Telecom/Tim: scorporo e cessione del 50% delle azioni a...?

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SilviaLaPupattola
00giovedì 14 settembre 2006 22:37
TELECOM/TIM


Oh.. oh.. ooooohhh!!!!

Non ci posso credere...
Voi che ne pensate a proposito?!
Io sinceramente sono sbigottita..
E se le quote andranno in mano a grandi aziende straniere?..

hmm..
Alle37
00venerdì 15 settembre 2006 08:17
Re:

Scritto da: SilviaLaPupattola 14/09/2006 22.37
TELECOM/TIM


Oh.. oh.. ooooohhh!!!!

Non ci posso credere...
Voi che ne pensate a proposito?!
Io sinceramente sono sbigottita..
E se le quote andranno in mano a grandi aziende straniere?..

hmm..


e se fosse?
sai bene che comandano i soldi, mica i valori
Alle37
00venerdì 15 settembre 2006 08:34
Leggi e vedi come al TUO governo piacciano i poterfi forti (Intesa-San Paolo, Telecom-Tim)

L'articolo è preso dal Corriere, che avendo Padoa-Schioppa come EDITORE, tende a minimizzare.

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«Prodi non sapeva nulla del piano Telecom»
Parla Rovati, consigliere del premier: «La responsabilità di questo studio di riassetto è solo mia. Neanche Prodi lo ha analizzato»


ROMA - «Prodi non sapeva nulla, il piano di riassetto di Telecom Italia è solo opera mia» A parlare è Angelo Rovati il consigliere del premier Romano Prodi, che scende in campo in difesa del presidente del Consiglio.
«La responsabilità di questo studio artigianale è solo ed esclusivamente mia. Neanche Prodi lo ha analizzato» ha dichiarato Rovati che aggiunge di aver fatto conoscere questo studio all'amministratore delegato e primo azionista di Telecom Italia Marco Tronchetti Provera e di avergli detto «che lo avevamo solo io e lui».
Il consigliere economico di Prodi Angelo Rovati (Ansa)
Il consigliere economico di Prodi Angelo Rovati (Ansa)
NESSUN COMPLOTTO - «Se avessi avuto intenti coercitivi o se fossi pedina di un complotto, sarebbe stato da cretino mandare lo studio al diretto interessato per condizionare società o azionisti. Non avevo questa intenzione» ha poi aggiunto Rovati.
IL RUOLO DI GOLDMAN SACHS - Il consigliere politico-economico di Prodi ha poi voluto precisare alcune notizie pubblicate sull'intera vicenda: «Si è detto che questo studio è stato commissionato da me alla Goldman Sachs, ma io non ho i soldi per pagare questa società per fare uno studio, si fa pagare molto caro. Si è scritto che Costamagna è l'ispiratore, ma Costamagna entra in questa vicenda in queste vesti: è un mio carissimo amico, che stimo per capacità personali e professionali, e sono sicuro che anche Prodi lo stima. È stato in Goldman Sachs, ma questo non significa che tutto quello che facciamo è riportabile a Goldman Sachs. Lui è esclusivamente l'advisor di Rupert Murdoch, con il quale ha un'amicizia e una frequentazione molto antica». «Si è scritto inoltre - aggiunge - che ci sono banchieri d'affari che vanno in giro a dire molte cose. Se siamo arrivati al punto che banchieri d'affari fanno chiacchiere di portineria, significa allora che siamo arrivati molto in basso, che siamo in gravi difficoltà. Si è scritto inoltre che avrei parlato con un alto dirigente del gruppo Caltagirone, ma non conosco nessun alto dirigente di quel gruppo. Conosco solo Caltagirone, che ritengo persona degna e molto riservata.
GOVERNO LIBERISTA - Rovati vuole poi ribadire che «Palazzo Chigi non era assolutamente informato di nulla». «Io ero informato - continua - Palazzo Chigi non conosceva questo dossier». «Prodi - aggiunge ancora - ha a cuore soprattutto l'interesse del Paese e delle aziende ed è il più grande liberista che ci sia in Italia. Mi dispiace che questa roba qui, che è una buffonata, sia stata strumentalizzata per altri fini». Rovati conclude con un'altra considerazione su Tronchetti Provera: «È stato uno dei pochi imprenditori italiani che ha avuto il coraggio di accorciare la rete di controllo della società e di renderla contendibile. La società è contendibile e lui lo sa, ma ha avuto lo stesso questo coraggio e bisogna dargliene atto».
PRODI: NIENTE DI NUOVO - Dal canto suo Prodi parlando con i cronisti a Canton della vicenda Telecom e delle notizie pubblicate dai quotidiani italiani ha detto: «Non è successo niente di nuovo. Ho fatto ieri le mie dichiarazioni puntuali, precise e rigorose. Non c'è da aggiungere nè da togliere una sillaba».
BERLUSCONI: «ECCO LA VERA NATURA DEL GOVERNO» - «Sono allibito, se avessimo fatto noi una cosa del genere chissà cosa avrebbero detto», e invece «loro si permettono di fare dichiarazioni» su una società quotata in borsa «a mercati aperti». È questa, secondo quanto si apprende, la reazione di Silvio Berlusconi sugli ultimi sviluppi della vicenda Telecom. «Una cosa è certa», ha osservato il leader dell'opposizione secondo quanto riferito da fonti parlamentari di Fi, «in questa vicenda sta venendo fuori la vera natura» di questo governo, che pensa di «intervenire nelle scelte di società private». Poi ha lasciato la parola "ai suoi", e ne è uscito un vero fuoco di fila di commenti è vento da tanti esponenti del partito di Berlusconi, concordi nell'accusare il governo di comportarsi come se Palazzo Chigi fosse una «merchant bank».
«O Prodi è un bugiardo, oppure è un pollo». Va giù duro il Presidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli, a proposito della vicenda Telecom. E non sono da meno altri esponenti dell'opposizione, alcuni dei quali si spingono a chiedere le dimissioni del premier. «A questo punto o si dimette Rovati oppure si dimette Prodi» sentenzia il senatore leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato. E Storace (An): «Ma Rovati è omonimo del capo organizzativo della macchina elettorale dell'ormai pro-tempore presidente del Consiglio, quello che chiedeva milioni di euro ai partiti del centrosinistra? Li chiedeva solo a loro?». «Le bugie di Prodi hanno le gambe corte - rincara il senatore di Forza Italia Paolo Guzzanti -. Rovati ha tenuto Prodi all'oscuro di tutto. Ma cerchiamo di essere seri... Le sue motivazioni sono talmente fuori dalla realtà, che sono una presa in giro all'intelligenza degli italiani». Pesante anche il commento di Jole Santelli, deputata di Forza Italia: «Prodi non sa mai nulla. È un classico: non sapeva nulla dei fondi neri Iri dinanzi a Di Pietro che lo interrogava; non sapeva nulla degli accordi di Telecom Serbia. Ora, naturalmente, non sa nulla del piano di riassetto Telecom».
15 settembre 2006
Alle37
00venerdì 15 settembre 2006 08:37
ahh chiaro: si stanno sdebitando della campagna elettorale!!!!!
Alle37
00venerdì 15 settembre 2006 08:38
leggere, leggere.........
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IL VECCHIO VIZIETTO DEL PROFESSORE
di Maurizio Belpietro

Non si può dire che Romano Prodi abbia un eloquio particolarmente brillante. Ai microfoni delle tv risponde sempre come se fosse in preda a una sorta di torpidezza, che non gli fa trovar le parole. Quelle poche che alla fine recupera gli escono dalle labbra come sospinte da sbuffi e brontolii. L’oratoria al Valium si accompagna però a una discreta velocità nel mettere in piedi spericolate operazioni di ingegneria finanziario-industriale. Se c’è un affare ardito da concludere il Professore è un fulmine. Ricorderete tutti quanto poco gli ci volle per vendere la Sme a Carlo De Benedetti, nonostante fino al giorno prima avesse giurato che mai l'avrebbe ceduta, e come in un amen abbia fissato il prezzo che – sia detto incidentalmente – era di gran lunga inferiore a quello che venne spuntato anni dopo, a svendita scampata. Rammenterete certo anche un’altra allegra operazione, quella della Cirio, ceduta in un batter di ciglia a un signore con poca arte e ancor meno parte, che la rivendette nonostante gli accordi presi gli impedissero di farlo, avviandola al disastro che è risaputo.
I due episodi mi tornano in mente in queste ore, mentre sta scoppiando il Telecomgate, ossia il pasticcio del piano di ristrutturazione della società dei telefoni messo a punto nelle stanze di Palazzo Chigi. Ufficialmente a elaborare il fantasioso progetto, in base al quale la Cassa depositi e prestiti (in parole povere, lo Stato) avrebbe dovuto comprare da Telecom il 25-30 per cento di rete, centraline e cavi telefonici, in cambio di 5 o 7 miliardi di euro, è stato Angelo Rovati, un giovanottone di 60 anni che si è a lungo occupato di raccogliere denaro per finanziare le gite in pullman di Prodi. In America li chiamano fund raiser, raccoglitori di fondi, e Rovati di fondi per il Professore ne ha raccolti davvero parecchi. È lui che gli ha finanziato la campagna elettorale.
Adesso Rovati, ex campione di basket e fresco sposo della stilista di sinistra Chiara Boni, è consulente e consigliere del principe, pardon del premier. E come tale avrebbe stilato il piano per dare soldi a Marco Tronchetti Provera in cambio di un pezzo di rete, ma soprattutto di una longa manus infilata dentro uno dei più grossi gruppi industrial-finanziari del Paese, che in sovrappiù ha anche tre televisioni e una buona partecipazione nel Corriere della Sera.
Che Prodi brighi con le banche e con i media è noto, al punto che per la fusione tra San Paolo e il fu Banco Ambrosiano si è parlato di una Santa Romano Intesa. Ed è noto perfino che gli piacerebbe ridisegnare gli equilibri editoriali, dalla Rai giù giù fino a La7. Ma che per inseguire i sogni del Romano Impero fosse disposto a rimettere in movimento la Cassa depositi e prestiti per trasformarla nella piccola Iri, no, questo non si sapeva. Certo, ora Rovati dice che l’idea era sua, che si trattava di un innocente passatempo serale su cui s’è esercitato con un amico tra un bicchiere di lambrusco e una fetta di mortadella, così, tanto per ingannare il tempo e anche gli italiani. Prodi naturalmente non ne sapeva niente, lui se c’era, a Palazzo Chigi, dormiva.
Quello di Rovati era un gioco, consegnato su carta intestata del governo, che se realizzato sarebbe costato 14mila miliardi di vecchie lire, ma pur sempre un gioco. Il castello di carte con cui giocava il fund raiser dell'Unione è andato a gambe all’aria perché Tronchetti Provera invece di mettersi nelle mani degli scommettitori d’azzardo ha preferito giocare i suoi assi.
La storia dirà se le carte del capo di Telecom saranno sufficienti per vincere la partita. Per ora si sa solo che a perderla cercando di taroccare il mazzo sono stati Prodi e i suoi consiglieri. Il presidente del Consiglio prima ha detto che del nuovo assetto di Telecom non era stato informato, poi ha aggiunto che Tronchetti Provera gli aveva riferito qualcosa ma non tutto, infine è spuntato il piano di Rovati. L’elemosiniere del premier si è assunto ogni responsabilità per quel progetto, ma siccome gli italiani non passano le loro serate a tracannare lambrusco è difficile che si bevano questa storiella. Sarà dunque opportuno che, una volta ripresosi dalla sbornia di inchini cinesi, Prodi ci racconti la verità sul Telecomgate, cercando, tra un borbottio e l’altro, di cavarsi di gola le parole giuste.
SilviaLaPupattola
00venerdì 15 settembre 2006 10:28
Il "MIO" governo?.. mah..

Per il resto, grazie per le maggiori info.
VentiS4
00venerdì 15 settembre 2006 11:09
...sta riuscendo nel suo intento, iniziato molti anni orsono, con la allora sip...
... un governo così di destra non si vedeva da molto tempo in Italia...
foggy.duca
00venerdì 15 settembre 2006 14:07
una delle tante kikke del maneggione cattocomunista e della
sua cricca....miserevoli!
LORIS.VR
00venerdì 15 settembre 2006 16:14
quotone per foggy...





maialino 69
00sabato 16 settembre 2006 11:28
temo che vogliono "socializzare" i debiti e le perdite della Telecom....
Aledelvero
00lunedì 18 settembre 2006 11:23
anche le dimissioni di Rovati fanno parte del gioco....
è il solito modo di fare per ottenere quello che hanno
pianificato.
Wishmaster82
00mercoledì 20 settembre 2006 12:17
colpa di quel nano bastardo alla fine di tutto.. vedrete

non NICRIS ..
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