Er Copro
00venerdì 2 maggio 2014 21:22
Vi posto una mia poesia a cui tengo particolarmente e che scrissi in un momento assai difficile per me. Il titolo è "Stoffa".


Accorcio un po' il blu,
Latitante nell'io del cirrostrato.
Nelle tasche un elefante,
Nell'anima un alluce di pianto,
Nel prato, stoffa di gioielli intarsiata.

È così che si rammenda
Un apostrofo di mattoni di carne.


Raggio di Sole21.
00venerdì 2 maggio 2014 22:23
Una poesia stupenda con una chiusa da applausi:



È così che si rammenda
Un apostrofo di mattoni di carne.



Immagini che arrivano dritte al cuore.
Piaciuta.

[SM=x142887]

Laura.
Er Copro
00sabato 3 maggio 2014 01:30
Le tue parole mi commuovono, Raggio di Sole, davvero.
Questi pochi versi in particolare, come molte altre mie composizioni, sono per me un piccolo pezzetto di anima trascritto in inchiostro; un invisibile tassello del mio cuore e del mio essere che dono al mio io del futuro e al prossimo, nonché un pesante cumulo di pietre taglienti che gravano su un passato purtroppo infausto.
E se sono riuscito a toccare il cuore di qualcuno, come il tuo, a trasmettere un po' di quest'anima e a condividere questo infinitesimale pezzetto monocromatico del mio puzzle ermetico... Non posso che pensare che, da qualche parte, qualcuno mi ha accolto nei suoi pensieri e ha voluto far tesoro del mio umile dolore.
Grazie.
filosofa22
00sabato 3 maggio 2014 15:58
Sono d'accordo con Laura!
Meravigliosa ed emozionante poesia
Piaciuta
Lia [SM=x142887]
Anemonephobia
00sabato 3 maggio 2014 17:13
Mi arriva molto ermetica, ma estremamente suggestiva. Come ha detto Raggio di Sole21, la chiusa è da brividi. Il tuo dolore è palpabilissimo.

debona
00sabato 3 maggio 2014 17:22
Che altro dire se non che hai commosso anche a me. [SM=x142922]
Er Copro
00sabato 3 maggio 2014 22:33
Disse il grande Friedrich Nietzsche che i poeti sono privi di pudore verso le proprie esperienze interiori, che sono sfruttate ingiustamente. Spesso, scrivendo i miei tormenti ed eviscerando il mio io, avverto l'esecrabile e veemente sensazione di vendere il mio corpo e la mia anima con poche, scarne parole. Da qui il centellinare e il trutinare ogni frase e ogni concetto nelle mie poesie sofferte. Forse Nietzsche aveva ragione. Ma leggere questi commenti e di come queste parole giungano anche al cuore di terze persone, mi fa capire che, forse, non ho svenduto nulla per nulla. E una lacrima non basta a bagnare di gioia le mie mani.
Grazie a tutti.
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