Affari Italiani
00mercoledì 1 marzo 2006 20:37
E' allarme sondaggi nel quartier generale della Quercia. Secondo quanto risulta ad Affari, infatti, i dati segreti che circolano in queste ore sui tavoli dei massimi esponenti diessini lasciano aperti molti dubbi sull'esito delle elezioni del 9-10 aprile. Non tanto sul successo dell'Unione, che viene data in testa di 4-5 punti, comunque in calo rispetto ai 9-10 di un paio di mesi fa, quanto sul risultato di uniti nell'Ulivo. Dal quale dipenderà il futuro stesso della Quercia e del partito democratico.
Alla Camera, infatti, la lista unitaria Ds-Margherita non va oltre il 31%, mentre al Senato, dove i partiti si presentano divisi, la somma tra le due forze raggiunge il 35% (Quercia 23,5% e Dl 11,5). La scommessa di Romano Prodi, ma anche di Fassino e Rutelli, era proprio quella dell'unità. Ovvero l'Ulivo in grado di portare più voti alla coalizione. Ma i numeri dicono l'opposto. Quattro punti in meno sono parecchi e preoccupano i fautori del futuro partito democratico. Primo fra tutti, ovviamente il Professore, ma anche Rutelli e Fassino in casa Ds. Dove, al contrario, un flop del listone ulivista non sarebbe affatto malvisto da D'Alema, sempre meno favorevole ad abbandonare la socialdemocrazia per lanciarsi in un nuovo soggetto politico che rischierebbe di essere egemonizzato dai Dl.
Tornando ai numeri, i sondaggi segreti del Bottighino vedono l'Unione in vantaggio anche al Senato, dove però il premio di maggioranza su base regionale rischia di complicare la partita. La CdL, infatti, potrebbe vincere in Puglia o nel Lazio, oltre che in Lombardia, Veneto e Sicilia, lasciando quindi al Centrosinistra una maggioranza molto esigua, alimentando l'ipotesi di ingovernabilità paventata da Renato Mannheimer. E anche questo scenario preoccupa non poco Fassino, allarmato da un governo che sarebbe inchiodato ai voti determinanti di Mastella, Rosa nel Pugno e comunisti. E tenere insieme le varie anime sarà la vera sfida. Tanto per Prodi quanto per la Quercia.