Storia del doppiaggio (3° parte)

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=zelig=
00lunedì 2 gennaio 2006 10:53
STORIA DEL DOPPIAGGIO

IN ITALIA

PARTE 03

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Augusto Galli fu richiamato alla Metro Goldwyn Mayer americana già nel 1935 ed il suo posto a Roma venne ricoperto dal sensibile Franco Schirato. A quest'ultimo si devono, tra gli altri, gli splendidi doppiaggi, andati purtroppo perduti, di Pranzo alle otto, Sui mari della Cina, La buona terra, La Tragedia del Bounty, Giulietta e Romeo. Molti di questi importanti film furono ridoppiati nel dopoguerra o in anni più recenti.
La Paramount si affidò a Luigi Savini, la Warner Bros a Nicola Fausto Neroni, la 20th Century Fox a Vittorio Malpassuti, fino alla prematura morte di questo bravo scrittore e giornalista avvenuta nel 1944. Mario Almirante, noto attore di teatro, lavorò invece per l'Enic. Furono fortunatamente tutti riconfermati nel dopoguerra. A loro soprattutto si devono le prime attribuzioni di voci italiane consegnate ad interpreti destinati tuttavia, in questo nuovo, singolare lavoro, a rimanere nell'ombra, non avendo mai pensato i distributori italiani, se non negli ultimi tempi, di aggiungere nei titoli di testa o di coda i nomi dei doppiatori che tanto stavano contribuendo alla diffusione del cinema nelle sale di casa nostra. Negli anni '30 furono dunque molto attivi Sandro Ruffini, Andreina Pagnani, Marcella Rovena, Miranda Garavaglia Bonansea, Augusto Marcacci, Emilio Cigoli, Rina Morelli, Tina Lattanzi, Nella Maria Bonora, Gaetano Verna, Giulio Panicali, Gero Zambuto, Olinto Cristina, Lauro Gazzolo, Romolo Costa, Lauro Gazzolo, Carlo Romano, Lidia Simoneschi, Lola Braccini, Rosetta Calavetta, Vinicio Sofia, Giovanna Scotto, Mario Siletti, Lia Orlandini, Amilcare Pettinelli, Mario Besesti, Gino Cervi, per citarne soltanto alcuni di particolarmente prestigiosi.
Tali meravigliose voci divennero in brevissimo tempo familiari, quasi insostituibili, per lo spettatore italiano, così come è accaduto e tuttora accade ai nostri giorni (pensiamo all'identificazione di Oreste Lionello con Woody Allen, per esempio, o di Ferruccio Amendola con Dustin Hoffman, Stallone e De Niro, di Giannini con Pacino, ecc.).
I doppiaggi erano effettuati nel tempo di una settimana circa. Più meticolosa, la Metro Goldwyn Mayer romana impiegava anche dodici giorni per film.
Dapprima scettica, il critico e lo studioso della materia non poté più ignorare l'argomento. Approcci e analisi anche appassionate apparvero su riviste specializzate come "Bianco e nero" già dal 1io del 1937. Riferisce Mario Quargnolo che I lancieri del Bengala fu la prima pellicola giudicata in tutti i suoi valori di "film del mese", quindi anche sotto il profilo della versione italiana. A volte prendendone le distanze, altrove dichiarandone l'ammirazione, i recensori non perdevano occasione per parlare degli esiti del doppiaggio, modalità che sarebbe stata colpevolmente abbandonata nel dopoguerra, nonostante gli esiti spesso notevoli delle versioni italiane rispetto talvolta a quelli degli stessi originali. Un'altra rinomata rivista del settore, la storica "Cinema", prestò molta attenzione al tema. Uno scritto di Gustavo Briareo, cui si devono i primi studi approfonditi sulla materia, osservava che "il doppiato italiano aveva debellato il vecchio 'birignao' teatrale sostituendo al vezzo del recitare la più precisa e concreta abitudine del parlare". La pratica del doppiaggio, infatti, andava sviluppandosi nel senso della naturalezza, ciò che non sempre accadeva (ancor oggi è così) nella più enfatica recitazione teatrale.
Tra il 1935 e il 1938, il doppiato raggiunse una maturità artistica enorme. Nel 1937 alla Fono Roma fu eseguito, per conto di una ditta tedesca, il doppiaggio di un film inglese. "E' questo un caso eccezionalissimo se si pensa che le disposizioni legislative impongono alle case importatrici di eseguire in Germania le versioni tedesche dei film stranieri - recitava il comunicato stampa dell'avvenimento - , ma la ditta in parola ha ottenuto il permesso di farlo eseguire in Italia in riconoscimento della perfezione tecnica raggiunta dalle case italiane del ramo".

by Mario Guidorizzi

[Modificato da =zelig= 04/01/2006 12.49]

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