Tacito

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sergio.T
00giovedì 8 gennaio 2009 15:00
Publio (o Gaio) Cornelio Tacito (in latino Publius [o Gaius] Cornelius Tacitus; 55 – 117) è stato un oratore, avvocato e senatore romano. È considerato uno degli storici più importanti dell'antichità. Le sue opere maggiori - gli Annales e le Historiae - illustrano la storia dell'impero romano del I secolo, dalla morte dell'imperatore Augusto, avvenuta nel 14, fino alla morte dell'imperatore Domiziano, avvenuta nel 96.


Le opere di Tacito contengono molte informazioni sul suo mondo, ma i particolari sulla sua vita sono limitati. Anche il suo praenomen è incerto. Quel poco che conosciamo deriva dagli indizi sparsi nel corpus del suo lavoro, dalle lettere del suo amico e ammiratore Plinio il giovane, da un'iscrizione trovata a Mylasa in Caria e da ipotesi. Tacito nacque nel 56 o nel 57 da una famiglia equestre; come molti altri autori latini proveniva dalle province, dall'Italia probabilmente del Nord, Gallia Narbonensis, o Hispania. Il luogo e la data esatti della sua nascita non sono conosciuti. Il suo praenomen è un mistero: in alcune lettere di Sidonio Apollinare ed in alcune vecchie e scritti poco importanti il suo nome è Gaius, ma nel manoscritto principale della tradizione il suo nome è Publius. L'ipotesi di Sextus non ha trovato seguito.


Il disprezzo mostrato da Tacito per gli arrampicatori sociali ha portato all'ipotesi che la sua famiglia provenisse da un ramo sconosciuto della gens patrizia Cornelia, ma nessun Cornelius si è mai chiamato Tacito. Ancora, le famiglie aristocratiche più antiche in gran parte erano state distrutte nel caos determinato dalla conclusione della Repubblica, ed è chiaro che Tacito deve la sua posizione sociale agli imperatori di Flavii. L'ipotesi che egli discendesse da un liberto non ha trovato nessun supporto oltre alla sua dichiarazione, in un discorso inventato, che molti senatori e cavalieri discendono da liberti (Annales 13, 27), e tale ipotesi è stata prontamente abbandonata. Suo padre può essere il Cornelio Tacito che era procuratore della Gallia Belgica e della Germania. Un figlio di questo Cornelio Tacito è citato da Plinio il vecchio come esempio di sviluppo e di invecchiamento anormalmente veloci (Naturalis historia 7, 76), implicando una morte prematura. Ciò significa che questo figlio non era Tacito, ma il suo fratello o cugino - il Cornelius maggiore Tacito può essere uno zio, piuttosto che suo padre. Da questo legame e dall'amicizia bene attestata fra Plinio il giovane ed il Tacito più giovane, gli studiosi traggono la conclusione che le due famiglie erano di categoria, facoltà e origini simili: ceto equestre, ricchezza significativa, famiglie provinciali. La possibile origine spagnola del Fabius Iustus al quale Tacito dedica il Dialogus suggerisce un legame con la Spagna. La sua amicizia con Plinio indica nell'Italia del Nord il luogo della sua origine. Nessuna di queste prove è conclusiva. Gneo Giulio Agricola potrebbe conoscere Tacito per altri motivi. Marziale dedica un componimento a Plinio (10, 20), ma non a Tacito che era più famoso. Nessuna prova esiste che gli amici di Plinio dell'Italia del Nord abbiano conosciuto Tacito, né le lettere di Plinio suggeriscono che i due uomini abbiano condiviso una provincia. L'opposto, in effetti: la prova più forte è nella lettera 23 del libro 9, che riferisce come a Tacito sia stato chiesto se fosse italiano o provinciale e alla sua risposta poco chiara, un po' oltre gli sia stato chiesto se fosse Tacito o Plinio. Poiché Plinio proveniva dall'Italia, Tacito deve provenire da un'altra provincia e la Gallia Narbonese è l'ipotesi più probabile.

La sua discendenza, la sua abilità oratoria e la sua simpatia occasionale per i barbari che hanno resistito alla lex romana (per esempio, Annales 2, 9), hanno condotto qualcuno a suggerire che provenisse da una famiglia celtica.

Infine si ricorda una tradizione tarda che, rifacendosi ad un passo dell'Historia Augusta relativo alla vita dell'imperatore romano Claudio Tacito (275 - 276), attribuisce i natali dello storico alla città di Terni.


Vita pubblica, matrimonio e carriera letteraria
Da giovane studiò retorica a Roma, come preparazione alla carriera nella magistratura e nella politica; come Plinio, potrebbe aver studiato sotto Quintiliano. Nel 77 o nel 78 sposò Giulia Agricola, figlia tredicenne del generale Gneo Giulio Agricola; niente si sa della loro unione o della loro vita domestica, a parte il fatto che Tacito amava cacciare.

All'inizio della sua carriera (probabilmente è questo il significato di latus clavus, contrassegno del senatore) diede grande impulso Vespasiano, come dice nelle Historiae (1, 1), ma fu sotto Tito che entrò realmente nella vita politica con la carica di quaestor, nell'anno 81 o nell'anno 82. Proseguì costantemente nel suo cursus honorum, divenendo praetor nell'88 e facendo parte dei quindecemviri sacris faciundis, un collegio sacerdotale che custodiva i libri sibyllini ed i giochi secolari. Tacito afferma che nel 63 a.E.V. Gerusalemme fu presa e Gneo Pompeo entrò nel santuario del tempio, lo trovò vuoto. All'interno non c'era l'arca del patto.Tacito, Storie, V, 9..

Fu elogiato come avvocato e oratore; la sua abilità nel parlare in pubblico si contrappone ironicamente al suo cognomen Tacito ('silenzioso').

Ricoprì funzioni pubbliche nelle province all'incirca dall'89 al 93, forse a capo di una legione, forse in ambito civile. Sopravvisse con le sue proprietà al regno del terrore di Domiziano (93-96), ma l'esperienza lasciò in lui cupa amarezza, forse per la vergogna della propria complicità, contribuendo allo sviluppo di quell'odio verso la tirannia così evidente nelle sue opere. I paragrafi 44 - 45 dell'Agricola sono paradigmatici:

« [Agricola] scampò a quest'ultimo periodo in cui Domiziano, non più a intervalli o attimi di respiro, ma di continuo e come d'un sol colpo annientò lo stato. [...] Subito dopo le nostre stesse mani mandarono in carcere Elvidio; noi ha fatto arrossire di vergogna la vista di Maurico e di Rustico, noi ha bagnato con il suo innocente sangue Senecione. Nerone almeno distolse lo sguardo dai suoi delitti: li ordinò, ma non rimase a godersi lo spettacolo. Sotto Domiziano, invece, la parte peggiore delle nostre miserie era vedere ed essere visti... »


Divenne consul suffectus nel 97 durante il regno di Nerva, diventando il primo della sua famiglia a ricoprire tale carica. Durante tale periodo raggiunse i vertici della sua fama di oratore nel pronunciare il discorso funebre per il famoso soldato Virginio Rufo. Durante l'anno seguente scrisse e pubblicò sia l'Agricola sia la Germania, primi esempi dell'attività letteraria che lo occuperà fino alla sua morte.

In seguito sparì dalla scena pubblica, a cui tornò durante il regno di Traiano. Nel 100, con il suo amico Plinio il giovane, perseguì Mario Prisco (proconsole dell'Africa) per corruzione. Prisco fu riconosciuto colpevole e fu esiliato; Plinio scrisse alcuni giorni dopo che Tacito aveva parlato "con tutto la maestosità che caratterizza il suo usuale stile oratorio".

Seguì una lunga assenza dalla politica e dalla magistratura. Nel frattempo scrisse le sue due opere più importanti: la Historiae e, quindi, gli Annales. Ha ricoperto la più alta carica di governatorato, quello della provincia romana dell'Asia in Anatolia occidentale, nel 112 o nel 113, come provato dall'iscrizione trovata a Milas. Un passaggio negli annali indica il 116 come il terminus post quem della sua morte, che può essere posto più tardi nel 125. Non si sa se ha avuto figli, ma la Historia Augusta riporta che l'imperatore Marco Claudio Tacito lo ha indicato come antenato, ma questo fatto è probabilmente falso.
mujer
00mercoledì 14 gennaio 2009 09:49
Corruptissima republica plurimae leges
Le leggi sono moltissime quando lo stato è corrottissimo
sergio.T
00mercoledì 14 gennaio 2009 10:58
e infatti nell'italia di oggi, quella dei mastella, dei berlusconi, di tutta quella classe politica italiana degli ultimi anni , ma che dico anni, degli ultimi decenni , ci sono 150.000 e piu' leggi.
Che conclusione tirare?
sergio.T
00domenica 15 febbraio 2009 18:17
Allora Pisone disse " o principe, sarebbe buona cosa che tu esprimessi le tua opinione prima della mia cosi' io ti potro' seguire; invece se le esprimo prima io, temo che non saremmo d'accordo"
Tiberio lo guardo' molto scosso da queste parole e tacque.

Tacito, Annali I volume
mujer
00domenica 15 febbraio 2009 20:53
Saggio Pisone.
sergio.T
00lunedì 16 febbraio 2009 18:55
E allora si levava la disperazione quando il Senato cosi' si esprimeva : " che la pena sia secondo antichi costumi".
Queste poche parole inappellabili levavano la disperazione tanto da spingere molti di essi ( i condannati) a prevenire quel momento con il suicidio.

Tacito, Annali, volume 1
sergio.T
00martedì 17 febbraio 2009 19:49
" Meglio giudicare in tempo di pace perche' e' possibile dividere i colpevoli dagli innocenti, mentre in guerra questo non e'piu' possibile: non c'e' piu' differenza tra colpevoli e innocenti. Tutti saranno puniti"

Il senato.

Tacito, Annali, Vol.1
sergio.T
00lunedì 9 marzo 2009 19:07
In certi casi nemmeno si avvicina un processo, ma si avvicina una condanna.

Tacito, Annali vol 2.

Quando ci si alza un po' cosi', per ritrovar quella giusta durezza nei confronti di questo andazzo disordinato, basta sfogliare qualche volume Romano.
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