TRASFIGURAZIONE

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3, 4
Seabiscuit
00lunedì 22 febbraio 2010 10:39
una prova dell'anima immortale?

ho letto che per qualche cattolico,(non so se la pensano tutti così) la trasfigurazione di Mosè ed Elia sarebbe una chiara prova dell'anima immortale.

Il testo dice:
"Ed ecco, con lui conversavano due uomini, i quali erano Mosè ed Elia. Questi apparvero con gloria e parlavano della sua dipartita che era destinato a compiere a Gerusalemme." (Luca 9:30,31)

Gesù in seguito disse ai tre apostoli che vissero questa esperienza:
“Non narrate la visione a nessuno finché il Figlio dell’uomo non sia destato dai morti”. (Mt 17:9)"

Come la pensano i cattolici di questo forum? Questo episodio può essere preso come prova dell'anima immortale oppure è stata solo una visione con tutt'altro scopo?

Jon Konneri
00lunedì 22 febbraio 2010 10:56

Come la pensano i cattolici di questo forum? Questo episodio può essere preso come prova dell'anima immortale oppure è stata solo una visione con tutt'altro scopo?



Io penso che sarebbe meglio per voi che aprite gli occhi alle scritture , è di non credere più alle fantasie della WTS
Seabiscuit
00lunedì 22 febbraio 2010 11:27
Re:
Jon Konneri, 22.02.2010 10:56:


Come la pensano i cattolici di questo forum? Questo episodio può essere preso come prova dell'anima immortale oppure è stata solo una visione con tutt'altro scopo?



Io penso che sarebbe meglio per voi che aprite gli occhi alle scritture , è di non credere più alle fantasie della WTS



grazie del tuo amorevole commento. Adesso, dopo esserti sfogato, vuoi rispondere anche alla discussione?

Araldo73
00lunedì 22 febbraio 2010 11:52
Re: Re:
Seabiscuit, 22/02/2010 11.27:



grazie del tuo amorevole commento. Adesso, dopo esserti sfogato, vuoi rispondere anche alla discussione?




Da quanto ne so la Trafigurazione nella Tradizione Cattolica non viene vista come "prova" dell'immortalità dell'anima ma ha un significato molto più grande.

La trasfigurazione di Gesù ha come fine di consolidare la fede degli Apostoli e di mostre un anticipo della Gloria di Cristo e nostra per grazia.

Dal CCC :
Dal giorno in cui Pietro ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Maestro “cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, e soffrire molto […] e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno” (Mt 16,21). Pietro protesta a questo annunzio [Mt 16,22-23], gli altri addirittura non lo comprendono [Mt 17,23; Lc 9,45]. In tale contesto si colloca l'episodio misterioso della trasfigurazione di Gesù [Mt 17,1-8; 2Pt 1,16-18] su un alto monte, davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni. Il volto e la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed Elia che parlano “della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme” (Lc 9,31). Una nube li avvolge e una voce dal cielo dice: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo” (Lc 9,35). (CCC 555) Per un istante, Gesù mostra la sua gloria divina, confermando così la confessione di Pietro. Rivela anche che, per “entrare nella sua gloria” (Lc 24,26), deve passare attraverso la croce a Gerusalemme. Mosè ed Elia avevano visto la gloria di Dio sul Monte; la Legge e i profeti avevano annunziato le sofferenze del Messia [Lc 24,27]. La passione di Gesù è proprio la volontà del Padre: il Figlio agisce come Servo di Dio [Is 42,1]. La nube indica la presenza dello Spirito Santo: “Tota Trinitas apparuit: Pater in voce; Filius in homine, Spiritus in nube clara - Apparve tutta la Trinità: il Padre nella voce, il Figlio nell'uomo, lo Spirito nella nube luminosa” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 45, 4, ad 2]: “Tu ti sei trasfigurato sul monte, e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria ed annunziassero al mondo che tu sei veramente l'irradiazione del Padre.



Pax
Araldo
barnabino
00lunedì 22 febbraio 2010 13:18

Apparve tutta la Trinità



A parte questa tesi di Tommaso D'Aquino, vissuto secoli dopo, mi pare che Mosè ed Elia siano comunque considerati solo due simboli, della Legge ed i Profeti e non due anime immortali apparse per l'occasione.

Shalom
Araldo73
00lunedì 22 febbraio 2010 14:23
Re:
barnabino, 22/02/2010 13.18:


Apparve tutta la Trinità



A parte questa tesi di Tommaso D'Aquino, vissuto secoli dopo, mi pare che Mosè ed Elia siano comunque considerati solo due simboli, della Legge ed i Profeti e non due anime immortali apparse per l'occasione.

Shalom



Esatto.

Pax
Araldo

Seabiscuit
00lunedì 22 febbraio 2010 14:27
Re: Re:
Araldo73, 22.02.2010 14:23:



Esatto.

Pax
Araldo




allora vallo a precisare nel bunker, perchè è proprio la che dicono il contrario [SM=g27988]

strano che il solito Tr(i)anello che partecipa in quella discussione non lo abbia corretto. Chissà come mai?! [SM=x1408440]


Araldo73
00lunedì 22 febbraio 2010 14:46
Re: Re: Re:
Seabiscuit, 22/02/2010 14.27:



allora vallo a precisare nel bunker, perchè è proprio la che dicono il contrario [SM=g27988]

strano che il solito Tr(i)anello che partecipa in quella discussione non lo abbia corretto. Chissà come mai?! [SM=x1408440]





Quale sarebbe la discussione?

Pax
Araldo

jwfelix
00lunedì 22 febbraio 2010 14:46
Re:
Jon Konneri, 22/02/2010 10.56:


Come la pensano i cattolici di questo forum? Questo episodio può essere preso come prova dell'anima immortale oppure è stata solo una visione con tutt'altro scopo?



Io penso che sarebbe meglio per voi che aprite gli occhi alle scritture , è di non credere più alle fantasie della WTS




Meglio credere alla favola di Maria sempre vergine? [SM=x1408399]
Teodoro Studita
00lunedì 22 febbraio 2010 15:28
Re: Re:
jwfelix, 22/02/2010 14.46:


Meglio credere alla favola di Maria sempre vergine? [SM=x1408399]



Credi alla favola di Adamo ed Eva, a quella di Mosé che apre il Mar Rosso, a quella dell'arca di Noè, perché non credere anche a questa?



Seabiscuit
00lunedì 22 febbraio 2010 15:30
Re: Re: Re: Re:
Araldo73, 22.02.2010 14:46:



Quale sarebbe la discussione?

Pax
Araldo




te la mando via mail


Seabiscuit
00lunedì 22 febbraio 2010 15:33
Re: Re: Re:
Teodoro Studita, 22.02.2010 15:28:

jwfelix, 22/02/2010 14.46:


Meglio credere alla favola di Maria sempre vergine? [SM=x1408399]



Credi alla favola di Adamo ed Eva, a quella di Mosé che apre il Mar Rosso, a quella dell'arca di Noè, perché non credere anche a questa?






allora perchè credere alla morte di Cristo?


Spener
00lunedì 22 febbraio 2010 15:45
Re: Re: Re:
Teodoro Studita, 22/02/2010 15.28:

jwfelix, 22/02/2010 14.46:


Meglio credere alla favola di Maria sempre vergine? [SM=x1408399]



Credi alla favola di Adamo ed Eva, a quella di Mosé che apre il Mar Rosso, a quella dell'arca di Noè, perché non credere anche a questa?




Cos'è ... "favola" comune mezzo gaudio?


Teodoro Studita
00lunedì 22 febbraio 2010 15:47
Re: Re: Re: Re:
Seabiscuit, 22/02/2010 15.33:


allora perchè credere alla morte di Cristo?



La morte di Gesù è un evento storico, indiscutibilmente riconosciuto come tale dall'ecumene accademica, il diluvio e le altre amenità no.



Seabiscuit
00lunedì 22 febbraio 2010 15:51
Re: Re: Re: Re: Re:
Teodoro Studita, 22.02.2010 15:47:

Seabiscuit, 22/02/2010 15.33:


allora perchè credere alla morte di Cristo?



La morte di Gesù è un evento storico, indiscutibilmente riconosciuto come tale dall'ecumene accademica, il diluvio e le altre amenità no.




e quindi perchè non credere alle stesse parole di Cristo quando parla dei giorni di Noè e del diluvio?


dispensa.
00lunedì 22 febbraio 2010 15:59

Credi alla favola di Adamo ed Eva, a quella di Mosé che apre il Mar Rosso, a quella dell'arca di Noè, perché non credere anche a questa?




Lo è anche quella di maria assunta in cielo in carne e ossa?
Teodoro Studita
00lunedì 22 febbraio 2010 16:01
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Seabiscuit, 22/02/2010 15.51:

e quindi perchè non credere alle stesse parole di Cristo quando parla dei giorni di Noè e del diluvio?



Per due semplici motivi:

1 - È estremamente probabile che non disse mai quelle parole. Non ho alcuna intenzione di spigare cosa siano i criteri di storicità, ma quel loghion difficilmente può essere storico.

2 - Anche ammettendo che lo fosse, non implica affatto che Gesù credesse alla realtà del diluvio. È uno stilema tipico della retorica rabbinica quello di usare immagini conosciute da tutti per illustrare un concetto. Nella fattispecie Gesù voleva descrivere un evento escatologico come tremendo e improvviso, e per farlo ricorre a una immagine acconcia che tutti conoscevano. Anche oggi, se io ti dico che sei furbo come il gatto e la volpe, ciò non implica che io creda (o affermi) l'esistenza di questi.

Il loghion riflette la tensione escatologica della Chiesa che lo ha scritto, leggerlo al di fuori di questo orizzonte vuol dire non capire nulla di ermeneutica, cosa che peraltro in questo contesto trovo talmente abituale da non destare scandalo.
Cià,








Araldo73
00lunedì 22 febbraio 2010 16:02
Re:
dispensa., 22/02/2010 15.59:


Credi alla favola di Adamo ed Eva, a quella di Mosé che apre il Mar Rosso, a quella dell'arca di Noè, perché non credere anche a questa?




Lo è anche quella di maria assunta in cielo in carne e ossa?



Facciamo prima a dire che ogni "Credo" ha i suoi dogmi o dobbiamo elencarli tutti?

Ad alcune cose si crede per Fede.

Pax
Araldo.


Teodoro Studita
00lunedì 22 febbraio 2010 16:02
Re:
dispensa., 22/02/2010 15.59:


Credi alla favola di Adamo ed Eva, a quella di Mosé che apre il Mar Rosso, a quella dell'arca di Noè, perché non credere anche a questa?




Lo è anche quella di maria assunta in cielo in carne e ossa?



Potrebbe, perché no. La Tradizione non è molto chiara su questo.





Seabiscuit
00lunedì 22 febbraio 2010 16:10
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Teodoro Studita, 22.02.2010 16:01:

Seabiscuit, 22/02/2010 15.51:

e quindi perchè non credere alle stesse parole di Cristo quando parla dei giorni di Noè e del diluvio?



Per due semplici motivi:

1 - È estremamente probabile che non disse mai quelle parole. Non ho alcuna intenzione di spigare cosa siano i criteri di storicità, ma quel loghion difficilmente può essere storico.

2 - Anche ammettendo che lo fosse, non implica affatto che Gesù credesse alla realtà del diluvio. È uno stilema tipico della retorica rabbinica quello di usare immagini conosciute da tutti per illustrare un concetto. Nella fattispecie Gesù voleva descrivere un evento escatologico come tremendo e improvviso, e per farlo ricorre a una immagine acconcia che tutti conoscevano. Anche oggi, se io ti dico che sei furbo come il gatto e la volpe, ciò non implica che io creda (o affermi) l'esistenza di questi.

Il loghion riflette la tensione escatologica della Chiesa che lo ha scritto, leggerlo al di fuori di questo orizzonte vuol dire non capire nulla di ermeneutica, cosa che peraltro in questo contesto trovo talmente abituale da non destare scandalo.
Cià,






dai teo, stiamo parlando pacificamente insieme, l'ultima frase te la potevi anche risparmiare. Come ha ben detto Araldo, crediamo per fede e per me la scrittura è tutta ispirata e non ho motivo per non credere a tutto quello che mi trasmette. Non è che pecco perchè ci credo, vero? Pensa a quanti credono di andare al inferno e venire arrostiti in eterno da fiamme letterali...perchè non vai a dare del imbecilli anche a questi?




Teodoro Studita
00lunedì 22 febbraio 2010 16:22
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Seabiscuit, 22/02/2010 16.10:

per me la scrittura è tutta ispirata e non ho motivo per non credere a tutto quello che mi trasmette.



Fino a quando non sei in grado di spiegare perché credi letteralmente a tutto ciò che dice il vangelo di Matteo e non a quello di Tommaso, la Scrittura non esiste.

PS .Non volevo dare dell'imbecille a nessuno per carità.

Spener
00lunedì 22 febbraio 2010 16:29
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Per due semplici motivi:

1 - È estremamente probabile che non disse mai quelle parole.



Xxxxxx


Non ho alcuna intenzione di spigare cosa siano i criteri di storicità, ma quel loghion difficilmente può essere storico.



Invece può esserlo benissimo, vista la genericità della predizione escatologica


2 - Anche ammettendo che lo fosse, non implica affatto che Gesù credesse alla realtà del diluvio.



Intanto iniziamo a dire che La Bibbia parla in chiari termini del Diluvio mentre non parla affatto della integrità Post partum dell'imene di Maria


È uno stilema tipico della retorica rabbinica quello di usare immagini conosciute da tutti per illustrare un concetto.



E infatti Gesù era un Rabbi, cosa quindi che comprova la realtà del loghion


Anche oggi, se io ti dico che sei furbo come il gatto e la volpe, ciò non implica che io creda (o affermi) l'esistenza di questi.



Infatti è notorio che chiunque usi quest'espressione, non creda nell'esistenza dei gatti e delle volpi! ... ma finiscila!


Il loghion riflette la tensione escatologica della Chiesa che lo ha scritto,



Tensione escatologica che evidentemente gli fu trasmessa dal Cristo


leggerlo al di fuori di questo orizzonte vuol dire non capire nulla di ermeneutica



xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

L'utente Spener riceve un warning per il linguaggio usato nei confronti di Studita
Teodoro Studita
00lunedì 22 febbraio 2010 16:40
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Spener, 22/02/2010 16.29:


Per due semplici motivi:

1 - È estremamente probabile che non disse mai quelle parole.



Xxxxxx

Wow, si vede che sei un pozzo di scienza. Mai come in questo caso è bene dire che quod gratis adfirmatur, gratis negatur


Invece può esserlo benissimo, vista la genericità della predizione escatologica



Io non ho detto che non può esserlo, ho detto che difficilmente può esserlo, e l'ho detto sulla base di ciò che la terza ricerca sul Gesà storico ha definito come criteri di storicità. Criteri che in questo caso specifico sono perlopiù non soddisfatti, questi sono i fatti. Della tua pretesa di capirci qualcosa non so che farmene.


Intanto iniziamo a dire che La Bibbia parla in chiari termini del Diluvio mentre non parla affatto della integrità Post partum dell'imene di Maria



La Bibbia non esiste. Il proto-Gc ne parla. Fino a quando non mi spieghi sulla base di quale autorità rifiuti come Bibbia il Protogiacomo il tuo è un flatus vocis


E infatti Gesù era un Rabbi, cosa quindi che comprova la realtà del loghion



Frase senza senso. "Realtà del loghion" non vuol dire nulla.


Tensione escatologica che evidentemente gli fu trasmessa dal Cristo



Si, e allora? Il nesso col diluvio sarebbe?


xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx



xxxxxxxx che sa quello che dice. La stessa cosa non si può dire per te, caro anonimo internettiano.
Morby968
00lunedì 22 febbraio 2010 16:46
Evitiamo di usare termini che feriscono la suscettibilità degli utenti

Spener
00lunedì 22 febbraio 2010 16:50
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:



1 - È estremamente probabile che non disse mai quelle parole.



xxxxxxx


Wow, si vede che sei un pozzo di scienza. Mai come in questo caso è bene dire che quod gratis adfirmatur, gratis negatur



"xxxxxxxxxx" è la miglior parola che potesse esprimere il senso di quanto tu hai affermato. Quod gratis adfirmatur, gratis negatur !



Invece può esserlo benissimo, vista la genericità della predizione escatologica



Io non ho detto che non può esserlo



Ma smettila con sti giochetti semantici da 4 soldi


ho detto che difficilmente può esserlo



Elemento per poter dichiare che il passo in questione non sia un loghion = ZERO !


Criteri che in questo caso specifico sono perlopiù non soddisfatti, questi sono i fatti.



Criteri che non possono certificare quello che tu gli vuoi far dire.


Della tua pretesa di capirci qualcosa non so che farmene.



Più o meno la stessa cosa di quello che ci faccio io con le tue



Intanto iniziamo a dire che La Bibbia parla in chiari termini del Diluvio mentre non parla affatto della integrità Post partum dell'imene di Maria



La Bibbia non esiste. Il proto-Gc ne parla. Fino a quando non mi spieghi sulla base di quale autorità rifiuti come Bibbia il Protogiacomo il tuo è un flatus vocis



Se devo essere io a spiegarti perchè non ritengo canonico il protogiacomo, stai messo veramente male



E infatti Gesù era un Rabbi, cosa quindi che comprova la realtà del loghion



Frase senza senso. "Realtà del loghion" non vuol dire nulla.



xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx. Hai capito benissimo cosa intendo.



Tensione escatologica che evidentemente gli fu trasmessa dal Cristo



Si, e allora? Il nesso col diluvio sarebbe?



Che la Chiesa credeva nella letteralità del Diluvio (come tutti i subapostolici e i Padri della Chiesa ci insegnano) perchè Cristo e primi discepoli vi credevano. Mi sembra lapalissiano.
Che è poi la tesi che sosteneva Seabiscuit nel suo post.


xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.



Ah be... se lo dici te.



Teodoro Studita
00lunedì 22 febbraio 2010 17:21

"xxxxxx" è la miglior parola che potesse esprimere il senso di quanto tu hai affermato. Quod gratis adfirmatur, gratis negatur !



"xxxxx" esprime la tua pretesa assolutistica e monomaniaca di esprimere dogmaticamente il bene e il male sulla sola base della tua autorità, autorità che –beninteso– ti autocertifichi. Io non ho detto nulla gratis. Ho detto che il loghion non soddisfa i criteri di storicità. È la fine di un percorso logico che ogni utente può verificare. Anche chi non sa di cosa stiamo parlando se ne può andare su wikipedia, guardare cosa sono questi criteri e vedere se combaciano con il nostro caso e vedere che... no, non combaciano.
Quindi ci sono seri dubbi sulla storicità del loghion
Quindi l'unico che afferma gratis qui sei tu.
Per pura "immeritata benignità" spiegherò perché il loghion non soddisfa questi criteri, senza nutrire la speranza che questo ridimensionerà le tue pretese di imperatore-dio-dell'universo ma con la certezza che qualcuno lo troverà utile. Non ho da fare ora quindi posso concedermi questo lusso

Si parte dal testo

Mt 24,37-39
37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo.

Lc 17,26-27
26 Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: 27 mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti.


Cui si può aggiungere l'intero capitolo 3 di 2Pt, come citazione indiretta

Ora i criteri di storicità:

Imbarazzo
Continuità
Discontinuità (doppia irriducibilità)
Molteplice attestazione
Coerenza
Spiegazione necessaria
Criteri secondari (vivacità della narrazione; ambiente palestinese, etc.)

(spiegazione a questo link)

Di questi criteri è soddisfatto pienamente quello della coerenza e in parte quello della continuità (un criterio debole), gli altri non sono soddisfatti (posso spiegare anche questo se non è immediatamente chiaro). L'unica conclusione ragionevole è che probabilmente questo loghion non è storico.

Veniamo ora al resto


Se devo essere io a spiegarti perchè non ritengo canonico il protogiacomo, stai messo veramente male



Io non lo ritengo canonico perché la Chiesa lo ha ritenuto tale. La tua spiegazione sarebbe?


Che la Chiesa credeva nella letteralità del Diluvio (come tutti i subapostolici e i Padri della Chiesa ci insegnano) perchè Cristo e primi discepoli vi credevano. Mi sembra lapalissiano.



Naturalmente. I Padri e la Chiesa credevano anche che la Terra fosse piatta, se è per questo, e che ci fossero "le acque di sopra e quelle di sotto", nonché le stelle conficcate nella calotta celeste come dice Genesi, non mi sembra un grande argomento il tuo. Ogni lettura letteralista non solo della Bibbia, ma di qualsiasi testo antico produce risultati grotteschi, e la tua non fa eccezione.


Maimonide
00lunedì 22 febbraio 2010 17:47
Seabiscuit, 22/02/2010 10.39:

Come la pensano i cattolici di questo forum? Questo episodio può essere preso come prova dell'anima immortale oppure è stata solo una visione con tutt'altro scopo?


Sicuramente il primo livello di interpretazione è quello già ricordato: Gesù conversa con Elia (i profeti) e Mosè (la Legge), rappresentando Egli stesso il termine e la sintesi.

Tuttavia, vado a memoria, la tradizione rabbinica riporta che anche Mosè, come Elìa, non vide la morte; la sparizione del suo corpo sarebbe quindi un "rapimento" da parte di Dio. Quindi se così fosse, l'evangelista riporterebbe un'apparizione di due uomini che in realtà non sono mai morti.

Ripeto, cito a memoria intorno alla tradizione rabbinica.

Prova dell'anima immortale? Così posta non ha molto senso. Il racconta "prova" che nel giudaismo contemporaneo esisteva una credenza in merito alla sopravvivenza dopo la morte? Probabilmente. Dopotutto il giudaismo del secondo tempio è abbastanza variegato.
Spener
00lunedì 22 febbraio 2010 17:56
Re:

Ho detto che il loghion non soddisfa i criteri di storicità.



xxxxxx


.. se ne può andare su wikipedia



Ecco. Bravo. continua a studiare su Wikipedia che ne farai di strada


Quindi ci sono seri dubbi sulla storicità del loghion



xxxxxxx


senza nutrire la speranza che questo ridimensionerà le tue pretese di imperatore-dio-dell'universo



Non mi sembra di aver avanzato alcuna pretesa in merito a questo passo, nè tantomeno in merito alla realtà del Diluvio.
Stai delirendo?


Si parte dal testo

Mt 24,37-39
37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo.

Lc 17,26-27
26 Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: 27 mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti.


Cui si può aggiungere l'intero capitolo 3 di 2Pt, come citazione indiretta



Quindi, oltre a Luca e Matteo, sul fatto che il racconto fosse creduto vero abbiamo anche l'autore della 2 Pitro e poi abbiamo anche l'autore della Ebrei (cito a memoria, può darsi che mi sfugga anche qualche altro autore del Nuovo Testamento)


Ora i criteri di storicità:



Ecco. Vediamoli sti criteri.


Imbarazzo: È molto improbabile che la Chiesa abbia creato qualcosa che le causasse imbarazzo



Questo criterio è nullo nel nostro caso, perchè evidentemente le primitive comunità giudeo-cristiane non provavano alcun imbarazzo per il racconto del Diluvio (contenuto nella torah) e sempre evidentemente affermare l'improbabilità che la Chiesa abbia creato qualcosa che le causasse imbarazzo, non può in nessun modo avvallare l'esatto contrario, cioè che sia probabile che abbia creato ciò che non le causava imbarazzo.

Ma chi vuoi prendere per fesso?


Discontinuità:Sono da ritenersi storicamente autentici i dati evangelici non riconducibili né alle concezioni del giudaismo, né al linguaggio, alla prassi e al pensiero della Chiesa delle origini.



Anche in questo caso il criterio della continuità non afferma affatto le panzane che tu racconti. Infatti questo criterio non dice che ciò che sia riconducibile al giudaismo sia non storico, come tu vuoi far credere. Interessante che la stessa fonte da te linkata dice:
"Questo criterio è stato recentemente un po’ ridimensionato, in quanto la sua applicazione radicale fa di Gesù un isolato dall’ambiente di origine"

Quindi anche questo criterio non si può applicare al passo in questione.


Molteplice attestazione:Sono considerati probabilmente autentici i detti o le azioni conformi all'ambiente o all'epoca di Gesù



Questo è decisamente contro le panzane che spari.


Coerenza:Sono considerati probabilmente autentici i detti o le azioni conformi all'ambiente o all'epoca di Gesù



Questo è decisamente contro le panzane che spari.


Spiegazione necessaria:Sono probabilmente storici quegli elementi la cui autenticità è necessario riconoscere per comprendere altri elementi storicamente accertati.



Idem come sopra.


Veniamo ora al resto



Ecco. Bravo. Veniamo al Resto.


Io non lo ritengo canonico perché la Chiesa lo ha ritenuto tale. La tua spiegazione sarebbe?



Io lo ritengo NON canonico perchè dopo averlo studiato personalmente non ne riconosco il carattere dell'apostolicità. A Alloooora?!


Che la Chiesa credeva nella letteralità del Diluvio (come tutti i subapostolici e i Padri della Chiesa ci insegnano) perchè Cristo e primi discepoli vi credevano. Mi sembra lapalissiano.




Naturalmente. I Padri e la Chiesa credevano anche che la Terra fosse piatta, se è per questo, e che ci fossero "le acque di sopra e quelle di sotto",



Intanto iniziamo con il dire che Gesù e tutta la Chiesa primitiva credeva che il diluvio fosse avvenuto veramente.


Ogni lettura letteralista non solo della Bibbia, ma di qualsiasi testo antico produce risultati grotteschi



Qui di grottesco ci sono solo le panzane che spari.
Justee
00lunedì 22 febbraio 2010 18:05
Re: Re: Re:
Araldo73, 22/02/2010 11.52:



Da quanto ne so la Trafigurazione nella Tradizione Cattolica non viene vista come "prova" dell'immortalità dell'anima ma ha un significato molto più grande.

La trasfigurazione di Gesù ha come fine di consolidare la fede degli Apostoli e di mostre un anticipo della Gloria di Cristo e nostra per grazia.

Dal CCC :
Dal giorno in cui Pietro ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Maestro “cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, e soffrire molto […] e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno” (Mt 16,21). Pietro protesta a questo annunzio [Mt 16,22-23], gli altri addirittura non lo comprendono [Mt 17,23; Lc 9,45]. In tale contesto si colloca l'episodio misterioso della trasfigurazione di Gesù [Mt 17,1-8; 2Pt 1,16-18] su un alto monte, davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni. Il volto e la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed Elia che parlano “della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme” (Lc 9,31). Una nube li avvolge e una voce dal cielo dice: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo” (Lc 9,35). (CCC 555) Per un istante, Gesù mostra la sua gloria divina, confermando così la confessione di Pietro. Rivela anche che, per “entrare nella sua gloria” (Lc 24,26), deve passare attraverso la croce a Gerusalemme. Mosè ed Elia avevano visto la gloria di Dio sul Monte; la Legge e i profeti avevano annunziato le sofferenze del Messia [Lc 24,27]. La passione di Gesù è proprio la volontà del Padre: il Figlio agisce come Servo di Dio [Is 42,1]. La nube indica la presenza dello Spirito Santo: “Tota Trinitas apparuit: Pater in voce; Filius in homine, Spiritus in nube clara - Apparve tutta la Trinità: il Padre nella voce, il Figlio nell'uomo, lo Spirito nella nube luminosa” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 45, 4, ad 2]: “Tu ti sei trasfigurato sul monte, e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria ed annunziassero al mondo che tu sei veramente l'irradiazione del Padre.



Pax
Araldo



Sul Tabor, mentre appunto Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto, la sua veste divenne candida e sfolgorante, e apparvero accanto a lui due uomini, Elia e Mosè, i quali parlavano “della sua dipartita, che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme” (Lc 9, 31), cioè della sua prossima passione e morte. Mosè ed Elia sono personaggi celebri dell’Antico Testamento: uno il condottiero e il legislatore del popolo, l’altro il profeta del fuoco che distrugge l’iniquità; due prefigurazioni del Messia, nuovo liberatore e portatore sulla terra del nuovo fuoco della salvezza. La bellezza della visione affascina i tre Apostoli. Pietro desidera prolungare il più possibile quella esperienza beatificante ed esclama: “Maestro... facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Lc 9, 33). Ma mentre così parlava, venne una nube e li avvolse. Non vedendo più nulla, provarono paura, ma furono riconfortati dalla voce del Padre. Il Tabor è mistero di gloria e di passione. Infatti San Luca prima di descrivere la trasfigurazione riporta l’annuncio che Gesù fa della sua morte: “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno” (Lc 9, 33). Anche nella scena della trasfigurazione la morte del Cristo appare come il tema della conversazione fra Mosè ed Elia. Questa morte è detta “esodo”, cioè dipartita: Gesù “partirà” passando dalla passione alla gloria, dal pellegrinaggio terreno al trionfo celeste. Anche il prefazio di questa domenica richiama il legame tra la passione e la glorificazione del Signore: “Egli, dopo aver dato ai discepoli l’annunzio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria e... indicò agli Apostoli che, solo attraverso la passione, possiamo giungere con lui al trionfo della risurrezione”. È quest’ultimo aspetto del mistero che prevale nella trasfigurazione.

3. Ma l’episodio della trasfigurazione di Gesù è anche sorgente di fede particolarmente significativa, una tappa di quell’itinerario di fede, lungo il quale con tanta pazienza il Signore guidò i suoi discepoli. La fede è la scelta di Dio al di sopra delle cose visibili. La fede è l’adesione a Lui con tutta l’anima. La fede permette di vedere tutto ciò che esiste con lo sguardo di Dio. Senza fede non si può piacere a Dio. Gesù ha chiesto apertamente di credere in Lui. E gli Apostoli, dopo tante esitazioni, hanno finalmente abbracciato la fede in modo totale e irreversibile, fino alla testimonianza suprema del sangue. La liturgia della Parola insiste sulla fede, insiste anche riportando sia l’esempio di Abramo, il quale “credette al Signore che glielo accreditò come giustizia” (Gen 15, 6), e insiste anche l’esortazione di San Paolo ai Filippesi, ai quali l’Apostolo dice che solo per fede si può rimanere saldi nel Signore e raggiungere la patria celeste, dove il nostro misero corpo sarà trasfigurato, cioè reso conforme al suo corpo glorioso (cf. Fil 3, 18-19).

Giovanni Paolo II




jwfelix
00lunedì 22 febbraio 2010 18:06
Re: Re: Re:
Teodoro Studita, 22/02/2010 15.28:

jwfelix, 22/02/2010 14.46:


Meglio credere alla favola di Maria sempre vergine? [SM=x1408399]



Credi alla favola di Adamo ed Eva, a quella di Mosé che apre il Mar Rosso, a quella dell'arca di Noè, perché non credere anche a questa?



Perchè di queste Gesù ne parlò come di fatti veramente accaduti e non come raccontini
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:00.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com