Su "The Miracle"
Non è un segreto che io ritengo l'ultimo decennio dei Queen complessivamente molto inferiore al primo. I ragazzi hanno fatto i soldi, non più "bread and butter for a smile", tour interminabili in cui convivevano e si prendevano reciprocamente le misure, la fame che ti fa venire voglia di sfondare. Si registra quando si può, quando uno non è nella merda di lama con Michael Jackson e l'altro non è a Ibiza con le porcelline... Si vedono pochissimo e il lavoro ormai è solo lavoro.
Nell'88 erano poco più che estranei rapportato a quello che erano 10 anni prima e venivano da un discreto successo, AKOM e il Magic Tour. Freddie era forte dell'esperienza con la Caballé, se ne sente l'energia vocale che salva il salvabile nei pezzi più brutti dell'album. E aveva fretta di fare The Miracle Freddie, ne aveva parecchia.
Party si basa tutta sul beat di base di Roger Taylor, che vuole far sapere a tutti quanto si è divertito alla festa del suo 40° compleanno, quando addirittura le luci da lui proiettate nel cielo del Surrey furono scambiate per UFO. E' un pezzo piuttosto bruttarello, che sfiora il ridicolo quando dice "The party was over, wo wo". Della chitarra non mi viene a mente niente, segno che non c'è sforzo di Brian che risollevi questo dramma.
Meglio con
Khashoggi Ship, che riprende il disastro precendente come tematica, ma in cui si sente l'impronta di Freddie quanto all'orecchiabilità della melodia vocale. Anche musicalmente è un po' più avanti, fosse solo per il fatto che non si sentono più le orrende piattate di Roger!
Con
The miracle inizia davvero l'album. Devo dire che trovo il testo eccessivamente buonista e ottimista, specialmente quando, tra le cose meravigliose dell'esistenza umana dice anche "mothers, fathers, dead and gone"... e l'allegro "superpowers always fighting" cozza tremendamente con l'augurio finale "peace on earth and end to war, today". Insomma, quando sono estremamente critica mi viene da pensare che sia un po' contraddittoria pur di trovare la rima. In ogni caso, musicalemtente non ho niente da eccepire. Non è un pezzo rock, ma quello non è un problema, dato che voce, basso, batteria e chitarra hanno ciascuno un ruolo ben definito. E' un bellissimo pezzo, orecchiabile, semplice e senza sbavature.
I want it all: ecco i Queen che amo ascoltare: Freddie cattivo, chitarra in primo piano e beat aggressivo. Lo scambio di battute tra Freddie e Brian è uno dei momenti più singolari e felici, secondo solo al meraviglioso assolo di Brian... ovviamente della versione album e non quello orrendamente tagliuzzato del GH2. L'outro di Brian è uno degli argomenti a favore di questo pezzo.
(da continuare)