Vi dico subito che questo disco me lo sono proprio goduto.
Il motivo di tanto piacere non sta' nell'aver scoperto e rivalutato i Simply Red, ma nell'esatto contrario. Proprio perche' conoscevo le loro canzoni e le apprezzavo ho potuto calarmi meglio nello spirito di questo disco, di fatto un Greatest Hits, ma non solo.
Cosa ha dunque di tanto speciale questo disco? cerco di spiegarlo.
In un epoca dove la manipolazione sonora, i bassi pompati, effetti speciali, elettronica e quant'altro dominano nelle produzioni piu' osannate, Mick Hucknall e soci scelgono di andare controcorrente.
Le assi di legno di un palco, un pianoforte, un sassofono, una nuvola di fumo che avvolge il cantante illuminato dal cono di luce del riflettore di un vecchio teatro, forse di un ritrovo, laggiu' in citta'. Il mestiere del musicista insomma. Non pensate a qualcosa di improvvisato, ad un unplugged live con relative imprecisioni, imperfezioni e rumori vari.
Tutto e' invece perfetto nella sua immacolata semplicita'. Fatta di professionismo pero'.
Dio, quanto manca tutto cio' alla musica!
Un disco senza tempo, ben suonato, ben cantato. Con alcuni brani rivisti ed interpretati con sensibilita' e raffinatezza, piu' autentiche piccole perle di romantico lirismo.
Sono d'accordo con Gianni Sibilla nel dire che il brano di apertura, Perfect Love sembra una brutta cover dell’ultimo Santana e che è il punto più basso del disco.
Mettendo da parte le considerazioni di carattere personale e quindi soggettive riporto e sottoscrivo le conclusioni del gia' citato Sibilla :
"..... un disco strano, nel concetto. Non è un unplugged, come può indurre a pensare il titolo. Parte da lì, nel senso che propone canzoni che sono perlopiù ballate con arrangiamenti “leggeri”. Anche nello stile il disco è un mix di latino, pop orchestrale e swing.
Nonostante questa doppia scelta inconsueta, che rende il disco uno strano ibrido più concettualmente che nei fatti, “Simplified” scivola via piacevolmente e tutto sommato in modo omogeneo....."
Omette pero' di dire che nella traccia numero 10, "Sad old red", si cimentano con il Jazz. E pure con buoni risultati.
Avviso per i metallari: questo disco non vi piacera'.
PS
Ho letto che Hucknall ha acquistato un pezzo di terra in provincia di Catania allo scopo di produrre vino. Il che me lo rende ancora piu' simpatico....
[Modificato da mariusko 31/10/2005 18.11]