Il Comandante era in piedi immobile e silenzioso nella luce del mattino davanti alle porte della città. non era stato dato l'allarme quando la guardi aveva visto avvicinarsi tre uomini a cavallo, tre cavalieri facevano ritorno in città dopo che una moltitudine l'aveva lasciata per andare a riconquistare Honey Hill. Proprio da quella strada arrivavano i tre figuri, non potevano essere nemici, questo era ciò che aveva pensato la guardia nel vederli avvicinare, questo era ciò che aveva pensato prima di riuscire a scorgere l'effigia sullo stendardo, l'effigia delle Furie portatrici di tempesta.
Il suono del corno aveva preceduto la prima salva di frecce.
I due cavalieri che erano con lui erano morti offrendo la propria vita come scudo per il loro signore.
Alla seconda salva il cavaliere in armatura pesante in piedi tra i compagni ormai morti aveva risposto sollevando il grande martello in direzione della città, le frecce gli rimbalzarono contro come uno scroscio di pioggia primaverile.
Cosi fu anche per la terza e la quarta salva.
Il Comandante era immobile, con il braccio teso verso la città in un gesto di sfida, più simile ad una statua di bronzo che ad un uomo.
Gli arcieri smisero di tirare quando capirono che il destino del'essere che si stagliava silente davanti alle porte della loro città non poteva essere affidato ad una freccia.
Il comandante restò in attesa.