Sleuth - Gli insospettabili

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zinz@n
00sabato 10 novembre 2007 09:52
Remake di un film del 1972 interpretato dallo stesso Michael Caine (nel ruolo che oggi è di Jude Law, anche produttore). Idea pericolosissima e geniale: rinchiudere in una magione due attori e costringerli in un estenuante gioco al massacro. Nell'originale era il grande Sir Laurence Olivier (tanto per capirci) ad interpretare il ruolo di Caine che nel rifacimento è un ricco scrittore lasciato dalla moglie, che gli ha preferito un attore squattrinato (Law). Quest'ultimo su pressione della donna si reca nella famigerata magione (ultra tecnologica e cupissima) per ottenere la firma delle carte del divorzio (che le garantiranno un futuro "radioso"). Questo è l'antefatto, il film parte proprio da qui. Il resto non è altro che il gioco del Gatto e del topo che si rincorrono e che si scambiano i ruoli. Si parte come una feroce commedia e in poco tempo si sfocia nel giallo da camera con un "patto" tra i due che in realtà è solo il primo passo di una rapida discesa nelle passioni. Scrittura lucida e feroce (merito di Harold Pinter, immenso drammaturgo 77enne e Nobel per la letteratura, che rielabora lo script originale) e recitazione che dovrebbero insegnare nelle scuole di cinema. I due attori (su Caine ogni commento è superfluo, ma è Law a travolgere, regalando la sua migliore interpretazione finora) si contendono non le simpatie del pubblico (nel giro di poco tempo risulteranno entrambi sgradevoli e perfidi) ma qualcosa di più, che forse, non ci è dato sapere. I colpi di scena si annullano un pò a vicenda nell'ultima mezzora e il finale non stupisce: ma d'altronde la soddisfazione viene portata dalla visione e non da come questa cerca di chiudere il cerchio. Tutto ciò per dire che il finale è uno dei pochi possibili per una storia del genere, che ha il merito oltretutto di restare chiusa tra quelle mura per tutti e 90 i minuti. Nota sul regista (in vacanza dai suoi adattamenti Shakesperiani) che gioca coi suoi personaggi e con lo spettatore e che nell'ambito dello stile riesce a modulare nel corso del film la freddezza (esasperata) dell'ambientazione e a farla stemperare pian piano in un (insospettabile) labirinto di passioni.

voto: 7+

p.s. Io l'ho visto in originale sottotitolato (ah... le anteprime di Radio Rock...) e spero per tutti gli altri che il doppiaggio sia all'altezza...
hiara
00sabato 15 dicembre 2007 05:00
ma come ci vai tu alle anteprime di radio rock..

a me hanno regalato il biglieto come "rimborso spese" per la mia partecipazione ad una trasmissione nella quale si sarebbe parlato del film.

bello, nonostante la mia avversione per i film teatrali e il mio annoiarmi di fronte a molti tentativi di Branagh in tal senso. questo film non rinuncia ad essere "cinema" e non rinuncia ad uno sguardo moderno sulle parole e sugli ambienti. minimale e intenso Michael Caine, e Jude Law, qui troppo grottesco per essere bello...stupendo. Forse è l'unico film in cui il suo viso ipnotizzante risalta anche per la sua ottima recitazione. non mi interessa paragonarlo a Caine..ma qui è bravo
zinz@n
00lunedì 17 dicembre 2007 18:01
mmmh... in che senso ? era una domanda ?
cmq per le anteprime di radio rock di solito vinco il biglietto quando, asoltandola ogni tanto, dicono di mandare un sms a un numero.... biglietto valido per 2... di solito c'è un'anteprima ogni 2 settimane... purtroppo per "Sleuth" ci sono dovuto andare da solo, perchè me l'ero dimenticato e all'ultimo non ho trovato nessuno che venisse con me... menomale che il film non è stato una SòLA.
Sarebbe stato insopportabile....
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