Sulle tracce di Benedetto

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Ratzigirl
00mercoledì 24 maggio 2006 00:21
PRESENTAZIONE DELLA DISCUSSIONE

Per scoprire i luoghi caratteristici che il Benedetto XVI frequentava quando era ancora cardinale.Tutto quello che si è saputo da quotidiani e riviste, ma soprattutto(ed è la parte più corposa) quello che proviene dalle nostre esperienze e dai contatti con il popolo di Roma, che per certo, l'ha conosciuto bene!
Sybella
00venerdì 2 giugno 2006 20:25
Giusto per incominciare...
...i luoghi più noti, quelli di cui già sappiamo:
- Piazza Città Leonina, subito a destra del colonnato di S. Pietro, oltre le mura: il condominio che vi troverete davanti ospita, al numero civico 1, quarto piano, l'appartamento che per tanti anni è stato abitato dal cardinal Ratzinger...impossibile non alzare lo sguardo alle finestre e dare un'occhiata fugace all'ingresso se il portone è aperto;
- tutte le stradine circostanti, dov'è simpatico perdersi senza fretta: il Borgo Pio, dove da cardinale Benedetto amava passeggiare (vi sono anche un sacco di ristorantini e negozietti);
- Piazza Sant'Uffizio, dal lato opposto di Piazza San Pietro: il bellissimo palazzo giallo è la sede della Congregazione per la Dottrina della Fede (vi dice niente...?);
- il negozio di vesti e paramenti sacri sul lato opposto della piazza: vi si serviva il cardinale e - si dice - lo fa tuttora anche il Papa.

[Modificato da Sybella 02/06/2006 20.48]

stupor-mundi
00venerdì 2 giugno 2006 22:33
... e per continuare...
... fatevi un giro dentro le mura vaticane, entrando da porta angelica, magari [SM=g27821] con la scusa di comprarvi un medicinale non disponibile in Italia... vi trovere a percorrere le stradine che fanno tanti cardinali e, se vi guardate intorno, scorgerete l'ufficio postale, il supermercato (uscito dritto dritto da un film degli anni '50) e la farmacia (quanti farmacisti polacchi [SM=g27833] ).

Se siate fortunati (a me è capitato un paio di volte), potete beccare il card. Kasper e Mons. Rilko che, appena usciti di casa (uno abita in Piazza della Città Leonina, l'altro proprio di fronte a Porta Angelica), si avviano al lavoro...

Girovagate per Borgo Pio e poi attraversate Piazza San Pietro la mattina presto, una mattina di dicembre, con i sampietrini lucidi di pioggia... chiudete un attimo gli occhi e pensate che quella è stata la via percorsa per 23 anni dal Nostro... [SM=g27822]
quante volte l'ho percorsa anch'io, ma chissà perchè, ora mi fa tutto un altro effetto!
Sybella
00martedì 5 settembre 2006 07:36
Dentro le mura...
...come suggerisce stupor, se siete muniti di ricetta medica potete entrare in Vaticano (non so se mi spiego... [SM=g27823] ), percorrere un po' di stradine avendo sempre sott'occhio la mole massiccia e rassicurante del Palazzo Apostolico e, cosa non disprezzabile, fare un bello shopping alla Farmacia...ci sono una quantità indescrivibile di prodotti di erboristeria e profumerie a prezzi decisamente inferiori che in Italia...basti dire che vi ho trovato il profumo alla rosa che cercavo da tempo e a 27 euro (contro un prezzo di 38,5)!
Non trascurate poi, uscendo dalla porta di Sant'Anna, una visitina alla piccola ma bellissima chiesa omonima, che è tra l'altro proprio la parrocchia vaticana! [SM=g27811]
Paparatzifan
00mercoledì 24 ottobre 2007 11:23
Viaggio in Baviera...

Quanto prima vi racconterò del viaggio che Gabriella ed io abbiamo fatto in Baviera dal 17 al 19 ottobre. Ho un sacco di foto da sistemare quindi abbiate pazienza! [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]

Paparatzifan
00giovedì 25 ottobre 2007 23:04
Viaggio in Baviera...

17-10-2007

Giorno I – Monaco


Siamo partite il giorno precedente alle 2300 dalla stazione di Mestre. Lungo viaggio notturno trascorso sdraiate sulle cuccette delle carrozza 289. Per una che non aveva molto tempo a disposizione ma solo qualche giornata di riposo spesa per respirare l’aria d’origine del nostro amatissimo Papa Benedetto non c’è male. La mia vecchia esperienza sulle cuccette dei treni europei, alcune più confortevoli, altre di meno, ha fatto sì che, come al solito, non riuscisse a chiudere occhio. Certo, il rumore del treno non aiuta e neanche il sentir bussare alla porta alle 3 o 4 del mattino perché la polizia di frontiera austriaca vuol vedere le nostre facce. Insomma, quale sacrificio non si fa per Papino. Solo che questa volta, Gabriella ed io non lo vedremo ma ci lasceremo avvolgere e trascinare dall’atmosfera bavarese, dal suo proprio essere bavarese!

Non è la prima volta che visito Monaco. Sono stata più di 20 anni fa e il mio ricordo non è di quelli più graditi. Infatti, quella volta, durante il viaggio in treno, mi era caduta la camera fotografica con conseguenze catastrofiche: si era rotta la messa a fuoco. A Monaco avevo perso alcune ore in giro per i negozi di fotografia per vedere se me la potevano sistemare in giornata. Niente da fare! Comunque avevo scattato indovinando la messa a fuoco. Alcune foto erano riuscite, altre non. In quell’epoca, non esistevano le digitali. Peccato! Invece adesso ne ho una nuova di zecca, leggerissima, tascabile e rigorosamente digitale!

Arrivare a Monaco alle 6.30 ed scoprire che un cappuccino ed una brioche costano il doppio che in Italia. Iniziamo bene! Non importa, le due mattine successive ci attendono due sostanziose ed abbondantissime prime colazioni in albergo!

Il nostro albergo è distante 16 minuti dal centro in S-Bahn (treno suburbano) dove lasciamo i bagagli ed iniziamo il nostro giro per Monaco.
Abbiamo trovato il bel sole che ci avevano promesso le previsioni e non tanto freddo. Insomma una temperatura gradevole.

Il punto di partenza è la Marienplatz dove Benedetto ha ricevuto il primo abbraccio della sua gente l’anno scorso ai piedi della Madonna.






Poi la visita alla cattedrale del cardinale più bello che si sia mai visto!









Gli stemmi degli arcivescovi dei quali uno è diventato Papa




Nella cripta, tombe di alcuni arcivescovi


Prima di mezzo giorno, torniamo a Marienplatz, e ci lasciamo tentare da una libreria. Forse troviamo qualche ratzoseria. Ed infatti, sfogliamo alcuni libri e finalmente ne compriamo uno, ma tutto di corsa perché, alle 12, dobbiamo assistere ad uno spettacolo: il carillon della torre dell’orologio del Rathaus o municipio con le figurine che si muovono.






Ci fermiamo a pranzo al Ratzkeller del Rathaus e poi via di nuovo alla cattedrale per salire le scale di una delle torri e goderci il panorama della città.






A pochi passi dalla cattedrale... la seconda tentazione ci assale: la libreria cattolica. L’attacco di ratzingerite acuta non si fa pregare. Più libri, cartoline, e calendari giganti micidiali! Ma gli acquisti adesso no! Non mi volevo caricare così presto. Volevo lasciarli per prima della chiusura o per il giorno dopo.

Un altro angolo di Monaco non dovevamo dimenticarlo: il palazzo arcivescovile con il balcone fiorito come avevamo visto l’anno scorso che si affacciò il Papa, come qualche altra volta, trent’anni fa, un bellissimo cardinale appena insediato salutava la gente.




Il Viktualienmarkt, luogo pittoresco pieno di aromi che ti fanno venire l’acquolina in bocca ma ogni tanto sentivamo pure delle urla. Che succede? In una zona del mercato, molto affollato, c’erano i tavoloni pieni di gente che mangiava i wurstel e la carne fumante con la kartoffelsalat ed i boccali di birra che dondolavano nelle mani dei festosi bavaresi come se si trattasse di una piccola Oktoberfest. “Questa sera mi piacerebbe cenare qua”, era il mio desiderio che poi, alla fine non si è avverato giacché era tutto chiuso.





Questo monumento rappresenta l'associazione delle diverse birrerie bavaresi.


Nel tardo pomeriggio, dopo una serie di sbagli commessi per mancanza di orientamento nel prendere un tram, siamo andate a riposarci su una panchina del castello di Nymphenburg mentre vedevamo calare il sole ed il caldo che fino a quel momento ci accompagnava.

La ora di cena ci vede divise nei gusti: Gabriella vuole solo una torta ed io che voglio mangiar bene bavarese con la birra.




Accompagno Gabriella a mangiare la torta e lei mi accompagna ad una tipica trattoria bavarese. Evidentemente la torta non le era bastata a Gabriella che ordina pure lei una portata e buon appetito a tutte e due!







maria.2007
00venerdì 26 ottobre 2007 15:06
Che bella idea!!!
Finalmente! [SM=g27811] Grazie Ratzigirl per avere aperto questa bellissima "discussione", mooolto interessante soprattutto per chi, come me, per motivi sempre diversi, ha continuamente dovuto rimandare il viaggio a Roma e in Vaticano! [SM=g27824] [SM=g27824]
Complimenti anche a Paparatzifan per il magnifico racconto e le foto! [SM=x40799]
Vedrò di contribuire anche io, appena mi deciderò a muovermi da casa...
-danich-
00venerdì 26 ottobre 2007 19:39
WOW Gloria non vedo l'ora che continui il tuo racconto.... [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]]


Paparatzifan
00sabato 27 ottobre 2007 00:13
Re: Viaggio in Baviera...
Paparatzifan, 25/10/2007 23.04:


17-10-2007

Giorno I – Monaco


Non è la prima volta che visito Monaco. Sono stata più di 20 anni fa e il mio ricordo non è di quelli più graditi. Infatti, quella volta, durante il viaggio in treno, mi era caduta la camera fotografica con conseguenze catastrofiche: si era rotta la messa a fuoco. A Monaco avevo perso alcune ore in giro per i negozi di fotografia per vedere se me la potevano sistemare in giornata. Niente da fare! Comunque avevo scattato indovinando la messa a fuoco. Alcune foto erano riuscite, altre non. In quell’epoca, non esistevano le digitali. Peccato! Invece adesso ne ho una nuova di zecca, leggerissima, tascabile e rigorosamente digitale!




Lo potete credere? Ieri avevo raccontato l'episodio che ho quotato sopra.

Qualche minuto fa ho finito di passare il filmato del viaggio su una cassetta VHS e sapete cosa ho trovato? Il filmato che riguarda Monaco è stato registrato con il nastro diffettoso e senza audio (il resto è a posto)! Mai successo queste cose in altri luoghi del mondo e di nastri e foto ne ho una valanga! [SM=g27825]
Io non sono superstiziosa ma, dico, per me Monaco è una città che mi porta sfortuna. Non è possibile che due volte sono stata e due volte con problemi foto/video! [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=x40796] [SM=x40796] [SM=x40796] [SM=x40796] [SM=x40796] [SM=x40796] [SM=x40796]

LadyRatzinger
00sabato 27 ottobre 2007 14:19
Re: Viaggio in Baviera...
Paparatzifan, 25/10/2007 23.04:


17-10-2007





WOOOOOOOOOW!!!!GRAZIE GLORIA!!E CHE BELLE FOTO!! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40800]
Quanto mi sarebbe piaciuto essere lì con voi! [SM=g27829] [SM=g27821] [SM=g27822] [SM=g27822]

elena66c
00sabato 27 ottobre 2007 14:28
Re: Re: Viaggio in Baviera...
Paparatzifan, 27/10/2007 0.13:



Lo potete credere? Ieri avevo raccontato l'episodio che ho quotato sopra.

Qualche minuto fa ho finito di passare il filmato del viaggio su una cassetta VHS e sapete cosa ho trovato? Il filmato che riguarda Monaco è stato registrato con il nastro diffettoso e senza audio (il resto è a posto)!




Eh si, il magnetismo da' di questi problemi! [SM=g27827]


Paparatzifan
00sabato 27 ottobre 2007 23:09
Viaggio in Baviera...

18-10-2007

Giorno II – Frisinga


Le previsioni dicono una giornata di pioggia battente. Scorro le tende della finestra della camera. Il cielo è coperto ed è evidente che ha piovuto durante la notte.
Gabriella ed io ci dividiamo: lei prende il largo di Regensburg (insieme con Michelle, la simpatica francese che abbiamo conosciuto a Lorenzago, ed il marito) ed io verso Frisinga. Lei parte alle 8, io resto ancora in camera a guardare il TG5.
La mia idea era in realtà rimanere la mattina a Monaco per farmi un giro dei negozi, andare alla vicina Dachau a visitare il campo di concentramento e poi, il pomeriggio, a Frisinga. Idee presto infrante da una novità, a dire il vero, sconcertante. Quando prima delle 9 arrivo alla stazione del S-Bahn trovo inaspettatamente Gabriella e Michelle con il marito. Cosa è successo? E’ successo che nel Paese dove tutto sembra funzionare bene è scattato un inatteso scioppero dei mezzi di trasporto. I treni potevano passare oppure non. Non è come in Italia dove sono garantite le fasce orarie per i lavoratori, ecc. Quindi ci siamo messi in ammollo...
Vista la situazione ho dovuto scegliere: la priorità era andare a Frisinga. E così un viaggio che doveva durare 40 minuti è durato, tra attese e cambi di treno, due ore e dieci. Ed è andata bene perché prima di mezzogiorno lo sciopero è stato revocato.

Frisinga mi ha accolta con il sole e... tanto vento gelido!!! Brrrrrr!!!! A pochi passi dalla stazione c’è il centro storico ma prima ancora la salita che porta al duomo. Una salita veramente panoramica. Strano il duomo! Cercavo la porta principale che è quella che vedete nelle foto che sembra piuttosto una porta laterale.



Il nostro Joseph è stato ordinato sacerdote qui. E qui si trovano le spoglie di san Corbiniano, patrono della città.







Campane che ricordano la visita del Papa dell'anno scorso.



Siccome ero arrivata al duomo verso le 11.30 ho fatto in tempo di realizzare la visita ma non di recitare un rosario per Papino come avevo intenzione di farlo perché chiudevano a mezzogiorno. Per fortuna, riaprivano alle 14, e quindi, dopo un giretto per la città, dove gli orsi sono dappertutto (pupazzi che ornano le strade ed i negozi)...









...ed il pranzo, sono tornata a fare la salita per la seconda volta.

Ringrazio Dio di averlo fatto perché, dopo il rosario, all’uscita mi sono accorta che c’era una targa su uno degli edifici che circondano la piazza del duomo: si tratta della Biblioteca e la targa ricorda che un bel professore era stato insegnante di dogmatica e teologia fondamentale e dal 1954 al 1959. Immaginavo il professore in quegli anni... immaginavo...





Paparatzifan
00martedì 30 ottobre 2007 12:18
Viaggio in Baviera...


19-10-2007

Giorno III – Altötting, Marktl Am Inn e Monaco


Parte I : Altötting

Fa decisamente freddo. Il cielo coperto con spruzzi di sole ed il vento gelido ci accompagneranno a far visita al santuario mariano dei bavaresi. Nessuna segnalazione che ci indichi la strada che ci doveva portare lì. Ci lasciamo andare dall’intuizione. Siccome io non avevo avuto la precauzione di guardare in precedenza una foto del santuario ci siamo trovate un po’ spaesate. La prima chiesa che si presenta ai nostri occhi è grande e sembra essere luterana giacché nella sommità delle torri c’è il galletto caratteristico di questo tipo di chiese (alla fine, si trattava della chiesa parrocchiale). Poi, in mezzo alla piazza, dagli innumerevoli ex-voto che tappezzano ogni dove, abbiamo capito che era il santuario. Piccolissimo, troppo. Io, almeno, ero abituata a vedere i santuari mariani enormi. Qua, invece, è la prima volta che mi capita di pellegrinare in una chiesetta così minima di dimensioni, forse umile, ma che racchiude mille storie di fede e di miracoli. Perché volevo recarmi lì? Era l’anniversario di Joseph, il 30mo mese che era il nostro Papa. La mia preghiera voleva essere per lui. Siamo entrate con Gabriella. Si stava celebrando la Messa. Mi sono inginocchiata qualche minuto e poi sono uscita. Ma volevo tornare più tardi per restare in preghiera più a lungo.











Municipio


A fianco della chiesa parrocchiale c’era una mostra dedicata specialmente al pellegrinaggio di Benedetto al santuario dell’anno scorso. Tra le cose che potete vedere dalle immagini, tra cui i paramenti indossati da lui per la celebrazione della Messa in piazza, abbiamo visto tre filmati.


















Dopo pranzo, il ritorno al santuario per la preghiera: l’immagine della Madonna nera, i fedeli in silenzio. Chissà perché, mentre ero in ginocchio sulla balaustra mentre guardavo la Madonna, le lacrime iniziarono a scorrere per le mie guance. Forse un insieme di cose, forse la consapevolezza di quanti beni il Signore e la Madonna mi avevano ricolmata nella mia vita: “Grazie per quello che avete fatto per me, per quello che mi avete dato!”

Prima di tornare alla stazione per andare a Marktl Am Inn abbiamo scoperto, dietro il santuario, una piccola piazza dedicata a Benedetto XVI.



Paparatzifan
00mercoledì 31 ottobre 2007 11:13
Viaggio in Baviera...

19-10-2007

Giorno III – Altötting, Marktl Am Inn e Monaco


Parte II : Marktl Am Inn


Marktl è poco distante da Altötting però, per arrivare in treno, dobbiamo fare un trasbordo. Il paesaggio che si presenta dalla finestra del treno ci dice che si tratta di una zona rurale e, poco prima del arrivo, ci mostra il fiume Inn. Scendiamo. La stazione è piccola, sembra abbandonata. Eravamo al paese natale del nostro amato ma niente ci faceva vedere che era proprio così. I miei occhi guardano il panorama proprio davanti ai binari. I campi, gli alberi, i colori dell’autunno in risalto grazie a qualche raggio di sole che si fa spazio tra nubi minacciose...



Fuori dalla stazione nessuna indicazione che ci dica quale direzione dobbiamo prendere per la casa di Benedetto. Nessun’anima per strada. Inizia a piovere. Chiediamo ad un tale in una macchina parcheggiata. Abbiamo poco tempo a disposizione, solo un paio di ore. Per strada troviamo finalmente un cartellone che ci informa dove siamo.



La pioggia diventa giacchio. Andiamo avanti. Chiediamo per la seconda volta della casa papale. Sono arrivata io per prima ma... che delusione! Mi volevo strappare i capelli! Poi arriva Gabriella: “Guarda, guarda!”. La facciata della casa tutta coperta di plastica. Sì, lavori di manutenzione.

C’è luce dentro ma non si può entrare dalla porta principale. Sapevo dell’orario di visita (Sabato e domenica dalle 10 alle 18 e da martedì a venerdì dalle 14 alle 18. Chiuso i lunedì e dal 1 novembre al 31 marzo, ed un paio di altre feste che non ricordo) ma non sapevo di questi lavori. Entriamo da una porta secondaria e chiedo all’incaricata dei biglietti (Euro 3,50) fino a quando si realizzavano questi lavori e mi dice che tutto dovrebbe essere a posto per la riapertura l’anno prossimo il 1 aprile. Prima di passare a visitare la casa ci fa vedere un film della durata di 10 minuti in una stanza attigua. Con noi c’è un altro visitatore.

Poi si passa per un piccolo cortile dove c’è pure un fienile. Devo dire che l’interno dei diversi locali è tutto verniciato a nuovo. Al piano terra inizia una mostra. Le gigantografie nella penombra provocano in me i cosiddetti ”attacchi di ratzingerite acuta”. Anche se sapevo di queste gigantografie il fatto di trovarsi lì è tutta un’altra cosa, ragazze! Certo, farsi le foto con il proprio amato era qualcosa che mi impazziva!



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Vedere la mitra del cardinale...





E poi, veder parlare il giovane cardinale stesso, da una delle postazioni video, bello, grintoso e anche scherzoso, non faceva altro che aumentare gli effetti devastanti della malattia. Gabriella ed io incollate allo schermo mentre i minuti passavano... inesorabilmente!

Tre stanze si trovano al primo piano:



La stanza del Papa



La stanza del teologo. Qua ci sono i due libri delle tesi che Josef ha presentato per ottenere il dottorato e la licenza per l’insegnamento.



La stanza della nascita. Qua mi aspettavo di trovare la culla alla quale volevo dare un bacio. In mancanza di essa, ho dato un bacio allo stipite della porta.



Giù, da un’altra parte, c’è un negozietto di ratzoserie. Tra i libri ci sono alcune copertine che mi fanno impazzire. Sono queste:





Gabriella scopre ad un angolo del bancone dei piccoli mattoni numerati. Sono della casa? Forse, ma non so se sono in vendita.

Abbandoniamo l’austera casa papale per immergerci nella pioggia battente e fare alcune foto. Non volevo fare la foto della casa con la facciata coperta ma poi ci ho ripensato.



Entriamo all’ufficio turistico dove pure vendono libri, magliette, ecc. di Ratzi. Chiedo se era possibile avere un treno più tardi. Uno sì ma due ore dopo quello che dovevamo prendere noi. Con questa pioggia dove andare in quelle due ore? Meglio tornare a Monaco prima!

Un’ultima cosa prima di correre verso la stazione: facciamo un salto in chiesa per vedere e baciare il fonte battesimale. Era al buio ma poi una donna che era seduta poco distante si è alzata ed, entrando da qualche parte, ha fatto la luce per noi!



Lasciamo la chiesa e diamo un’occhiata alla famosa panetteria papale. Dalla vetrina vediamo la commessa che si dava da fare la quale, ad un certo punto, si gira e ci sorride. Ancora da vedere velocemente qualche altro negozio ratzoso. C’è pure una mitra papale fatta col pane!

Torniamo a Monaco. Ci aspettano i festeggiamenti in birreria (ma non in una birreria qualsiasi!) per il 30mo mese ratzoso prima del nostro rientro a casa.


LadyRatzinger
00mercoledì 31 ottobre 2007 17:56
Re: Viaggio in Baviera...
Paparatzifan, 31/10/2007 11.13:


19-10-2007

Giorno III – Altötting, Marktl Am Inn e Monaco


Parte II : Marktl Am Inn


Marktl è poco distante da Altötting però, per arrivare in treno, dobbiamo fare un trasbordo. Il paesaggio che si presenta dalla finestra del treno ci dice che si tratta di una zona rurale e, poco prima del arrivo, ci mostra il fiume Inn. Scendiamo. La stazione è piccola, sembra abbandonata. Eravamo al paese natale del nostro amato ma niente ci faceva vedere che era proprio così. I miei occhi guardano il panorama proprio davanti ai binari. I campi, gli alberi, i colori dell’autunno in risalto grazie a qualche raggio di sole che si fa spazio tra nubi minacciose...



Fuori dalla stazione nessuna indicazione che ci dica quale direzione dobbiamo prendere per la casa di Benedetto. Nessun’anima per strada. Inizia a piovere. Chiediamo ad un tale in una macchina parcheggiata. Abbiamo poco tempo a disposizione, solo un paio di ore. Per strada troviamo finalmente un cartellone che ci informa dove siamo.



La pioggia diventa giacchio. Andiamo avanti. Chiediamo per la seconda volta della casa papale. Sono arrivata io per prima ma... che delusione! Mi volevo strappare i capelli! Poi arriva Gabriella: “Guarda, guarda!”. La facciata della casa tutta coperta di plastica. Sì, lavori di manutenzione.

C’è luce dentro ma non si può entrare dalla porta principale. Sapevo dell’orario di visita (Sabato e domenica dalle 10 alle 18 e da martedì a venerdì dalle 14 alle 18. Chiuso i lunedì e dal 1 novembre al 31 marzo, ed un paio di altre feste che non ricordo) ma non sapevo di questi lavori. Entriamo da una porta secondaria e chiedo all’incaricata dei biglietti (Euro 3,50) fino a quando si realizzavano questi lavori e mi dice che tutto dovrebbe essere a posto per la riapertura l’anno prossimo il 1 aprile. Prima di passare a visitare la casa ci fa vedere un film della durata di 10 minuti in una stanza attigua. Con noi c’è un altro visitatore.

Poi si passa per un piccolo cortile dove c’è pure un fienile. Devo dire che l’interno dei diversi locali è tutto verniciato a nuovo. Al piano terra inizia una mostra. Le gigantografie nella penombra provocano in me i cosiddetti ”attacchi di ratzingerite acuta”. Anche se sapevo di queste gigantografie il fatto di trovarsi lì è tutta un’altra cosa, ragazze! Certo, farsi le foto con il proprio amato era qualcosa che mi impazziva!



[SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836]



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Vedere la mitra del cardinale...





E poi, veder parlare il giovane cardinale stesso, da una delle postazioni video, bello, grintoso e anche scherzoso, non faceva altro che aumentare gli effetti devastanti della malattia. Gabriella ed io incollate allo schermo mentre i minuti passavano... inesorabilmente!

Tre stanze si trovano al primo piano:



La stanza del Papa



La stanza del teologo. Qua ci sono i due libri delle tesi che Josef ha presentato per ottenere il dottorato e la licenza per l’insegnamento.



La stanza della nascita. Qua mi aspettavo di trovare la culla alla quale volevo dare un bacio. In mancanza di essa, ho dato un bacio allo stipite della porta.



Giù, da un’altra parte, c’è un negozietto di ratzoserie. Tra i libri ci sono alcune copertine che mi fanno impazzire. Sono queste:





Gabriella scopre ad un angolo del bancone dei piccoli mattoni numerati. Sono della casa? Forse, ma non so se sono in vendita.

Abbandoniamo l’austera casa papale per immergerci nella pioggia battente e fare alcune foto. Non volevo fare la foto della casa con la facciata coperta ma poi ci ho ripensato.



Entriamo all’ufficio turistico dove pure vendono libri, magliette, ecc. di Ratzi. Chiedo se era possibile avere un treno più tardi. Uno sì ma due ore dopo quello che dovevamo prendere noi. Con questa pioggia dove andare in quelle due ore? Meglio tornare a Monaco prima!

Un’ultima cosa prima di correre verso la stazione: facciamo un salto in chiesa per vedere e baciare il fonte battesimale. Era al buio ma poi una donna che era seduta poco distante si è alzata ed, entrando da qualche parte, ha fatto la luce per noi!



Lasciamo la chiesa e diamo un’occhiata alla famosa panetteria papale. Dalla vetrina vediamo la commessa che si dava da fare la quale, ad un certo punto, si gira e ci sorride. Ancora da vedere velocemente qualche altro negozio ratzoso. C’è pure una mitra papale fatta col pane!

Torniamo a Monaco. Ci aspettano i festeggiamenti in birreria (ma non in una birreria qualsiasi!) per il 30mo mese ratzoso prima del nostro rientro a casa.





PERCHE' NON RIESCO A VEDERE LE FOTO????????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!




Paparatzifan
00mercoledì 31 ottobre 2007 18:36
Re: Re: Viaggio in Baviera...
LadyRatzinger, 31/10/2007 17.56:



PERCHE' NON RIESCO A VEDERE LE FOTO????????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!







Io le vedo però, in questo momento, ci sono dei problemi con photobucket giacché non riesco a caricare altre foto. [SM=g27813]

LadyRatzinger
00mercoledì 31 ottobre 2007 21:40
Re: Re: Re: Viaggio in Baviera...
Paparatzifan, 31/10/2007 18.36:



Io le vedo però, in questo momento, ci sono dei problemi con photobucket giacché non riesco a caricare altre foto. [SM=g27813]




ORA LE VEDO!!! [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=x40798] [SM=x40798] [SM=x40798] [SM=x40798] [SM=x40798] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=x40799] [SM=x40799]






Paparatzifan
00giovedì 1 novembre 2007 17:20
Viaggio in Baviera...

19-10-2007

Giorno III – Altötting, Marktl Am Inn e Monaco


Parte III : Monaco


Giovedì sera, dopo la stancante giornata trascorsa a Frisinga ed il giro per i negozi di Monaco con, nello zaino, alcuni acquisti ratzosi, le mie gambe chiedevano urgentemente una sosta. Niente da fare, sono stata sorda alle loro richieste perché, prima di tornare in albergo a gustarmi in camera un piatto di sushi, dovevo dare un’occhiata ad un posto speciale. Sul mio depliant, scaricato e stampato da internet con le informazioni su cosa visitare a Monaco, c’era un’antica birreria: la Hofbrauhaus, a pochi passi da Marienplatz in una zona un po’ a luci rosse (poco però, eh? Niente nudi in vetrina!). Tavoloni per otto persone, 5000 posti, boccali da birra da un litro. Quello che ho visto quando ho messo il naso lì mi è sembrato fantastico ed ideale per festeggiare Benedetto il giorno dopo.

Il nostro treno partiva alle 23.40. Siamo entrate in birreria alle 21.30. Avevamo quindi almeno un’ora e mezza da trascorrere lì. Che dire? Quando siamo entrate, il locale era praticamente pieno. Il rumore della gente che parlava era un po’ assordante però si vedeva un clima allegro, una specie di mini-Oktoberfest, dove la musica tipica bavarese faceva da sfondo ai brindisi ed ai canti (ed urla) della gente che si divertiva. I boccali, in prevalenza da litro, si muovevano a destra ed a sinistra seguendo il ritmo della musica. Ecco che abbiamo trovato posto quasi subito. Qua il divieto di fumare non esiste. La cosa più importante è divertirsi. Divertirsi mentre si mangia e si beve. E così abbiamo fatto. Abbiamo ordinato due specialità locali, buonissime ma difficili da finire per l’abbondanza. Ogni tanto passava una venditrice di praetzel. Per alcuni, la consumazione di questo pane tipico insieme con la birra costituiva la loro cena. Intanto noi abbiamo condiviso un boccale da litro e finito con uno strudel di mele... pure condiviso!!!! I brindisi per Papa Benedetto si susseguivano uno dopo l’altro fino alla fine del boccale.









La serata in allegria mi era passata in un baleno... Peccato che dovevamo tornare!

I giorni trascorsi nella terra di Benedetto sono stati meravigliosi. Una certa nostalgia mi aveva invasa. Devo tornare! L’anno prossimo, se Dio vuole, per l’Oktoberfest!


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GABRIELLA.JOSEPHINE
00venerdì 2 novembre 2007 17:08
BRAVISSIMA!!!!!! GRAZIE GLORIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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LadyRatzinger
00venerdì 2 novembre 2007 18:29
Re: Viaggio in Baviera...
Paparatzifan, 01/11/2007 17.20:


19-10-2007

Giorno III – Altötting, Marktl Am Inn e Monaco


Parte III : Monaco


Giovedì sera, dopo la stancante giornata trascorsa a Frisinga ed il giro per i negozi di Monaco con, nello zaino, alcuni acquisti ratzosi, le mie gambe chiedevano urgentemente una sosta. Niente da fare, sono stata sorda alle loro richieste perché, prima di tornare in albergo a gustarmi in camera un piatto di sushi, dovevo dare un’occhiata ad un posto speciale. Sul mio depliant, scaricato e stampato da internet con le informazioni su cosa visitare a Monaco, c’era un’antica birreria: la Hofbrauhaus, a pochi passi da Marienplatz in una zona un po’ a luci rosse (poco però, eh? Niente nudi in vetrina!). Tavoloni per otto persone, 5000 posti, boccali da birra da un litro. Quello che ho visto quando ho messo il naso lì mi è sembrato fantastico ed ideale per festeggiare Benedetto il giorno dopo.

Il nostro treno partiva alle 23.40. Siamo entrate in birreria alle 21.30. Avevamo quindi almeno un’ora e mezza da trascorrere lì. Che dire? Quando siamo entrate, il locale era praticamente pieno. Il rumore della gente che parlava era un po’ assordante però si vedeva un clima allegro, una specie di mini-Oktoberfest, dove la musica tipica bavarese faceva da sfondo ai brindisi ed ai canti (ed urla) della gente che si divertiva. I boccali, in prevalenza da litro, si muovevano a destra ed a sinistra seguendo il ritmo della musica. Ecco che abbiamo trovato posto quasi subito. Qua il divieto di fumare non esiste. La cosa più importante è divertirsi. Divertirsi mentre si mangia e si beve. E così abbiamo fatto. Abbiamo ordinato due specialità locali, buonissime ma difficili da finire per l’abbondanza. Ogni tanto passava una venditrice di praetzel. Per alcuni, la consumazione di questo pane tipico insieme con la birra costituiva la loro cena. Intanto noi abbiamo condiviso un boccale da litro e finito con uno strudel di mele... pure condiviso!!!! I brindisi per Papa Benedetto si susseguivano uno dopo l’altro fino alla fine del boccale.









La serata in allegria mi era passata in un baleno... Peccato che dovevamo tornare!

I giorni trascorsi nella terra di Benedetto sono stati meravigliosi. Una certa nostalgia mi aveva invasa. Devo tornare! L’anno prossimo, se Dio vuole, per l’Oktoberfest!


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GRANDE GLORIA!! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]




benevolens
00sabato 3 novembre 2007 01:19
Grazie Gloria...
...for your fantastic account and gorgeous photos of your Bavarian adventure!
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Paparatzifan
00sabato 3 novembre 2007 16:23
Re: Grazie Gloria...
benevolens, 03/11/2007 1.19:

...for your fantastic account and gorgeous photos of your Bavarian adventure!
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Thank a lot, dear. I'm glad you have appreciated it!!!! [SM=g27823] [SM=g27824]




GABRIELLA.JOSEPHINE
00sabato 17 novembre 2007 19:00
REPORTAGE


Regensburg, giovedì 18 ottobre 2007



Quando Michelle, Siegfried ed io siamo arrivati davanti alla casa di Monsignor Ratzinger, dopo un viaggio tranquillo e confortevole nonostante qualche disagio dovuto ad un imprevisto sciopero dei treni, erano ormai già passate le tredici.
Giunti di fronte alla porta, Michelle ha subito provato a suonare al campanello, riprovando più volte con fiduciosa pazienza poiché nessuno veniva ad aprire.
Ma, proprio mentre già un poco delusi stavamo valutando sul da farsi, decidendo che ci saremmo allontanati per ritornare più tardi ed il lampione posto sopra l’ingresso si stava spegnendo quasi come la nostra speranza, ecco sopraggiungere Frau Heindl, la governante, alla guida di una grande automobile, che parcheggia immediatamente nel contiguo garage.
Appena ricompare, Michelle la ferma e le spiega chi siamo, da dove veniamo ed il motivo della nostra visita.
Per nulla sorpresa, anzi persino un po’ freddamente, Frau Agnes ci informa che Monsignore è da poco salito per il suo consueto riposo pomeridiano, ma che sarebbe andata ugualmente ad avvertirlo.
Dopo qualche minuto di trepidazione, si riaffaccia all’ingresso dicendoci che ci potevamo accomodare.
Scambiandoci l’un l’altro una fugace occhiata, quasi increduli di quanto ci stava accadendo, entriamo in assoluto silenzio, quasi col fiato sospeso, attraversando dapprima la penombra della breve anticamera dalla passatoia rossa che si trova sotto la grande scala di legno, per poi fermarci nella raccolta stanza successiva, una specie di soggiorno su cui si apre la semplice e quasi disadorna cucina, ancora in parte ingombra delle stoviglie del pranzo.
Sul tavolo rotondo al centro della sala, mi colpiscono immediatamente un piatto vuoto da sparecchiare e davanti a esso una bottiglia dal contenuto scuro, che poteva essere di vino o di liquore.
Con una certa tristezza mi viene spontaneo chiedermi se fosse stato proprio qui che, poco prima, in malinconica solitudine, avesse mangiato Monsignore.
O se, invece, quello fosse il posto a tavola della sua governante, oppure ancora fosse stato quello di un ospite venuto a far loro visita.



Mentre Siegfried e Michelle, la gentilissima coppia francotedesca che abbiamo conosciuto l’estate scorsa a Lorenzago, rimangono fermi in attesa, io voglio muovere qualche passo in questa stanza, che mi appare così sorprendentemente, quanto prevedibilmente, familiare per il solo fatto di averla vista alcune volte nelle fotografie.
Anziché agitazione, avverto un stato di calma sospesa e di pace profonda.
Appoggiato sulla stretta mensola del caminetto spento, riconosco, sotto la fioca luce, il piccolo ritratto dipinto a pennello eseguito qualche decennio fa a Monsignore mentre sta suonando il pianoforte e, poco più in là, quella fotografia scattata ai tre fratelli Ratzinger nel giardino della casa di Pentling, chiusa in una graziosa cornice argentata.
Osservandola, però, faccio in tempo ad individuare soltanto il Cardinale e, vicino a lui, la sorella, perché proprio in quel preciso istante, attraverso la porta rimasta socchiusa, entra silenziosamente Monsignor Georg in persona…
Mi giro lentamente nella sua direzione, non so se per evitarmi incosciamente un’ eventuale delusione, oppure per assaporare un attimo alla volta l’esaudirsi di qualcosa di tanto intensamente desiderato, mentre un imprevisto ed altrettanto gioioso “Oooh!!!” di meraviglia e commozione esce spontaneamente dalla mia bocca…
Più in alto, appeso al muro, riesco ad intravvedere ancora il ritratto ufficiale di Papa Benedetto.


Di corporatura piuttosto robusta, i folti capelli piuttosto lunghi e scomposti sulla larga fronte, di un bianco talmente intenso da sembrare persino luminoso, spiccano quanto il colletto del clergyman , il suo viso ha la stessa carnagione di cera che ho visto in quello di suo fratello e due grandissimi occhi intensamente scuri, che purtroppo fissano un punto davanti a sé mentre,
la testa reclinata in avanti, egli ti ascolta attentamente.
Michelle lo accoglie per prima, spiegando nuovamente chi siamo, la nostra provenienza ed in particolare accennando a me, alla raccolta di scritti che qualche mese fa gli ho spedito ed al mio grande desiderio di conoscerlo personalmente, citando pure la nostra recente visita a Lorenzago.
“ Ah… ja, ja! Lorenzago…Lorenzago…” ripete calmo ed annuendo Monsignore, mentre lei prosegue con la descrizione del contenuto dei pacchetti che gli abbiamo portato in regalo.
Béatrice gli ha mandato in dono dalla Francia un CD musicale contenente brani sacri di un autore del periodo barocco, Marc Antoine Charpentier, accompagnato da un graziosissimo biglietto autografo ed illustrato nel quale gli parla dell’Alsazia.
Michelle gli ha portato, invece, un barattolo di golosa gelatina fatta da lei stessa in casa con il vino della sua campagna, mentre io ho scelto per lui un a candela profumata a forma di rosa dai petali aperti e dal tenue colore giallo- béige, che ho chiuso in una scatola di cartone rosso dal decoro fiorato assieme alle due versioni, italiana e tedesca, della breve lettera di accompagnamento.


“Buongiorno!” gli dico finalmente, avvicinandomi a lui fra naturalezza e timore e porgendogli la mano.
“Buongiorno!” mi risponde in un tenero, ma corretto italiano, mentre una grande mano calda stringe con cordiale discrezione la mia.
Con emozionato impaccio, tento di sistemargli fra le mani, rimaste nel frattempo interrogativamente aperte davanti a me, il mio regalo, mentre la busta di plastica lucida- che, come capisco dell’indeciso movimento delle sue grosse dita, egli non capisce esattamente se deve lasciare o trattenere- continua a scivolare.
“Sprechen Sie Deutsch?” (“Lei parla tedesco?”) aggiunge rivolgendosi a me con voce sommessa, ma chiara, quasi confidenzialmente, senza peraltro ottenere risposta.
Come spiegargli che in quel momento non riuscivo a tradurre in tedesco ciò che avrei voluto dirgli?
Sono certa che abbia capito.
“Kommen Sie aus Trient?” (“Lei viene da Trento?”) prosegue molto gentilmente, confondendo evidentemente per un’erronea comprensione di quanto gli è stato riferito, la città di Trieste con quella di Trento, due nomi che nella sua lingua hanno un suono assai simile.
Con un ombra di disappunto, riesco soltanto a bisbigliare: “…No!...Aus Triest!” ( “ No!..da Trieste!!!), considerando però, come egli, senza volerlo, abbia abbinato proprio le due città irredente e questo particolare mi procura una certa soddisfazione.
“Ah, aus Triest…” mi fa eco.
Capisco che poi accenna alla vicinanza di Trieste all’Austria, quasi volendo menzionare qualcosa che accomuna la mia città alla Baviera, come cioè a qualcosa che abbiamo in comune.


Il nostro dialogo, purtroppo, si interrompe qui.
Forse veramente entrambi avremmo voluto dirci ancora qualcosa…
Frau Heindl, sentendoci, nomina pure la città di Udine.
Siegfried le chiede di scattarci una foto- ricordo e perciò ci mettiamo in posa dietro al grande tavolo.
Trovandomi ora, con grande gioia, al fianco di Monsignore, mi accorgo che, spontaneamente, con il braccio sinistro lo sto quasi abbracciando, mentre con delicatezza estrema i miei polpastrelli sfiorano appena, quasi ipercettibilmente, il tessuto della sua giacca, cingendogli la larga schiena...


D’un tratto vedo Monsignore allontanarsi per dirigersi verso la stanza a sinistra, nominando “Der Heiligen Vater” (il Santo Padre) ed uscirne quasi subito stringendo nel pugno tre rosari benedetti.
Lo osservo con tenerezza e mi conforta vederlo muoversi con sufficiente disinvoltura, benché con passi lenti e un po’ malfermi, all’interno della sua casa, senza dover ricorrere al bastone.
Chiusi nella loro custodia di similpelle, una verde , una marrone ed una blu, con la stampa dello stemma pontificio, sono proprio dello stesso tipo che solitamente il Papa distribuisce.
Contentissimi di questo inatteso e prezioso regalo, li afferriamo velocemente dal largo palmo con il quale, con umile fierezza e quasi in sua vece, ce li porge.



“Grazie!” esclama imprevedibilmente, a questo punto, Monsignore, aggiungendo subito dopo: “Tutto bene, tutto bene!” con le “e” strette.
Riconosco perfettamente in questa frase la stessa identica espressione rivolta da lui stesso ad un giornalista della televisione italiana che lo stava intervistando, lo scorso aprile, in occasione del genetliaco del Santo Padre e ciò mi fa teneramente sorridere.
Ma nè Siegfried, né Michelle conoscono una parola di italiano e pertanto devo ritenere che queste parole siano davvero rivolte espressamente a me…


Certamente tutti ci saremmo intrattenuti volentieri ancora un poco, ma non volevamo approfittare ulteriormente della generosa disponibilità di Monsignor Georg.
“Herr Kapellmeister, es war eine Freud!!! (“Signor Maestro di Cappella, e’ stata una gioia!”) gli dice, quindi, con evidente entusiasmo Michelle, congedandosi e prendendogli di nuovo, teneramente, la mano.
Insistendo con l’uso dell’italiano, “Arrivederci!” gli dico a mia volta a malincuore, ma intendendolo veramente come l’augurio di un prossimo incontro.
“Arrivederci” scandisce affettuosamente Monsignore, sollevando di poco la testa verso di me.


Ci avviamo in fila verso l’uscita.
Quando sono quasi vicina alla porta, lo sento aggiungere, ancora in italiano: “Buon viaggio!”
“Grazie!” scandisco, con commossa sorpresa, perché intenda chiaramente…
D’impulso, starei quasi per tornare indietro a fargli una carezza…
Ma mi trattengo…
Facendo forza su me stessa, raggiungo la porta senza voltarmi più.


“Incroyable!!! Incroyable!!!” ( “Incredibile!!! Incredibile!!!”) esclama esultante Michelle appena siamo fuori.
D’improvviso mi abbraccia chiedendomi, in tedesco:
“Sei felice, ora?” forse anche perché, sul mio volto, la contentezza così intima e struggente si è già trasformata in evidente malinconia…
“Potrai conservare un bel ricordo!!! “





Decisamente più piccola di quanto mi fosse apparsa nelle illustrazioni, la splendida” Alte Kapelle”, dove ci infiliamo ancora trasognati, è tutta un superbo tripudio di oro e di stucchi.
Una stretta porta di legno indica l’accesso alla sala dove si trova il nuovo organo benedetto dal Papa l’anno scorso, ma le visite non sono consentite.
Sono rari i passanti che incrociamo a quest’ora del primo pomeriggio, forse anche perché sta ancora piovigginando e soffia un leggero vento freddo.
Ora di fronte a noi si erge l’imponente e severa sagoma del grandioso Duomo gotico di Sankt Peter, dalle altissime guglie pinnacolate.
Il buio dell’ascetico interno, scandito dalle tipiche navate a sesto acuto, è suggestivamente illuminato soltanto dalle incantevoli vetrate policrome e riscaldato dalla luce tremolante delle poche candele accese.
Nella piccola cappella di fianco all’altar maggiore, proprio dove per alcuni decenni Monsignor Ratzinger ha diretto, con passione e maestria, varie generazioni di piccoli cantori, i “suoi” celebri “Regensburger Domspatzen”, ci inginocchiamo tutti e tre per una fervida e riconoscente preghiera.
Sul pavimento lo stesso tappeto, gi stessi scranni lungo le pareti: mi sembra quasi di vederli mentre si esibiscono…




Nella parte più antica della città gli eleganti edifici storici si susseguono uno dopo l’altro.
Dal “Ponte di pietra” ammiro per la prima volta le acque turbolente del Danubio e ripetutamente mi metto in posa per le innumerevoli fotografie, davanti ad altrettanti indimenticabili scorci.
Oltre la sponda opposta assistiamo allo spettacolo assolutamente mai visto di un doppio arcobaleno.
Ci aggiriamo per le viuzze romantiche della bellissima Ratisbona, proseguendo fino ai resti della “Porta Pretoria”, una delle più antiche costruzioni romane dell’intera Germania.
La rilassante e necessaria sosta nell’antichissima “Prinzess Confiserie Cafè Boutique”, la centenaria pasticcieria sorta nel 1676 a pochi passi dal medievale palazzo dell’ ”Alte Rathaus”
( “Vecchio Municipio”), un autentico gioiello di elegante raffinatezza, ci delizia non soltanto il palato.
Piacevolmente immersi nell’atmosfera magica , sospesa e persino irreale dell’ovattata sala da thè, dove il lontano passato è ancora accuratamente conservato negli arredi autentici e nelle suppellettili d’epoca, assaporiamo con calma la generosa fetta di un eccellente strudel di ciliegie, accompagnata dall’immancabile, straripante ciuffo di morbidissima panna.



Una lunga e trafficata strada periferica, più volte interrotta da larghi tratti di aperta campagna dalla terra rossiccia e costeggiata da filari di aceri dai brillanti colori autunnali, collega l’elegante Ratisbona al molto meno affascinante sobborgo di Pentling, interamente popolato da tipiche villette a schiera in stile Anni Sessanta, più o meno tutte uguali, che raggiungiamo con l’autobus.
Quella in cui abitò il Cardinale è una delle ultime.
Un semplicissimo muretto a secco la isola parzialmente dalla strada ed impedisce la vista del retro.
Le tapparelle azzurre sono tutte completamente abbassate.
Oltre la recinzione metallica, ingentilita soltanto dal luminoso colore violetto di qualche alto fiore spontaneo e da piccole bacche bianche , scorgo fra l’erba incolta del prato, ingombro di foglie secche, qualche piccola mela caduta per terra.
“Si vede proprio che manca il proprietario” sottolinea Siegfried con tristezza, esprimendo il mio stesso pensiero, reso ancora più acutamente malinconico dalla consapevolezza che il proprietario non potrà tornare mai più tornare ad abitarvi.
Soltanto un paio di attrezzi da giardino appoggiati ad piccolo pozzo fanno intuire qualche presenza umana.



Ma la nostra visita a Regensburg non si sarebbe potuta considerare completa senza una doverosa sosta davanti alla tomba di famiglia, nel piccolo e semplicissimo cimitero di Ziegetsdorf, dove arriviamo quasi di corsa nel tardo pomeriggio, esattamente cinque minuti prima della chiusura.
Infilando velocemente il breve vialetto di ghiaia come chi è pratico del posto, svoltiamo decisi a sinistra.
Una brevissima sosta in grata ed intensa preghiera per il padre, la madre e la sorella ed una benedizione con l’acqua santa conclude questa nostra indimenticabile giornata.


Ratisbona: città di torri , città di sogni, recita un opuscolo turistico.
Per me, in questo luogo, uno si è realmente avverato.







Trieste, 18 novembre 2007
Paparatzifan
00domenica 18 novembre 2007 22:12
Re: REPORTAGE
GABRIELLA.JOSEPHINE, 17/11/2007 07:00 p.m.:



Regensburg, giovedì 18 ottobre 2007


Trieste, 18 novembre 2007



Che bel racconto e che bel tesoro da conservare nel cuore!!!!
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-danich-
00lunedì 19 novembre 2007 16:24
Re: Re: REPORTAGE
Paparatzifan, 18/11/2007 22.12:


Che bel racconto e che bel tesoro da conservare nel cuore!!!!
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Davvero, molto bello!!! E che tenerezza nel descrivere la figura di mons. Georg!!! Sono contenta che siete andati a trovarlo, secondo me è vero che sia una persona un pò sola o comunque che adesso deve fare i conti con la grande figura del fratello.. Peccato che tu non abbia potuto dialogare un pò di più con lui.



GABRIELLA.JOSEPHINE
00lunedì 19 novembre 2007 18:32
PER GLORIA ED ALESSANDRA

Grazie di cuore ad entrambe per la vostra sensibile partecipazione!!!!
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