Storie di automobili...

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arteriolupin
00giovedì 5 marzo 2009 22:31
Fui invitato ad una Fiesta in maschera e mentre ballavo una Samba Talbot ad un Ritmo super Sonica, Elantra una bella ragazza, con una carrozzeria Cabrio De Luxe, e mi Transit davanti. Quando mi Volvo, lei mi Lancia un sorriso a 132 carati. Era una gran Berlina, aveva un bel Visa ed era Solara. Mi rivolse uno sguardo Cupra ed esordì: “Ehi, Man !” Mi feci Avant con aria Innocenti e le chiesi: “Ciao. Sono Gigi Garelli. Ti Turbo?”. Lei Diesel: “No, Yaris” “Beh, ti Piaggio” insistei. Lei meravigliata per la mia faccia tosta rispose: “Tu mi Attraction, sei un Tipo con molto Carisma, mi ricordi un Samurai”. “Mi metti il Focus nelle vene” osai. Avensis verso di lei, “Sei molto Carens, Vivio in una Legend, non ho mai visto due Doblò così Azure”. Lei, Sonata, forse Discovery che mi Alhambra e sussurrò: “Mitsubishi”. Io Colt di sorpresa, Chrysler che mi Amage “Ma tu mi Ami8?”. “Vectra, bel Forester” ribattè e Trajet con me sul terrazzo.
Poi un Pajero le Passat per la testata e sorride con i suoi denti Autobianchi. Fu così che conobbi Fulvia Coupè, una donna special. Le chiesi un appuntamento per sabato Sierra, alle Seicento della Seat.
Alle Cinquecento non capivo più una K, presi una Mazda da baseball, che avevo avuto in Premacy ad una pesca di beneficenza, vi avvolsi intorno dei fiori di Lotus, indossai i miei Wrangler e, Korando per non fare tardi, Escort di casa. Ero molto Allegro e pensavo tra me: “Benelli, oggi mi sento in Formula”. Lei stava arrivando vestita con un Patrol Arosa molto Elegant, sotto un bel Golf Argenta di Lanos, un po’ Osella. Emanava Luxury da tutti i pori. Mi Corsa incontro e mi Jetta le braccia al collo. Calibra male lo sLancer, con una gamba restò in piedi, ma Lantra scivolò e si aprì a Delta, Elise sulla Safrane. Le gridai: “Daewoo, Cadillac” ma inciampò e Kadett per Terios sulla Ghia, sbucciandosi la Gamma e la Sedanca sinistra. Io la volevo Regent, ma mi strappò la Gilera. La poverina gemette per il Demio: “Yamaha”. Poi, siccome aveva strappato il collant, si incazzò e tirò Pure 164 Kristal.
Ormai il Daimler era fatto, così le offrii da bere in un Abhart all’aperto: era molto indecisa se prendere una Limousine o una Granada alla Ranch, oppure una birra Prinz, o un caffè Express e alla fine il Camaro le portò uno Scirocco alla Manta. Io presi un Tino di Whisky Arnage Red Label and Skoda sul quale Verso una spruzzatina di Agusta. Spesi ben 205 Fiorino!!!
Mi raccontò della sua Family. Lei era nata all’Elba, in un Logo illuminato al Neon nella Primera del Mille 911, in Aprilia, ma si sentiva un Esprit libero, perché essendo nata in un Tiburon, Exige l’Evasion. Disse di aver frequentato la scuola fino alla Classe A, di essere piena di Vitara, di amare lo Sportage, il Saxo libero, il senso Civic, di rispettare la Legacy, di giocare a Polo e che il suo eroe preferito era Ulysse per cui Voyager molto. Aveva avuto come Hobby il tennis. Aveva partecipato agli Open di Francia al Roland-Garros quando furono sponsorizzati da Laurin&Klement. Aveva subito molti Break ed era stata eliminata nell’incontro Initiale. Il suo Coach la fece poi partecipare al Master Smart, sponsorizzato dalla Renault allo Sporting Club di Park Ward. Ma anche lì trovò subito un’Optima avversaria, molto Young, che Executive colpi difficili, ma Elegance: Softback, Hardback, Hard-Top, Mulliner… Fu eliminata immediatamente. Quello fu un Signo del destino, capì al volo che quello non era il suo Sport.
Aveva anche una sorella, Ignis, soprannominata Pinin, che non vedeva mai e che abitava all’Espero a Maranello di Modena. Era sposata con un chitarrista di nome Jimny Musso, in arte Maserati, Rocsta di una band di musica metallizzata che si chiamava Rolls Royce. Lavorava come segretaria presso il famoso architetto Dino Bugatti e contemporaneamente stava preparando, presso l’University Giapponese di Bentley, la Thesis in arte orientale Miura. Per questo motivo non frequentava Nissan.
Sua madre si chiamava Fabia Ferrari ed era l’Octavia di una figliolanza Multipla, era nata in un Lamborghini a Santa Fe vicino a Rio ed andava Matiz per il Carnival. Nutriva anche una vera Passion per la Riviera della Pampa, soprattutto per il Lido, che per il suo Clima, era un Country Exclusive. Era una Authentique Connoisseur del suo Paseo che Privilige quando il Soul splendeva in Spring.
Suo padre, Corrado De Tomaso, figlio Unica della Contessa Giulietta Isotta Fraschini, era nato ad Almera, un paese spagnolo tra Seville e Cordoba. Essendo figlio di Sovereign, era molto Ambition, ebbe quindi il Vantage di fare l’Ambassador in uno Stratus di Frontera Alpin, dove c’era molta Niva, e qui fece Carrera, ma si ammalò poi di una malattia Celica per la quale fu poi inviato sul Continental a Siena.
“Brava” le dissi “sei una cittadina del Mondeo!”.
Le proposi di andare al Cinetic multisala Glamour, a vedere una pellicola Classic, ma sempre in Vogue. C’erano in programmazione “Per qualche Ducati in Plus” di Sergio Leon, “Duello a Silver Creek” con Lee Marvin e due film in lingua originale interpretati da Gary Cooper : Nevada e Fighting Caravans.
Dentro di me pensavo che sarebbe stato meglio andare al cinema Boxster dove proiettavano “Luxury Hard”, ma non volevo ferire il suo Ego con Advance Promiscuo.
Lei rifiutò la mia proposta asserendo che il cinema era Standard, il mio era un invito Limited. Avrebbe preferito qualcosa di più Dynamique, Active. In fin dei conti non era un’utilitaria, aveva bisogno di qualcosa di Vitaminic, …un Touring all’Everest….un Rallye sulle cime di Laredo…
Le proposi allora un Weekend in un parco naturale, Previa gita al Monte Titanio a San Marino. Lei accettò entusiasta.
La mia Beta Pulse nervosa.
Il sabato mi misi al volante della mia WagonR+ con cambio Matic, color Avorio, Target MG 127 MX, e raggiungemmo la Station Wagon. Dopo aver visitato la Repubblica ci muovemmo per il Picnic al Parco Cherockee dove c’era anche la possibilità di visitare lo zoo Safari su una Land Rover Quattroporte tutta Croma. Vedemmo così molti animali liberi: Chevrolet che Galloper per i prati, Corvette che solcano i cieli, Viper, Panda, Puma, Jaguar, Elefantino Blu, Elefantino Rosso, Kangoo, Lupo, Cougar, Tigra, Taurus, Maggiolino, Mustang, Alce, Pantera, Topolino….
Con questa Corniche avevo fatto Twingo, c’era in Palio il suo amore.
Agila scese dalla Jeep, piena di Atos, e mi rivolse il suo Maxima Smile, Prelude di quello che Sharan potuto accadere.
La portai in una radura attrezzata con tavoli e sedili per mangiare. Avevo preparato delle cosce di rana in Guazzoni, ostriche al Malaguti , invero alquanto afrodisiache, e 128 spaghettini Balilla con sughetto di Suzuki, un po’ Zagato, che mangiammo come in Lilli e il Vagabondo, il tutto innaffiato da un Climatic Lambretta di Sorbara.
Intanto la Corolla del mio Berlingo era diventata Trooper Justy. Un pistone d’Ebano. Si stava preparando una notte abbaglianti.
Così, per restare in Thema, la portai su un Montreal della Laguna di Toledo vicino ad Ibiza a guardare un bel tramonto rosso Fuego. Cominciai a fare le Cabriolet per divertirla. Ci sedemmo sulla Saab a guardare la Shuma della Marea. L’Ambient era adamantino, le Honda del Marbella dondolavano una Barchetta e una Pagoda all’Horizont. Soffiava un leggero Vento Ghibli, era un’Impreza stare lì, ma io avevo una Tempra Megane. “Ti Defender io” le sospirai. Lei Accent un sorriso e io con Leganza la abbracciai, e mi dissi: “Bravo, poi faremo del Lexus!”. Lei Joice, sembrava Felicia e Serena, allora le sussurrai: “Guara il cielo, non c’è neanche una Nubira, si vede l’Espace. Guarda la Galaxy, Sintravedono gli Astra. Ka c’è Sirion, Lada c’è Orion, Dedra la costellazione di Scorpio”. “Tahoe!” Accord lei con una vocina Micra “quella Xsara l’Eclipse di Lybra!” e Indica un Punto nel firmamento “sembrano Zafira….”. “Y ! Si vede un Planet là, dovrebbe essere Juppiter. E’ una Stella incredibilmente strana.” “Ehi, la Luna è un Star particolare, riflette la luce del Sole come un Prisma. Ci vorrebbe uno Shuttle per vederle da vicino!!”.
Ad un tratto mi guardò e si spoiler dicendomi: “Ti Brabham, sono alla tua Mercedes!”. Non credevo ai miei Opel. Allora colsi un mazzo di Mirafiori e glielo Deyli, poi mi accostai per baciarla quando sentii dei fastidiosi Zaz Z e Daf Uaz. Porco Diablo, erano Quattro Moskovich, Uno Ape, Y10 Vespa e 190 Mosquito che rompevano le Pallas. Innervosito la prendo con Grinta e la stringo con Ford, le tocco una Tata, in un Baleno le porto in Alto la Mini, le palpo la Fiat e le sfioro il Clio.
La Bora mi riempiva l’Omega. Pensai: “Adesso la Guzzi !”. Mi calo la Zip ed estraggo lo Stilo.
Lei, con un’Expression che sembrava una Scenic di un quadro di Picasso e con il Cuore in gola, mi respinse urlando: “Porsche che non sei Alfa, tieni a posto Le Mans. Terrano” Non ci vidi più dalla Rabbit e le gridai: “Brutta Toyota, tu sei tutta Matra.” Piangendo scappò via. Io, pentito, la inseguii nel Trafic della City gridandole: “Alfetta, ti Pride, non andare via. Sarò un Santamo, dove Hyundai!”. Ma lei non mi Audi.
“Che Citroen che sono stato” pensai “Peugeot di così si Morris, Kia l’avrebbe detto che fosse una Xantia. Quella Minor habens non valeva proprio uno Scudo Ducato!
RIC54
00giovedì 5 marzo 2009 22:40
evviva il senso dell'umorismo [SM=g27985] [SM=g27985]

gigio.64
00giovedì 5 marzo 2009 23:30
SBALORDITIVO
Luca,da fogo!!!non si può commentare,ora vedo se hai invitato la mia Delta Integrale... [SM=g28002]
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