TMSC: ecco dove prese l'idea moccia

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Lux-86
00giovedì 7 settembre 2006 12:46
ROMA - Esiste davvero lo Step di 'Tre metri sopra il cielo' e 'Ho voglia di te', il protagonista dei due fortunati romanzi di Federico Moccia? E' una domanda alla quale l'agenzia Adnkronos ritiene di aver dato una risposta: si tratterebbe di Stefano Pecci, romano, un'adolescenza passata a gareggiare in moto sull'Olimpica e a guastare le feste dei ragazzi di buona famiglia che puntualmente non lo invitavano: era il leader dei "budokani", i ragazzi che frequentavano la palestra Budokan in piazza Jacini, a Roma.

Pecci è andato presto via di casa e presto ha avuto i suoi guai con la giustizia, ha visto morire i suoi amici e ha deciso, a un certo punto, di vivere lontano, quasi tre anni negli Stati Uniti. Come Step, che però, a differenza di Pecci, nasce 'bene', in una famiglia alto borghese, e infatti, passato il periodo più tumultuoso dell'adolescenza, abbandona gli atteggiamenti ribelli (tranne quando arriva il momento di 'fare giustizia' per la sua nuova amata) e rientra ampiamente nei ranghi. In 'Ho voglia di te', il seguito di 'Tre metri sopra il cielo', pubblicato quest'anno, i lettori ritrovano il giovane ben inserito, con un buon lavoro ben remunerato alla Rai che gli viene offerto grazie ad amicizie familiari. Step non è più un ribelle, non è certo destinato a una vita in lotta, come quella che sembra aver avuto Pecci, a giudicare dall'intervista pubblicata dall'agenzia di stampa romana.

Però, leggendola, sembra proprio che in questo antico conoscente di Federico Moccia ci sia più di qualcosa 'rubata' per dar vita al personaggio di Step, e non solo la frequentazione della palestra. "Anche questo ha scritto nel libro? - chiede Stefano, che non ha letto i libri di Moccia - sì, nella palestra Budokan, di piazza Risorgimento, noi di piazza Jacini ci andavamo. Il proprietario, Franco Avenali, oggi non c'è più".

"In piazza Jacini mica giocavano a biliardino - racconta Pecci - lì abbiamo fatto la guerra, abbiamo combattuto il nostro Vietnam e la gente ci ha lasciato la pelle. Moccia con il suo romanzo, però, non rievoca un inferno, ma un paradiso, quello che noi abbiamo vissuto davvero e che lui avrebbe dovuto ricordare. Da anni sono al corrente che Federico ha scritto questo libro sulle nostre storie. Tutti quelli che mi conoscono e hanno letto 'Tre metri sopra il cielo' mi hanno riconosciuto nel personaggio di Step. Se vuoi il successo, però, devi dire la verità e la verità è che il suo libro Moccia lo ha scritto sulla pelle della gente che oggi non c'è più".

Moccia e Pecci non erano amici. "Federico lo conoscevo di vista, abitavamo nello stesso quartiere - spiega Stefano - passava tutti i giorni in piazza Jacini, ma è sempre rimasto solo lo spettatore di una realtà che noi, invece, vivevamo in prima persona. Dalla sua comoda poltrona ha osservato una vita che ammirava, ma che non ha mai avuto il coraggio di affrontare, una vita che ha raccontato nel suo romanzo dimenticandosi però di ringraziare quei ragazzi a cui si è ispirato e che in molti casi non ci sono più".

Stefano pensa in particolare a Jonny, l'amico morto in un incidente automobilistico, il cui nome porta tatuato sul braccio sinistro e del quale ricorda soprattutto il sorriso; pensa a Stefano Santi, morto di overdose. "La generazione nata tra il 1960 e 1965 è stata una generazione maledetta. Il nostro gruppo è stato come un bel fiore che nel tempo ha perso i suoi petali, uno ad uno. In tanti sono morti, altri sono latitanti, ma tutto è stato fatto perché avevamo un credo: noi abbiamo dato la vita per i nostri ideali".

E Babi, la ragazza con la quale Step ha raggiunto i 'Tre metri sopra il cielo'? Anche lei esiste davvero, assicura Stefano: "Si chiama Daniela, oggi è sposata e ha due figli. Io avevo diciassette anni e lei era una quindicenne borghese di buona famiglia che studiava alla Falconieri. Bella, occhi verdi, lunghi capelli castani. E' stata molto importante per me, anche se abbiamo avuto un rapporto conflittuale che, però, mi ha insegnato tanto. Lei mi ha sempre difeso ed era pazza di me. Perché è finita la nostra storia? Perché l'amore finisce. Punto".

Stefano, proprio come lo Step di "Tre metri sopra il cielo", a un certo punto ha lasciato Roma e l'Italia per gli Stati Uniti, dove ha vissuto per quasi tre anni. "Sono stato in America con Palombini, un mio amico che Moccia cita nel suo libro, un'esperienza che mi è servita tanto perchè io non ho studiato e le cose che ho imparato le ho apprese dalla strada, dalla vita, da viaggi come questi". Proprio come Step torna e ritrova i suoi amici, il fratello con il quale ha condiviso tante esperienze soprattutto da quando è andato via da casa, la madre con cui non ha mai passato tanto tempo e con la quale ha avuto un rapporto difficile ma che oggi descrive come "una donna eccezionale, unica, la donna che cerco nel sorriso di tutte le altre".

(7 settembre 2006)
DarkWalker
00sabato 9 settembre 2006 19:46
adesso basta, mi leggerò 'sto schifo così potro criticarlo meglio!

scena dopo: nella firma avrò una frase di quel libro^^
Lux-86
00domenica 10 settembre 2006 11:13
a como qualcuno ha scritot su un muro "io e te tre metri sopra il cielo" ornato anche di cuori. credo faccia riferimento al libro. per me l'autore andrebbe duramente punito^^
DarkWalker
00domenica 10 settembre 2006 14:00
certo che è il colmo...i giovani sono per lo più lanciati nell'ideale 'no al commerciale, no alc erchio che altri ci hanno tracciato attorno' e poi si fiondano a prendere come bandiera il libro più commerciale che esista....dopo la dinsey è a 3msc che si deve l'impacchettamento dell'amore e dell'affetto e la sua vendita sui mercati al minuto...[SM=g27987]
Lux-86
00domenica 10 settembre 2006 15:03
ormai il movimento noglobal è globalizzato...
Pet Cemetery
00lunedì 11 settembre 2006 15:04
mmm... interessante lucio... mi interessano sempre le critiche ai meravigliosi libri di moccia... e poi che ne so... io mi rifiuto di averci a che fare... magari sonod avvero capolavori... per fortuna non lo scopriorò mai!
sciabolina
00martedì 12 settembre 2006 09:19
Re:

Scritto da: Lux-86 10/09/2006 11.13
a como qualcuno ha scritot su un muro "io e te tre metri sopra il cielo" ornato anche di cuori. credo faccia riferimento al libro. per me l'autore andrebbe duramente punito^^




anche a brienno,x san valentino scorso,il ragazzo di una mia amica l'ha fatto..
kurt2409
00martedì 12 settembre 2006 12:16
TRE METRI SOPRA IL CIELO è scritto praticamente in ogni città, sicuramente in più punti...
L'idea è talmente banale che se il mio ragazzo lo facesse lo lascerei: cazzo già che sei lì fai muovere due neuroni e inventa qualcosa di nuovo!
sciabolina
00martedì 12 settembre 2006 13:42
hai ragione...però c'è chi le apprezza queste cose,come le ragazzine..

luca,diremo noi al tuo ragazzo di nn scrivertelo.. [SM=g27985]
Lux-86
00martedì 12 settembre 2006 20:34
sì ma chi scrive queste cose meriterebbe di finire TRE METRI SOTTOTERRA


:lol[SM=g27985] :lol[SM=g27985] :lol[SM=g27985] :lol[SM=g27985]
kurt2409
00lunedì 18 settembre 2006 11:12
Re:

Scritto da: sciabolina 12/09/2006 13.42
hai ragione...però c'è chi le apprezza queste cose,come le ragazzine..

luca,diremo noi al tuo ragazzo di nn scrivertelo.. [SM=g27985]



Grazie cara!
-maverik-
00lunedì 18 settembre 2006 15:27
IO Mi rifiuto di leggerlo anche perchè non vedo che ci sia di tanto particolare......è una GOVENTù BRUCIATA,misto ROMEO GIULIETTA rivisitati,mescolati da un ubriaco.........

fare dell'amore una banalità commerciale è il peccato peggiore che si possa commettere...........

col problema del buco dell'ozono...........cazzo 3 metri soproa al cielo........deve proprio odiarmi il mio ragazzo per scrivere una cosa del genere.........TIZIO AMA TIZIA sul corrimano della diga foranea a como..va benissimo a sto punto!
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