ho stentato tanto
Primo giorno di ferie: alle 7 il cielo carnico è azzurrissimo, l'aria fresca e la gamba riposata. Ascolto la voce interiore che con voce stentorea urla : STENTARIA.
E che stentaria sia. Per giungere a Ovaro, anziché scendere a Ampezzo e sciropparmi 30 km di sgradevole e trafficata SS52, salgo sino a Sella Razzo, giusto per scadarmi, e poi 30 km di piacevole discesa baciato dal sole in una stupenda Val Pesarina. A Ovaro mi lascio a sinistra il primo bivio per lo Zoncolan e prendo il secondo per Mione.
Faccio partire il Garmin e inizio agile e umile questa salitissima asfaltata di fresco, che se ben mi ricordo ( e come confermano le altimetrie) fa impallidire il famoso vicino.
I primi due km, sino alla fontana di Mione sono duri ma nella norma poi inizia il ballo. Catena fissa sul 34 x 28 e via incontro al destino. L'asfalto è un bigliardo, la carreggiata è stretta e tutta in ombra, il Garmin non scende mai sotto il 15% ma,tutto sommato,sino agli stavoli Chebia è una sofferenza umana. Sono soddisfatto ma non mi illudo: ho ricordi che si perdono nella notte dei tempi di pendenze immonde e di piedi a terra nonostante la MTB. Sino a qui sono stato quasi sempre seduto limitando il fuori sella a pochi tratti ma, improvvisamente la strada si impenna e non per poche decine di metri: sono rampe interminabili che spaccano le gambe e fanno gemere schiena e braccia. Stringo i denti rincuorato dal lento scorrere dei KM accompagnato dall'aumento della quota. Provo a fare un calcolo mentale e approssimativo della pendenza del km appena trascorso… 20,2% !!!! Ma sicuramente ho sbagliato complice la sforzo. Il bosco è giunto al suo limite ed il panorama è veramente grandioso. Se ho ancora simili spinte poetiche vuol dire che ho ancora energie e poi siamo a quasi 7 km fatti e dovremmo esserci quasi. Altro infinito tirone oltre il 22% e primi cenni di cedimento alle braccia. provvidenziale tratto di recupero intorno al 16%, fine dell'asfalto ed inizio del cemento. Fine anche delle mie illusioni: non ce la posso fare, avessi almeno il 30 me la giocherei ma così la vedo grigia. Ormai procedo a velocità quasi negative quando mi si presenta un muro vero e proprio, non posso verificare la pendenza del Garmin perché staccare le mani per far scorrere le finestre del display non è possibile ma sarà il 22%. Non so come ma ne vengo a capo e la strada spiana (14-16%) l'urlo di gioia mi si strozza in gola: si vede la forcella ma prima mi si presenta la parete che mi ricordavo: saranno 300mt al 23%.Li attacco con poca convinzione: non sono distrutto, ho ancora energie e gambe, semplicemente le leggi della fisica sono contro di me e così, a un certo punto mi fermo e inizio a andare indietro….. solo per pochi centimetri. Crollo sul cemento.
Mi rialzo, tolgo le scarpe e finisco a piedi in 1h 04'.
Anche stavolta ha vinto Lei ma, se si esclude la caduta un pò goffa, ho lottato e perso con onore. Mi piace pensare che tra venti giorni, con la gamba un pò più avvezza alle pendenze craniche potrei sperare di farcela ma, se penso a quell'ultimo dritto verticale ho forti dubbi in proposito.
Chiudo comunque un inedito e fantastico anello Lateis-Lateis di 70 km con un dislivello di 2.370.
Alcune considerazioni: è una salita durissima al cui confronto anche lo Zoncolan è "..na passeggiata de salute" (da I Soliti Ignoti), anche paesaggisticamente è nettamente migliore, chissà che con un rapporto più agile…..
Infine un dubbio: il tratto a piedi inficia la scalata?