Skinhead di sinistra e partigiani, rissa per Pansa

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Lpoz
00martedì 17 ottobre 2006 09:03



REGGIO EMILIA — È la prima presentazione de «La grande bugia. Le sinistre italiane e il sangue dei vinti», il libro in testa alle classifiche. Giampaolo Pansa ha scelto Reggio Emilia, «città di misteri, terra del triangolo della morte», e ha invitato il cronista del Corriere a intervistarlo. L’autore esordisce rievocando quanto è accaduto un anno fa, in questa stessa sala dell’hotel Astoria, al termine della presentazione del suo penultimo libro, «Sconosciuto 1945». «Si alzò un signore sulla sessantina e disse: "Io non mi sento un cittadino di serie A. Sono solo un cittadino di serie B. Perché da sessant’anni cerco le ossa di mio padre, e non le ho ancora trovate».
In quel momento nella sala entra un giovane dalla testa rasata, scaraventa una copia de «La grande bugia» sul tavolo, si avventa contro Pansa e urla: «Io sono un cittadino di serie A, e lei ha scritto un libro infame per fare soldi sulle spalle della Resistenza! ». Entrano di corsa venti giovani dei centri sociali, alcuni di Reggio, altri venuti da Roma. Lunghi capelli con le treccine, pugni chiusi. Occupano la sala, srotolano striscioni rossi con le scritte «Revisionisti assassini» e «Ora e sempre Resistenza», cantano in coro «Bella Ciao». La sala è strapiena, e ognuno reagisce a modo suo. Un gruppo di ragazzi di destra si scaglia contro i contestatori, tenta di strappare le bandiere rosse, volano spintoni e insulti. Ma pure alcuni ex partigiani si ribellano: «Siamo comunisti da cinquant’anni ma siamo qui per ascoltare Pansa, se non lo fate parlare siete peggio dei fascisti!». Altre botte, altri insulti. Dalla prima fila, dove siedono tra gli altri il direttore della Mondadori Gian Arturo Ferrari, quello della Sperling Marco Ferrario, Paolo Pisanò, l’avvocato Odoardo Ascari e l’editorialista di Repubblica Edmondo Berselli, alcuni si alzano per stringersi attorno a Pansa, che però rifiuta di abbandonare la sala: «Sono qui per incontrare i miei lettori reggiani e non mi lascerò intimidire da un gruppo di intolleranti».
Il cronista del Corriere tenta di convincere i più disponibili al dialogo a leggere un comunicato e andarsene. «La sala è occupata, sarete voi ad andarvene! ». Altri cori di Bella Ciao, minacce, tafferugli con i fotografi. Vengono distribuiti volantini: «Pansa prezzolato/ con l’infamia c’hai speculato». Dalla sala ritmano: «Libertà! ». I ragazzi dei centri sociali urlano: «Viva i fratelli Cervi! Viva Giorgio Bocca!». Coro di «buuu». Pansa tenta di farli ragionare: «Non state rendendo un servizio alla memoria dei partigiani». Alla fine arrivano tre volanti della polizia e la sala viene sgomberata.
Lungo applauso per Pansa, che a tarda sera può cominciare a parlare. «Sono contento di quanto è avvenuto. Perché indica di quale carica d’odio sia intrisa la vita pubblica italiana, e quanti pregiudizi ideologici facciano velo al dibattito libero sulla storia. L’importante è comportarsi come abbiamo fatto noi stasera: restare calmi, non lasciarci intimidire, e rendere ognuno libero di esprimere la sua opinione. Loro, e noi».
Aldo Cazzullo
17 ottobre 2006




è questa è la democrazia di chi crede nella resistenza... [SM=x751532]
cointreau il possente
00martedì 17 ottobre 2006 14:09
Re:
mah, io al tuo posto avrei postato evidenziando così:


Scritto da: Lpoz 17/10/2006 9.03



REGGIO EMILIA — È la prima presentazione de «La grande bugia. Le sinistre italiane e il sangue dei vinti», il libro in testa alle classifiche. Giampaolo Pansa ha scelto Reggio Emilia, «città di misteri, terra del triangolo della morte», e ha invitato il cronista del Corriere a intervistarlo. L’autore esordisce rievocando quanto è accaduto un anno fa, in questa stessa sala dell’hotel Astoria, al termine della presentazione del suo penultimo libro, «Sconosciuto 1945». «Si alzò un signore sulla sessantina e disse: "Io non mi sento un cittadino di serie A. Sono solo un cittadino di serie B. Perché da sessant’anni cerco le ossa di mio padre, e non le ho ancora trovate».
In quel momento nella sala entra un giovane dalla testa rasata, scaraventa una copia de «La grande bugia» sul tavolo, si avventa contro Pansa e urla: «Io sono un cittadino di serie A, e lei ha scritto un libro infame per fare soldi sulle spalle della Resistenza! ». Entrano di corsa venti giovani dei centri sociali, alcuni di Reggio, altri venuti da Roma. Lunghi capelli con le treccine, pugni chiusi. Occupano la sala, srotolano striscioni rossi con le scritte «Revisionisti assassini» e «Ora e sempre Resistenza», cantano in coro «Bella Ciao». La sala è strapiena, e ognuno reagisce a modo suo. Un gruppo di ragazzi di destra si scaglia contro i contestatori, tenta di strappare le bandiere rosse, volano spintoni e insulti. Ma pure alcuni ex partigiani si ribellano: «Siamo comunisti da cinquant’anni ma siamo qui per ascoltare Pansa, se non lo fate parlare siete peggio dei fascisti!». Altre botte, altri insulti. Dalla prima fila, dove siedono tra gli altri il direttore della Mondadori Gian Arturo Ferrari, quello della Sperling Marco Ferrario, Paolo Pisanò, l’avvocato Odoardo Ascari e l’editorialista di Repubblica Edmondo Berselli, alcuni si alzano per stringersi attorno a Pansa, che però rifiuta di abbandonare la sala: «Sono qui per incontrare i miei lettori reggiani e non mi lascerò intimidire da un gruppo di intolleranti».
Il cronista del Corriere tenta di convincere i più disponibili al dialogo a leggere un comunicato e andarsene. «La sala è occupata, sarete voi ad andarvene! ». Altri cori di Bella Ciao, minacce, tafferugli con i fotografi. Vengono distribuiti volantini: «Pansa prezzolato/ con l’infamia c’hai speculato». Dalla sala ritmano: «Libertà! ». I ragazzi dei centri sociali urlano: «Viva i fratelli Cervi! Viva Giorgio Bocca!». Coro di «buuu». Pansa tenta di farli ragionare: «Non state rendendo un servizio alla memoria dei partigiani». Alla fine arrivano tre volanti della polizia e la sala viene sgomberata.
Lungo applauso per Pansa, che a tarda sera può cominciare a parlare. «Sono contento di quanto è avvenuto. Perché indica di quale carica d’odio sia intrisa la vita pubblica italiana, e quanti pregiudizi ideologici facciano velo al dibattito libero sulla storia. L’importante è comportarsi come abbiamo fatto noi stasera: restare calmi, non lasciarci intimidire, e rendere ognuno libero di esprimere la sua opinione. Loro, e noi».
Aldo Cazzullo
17 ottobre 2006




è questa è la democrazia di chi crede nella resistenza... [SM=x751532]



quella è la democrazia di chi crede nella Resistenza (con la maiuscola, please, indica un preciso periodo storico). Bye. [SM=x751530]
Riccardo.cuordileone
00martedì 17 ottobre 2006 14:14
Lpoz non abbassarti anche tu ad usare il gergo sinistroide come skinhead di sinistra, i fascisti rossi ecc. [SM=x751525]
Lpoz
00martedì 17 ottobre 2006 14:27
Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 17/10/2006 14.14
Lpoz non abbassarti anche tu ad usare il gergo sinistroide come skinhead di sinistra, i fascisti rossi ecc. [SM=x751525]




quello è il titolo dell'articolo del corriere da cui ho preso il testo... [SM=x751527]
GuardiaRossa
00martedì 17 ottobre 2006 14:29
Skinheads di sinistra non è affatto un gergo sinistroide...è una verità troppo spesso taciuta...
=Caesar86=
00martedì 17 ottobre 2006 14:58
magari i comunisti di oggi fossero quelli di 50 anni fa [SM=x751531]
che a parte tutte le ideologie, non credo che i vari resistenti avrebbero avuto il fiato di scalarsi una montagna, piombare su tedeschi o repubblicani, e risalirsela al trotto dopo essersi sfondati di canne come è uso fare tra i sinistrorsi moderni... [SM=x751530]
GuardiaRossa
00martedì 17 ottobre 2006 15:08
Re:

Scritto da: =Caesar86= 17/10/2006 14.58
magari i comunisti di oggi fossero quelli di 50 anni fa [SM=x751531]
che a parte tutte le ideologie, non credo che i vari resistenti avrebbero avuto il fiato di scalarsi una montagna, piombare su tedeschi o repubblicani, e risalirsela al trotto dopo essersi sfondati di canne come è uso fare tra i sinistrorsi moderni... [SM=x751530]



Ma guarda...concordo pienamente con te...
Pur essendo comunista non amo per niente frequentare manifestazioni o centri sociali che ormai sono solo un punto di raduno per tossici e altra gentaglia...
Pius Augustus
00martedì 17 ottobre 2006 15:57
"è questa è la democrazia di chi crede nella resistenza"

una frase tanto più stupida in quanto smentita dall'articolo stesso.
Staib
00martedì 17 ottobre 2006 16:01
Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 17/10/2006 14.14
Lpoz non abbassarti anche tu ad usare il gergo sinistroide come skinhead di sinistra, i fascisti rossi ecc. [SM=x751525]




Scritto da: GuardiaRossa 17/10/2006 14.29
Skinheads di sinistra non è affatto un gergo sinistroide...è una verità troppo spesso taciuta...



Allora, cercherò di stare calmo. [SM=x751558]

Spero di doverlo scrivere questa volta e mai più.
Gli skinhead in genere fanno parte di una cultura che non è necessariamente legata alla politica. Uno skin può fottersene della politica, oppure può votare, oppure può essere nazi, o comunista o anarchico o qualsiasi cosa come ogni cristiano. Per quelle che sono le origini del movimento dovrebbe avere affinità con i proletari e pensiero antirazzista, ma non sempre è così. Se gli skinhead vengono identificati comunemente come nazisti o fascisti è per pura ignoranza mediatica.

Poi dite che uno insulta, ma a leggere certe cose...
Informatevi, almeno su wikipedia.

Questo mi basta per infamare il giornalista e chi gli va appresso come un'ignorante testa di cazzo. Bello che solo perché c'era un rasato (vai a vedere se poi era skin) c'è questo titolone del cazzo. Ma sta gente perché non si dà alla cronoca rosa, per piacere! Questa ignoranza è criminale.
=Caesar86=
00martedì 17 ottobre 2006 16:13
infatti questi a me non sembrano affatto skinheads di qualsiasi tipo, che se non sbaglio non agiscono mai così organizzati...
tutta l'operetta di cori precotti, slogan preconfezionati, striscioni, volantini, "occupazioni insensate" (era un convegno, mica na fabbrica)fanno tanto pensare al centro sociale style.
GuardiaRossa
00martedì 17 ottobre 2006 16:13
Guarda ti rispondo che io SONO uno Skinhead...milito nella Sharp (Skinheads Against Racial Prejudice)...in cui ci sono sia comunisti che anarchici che apolitici...
La gente che dovrebbe informarsi sono quei soliti che fanno il classico accostamento Skin=Nazi
Riccardo.cuordileone
00martedì 17 ottobre 2006 17:05
Re:

Scritto da: Staib 17/10/2006 16.01
Allora, cercherò di stare calmo. [SM=x751558]

Spero di doverlo scrivere questa volta e mai più.
Gli skinhead in genere fanno parte di una cultura che non è necessariamente legata alla politica. Uno skin può fottersene della politica, oppure può votare, oppure può essere nazi, o comunista o anarchico o qualsiasi cosa come ogni cristiano. Per quelle che sono le origini del movimento dovrebbe avere affinità con i proletari e pensiero antirazzista, ma non sempre è così. Se gli skinhead vengono identificati comunemente come nazisti o fascisti è per pura ignoranza mediatica.

Poi dite che uno insulta, ma a leggere certe cose...
Informatevi, almeno su wikipedia.

Questo mi basta per infamare il giornalista e chi gli va appresso come un'ignorante testa di cazzo. Bello che solo perché c'era un rasato (vai a vedere se poi era skin) c'è questo titolone del cazzo. Ma sta gente perché non si dà alla cronoca rosa, per piacere! Questa ignoranza è criminale.


Dipende dai punti di vista, un discorso simile l'avevamo fatto sui no-global, leggendo skinhead vengono subito in mente i neonazisti, come leggendo no-global i ronci dei centri sociali.

Concordo con il tuo commento sul giornalista.

PS:Comunque non c'è bisogno di scarldarsi così tanto per una cavolata del genere.
Staib
00mercoledì 18 ottobre 2006 11:42
Re:

Scritto da: GuardiaRossa 17/10/2006 16.13
Guarda ti rispondo che io SONO uno Skinhead...milito nella Sharp (Skinheads Against Racial Prejudice)...in cui ci sono sia comunisti che anarchici che apolitici...
La gente che dovrebbe informarsi sono quei soliti che fanno il classico accostamento Skin=Nazi



Ehm, ovviamente non era te che dovevo citare... [SM=x751545] mea culpa.

Di dove sei? Che ascolti?
Staib
00mercoledì 18 ottobre 2006 11:46
Re: Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 17/10/2006 17.05

Dipende dai punti di vista, un discorso simile l'avevamo fatto sui no-global, leggendo skinhead vengono subito in mente i neonazisti, come leggendo no-global i ronci dei centri sociali.

Concordo con il tuo commento sul giornalista.

PS:Comunque non c'è bisogno di scarldarsi così tanto per una cavolata del genere.



Di fronte all'ignoranza c'è sempre da scaldarsi, soprattutto se influenza mediaticamente le persone.

E se a te parlando di no global e di skinhead vengono in mente solo certe cose, è proprio perché sei vittima dei media (e non hai intenzione di uscirne).
GuardiaRossa
00mercoledì 18 ottobre 2006 18:25
Re: Re:

Scritto da: Staib Che ascolti?



Ascolto Oi! soprattutto...e poi Ska,2Tone e Skinhead Reggae... [SM=x751545]
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