Simone Perotti

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sergio.T
00mercoledì 18 novembre 2009 15:01
Simone Perotti è nato a Frascati (Roma), nel 1965. Oltre a numerosi racconti su riviste letterarie cartacee e on-line, ha pubblicato Zenzero e Nuvole (Theoria, 1995 – Bompiani, 2004), racconti sul viaggio, la contaminazione, il fantastico, ciascuno dei quali legato a una ricetta gastronomica e a considerazioni estetiche sul gusto. La raccolta è stata presentata per la prima volta nell’ottobre del 1995 da Vincenzo Cerami. Stojan Decu, l’Altro Uomo, Bompiani 2005 (Premio Volpe d’Oro). Vele, White Star, 2008 (Premio Sanremo). L’Estate del Disincanto, Bompiani, 2008. Ha collaborato e collabora con riviste e giornali («Yacht & Sail», «Yacht Capital», «Dove», «Style», «Corriere della Sera»), con articoli e reportage sul viaggio, il turismo, la nautica, le regate. Ha creato il primo sito di informazione editoriale nautica italiano: www.sailbook.info. Ha fatto il manager per quasi vent’anni nel settore della comunicazione, in agenzie e aziende quotate e non, italiane e multinazionali. Poi ha detto basta, ha lasciato soldi e carriera e si è trasferito in Liguria, tra La Spezia e le Cinque Terre, per dedicarsi esclusivamente a scrittura e navigazione. Per vivere oggi fa l’affittabarche, trasferisce imbarcazioni, fa lo skipper e l’istruttore di vela trascorrendo circa quattro mesi l’anno in mare. Poi pittura case, prepara aperitivi per i bar, restaura mobili, fa la guida turistica, vende le sue sculture e i suoi pesci, tutti visibili sul sito www.simoneperotti.com.
sergio.T
00mercoledì 18 novembre 2009 15:03
Adesso basta.
"Non si nasce liberi, lo si diventa. Non basta sperare, è necessario osservare una certa disciplina per realizzare i propri sogni."
Bjorn Larsson

Ne abbiamo abbastanza. Lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne?

Cambiare vita da soli sembra una scelta troppo faticosa. Addirittura impossibile. Invece no. Il downshifting (“scalare marcia, rallentare il ritmo”) è un fenomeno sociale che interessa milioni di persone nel mondo (complice anche la crisi). Ma non si tratta solo di ridurre il salario per avere più tempo libero. Simone Perotti propone qui un cambio di vita netto, verso se stessi, il mondo che ci circonda, le abitudini, gli obblighi, il consumo.

La rivoluzione dobbiamo farla a partire da noi, riprendendoci la nostra vita per essere finalmente liberi. Come ha fatto l’autore, che racconta la sua esperienza entrando nel merito delle conseguenze economiche, psicologiche, esistenziali, logistiche. Dire no non basta per essere felici. L’insicurezza economica cui andiamo incontro è anche un’occasione per ripensarci.
sergio.T
00mercoledì 18 novembre 2009 15:05
Simone Perotti ha 43 anni e a 28 era già dirigente di una grande azienda italiana. Per quasi vent’anni ha fatto il manager nel settore della comunicazione. Quando lavorava a Milano, città dove si consumano circa 700.000 pastiglie di ansiolitici l’anno, approfittava come tanti colleghi dell’Happy Hour (lui preferisce definirla «l’ora d’aria») per dare libero sfogo di fronte a un aperitivo ai sogni dell’Homo sapiens in carriera: mollare tutto, aprire un bar sulla spiaggia di un’isola più o meno remota, sottrarsi ai ritmi di una vita che relega in un angolo i ritagli di tempo da dedicare agli affetti o alle passioni. Poi, una mattina, bloccato dalla classica coda sul Grande Raccordo Anulare, si è detto: «Così non va». E ha davvero mollato tutto. Dove per tutto s’intende una professione che gli aveva fatto guadagnare tanti soldi, visto che nel frattempo aveva inventato slogan pubblicitari per prodotti di largo consumo e organizzato eventi con migliaia di persone, occupandosi di strategie di comunicazione politica e campagne elettorali.

Oggi Simone Perotti trascorre ogni anno quattro mesi in mare. Si è messo a fare lo skipper e l’affittabarche, ma anche la guida turistica e il barista e lo scultore e il restauratore di mobili. Trova anche il tempo per scrivere: il suo ultimo libro, Adesso basta, è uscito in questi giorni per Chiarelettere, ed è una sorta di manuale ragionato del «downshifting», ovvero del rallentare il ritmo. La sua analisi ricorda Tocqueville: «Il potere si è evoluto, ha imparato che la dittatura e il totalitarismo non servono più. Bastano i vetrini luccicanti del consumo. I prodotti, la loro accessibilità, la loro apparente convenienza sono sufficienti a spingere orde intere di persone, pure benestanti, pure acculturate, a uscire tutte le mattine da casa con la loro vettura fiammante, a percorrere a passo d’uomo strade intasate, a lavorare per dieci, dodici ore in modo sempre identico, sentendosi anche privilegiate».

Ed ecco dunque una serie di consigli anche molto pratici per sottrarsi al meccanismo, da parte di uno che per motivi anagrafici non ha fatto né il ’68 né il ’77, e nemmeno la Pantera. Il fatto che il libro arrivi in un momento storico in cui non ci si stupisce di vedere ex broker di Wall Street che vivono in tenda, mentre nella vecchia Europa imperversano precariato e disoccupazione, potrà farlo sembrare una bestemmia. Invece è anche un inno al lavoro manuale, e insegna a risparmiare divertendosi, spiegando che bisogna sognare sogni ambiziosi ma realizzabili: quantomeno, più di una vincita alla lotteria o di una speculazione in Borsa. Senza contare che il mito della crescita a oltranza sta pregiudicando la biosfera e dunque il futuro dei nostri figli.

La Stampa

sergio.T
00mercoledì 18 novembre 2009 15:06
Lo compro e lo leggo. Magari qualche piccolo miglioramento si puo' fare, su questa strada.
mujer
00mercoledì 18 novembre 2009 20:16
quindi la mia vita è all'insegna del "downshifting"?
ahahahah

a detta di Tomy questo libro cambia la vita
io non credo di averne bisogno [SM=g10529]
sergio.T
00lunedì 23 novembre 2009 11:16
Immagino Tommy!!!! [SM=g8431]
sergio.T
00martedì 1 dicembre 2009 09:16
sembra che il libro suggerisca la cifra di 400.000 euro per iniziare a mollare tutto. Ovvero, bisogna avere un risparmio simile per prendere la decisione.
Ah! pero', pensavo meno. Anzi non pensavo proprio ad una cifra risparmiata.
E' una teoria che mi lascia perplesso, se vera. Leggero'. Ma se fosse mi ricorda tanto la filosofia di certi socialisti: tante parole, tanti proclami e poi nei fatti tutto il contrario. Un po' come gli anarchici dei soldi, soprattutto quelli degli altri.
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