Sterminio di cani in Romania

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ciuteina
00sabato 20 marzo 2010 14:24
Sterminio di cani in Romania

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C’era da aspettarselo: STD ha lasciato ai primi di dicembre il canile di Calarasi e non appena la neve si è sciolta il Comune ha dato di nuovo incarico alla società del signor Plesca (un “uomo d’affari” della città) di rastrellare le strade della città. Dal 22 febbraio alcuni cittadini ci mandano e-mail piene di disperazione, raccontando di scene atroci: cani strozzati, cani a cui escono le orbite, animali soffocati di fronte ai passanti. Le stesse immagini shock girate nel 2003 e inserite nel nostro spot Tv dello scorso anno.
Una signora, nel tentativo di salvare una cagnolina in passato sterilizzata da STD, ha raccontato di essere stata addirittura colpita da uno degli accalappiacani. Ovviamente per lo “sporco lavoro” vengono utilizzate le persone più incolte e disagiate, appartenenti alla comunità Rom, che armate di bastoni e lacci si aggirano (scortate dalla polizia locale) nei quartieri della città. Gli animali che sopravvivono alle catture vengono portati nel canile in località Dalga, dove alcuni testimoni parlano di cani che agonizzano e che muoiono di fame e di sete. Ufficialmente la società incaricata dovrebbe rilasciare i cani sterilizzati sul territorio, ma gli abitanti garantiscono che nessun randagio è ritornato. Ieri Laurentiu Vasilescu, direttore di STD Romania, ha cercato di entrare nel canile ma gli è stato impedito l’accesso.
Nonostante STD abbia deciso di non intervenire più in modo diretto nella località, non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa ennesima tragedia. Chiediamo a tutti i nostri sostenitori sparsi per l’Europa di inviare e-mails di protesta agli indirizzi che trovate allegati, utilizzando il testo della lettera. Quest'ultima può essere inviata anche via fax ai numeri che sono indicati nell’intestazione. STD informerà anche l’Ambasciata Italiana e la stampa romena nella speranza che il Sindaco Nicolae Dragu fermi le catture e intraprenda un civile piano di sterilizzazione.

Lettera di protesta da spedire: www.savethedogs.eu/wp-content/uploads/2010/03/lettera-di-protesta-calarasi-ital...

Elenco degli indirizzi email a cui inviare la lettera: www.savethedogs.eu/wp-content/uploads/2010/03/indirizzi-e-mail-protesta-cala...

Per leggere il comunicato che è stato diramato: www.savethedogs.eu/wp-content/uploads/2010/03/comunicato-stampa-cala...
Akela il solitario
00giovedì 25 marzo 2010 23:31
Aggiungo anche la protesta dell'OIPA

RIPRENDE IL MASSACRO A CALARASI IN ROMANIA, FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE

Segnalazione di Save The Dogs www.savethedogs.eu

C'era da aspettarselo: Save The Dogs ha lasciato ai primi di dicembre il canile di Calarasi, in Romania, e non appena la neve si è sciolta il Comune ha dato di nuovo incarico alla società del signor Plesca (un "uomo d'affari" della città) di rastrellare le strade della città. Dal 22 febbraio alcuni cittadini ci mandano e-mail piene di disperazione, raccontando di scene atroci: cani strozzati, cani a cui escono le orbite, animali soffocati di fronte ai passanti. Le stesse immagini shock girate nel 2003 e inserite nel nostro spot Tv dello scorso anno.

Ieri Laurentiu Vasilescu, direttore di STD Romania, ha cercato di entrare nel canile ma gli è stato impedito l’accesso. Nonostante STD abbia deciso di non intervenire più in modo diretto nella località, non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa ennesima tragedia.

Invia la lettera di protesta alla pagina www.oipaitalia.com/randagismo/appelli/calarasi.html
ciuteina
00venerdì 16 aprile 2010 10:20
Lettera da parte di Sara Turetta, presidente di Save the Dogs

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A TUTTI GLI AMICI E I SOSTENITORI DI STD
UNA RIFLESSSIONE SULLA SCORTA DEGLI AVVENIMENTI DI CERNAVODA
Si dice spesso che le donne siano “migliori” degli uomini
: più sensibili, più empatiche, più
generose. Guardando alle centinaia di donne che in mezza Europa partecipano attivamente ai
nostri progetti mi viene da dire che si, è vero. Poi però lo sguardo si posa su altre donne, in
Romania: su quella che governa la cittadina di Cernavoda, o su quella che gestisce un girone
infernale a Costanza, dove centinaia di cani vengono eliminati ogni mese. Penso che sono donne
anche quelle, e il fatto che migliaia di cani muoiano per mano loro mi è ancora più
incomprensibile. Mi torna in mente l’infermiera che alcuni anni fa gestiva il canile comunale di
Chiajna, a Bucarest: una donna fredda, senza scrupoli, credo non molto diversa dalle kapò che
lavoravano nei lager nazisti.
Forse noi donne siamo davvero più generose e sensibili, ma è altrettanto vero che quando invece
a guidarci sono sentimenti negativi, sappiamo essere ancora più spietate e crudeli degli uomini.
Ora mi chiedo: come è possibile che dopo 8 anni di impegno basti la telefonata di un sindaco ad
una società di accalappiacani per cancellare tutto? Come è possibile che i cani che abbiamo
sterilizzato, vaccinato e curato in questi anni, protetti e accuditi da moltissimi cittadini di
Cernavoda, in queste ore vengano rinchiusi, ad uno ad uno, in quell’orribile campo di
concentramento, di Costanza, in attesa (nel migliore dei casi) di una puntura? Vi confesso che da
quando la notizia mi ha raggiunto, qui a Milano, sono tormentata da sentimenti opposti: una

rabbia profonda
, che stento a controllare e che mi fa venire voglia di urlare. La disperazione,
quella che nasce dall’impotenza di non poter fermare la mano di questi boia in gonnella. Ma anche

la consolazione
di aver salvato, in questi anni, migliaia di animali: portandoli via dalla Romania, ma
anche regalando loro una vita migliore al rifugio o semplicemente impedendo a decine di migliaia
di creature di nascere in un luogo dove avrebbero solo sofferto. Infine la consapevolezza di aver
fatto tutto, ma davvero tutto il possibile affinché ciò non accadesse.
Mi illudevo che Cernavoda fosse diventata una piccola isola di civiltà: certo, i problemi erano
ancora tanti, ma la gente aveva iniziato a stimarci, a portarci i suoi animali, a capire il senso della
sterilizzazione, e il numero di randagi era drasticamente diminuito. Il solo fatto di avere qualcuno a
cui portare gli animali investiti, o da chiamare per le emergenze, e di non vedere dei brutti ceffi
armati di bastoni in giro per le strade, rendeva Cernavoda un luogo migliore della maggior parte
delle città romene . Per non parlare dei bambini, i primi spesso a portarci cuccioli o animali in
difficoltà. Bambini che prima di noi assistevano impotenti e rassegnati alle sofferenze dei loro
amici quadrupedi e si abituavano alla “normalità” di uno spettacolo atroce.
E invece è stata solo un’illusione: siamo ripiombati in tempi oscuri e la storia di progresso che STD
ha innescato in questa località subisce un brusco tornante grazie all’ottusità di chi governa.

Dovremo cambiare tutto nei prossimi mesi
: certo, lotteremo con ogni mezzo possibile, ma non
potremo più sterilizzare i randagi provenienti dai dintorni: sarebbe assurdo sterilizzare chi poco
dopo viene prelevato e ucciso, uno spreco di risorse preziose. Ci concentreremo sugli animali di
proprietà e chiederemo alla gente di non lasciare più i propri animali liberi, perché molti sono già
stati prelevati pur avendo un padrone e non torneranno mai più a casa, ingoiati dal buco nero
nella periferia di Costanza. Cercheremo di mobilitare i residenti, anche se non c’è società civile nè
l’abitudine a protestare o a reclamare i propri diritti. Ma ci proveremo.
Perché vi scrivo queste righe? Prima di tutto perché questo messaggio vuole essere uno sfogo
liberatorio: il mio cuore da 8 anni è a Cernavoda e il mio cuore, adesso, è in mille pezzi. Solo l’idea,
tra due settimane, di tornare a Cernavoda e di non ritrovare i miei amati randagi davanti a casa mi
fa chiudere lo stomaco. Hanno portato via anche la nostra Pamela, il cane del pianerottolo che
accoglieva, con il suo sguardo sospettoso, tutti i volontari in arrivo. L’abbiamo prelevata dal canile,
l’altro ieri, mentre non ci hanno restituito altri tre cani che da 4 anni vivevano nel piazzale davanti
a casa. Giocavano con i bambini, non davano fastidio a nessuno, a parte qualche latrato notturno.
Erano sani e affettuosi. Quei codardi di accalappiacani sono venuti di notte, per evitare proteste e
interventi da parte della popolazione. E se vengono di giorno sono scortati dalla polizia locale, per
impedire rivolte. La città è divisa: chi plaude, e chi invece è arrabbiato perché pensava che gli
accalappiacani fossero solo un brutto ricordo, un capitolo chiuso per Cernavoda.

Ai cittadini di Cernavoda
chiederemo di ribellarsi e di far sentire la propria voce: non devono
subire questa barbarie con rassegnazione, i tempi del regime sono finiti e hanno il diritto di
contestare questa decisione del sindaco.

Alla associazioni italiane e straniere
che ci aiutano chiedo di non dimenticarsi di questi poveri
animali condannati a morte: aiutateci a salvarne il più possibile, dimenticate i contrasti e gli attriti,
pensate a chi in questi giorni e nei prossimi mesi smetterà di respirare, di scodinzolare, di vivere.

Agli amici e ai sostenitori di STD
dico: non abbandonateci, perché abbiamo bisogno di voi. Per
costruire un nuovo rifugio davvero nostro, e non vivere il ricatto del Comune, proprietario
dell’attuale terreno. STD non si lascia intimidire, andremo avanti nel nostro impegno. Fate sapere
ad amici e conoscenti ciò che succede a due ore di volo dall’Italia e siate pronti, qualora ve lo
chiedessimo, a mobilitarvi. Ma abbiate fiducia in noi: non prendete iniziative che non siano
direttamente promosse da STD. Potreste, involontariamente, danneggiarci.
Con affetto e riconoscenza,
Sara Turetta

Presidente di Save the Dogs and other Animals

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