Re: Carissimo Ugo
cari@tide, 2020/07/07 15:45:
innanzitutto scusami, non era mia intenzione risvegliare in te, con la mia domanda, dolorosi ricordi. Quello che mi, e ti, chiedevo era se anche tu, come Barbero, avevi trovato profonde discrepanze fra realtà storica e memoria in questo caso familiare. In pratica cercavo nel caso di tuo nonno un'ennesima conferma della difficoltà di ricercare la verità attraverso le singole testimonianze. Difficoltà che il tuo racconto sembra confermare.
scusa la risposta tardiva ma in questi giorni sto cercando di far ripartire il mio lavoro e non e' cosa facilissima.
Allora: prima di tutto non ti devi scusare. Anche se per mia madre ed i suoi fratelli si e' trattato di un evento traumatico che ha segnato la loro vita, per le generazioni successive (come la mia) l'impatto e' assai meno doloroso.
Comunque ritornando al tema del topic, direi che, come ha gia' affermato macosamidicimai, memoria e storia appartengano a dimensioni diverse. La memoria appartiene a quella emotiva mentre la storia a quella della logica, della ragione.
Eppure, anche se diversi, questi due elementi sono entrambi fondamentali per la conoscenza ed il progresso umano. poiche' come gia' scritto in questa cartella: senza memoria, la storia e gli errori/orrori ad essa connessi, tornano ripetersi.
Quindi, cercando di trarre una conclusione da quanto detto da Barbero ed emerso dalle nostre considerazioni, direi che mentre la storia nella ricerca della verita', nell'analisi di un determinato periodo ecc, deve necessariamente prendere con molta cautela le testimonianze singole e la memoria individuale, deve altresi'saper parlare alla memoria, Ossia, affidarsi ad un linguaggio comprensibile e "umano", cioe' emotivo, affinche' le lezioni che insegna possano essere affidate alla memoria dei singoli per non andare perse.
Vi faccio un esempio: fra gli argomenti storici che tuttora ricordo meglio vi e' l'episodio della Comune di Parigi. Lo ricordo perche' il primo a raccontarmelo fu un caro amico, Francesco, che era anche maestro elementare per cui sapeva come raccontare le cose e soprattutto sapeva coinvolgerti nei suoi racconti. Racconti che non erano mai una fredda esposizione dei fatti; sapeva descriverti la disperante poverta' del popolo, l'odiosa protervia dei nobili ecc. Era talmente bravo a dipingere il contesto di quella pagina di storia che mi ricordo di avergli chiesto se era stato presente al fatto.:)
A parte gli scherzi una riprova di quanto detto l'abbiamo dallo stesso Barbero, che ogni volta riesce a riempire sale con centinaia di persone (persone normali. non addetti ai lavori) che ascoltano un professore parlare di storia. Un tempo sarebbe stato impensabile.