cosiddetti 5 giorni epagomeni, ha luogo la nascita dei figli di Geb e Nut.
E' l'intervento di Thot a guarire l'occhio che Seth strappò a Horus, rimettendolo al suo posto. Non ultimo, poi il fatto che Thot sia il detentore del 64esimo mancante alle frazioni dell'occhio di Horus, per ricomporre l'intero.
Thot è inoltre colui che pose termine alla distruzione degli uomini, comandata da Ra, poi pentito, intervenendo per placare l'ira di Sekmet.
Insomma Horus rappresenta certo il bene che prevale vittorioso, ma nulla sarebbe possibile senza la magia di Thot.


Se non erro, Karnak ospita un bassorilievo dell'epoca di Ramesse II in cui il sovrano si fece immortalare proprio in compagnia di Thot, Sekmet e Horus e vi rappresenta il suo "albero genealogico".
-Kiya-
00lunedì 2 febbraio 2009 22:18
Ho rilevato tracce di un culto molto forte riservato a Thot di Pnubs, ovvero Kerma, regione Nubiana.

Cercherò approfondimenti in merito
Maurizio Giudice
00martedì 3 febbraio 2009 10:59
Ritengo che decontestualizzare le due entità sacre, dal prodotto architettonico, possa rendere più complicata la comprensione del loro significato.
Pertanto, leggere l'opera come prodotto unitario basato sulla sintassi compositiva, sul linguaggio architettonico e sul codice permette di penetrare con più facilità all'interno dell'unicum morfologico che l'architetto del periodo ha assemblato nell'opera progettata.
Come sottolineato nell'intervento precedente Horus e Thot non rappresentano l'Alto e Basso Egitto ma più semplicemente sono la rappresentazione del Sole e della Luna.
La loro contrapposizione o meglio la tensione tra i due elementi trova, anche, nella corda tesa la raffigurazione di questo concetto e nel nodo il giusto equilibrio tra forze che sono in antitesi tra di loro.
In questo caso è possibile estendere il concetto al cartiglio soprastante, infatti, il compito del faraone egiziano o del re meroitico, come prosecutore della cultura egizia, è quello di assicurare il benessere ai propri sudditi facendo rispettare la Legge e quindi il Maat.
Quando si verifica la contrapposizione o il giusto equilibrio tra il giorno e la notte?
La risposta è agli equinozi.
Così verificando l'orientamento del Tempio sul posto è possibile notare che questo si sviluppa secondo una direttrice che da ovest va verso est.
Quindi l'orientamento est-ovest racchiude già alcuni concetti che l'architetto del periodo ha enfatizzato con l'ausilio di altri elementi simbolici e non.


-Kiya-
00martedì 3 febbraio 2009 12:57
Innanzitutto, Maurizio, non credo di averti ancora accolto come dovuto. Pertanto colgo l'occasione per porgerti il mio benvenuto tra noi.

Ora veniamo all'argomento trattato qui, che si prospetta sempre più interessante.
In effetti non vi è alcun riferimento al Basso Egitto.

Nella parte bassa del rilievo è evidente la presenza, unicamente, del loto, in entrambe le posizioni, mentre non compare il papiro.

Trovo indubbiamente affascinante l'ipotesi della rappresentazione di giorno e notte, attraverso la rappresentazione di Horus e Thot.
Rappresentazione che Maurizio segnala come più volte ripetuta all'interno del Tempio. In quali altri ambiti è possibile cogliere questo dualismo e come si espresse l'architetto in tal senso, per rendere quel messaggio (sempre limitatamente al Tempio in oggetto)?

Con ciò non iintendo naturalmente bocciare questa teoria che, come ho detto, mi pare più che attendibile. Ma vorrei quanto meno tentare di cogliere altre possibilità, sempre nel rispetto del tipico dualismo egizio. Penso, ad esempio, al fatto che a Thot sovente furono attribuiti caratteri funerari, potremmo dire che rivestì connotazione Osiriaca, praticamente.
Alla luce di ciò, aggiunto all'importanza che Thot ebbe in quelle regioni, non si potrebbe considerare la possibilità che si intendesse rapresentare la Giustizia, la Verità e quindi, come anticipato da Maurizio effettivamente la Maat, attraverso le due divinità che presiedevano al Tribunale Divino?
pizia.
00martedì 3 febbraio 2009 16:30
Re:
Maurizio Giudice, 03/02/2009 10.59:

Ritengo che decontestualizzare le due entità sacre, dal prodotto architettonico, possa rendere più complicata la comprensione del loro significato.
Pertanto, leggere l'opera come prodotto unitario basato sulla sintassi compositiva, sul linguaggio architettonico e sul codice permette di penetrare con più facilità all'interno dell'unicum morfologico che l'architetto del periodo ha assemblato nell'opera progettata.



Agli equinozi, acuta osservazione, Thot e Horo hanno lo stesso dominio sul tempo...
Effettivamente decontestualizzare la singola immagine dall'intero contesto in cui è stata inserita può complicare le cose e portare su una strada sbagliata, attribuendo a Thot e Horo aspetti diversi da quelli esposti in questa raffigurazione.
Vice-versa, se è vera l'ipotesi di Maurizio, con Thot-Luna e Horo-Sole, potremmo indagare perché sia stato sottolineato questo aspetto, partendo dal dato di fatto, cioé l'oggettiva traduzione dei geroglifici fatta da FrAnkh.

Il bassorilievo può essere ragionevolmente datato al regno dei sovrani nominati nei cartigli, e se sì, è stato scolpito ex novo oppure è il risultatao di rimaneggiamenti su una vecchia raffigurazione?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe sapere qualcosa di più sulle fasi costruttive del complesso, sulle unità stratigrafche ed altri dati oggettivi.

Ma la solita raffigurazione di Seth e Horo come Alto e Basso Egitto poteva non rispondere più alle esigenze politiche e religiose durante il regno di Natakamani e Amanitore, dunque l'immagine simbolo, usata da secoli potrebbe essere stata modificata per sorvolare sulla questione delle Due Terre, in quanto durante il regno dei sovrani nubiani le terre avrebbero dovuto essere tre, delle quali, l'ultima aggiunta, non meno importante delle altre due.


antonio crasto
00martedì 3 febbraio 2009 17:21
In realtà già nel Nuovo Regno Seth fu sostituito da Thoth o entrambe le divinità furono sostituite dal dio Api.
In queste sostituzioni si può cogliere un primo tentativo di abbandonare il concetto delle due Terre, protette da Horus e Seth, per passare a un'idea più astratta del sovrano responsabile della Maat nei confronti dell'Egitto.
Da qui il passaggio alla continuità temporale della Maat nel nome di Ra è abbastanza breve. I sovrani meroiti si ritenevano i custodi della civiltà egizia per cui potrebbero aver ancorato la Maat all'equinozio di primavera.
pizia.
00martedì 3 febbraio 2009 17:57
Ma la sostituzione dei due con Hapi potrebbe avere una ragione conservatrice dell'unione delle Due Terre, espressa con una nuova iconografia in cui il Nilo unisce i simboli dell'Alto e del Basso Egitto.
Invece la sostituzione di Seth con Thot mi è sempre sembrato un indizio carico di significati da indagare, fra i quali l'ampliamento dello stato a molte terre, non più due, oppure l'abbandono definitivo di vecchie divisioni totemiche aggrappate all'identificazione delle parti con la divinità patrona.
Un'operazione così, se voluta dai ramessidi sottintende qualche intento imperialistico, facilmente attribuibile anche a molti altri sovrani del Nuovo Regno, mentre adottata dai nubiani prende altre sfumature, alle quali non avevo mai pensato.
Maurizio Giudice
00martedì 3 febbraio 2009 19:21
Ringrazio Kiya per le parole di benvenuto e per l'ospitalità.
Sono un architetto e da circa 20 anni mi interesso di archeologia però non secondo le metodologie tradizionali ma seguendo la relazione che intercorre tra architettura, astronomia, simbologia ed energia.
Sono questi gli elementi che mescolati tra di loro danno origine all'opera architettonica.
Questa, deve essere considerata come la trasformazione del messaggio spirituale che è etereo in messaggio plastico, cioè visibile e tangibile, che molto più semplicemente può essere associata al Dio trasformato in materia.
Ora il discorso diventa sempre più complicato e devo capire cosa devo fare per inserire delle foto ma se avete in numero 3 di Fenix leggete il mio articolo a pag. 70 così alcuni concetti risulteranno più semplici.
-Kiya-
00martedì 3 febbraio 2009 20:18
Per Maurizio:

trovi indicazioni per inserire immagini, a questo link

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=66845&f=66845&idd...

Ci si legge più tardi per continuare con la discussione ;)

-Kiya-
00martedì 3 febbraio 2009 21:08
Rieccomi e ... scusate, ma mi sto un po' perdendo nei ragionamenti.
Ho l'impressione che stiamo sovrapponendo argomentazioni differenti.
Da una parte quella che riguarda la sostituzione di Seth con Thot, attestata nel Nuovo Regno, in cui comunque i riferimenti all'Alto e Basso Egitto mi pare siano ancora esplicitati dalla presenza delle relative simbologie. Dall'altra, invece la rappresentazione di Thot, accanto a Horus, con riferimento esclusivo ed esplicito all'Alto Egitto, come nel caso del rilievo proposto in apertura, al quale si sta tentando di dare interpretazione.
Sbaglio, o si tratta effettivamente di argomentazioni distinte?
-Kiya-
00martedì 3 febbraio 2009 22:31
Re:
Maurizio Giudice, 03/02/2009 19.21:


Sono un architetto e da circa 20 anni mi interesso di archeologia però non secondo le metodologie tradizionali ma seguendo la relazione che intercorre tra architettura, astronomia, simbologia ed energia.
Sono questi gli elementi che mescolati tra di loro danno origine all'opera architettonica.
Questa, deve essere considerata come la trasformazione del messaggio spirituale che è etereo in messaggio plastico, cioè visibile e tangibile, che molto più semplicemente può essere associata al Dio trasformato in materia.
Ora il discorso diventa sempre più complicato e devo capire cosa devo fare per inserire delle foto ma se avete in numero 3 di Fenix leggete il mio articolo a pag. 70 così alcuni concetti risulteranno più semplici.



Qualcosa nella descrizione della tua metodologia mi ha riportato alla mente i principi armonici trattati da Swaller De Lubicz nel suo "Il Tempio dell'Uomo".
Purtroppo non posseggo la rivista indicata. Se però fossi disponibile a riassumere i contenuti dell'articolo in questione, te ne sarei infinitamente grata (nel caso apri una discussione dedicata nella sottosezione riservata all'editoria ;) )


Maurizio Giudice
00mercoledì 4 febbraio 2009 12:42

La lettura delle due fotografie proposte da Antonio mi porta a notare che ci troviamo di fronte, molto probabilmente, allo stesso concetto anche se la seconda rappresentazione ci dà qualche indicazione in più.
Da una prima lettura sulla composizione delle raffigurazioni noto che Thot una volta è a destra mentre la volta successiva è a sinistra ed ovviamente il contrario per Horus.
Questo, molto probabilmente, è un particolare di poco conto ma già differenzia le due riproduzioni simboliche.
Inoltre nel caso di Naga il re meroitico è rappresentato dal cartiglio ed essendo questo espresso con i geroglifici l'immagine risulta statica in quanto non esiste nessuna propensione, da parte del re, verso una delle due entità divine. Quindi ci troviamo di fronte all'equilibrio assoluto: sia concettuale che visivo.
Nella seconda rappresentazione il faraone rivolge il suo sguardo a Thot.
Questo atteggiamento mi induce ad una doppia lettura:

- le figure egizie sono sempre di profilo e quindi è naturale che il faraone debba rivolgersi o alla sua destra o alla sua sinistra però alla base non esiste nessuna intenzione nel favorire una delle due divinità quindi l'immagine è da considerare simile a quella statica di Naga;
- diversamente lo sguardo rivolto verso Thot indica la figura predominante della scena ed allora ci troviamo di fronte ad un altro significato e quindi nonostante le due immagini siano apparentemente simili presentano significati diversi.

Nella rappresentazione di Naga la tensione delle corde si scarica su di un nodo mentre stessa lettura non può essere fatta nella seconda perchè lo stato di degrado non permette di leggere il particolare.

La seconda rappresentazione è totalmente circondata dai geroglifici è sarebbe bello se FrAnkh ci illuminasse sulla descrizione.

Come ultima indicazione riporto la presenza del Maat nella parte alta al disopra della testa del faraone.
Quindi anche questo elemento serve ad inquadrare il messaggio insito nel bassorilievo.


antonio crasto
00mercoledì 4 febbraio 2009 13:07
Maurizio complimenti per le tue considerazioni!
Ho zoomato sull'immagine di Karnak, il particolare è poco chiaro, ma sicuramente si tratta di un nodo fatto con gli steli delle due piante.
Bisogna sicuramente tener conto dell'altissimo simbolismo dell'arte egizia. Nulla era lasciato al caso e se il faraone si fece rappresentare in quel modo, doveva avere le sue buone ragioni.
Avete inoltre notato i due strani nastri sulla testa del faraone?
Maurizio ritieni che l'avvoltoio voglia indicare il Maat?
Antonio
-Kiya-
00mercoledì 4 febbraio 2009 13:46
Personalmente, non credo che l'avvoltoio sia impiegato con il significato di Maat, ma con quello tradizionale di Nekhbet, protettrice dell'Alto Egitto, la cui rilevanza crebbe roprio quando "scomparve" Seth.
Confermo la presenza del loto e del papiro. Anomalo il fatto che sembra siano invertiti in questa immagine. Horus stringe infatti il Loto, mentre Thot il Papiro.
E' proprio la raffigurazione del loto e del papiro a risultare opposta. Di norma, infatti il papiro è a sinistra, mentre il loto compare a destra. Resta da valutare se si è inteso seguire un particolare ordine geografico, ponendo prima l'Alto Egitto rispetto al Basso, o se si è, invece, inteso sottolineare che in quel momento l'Alto Egitto prevaleva sul Delta.
Maurizio Giudice
00mercoledì 4 febbraio 2009 16:59
No Antonio le ultime due righe non devono essere prese in considerazione il discorso era più lungo poi taglia e cuci è rimasta questa frase che doveva essere cancellata ma data l'ora ho impostato pensando di averla cancellata.






Maurizio Giudice
00mercoledì 4 febbraio 2009 17:46












Maurizio Giudice
00mercoledì 4 febbraio 2009 18:04
Re:

Veduta dell'ingresso del Tempio di Amon


antonio crasto
00mercoledì 4 febbraio 2009 18:19
Ho verificato che l'immagine presentata nel "l'Antico Egitto" a cura della Bresciani, pag. 310 mostra Horus a sinistra e Seth a destra.
Dalla parte di Horus c'è la stessa pianta dell'immagine con Thoth.
Sto pensando invece che la differente posizione di Horus sia dovuta a un ribaltamento della foto (quando si facevano i disegni ciò non succedeva).

Posto pertanto un'immagine ribaltata anche se mi riservo di verificare a Karnak la vera rappresentazione.

antonio crasto
00mercoledì 4 febbraio 2009 18:26
Nell'immagine del tempio di naga le piante tirate da Horus e Thoth sembrano uguali.
Ciò potrebbe sottintendere che non si volle rappresentare il papiro e il loto (Alto e Basso Egitto), ma la loro Terra, il Sudan.
antonio crasto
00mercoledì 4 febbraio 2009 18:42
Per completezza inserisco la rappresentazione in cui le due divinità furono sostituite da dio Api.
FrAnkh
00giovedì 5 febbraio 2009 14:15

Ho visto l'iscrizione dell'immagine postata da Antonio Crasto il 03.02.2009, ripetuta ribaltata appena qui sopra, e penso, con un po' di pazienza, di poterne fare la traduzione, compatibilmente con le difficoltà oggettive di lettura del testo, che in alcune parti si pesenta rovinato ed in altre assai poco leggibile.

Tanto per cominciare, il nome de faraone è illeggibile. Di quale re si tratta?

Vedo poi più avanti che questa reffigurazione si trova nel tempio di Karnak. Bisognerebbe sapere con una certa precisione in quale parte del tempio si trova: questo, in assenza di altre informazioni, potrebbe essere utile per poter stabilire il nome del re.

E poi, io non l'ho mai vista, e, dato l'interesse che essa riveste e considerata la sua bellezza estetica, mi piacerebbe vederla sul posto non appena tornerò in Egitto [SM=x822712].


Maurizio Giudice
00giovedì 5 febbraio 2009 15:11


Naga: sito archeologico - Naga, tempio di Apedemak (leone ...


Su questo sito, sotto la fotografia, è possibile vedere, nella mappa satellitare, il Tempio di Amon dall’Alto.
Si può constatare, anche da casa, il perfetto orientamento Est-Ovest.

antonio crasto
00giovedì 5 febbraio 2009 17:03
Ho controllato la sequenza delle immagini.
Siamo nella sala ipostila. Il muro corto a destra entrando dal 1° pilone.
Il faraone devrebbe essere Ramesse II!!!
L’immagine da me postata è un’elaborazione. Riporto l’immagine più grande e con i colori reali.
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