Noriyuki Haga sul gradino più alto del podio
Due corse e un solo protagonista: il giapponese della "desmo", che impone il suo ritmo anche a Spies, caduto in una manche e secondo nell'altra. Grande Laconi, Biaggi in crisi d'aderenza
Valencia – "Sapevamo che la Ducati qui è velocissima, ma in prova ci era sembrato che il passo-gara di Haga fosse alla nostra portata – è stato il tranquillo commento di Silvano Galbusera, responsabile tecnico del Team Yamaha Europa al termine del GP di Spagna – Spies nella prima corsa ha tentato di tenere quel passo ed è caduto, poi in gara-2 è partito con la seconda moto, visto che la prima era distrutta. La seconda non è mai uguale alla prima: lui ha tirato, ma poi si è reso conto che se non voleva rischiare un'altra caduta era meglio puntare al secondo posto. Va bene così". Si stava abituando bene la Yamaha in questo inizio di stagione 2009, ma fortunatamente, per l'interesse della Superbike e anche per quello della Ducati, Haga ha ritrovato presto la strada per vincere. Tardozzi si rifiuta – a parole – di esultare "Perché il campionato è ancora lungo e può succedere di tutto", ma al termine di ciascuna gara di questo GP di Spagna è stato sempre il primo a baciare ed abbracciare tutti quelli che aveva intorno, con un'enfasi che la diceva lunga sul suo stress di pochi attimi prima.
Oggi comunque Haga era imprendibile e soprattutto era sicurissimo: guida pulita, liscia, costante ed estremamente redditizia. Sembrava addirittura che potesse fare di più, tanto lo faceva in apparente scioltezza. Ha finalmente demolito il vecchio record sul giro stabilito da Hodgson nel 2003 con le gomme specialissime della Michelin e non è stato tentato di esagerare quando, all'inizio di gara-2, Spies gli si era accodato. L'Haga che oggi guida la Ducati sembra maturato rispetto a quello – velocissimo ma capace anche di grossi errori – degli anni passati. Non ci interessa di chi sia il merito, ci accontentiamo di constatare il risultato. Eccellente. E giova ricordare anche i progressi di Michel Fabrizio, una volta secondo e una terzo. Ciò che ha fatto non basta ancora, ma il gap che lo separa dai grandi protagonisti è sempre più sottile.
Ci sono altri piloti e altri team che lasciano Valencia con un bilancio molto positivo: sono il DFX, che con Laconi, ha colto due risultati a dir poco entusiasmanti, considerato che si tratta di un team privato con mezzi molto limitati rispetto a quelli delle squadre ufficiali o "sottufficiali", e il Team Stiggy, che non si può considerare proprio "privato", visto che è uno di quelli nell'orbita della Honda Europa, ma che sta comunque facendo grandi cose al debutto in Superbike.
Chi non può dirsi soddisfatto di come è andata a Valencia è la Honda Ten Kate, che non è mai stata in lotta per la vittoria né in Superbike, né in Supersport, e che è stata sempre preceduta, nelle due categorie, dalla Honda Stiggy. Mentre l'Aprilia, arrivata alla Superpole dopo due giorni trionfali, e quindi carica d'entusiasmo e di ottimismo, ha conosciuto una delusione cocente a causa di sopravvenuti e non ben individuati problemi di aderenza e di vibrazioni denunciati dal pilota, incapace da quel momento di guidare allo stesso livello delle sessioni di prove libere e ufficiali in cui aveva primeggiato.
All'Aprilia è mancato inoltre ogni possibile riscontro col secondo pilota, Nakano, caduto all'inizio del secondo turno di prove ufficiali a causa di una perdita d'olio del motore che gli è costata la frattura della clavicola sinistra. E' stato operato nella serata di sabato, l'intervento è perfettamente riuscito e il giapponese potrebbe essere nuovamente in sella già da Assen. I medici avrebbero voluto impedire di correre anche a Shane Byrne, afflitto da una brutta infezione a un ginocchio, dolorosa e curata con forti dosi di medicinali. L'inglese del Team Sterilgarda però ha insistito, ha sofferto, ed ha colto due risultati più che soddisfacenti in relazioni alle condizioni fisiche in cui ha gareggiato.
SBK Gara-1: Haga irraggiungibile Spies fa autogol
Valencia – Haga scatta al comando seguito da Laconi, Neukirchner e Spies; nel corso del primo giro Neukirchner passa Laconi, cade Rea e Corser si insedia al quarto posto, ma dopo poche curve scivola ed è fuori gara. Alla fine del secondo giro in 1" ci sono Haga, che sta sforzandosi di allungare su Neukirchner, che a sua volta precede Laconi e Spies attaccato da Kagayama. Cade anche Carlos Checa: a questo punto, a gara appena iniziata, la Honda Ten Kate può contare solo su Kiyonari, che occupa la quindicesima posizione. Decisamente meglio va invece la Honda Stiggy, con Haslam settimo a 4"5 e Hopkins tredicesimo a 8"6 preceduto di pochi decimi da Biaggi.
Haga aumenta il ritmo, stabilisce il nuovo primato sul giro battendo quello "storico" di Hodgson che resisteva dal 2003 e porta il suo vantaggio su Neukirchner a 2". All'ottavo passaggio Fabrizio corona il suo inseguimento col sorpasso di Laconi e la conquista del quarto posto, mentre Spies è a ruota di Neukirchner e si prepara ad attaccarlo per strappargli il secondo. Non ci riuscirà: ancora un giro, e l'americano scivola e distrugge la sua magnifica Yamaha nello spazio di fuga.
Haga a questo punto deve solo amministrare il consistente vantaggio: 3"4 su Neukirchner e 4"3 sul compagno di squadra Fabrizio. Quarto è Kagayama che deve guardarsi dal sempre combattivo Laconi, che lo supera al tredicesimo giro con una staccata magistrale. Sesto è Haslam seguito da Sykes con la Yamaha superstite, poi viene Byrne che ha Biaggi a ruota, quindi Parkes, Hopkins, Kiyonari e Xaus.
La gara ora è piuttosto monotona, ma è prevedibile per il finale un duello acceso fra Neukirchner e Fabrizio per il secondo posto, mentre Laconi ha consolidato il quarto, visto che Kagayama è alle prese con Haslam che lo attacca ad ogni curva.
A due giri dalla fine Fabrizio passa Neukirchner e Haslam fa lo stesso con Kagayama, ma il pubblico guarda soprattutto l'azione di forza di Laconi, che ha ripreso Fabrizio e Neukirchner ed è chiaramente intenzionato ad inserirsi nel duello per il secondo posto. Inizia l'ultimo giro e Haga se ne va tranquillo a cogliere il frutto della sua fatica; alle sue spalle non c'è l'attesa volata e Fabrizio completa quindi il successo della Ducati, mentre il terzo posto va a Neukirchner di un soffio su Laconi. Quinto è Haslam, autore di un'eccellente gara, davanti a Kagayama, Sykes, Biaggi e all'ottimo Byrne, che corre nonostante la penalizzazione di una forte infezione ad un ginocchio. Decimo posto per Parkes che precede Hopkins, Kiyonari e Xaus. Badovini, diciassettesimo, vince in volata il duello con Scassa, suo vecchio avversario nella STK 1000.
Il mistero Aprilia permane. O è il mistero Biaggi? Difficile capirlo. Nel comunicato diramato dalla Casa veneta alla fine della Superpole Biaggi aveva affermato che assieme al team avrebbe cercato durante il warm-up l'origine del "male oscuro" che lo aveva frenato dopo due giorni da protagonista. Il risultato del warm-up, con Biaggi solo diciassettesimo, deludeva le attese. La gara, del tutto incolore, non ha svelato l'arcano.
SBK Gara-1: classifica
1 N.Haga Ducati 1098R
2 M.Fabrizio Ducati 1098R 3.677
3 M.Neukirchner Suzuki GSX-R 1000 K9 3.959
4 R. Laconi Ducati 1098R 4.210
5 L. Haslam Honda CBR1000RR 13.824
6 Y. Kagayama Suzuki GSX-R 1000 K9 14.562
7 T. Sykes Yamaha YZF R1 15.155
8 M.Biaggi Aprilia RSV4 Factory 16.316
9 S. Byrne Ducati 1098R 20.361
10 B. Parkes Kawasaki ZX 10R 23.878
11 J. Hopkins Honda CBR1000RR 30.902
12 R. Kiyonari Honda CBR1000RR 31.298
13 R. Xaus BMW S1000 RR 32.660
14 M.Tamada Kawasaki ZX 10R 42.156
15 T. Hill Honda CBR1000RR 43.040
16 K. Muggeridge Suzuki GSX-R 1000 K9 45.204
17 A. Badovini Kawasaki ZX 10R 52.023
18 L. Scassa Kawasaki ZX 10R 52.474
19 D.Salom Kawasaki ZX 10R 55.775
20 M.Baiocco Kawasaki ZX 10R 56.202