Siamo tutti figli del Faraone! [Cronaca di come l'Antico Egitto tenta di tornare alla ribalta nel Mondo - RTW]

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Celebandune
00domenica 21 settembre 2008 10:45
Cronaca di una partita a Rome: Total War
Siamo nel 270 a.c. e l'Egitto, di nuovo indipendente dopo l'invasione Alessandrinica, cerca di riprendere il dominio mondiale. Ma i problemi sono tanti.. a nord i Seleucidi hanno un impero vasto e stabile, e ovunque ci sono ancora ribelli delle armate del grande condottiero Macedone, per non parlare delle città greche che posseggono da sempre le maggiori isole del mediterraneo.

Ci sono molte cose da risolvere, insomma. Il gran faraone Hekhemmut, alla veneranda età di 58 anni, avrò presto molto da fare, e con le casse di stato quasi vuote, ripristinare l'antica gloria egizia sarà un'impresa tutt'altro che facile. Ma la vita è proprio questo, una sfida che è entusiasmante e bella fuorchè semplice, e quindi ci si rimbocca le maniche e si và... [SM=g27817]

Nel 269 a.c. Notizie di guerra giungono dal mondo, e mentre l'unica figlia del faraone, Senbi, sola donna tra tre maschi, trova un marito che si spera porti onore e gloria all'Egitto, il gran faraone organizza una campagna per migliorare la viabilità tra le vaste province dell'impero. Pochi anni dopo, nel 267 ac, un esercito in marcia verso Petra guidato da Kiya, figlio del faraone, riesce nella disperata impresa di sconfiggere un esercito di veterani di Alessandro Magno grande più del doppio di esso. Kiya perde la vita in questo scontro, ma il faraone ha la sua giusta vendetta. La popolazione del borgo viene massacrata pubblicamente e le sue tesorerie totalmente depredate.
Tutto l'egitto è in lutto, ma con ribelli in assalto da ovest, al faraone non è concesso un minuto di tregua. Khnumhoptep, primo genito ed erede di Hekhemmut, scaccia un gruppo di ribelli vicino Thebe usando esclusivamente truppe da tiro, in una battaglia che definì, più tardi, come: “tediosa quanto togliersi un sasso piccolo ma pungente dal sandalo”. Ahmose sconfisse, non sei mesi dopo, un'ulteriore armata di ribelli vicino Memphis.
Nel 265 ac il nobile Ptahhotep sconfisse un'orda di Zeloti Giudei con una grande armata presso Gerusalemme, ma l'obiettivo del nobile fu ben altro: nel 263 ac invade Bostra e pone così il primo passo dell'egitto verso l'arabia. Nel 261, mentre dall'altro lato del Mediterraneo iniziano le guerre puniche, l'Impero Seleucida si inimica le nostre città con un blocco portuario effettuato ai danni di Sidon. Ma il grande faraone Hekhemmut muore prima di vedere questo avvenimento, e la sua anima sale in cielo pacata e tranquilla, lasciando l'Egitto in mano al figlio maggiore, Khnumhoptep, che da Thebe si trasferisce ad Alessandria, capitale del Regno. La risposta del nuobo faraone alla provocazione Seleucida non si fa attendere; nei tardi mesi del 261 ac, la stessa flotta che liberò Sidon, va a bloccare il porto di Antiochia. Nel 260 ac, mentre Jerusalemme viene assediata, le truppe precedentemente impegnate a Bostra occupano Palmyra, una cittadina che faceva parte delle mire espansionistiche Seleucide. Un pugno in un occhio quindi, che l'egitto è felice di dare con orgoglio ai loro nemici.
Nell'anno successivo, Heruben, figlio del compianto Kiya, difende coraggiosamente Jerusalemme con una manciata di Lancieri Nubiani posizionati davanti al portone. Le truppe Seleucida, più forti delle truppe del giovane nobile di almeno 400 uomini, si schiantano contro il muro come l'acqua del mare sulle fondamenta del faro di Alessandria. Nello stesso anno, Palmyra viene assediata da truppe Seleucida, e nel 259 viene assaltata; ma la fortuna è nuovamente dalla parte del faraone. A discapito di un esercito guidato da un familiare dell'Imperatore Seleucida, un semplice capitano, tale Nakhti, non solo difende con estremo coraggio la nuova cittadina egizia, ma uccide anche personalmente, in uno scontro tra cavallerie davanti i portoni della città, Autesione Dioniso, il sopracitato familiare. La vittoria di Nakhti ed i suoi 500 uomini sugli oltre 1000 dei Seleucidi è schiacciante. Mentre, nel 258, Jerusalemme viene di nuovo assediata, un'armata sbarca sulle coste Seleucide davanti Tarso e fa un'imboscata a diverse truppe di Opliti, massacrandole in uno scontro che ha ben poco di epico.
Pochi mesi più tardi, Isetnofet Euerghete, un familiare aquisito, marciando verso Jerusalemme nel tenativo di liberarla dall'assedio, uccide con spensieratezza un gruppo di ribelli sul suo cammino. Sorprendentemente, in questa battaglie, un gruppo di semplici contadini riescono a sopraffare dei Zeloti Giudei! Probabilmente la notizia dell'arrivo del condottiero egizio si sparse in fretta, e l'assedio a Jerusalemme venne interrotto, solo per riprendere, pochi mesi dopo, a Sidon.
Alle infinite vittorie in mare (ottenute durante tutto il lasso di tempo che le due fazioni sono in guerra) si alterna, infine, la sconfitta a Tarso; ben due contingenti di soldati Seleucidi furono necessari per fermare le nostre valorose truppe.
Nel 256 ac. Isetnofet Euerghete marcia con le sue truppe verso Sidon, e i Seleucidi ritirano temporaneamente il loro assedio; tornano, difatti, pochi mesi dopo, con le stesse truppe. In contemporanea le truppe stazionate a Palmyra vengono a sapere che il capofazione Seleucida sta a Damasco, cittadina poco fortificata e con poca guarnigione, a non più di pochi mesi di viaggio da loro. L'occasione è troppo ghiotta per non approfittarne, e diverse truppe vengono mandate ad assediarla.

Sidone viene assaltata, nel 255 ac, da 2000 Seleucidi, ma le difese, comandate da Isetnofet Euerghete, reggono. Degli oltre 2000 assalitori , vengono uccisi circa 1500, mentre i 1345 uomini sotto il comando del prodigio militare rimangono in 1274. La vittoria, nuovamente, è schiacciante. Lo è di nuovo, diverse miglia più a est, quando il re Seleucida cerca di sfuggire all'assedio con una sortita aiutato da 600 uomini giunti in suo soccorso. Di nuovo, gli dei sono col nostro faraone ed il capitano Ptahhotep, che vince con con poco più di 550 uomini contro le oltre 900 unità avversarie, diventa per breve tempo l'uomo più amato del regno, al punto che si chiede al nostro faraone Khnumhoptep di adottarlo.



Quello stesso mese, l'ennesimo tentativo delle navi di Antiochia di liberrarsi dal blocco portuale, fallisce miseramente.



(che ve ne pare? :D)
Zimisce
00domenica 21 settembre 2008 11:27
Complimenti! Bellissima cronaca! [SM=g27811]
Eraclio Imperatore Romano
00mercoledì 24 settembre 2008 15:29
mi hai rimesso voglia di giocare a Rome total war. Ottime mosse, fra poco pubblichero anche io una cronaca selucide
Pliniux
00mercoledì 24 settembre 2008 16:50
Bravo...Anch'io stavo conducendo una campagna egizia (ero già a buon punto: mi stavo legnando con i Valerii in Anatolia), quando l'installazione di Barbarian mi ha annullato i salvataggi!!!

Vabbe', adesso sono un Romano occidentale i mi legno con i Romani orientali (vero Eraclio? [SM=x535718] )
Eraclio Imperatore Romano
00mercoledì 24 settembre 2008 19:41
vero "carissimo" [SM=x535691]
Celebandune
00domenica 12 ottobre 2008 15:10
Siamo tutti figli del Faraone! [Cronaca di come l'Antico Egitto tenta di tornare alla ribalta nel Mondo - RTW] - 2
(perdonate il lungo silenzio, mi sono fatto prendere a Knights of the Old Republic II - The Sith Lords e l'ho finito, ora riprendo regolare)



Nel 254 Isetnofet Euerghete parte da Sidon per venire in aiuto del capitano Ptahhotep nel suo assedio di Damasco, ma, accampatosi a pochi giorni dai suoi fratelli egizi, viene assediato da un ulteriore esercito Seleucida.
Ptahhotep decide che non può più aspettare l'arrivo di Isetnofet, e attacca da solo Damasco...il re Seleucida muore per mano sua, e nessuno dei suoi seguaci rimane in vita. Isetnofet, assoldati dei mercenari, lascia andare alcune truppe verso Palmyra e si reca col resto dell'esercito verso Antiochia, la capitale del Regno Seleucida. Bisogna dare un colpo decisivo ai nemici, magari costringerli alla resa incondizionata.
Ma non tutto va come prevsito; in mare una nave riesce a sfuggire al blocco, e nonostante venga in seguito ripresa ed affondata, un mito viene a crollare, Palmyra, come previsto da Esetnofet viene assediata e nel 253 ac i Seleucidi formano un'alleanza coi Parti. L'anno successivo, per non correre il rischio di una guerra su due fronti, il saggio faraone Khnumhoptep stringe un'alleanza coi Numidi, che nel frattempo hanno occupato i territori ad ovest del regno. Non appena il trattato è firmato, Isetnofet Euerghete inizia l'assedio di Antiochia, che si conclude nel 251 con una vittoria totale delle armate egizie di Isetnofet. L'egitto domina i porti del Mediterraneo Orientale, mentre una nuova armata viene mandata da Salamis ad assediare Tarso. Nascostisi in un vicino boschetto, l'armata viene assaltata da un contingente di 1266 seleucidi, che vengono sonoramente sconfitti dagli 800 uomini sotto il comando del capitano Psammetikhos.



Nel 249 cattive notizie si spargono per Alessandria; alla perdita di Palmyra per un assedio durato troppo a lungo, si aggiunge la morte del faraone Khnumhoptep; con lui partì la guerra contro i Seleucidi che gli diede tante soddisfazioni e che ora dovrà portare avanti suo fratello, Phtahhotep (non il capitano). Il capitano Psammetikhos intanto è di nuovo costretto a difendere la sua posizione nelle vicinanze di Tarso da 1147 Seleucidi. I suoi uomini – non più di 650 – vincono, ma rimangono in 450. La situazione diventa ardua, ed il capitano fa intendere al faraone che non reggerà ancora a lungo. Così, pochi mesi dopo, le sue truppe iniziano l'assedio di Tarso, ma il familiare che la governa non si fa bleffare dalle sue poche truppe e le spezza con una sortita.

Nel 248 ac entra nella famiglia Neferet Neo Filopator; Isetnofet Euerghete assedia Tarsus, che intanto è diventata la capitale seleucida, ma viene attaccato alle spalle da Demetrio, il loro gran imperatore. Tentare di sconfiggere colui a cui gli Dei egizi sono favorevoli fu l'ultimo sbaglio del corto regno dell'Imperatore Seleucida; in quella battaglia egli stesso venne ucciso da dei meri Mercenari al soldo di Isetnofet, il confronto diretto non avvenne mai. La vittoria fu di nuovo nostra e la gloria di Euerghete era, per l'ennesima volta, totale! Nonostante l'inferiorità numerica (1600 nemici contro 950 egizi), nonostante l'attacco da due lati (frontale da un capitano seleucida e da dietro dal loro imperatore) Isetnofet si erse vittorioso sul campo grazie ai suoi lancieri ed ai suoi cavalieri. Tarso era infine in mani egizie, vennero stretti patti commerciali col Ponto, nuovo confinante, e venne data una ulteriore pugnalata all'Impero Seleucida. Ancora meglio: adesso c'erano degli insediamenti avversari (o di mire avversarie) tagliati fuori dal resto dell'impero nell'anatolia settentrionale che potevano sicuramente venire presi con facilità. Per alcuni anni l'Egitto tacque, dal punto di vista delle operazioni militari, ma non per inopia, bensì era in arrivo un piccolo contingente di uomini per riconquistare Cirene (spie avevano fatto notare che si fosse liberato dal giogo numida precedente) mentre altre truppe, guidate dal familiare Psammetikhos Neo Dioniso, si avvicinavano ad Alicarnasso. Giunto a terra ottiene una vittoria di poco conto ai piedi del Mausoleo, poi prosegue la sua avanzata verso Alicarnasso stessa, che assedia. Nel 244 ac un'armata egizia assedia Dumatha, truppe Pontiche (fino ad ora neutrali nel conflitto) marciano oltre i monti in Cilicia verso Tarso e nello stretto tra l'anatolia e rodi si contano talmente tante navi egizie e pontiche, che mettendole una in fila all'altra sarebbe stato possibile comminare a piedi da Alicarnasso a Rodi.



A proposito di Alicarnasso, Alessandro, attuale capofazione dei Seleucidi, era proprio lì mentre Neo Dioniso conquistò la città; tra le truppe egizie si diffuse la leggenda che chiunque fosse l'Imperatore Seleucida, ovunque fosse, un'armata Egizia era nei paraggi ad uccidere lui e conquistare la città che cercava di difendere. Alessandro non subì destino diverso. Alicarnasso, ed il Mausoleo, erano Egizi!

A Dumatha viene ottenuta una schiacciante vittoria quando gli uomini del Capitano Akhaenniut vengono attaccati dal familiare Meleagro e rinforzi (tra cui anche degli elefanti). Nel 243 ac Cyrene viene invasa dal piccolo contingente Egizio mandatoci, tutto questo mentre il Ponto e l'Impero Seleucida si alleano e le truppe pontiche precedentemente avvisatate assediano Tarso. Il faraone Ptahhotep, alla veneranda età di 62 anni, scuote la testa con amarezza. "Quanta guerra ho portato al mio popolo" sarà l'unica frase che dirà per le settimane a venire. E mentre in mare ci sono massicci scontri tra flotte Pontiche ed Egizie, Dumatha viene sottratta al dominio seleucida. Nel 243 ac avviene anche l'attacco a Tasro delle truppe Pontiche; la vittoria egizia è schiacciante, delle 1344 anime pontiche rimangono in vita solo 181, Isetnofet Euerghete vince con soli 682 uomini (che rimangono in 642) e si dimostra, ancora una volta, un genio militare e strategico.
Nel 242 ac l'Egitto entra in guerra con le Città Greche; un'armata Greca aveva infatti posizionato le sue truppe davanti la città di Alicarnasso, impedendo a Psammetikhos Neo Dioniso di uscire; quando quesi si rifiutarono di abbandonare la posizione con mezzi diplomatici, al familiare non rimase che attaccarli. La battaglia è breve; Oto di Syracusa muore per mano dei Cavalieri del Deserto di Psammetikhos e con la sua sconfitta le Città Greche non hanno che Rodi come possedimento in quella zona del mondo. Nello stesso anno, gli Armeni rifiutano una preziosa alleanza e Ptahhotep muore, ormai 63enne. Suo figlio, Ahmose, diventa il nuovo faraone d'Egitto.

Altrove la leggenda Egizia trova nuovo riscontro: Tolemeo, Imperatore Seleucida, muore nella battaglia davanti Sardis, dove 1100 uomini di Psammetikhos Neo Dioniso sconfiggono oltre 1600 uomini.



L'assedio di Sardis si conclude con un assalto nel 241 ac, le truppe Egizie sterminano ogni seleucida nella città e in questo modo il Tempio di Artemide a Efeso diventa di proprietà faraonica.


(Che ve ne pare? =) Consigli sulle prossime mosse?)
Eraclio Imperatore Romano
00domenica 12 ottobre 2008 15:24
(scs ma Tolomeo da dove sbuca se hai detto che il tuo faraone era Amose?) Grande campagna era ora che la ricominciassi! continua a premere sui greci e caccia i pontici dall'Anatolia. Presto ti ritroverai contro i romani poichè loro avanzeranno dalla Grecia e dall'Africa non appena avranno sconfitto numidi, cartaginesi, macedoni e greci. Descivi di più le battaglie, per il resto complimenti davvero [SM=g27811] [SM=x535693]
Celebandune
00domenica 12 ottobre 2008 16:11
Tolomeo è (era :D) l'imperatore Seleucida, leggi bene:
"Altrove la leggenda Egizia trova nuovo riscontro: Tolemeo, Imperatore Seleucida, muore nella battaglia davanti Sardis, dove 1100 uomini di Psammetikhos Neo Dioniso sconfiggono oltre 1600 uomini."

I 1600 uomini sono seleucidi, io ero in 1100 (sono sempre in inferiorità numerica -_-") e ho battuto lui. ;)

Descrivere le battaglie, okay, ci provo, anche se ci vorrebbero dei filmati a volte.. purtroppo quelli che faccio con fraps o x-fire sono sempre troppo grossi, diverse centinaia di mega, se non giga.
Celebandune
00venerdì 17 ottobre 2008 17:32
Siamo tutti figli del Faraone! [Cronaca di come l'Antico Egitto tenta di tornare alla ribalta nel Mondo - RTW] - 3
Ulteriori battaglie in mare, tra il 242 e il 241 ac dimostrano ancora la superiorità marittima egizia su quella pontica e greca; Creta viene presa da truppe Macedoni (egemoni anche in grecia) in quell'anno, e così un obiettivo egizio da tempo immemore va in mani altrui. Fruttuosissima, alla luce di questa invasione, la presa della Cyrenaica, alcuni anni prima. Nello stesso anno Pergamum, città Pontica sull'Egeo, subisce un blocco portuale e Pasebakhaen Filopater assedia Palmyra, capitale Seleucida. Pochi mesi dopo viene stipulato un accordo commerciale con i Parti, e viene sconfitto un esercito ribelle vicino Bostra dal capitano Khasekhem. Diverse miglia più a nord Pasebakhaen attacca Cleito, ennesimo Imperatore Seleucida, a Palmyra. L'enorme esercito, munito di ben cinque arieti, fa breccia con facilità nel muro in legno della cittadina; gli arcieri adepti all'ariete iniziano a bombardare il nemico di frecce, mentre dei lancieri posti vicino ad essi li difendono da eventuali attacchi nemici, che per fortuna non avvengono. Così, nella breccia a destra del portone centrale, avanzano dei lancieri nubiani, che ingaggiano e sconfiggono con facilità dei Peltasti. Si fa avanti l'Imperatore avversario, che insieme a diverse squadre di Opliti, riducono a brandelli i lancieri; Pasebakhaen non vede di buon occhio la disfatta su questo fronte e mentre la breccia sinistra è facile vittoria di lancieri del nilo e nubiani, combinati a schermagliatori e arcieri vari, quella destra diventa il luogo dove si decide l'incontro; vengono mandate avanti le oltre sei unità di Cavalleria del Deserto, sorrette da Cavalieri Nubiani, che insieme, nonostante gli Opliti, riescono a vincere l'Imperatore con la pura forza del numero. Cleito raggiunge i suoi avi, un nuovo Imperatore Seleucida muore sotto i figli del faraone, e ben presto le truppe nemiche (peltasti e opliti) sono in fuga di fronte all'avanzata di altri lancieri e di Cavalieri del Deserto. Ciò che segue è una breve scaramuccia sulla piazza centrale di Palmyra che si conclude con una inconfutabile vittoria Egizia. Palmyra, dopo anni, è di nuovo sotto il regno faraonico. Nel 240 ac, quindi, le città Seleucida si riducono a due; Seleucia stessa e Hatra.

Alla fine del 240 ac viene di nuovo assediata da truppe Pontiche Tarso. L'anno successivo, nel 239 ac, truppe Macedoni sbarcano su Rodi; questo il faraone non può tollerarlo e mentre le truppe macedoni già assediano la città greca, si decide in fretta e in furia di mandare un proprio contingente di truppe per aiutare lo sterminio greco, ma la paura di arrivare in ritardo è comunque troppa. Il faraone è tra due fuochi; un conflitto contro i macedoni sarebbe molto inopportuno, anche perchè questi ultimi divenuti molto forti in grecia negli ultimi anni, al punto da essersi spinti fino a Bisanzio, resistendo anche ai Valeri che occupano la parte orientale dell'adriatico. Ma lasciare loro Rodi sarebbe altrettanto dannoso in vista del futuro. Nel 239 anche Sardis, indebolita per la dipartita di uomini per Rodi, viene assediata da truppe Pontiche. Parlando di Rodi, stranamente i Macedoni firmano una tregua con i greci; ciononostante le truppe di Psammetikhos Neo Dioniso decidono di assediarli. Nel 238 anche Antiochia è sotto assedio, ma da truppe Seleucida. Il faraone non era mai stato visto così preoccupato per il suo regno, mai così grande, mai così fragile.

Psammetikhos attacca Rodi e uccide Memnone di Sparta, ultimo re greco su Rodi. Le sue truppe, gran parte mercenarie, non hanno avuto molte difficoltà a superare le barriere della città con i loro arieti; una volta entrati gli avversari vennero bersagliati con pietre, lance e frecce di ogni provenienza fino a scontrarsi con i lancieri o con gli ascieri del deserto faraonici. Morto Memnone, il resto dell'esercito greco fugge in città, dove vengono presto raggiunti e sconfitti. I Greci scompaiono dalla cartina geografica mediterranea.

Nel 238 ac inoltrato l'esercito Pontico a Tarso attacca gli uomini di Isetnofet Euerghete, che si ritrova a dover difendere la città sabotata da una spia avversaria. Le truppe pontiche quindi si lanciano all'assalto del portone, lasciando uno dei tre arieti schierati, mentre gli altri due si dirigono verso le mura per fare breccia. Le forze pontiche si infrangono sulle lance dei lancieri Nubiani appostati davanti al portone, ed anche quando i pontici distruggono le mura egizie, sono sempre le lance ad accoglierli. Non c'è molto da fare per gli avversari, e una volta morto il loro generale, tale Capitano Asander, i pontici fuggono a gambe levate. Isetnofet Euerghete, nonostante anni di inattività, è ancora un osso duro da battere.
Nonostante le vittorie, sono ancora le cattive notizie a prevalere; i Parti hanno assediati Dumatha ed i Macedoni Rodi. I nemici del Faraone sono sempre di più, i suoi amici sempre meno e troppo distanti per chiamare aiuto.

Il 237 si apre con diverse vittorie in mare a discapito dei Macedoni, più tardi quello stesso anno invece flotte pontiche riescono a decimare alcune navi egizie. Frattanto le navi egizie bloccano i porti di Atene, Sparta, Corinto e altre città marittime dei figli di Alessandro Magno. I Macedoni offrono quindi una tregua, che Ahmose, faraone d'egitto, accetta con sollievo, sperando che presto le sorti dell'egitto si risollevino. I Parti attaccano Dumatha e perdono di fronte ai lancieri Nubiani, il Ponto assalta Sardis e perde di fronte ai lancieri del Nilo. Di nuovo, il regno d'egitto, ha salva la vita grazie alla sua incredibile capacità difensiva! Ma per Sardis i tempi duri non sono ancora finiti; non è che finito un assalto, che ricomincia un nuovo assedio; di nuovo, nel 235, gli uomini di egitto sono chiamati a difendersi dal Ponto, e di nuovo i lancieri del Nilo riescono a sopraffare i Fanti Orientali ed i Peltasti avversari, sempre con la stessa strategia, sempre con pochissime perdite. Nello stesso anno, senza motivo, o forse perchè scoraggiati, i Seleucidi abbandonano l'assedio di Antiochia. Nel 235 nuove armate pontiche giungono da nord; Tarso e Sardis sono di nuovo sotto assedio, e il popolo egizio inizia a chiedersi quando si troverà la forza di reagire a queste continue oltranze del ponto. L'espansione egizia è in stallo, i confini vacillano in ogni dove, l'unica cosa che, per fortuna, è ancora salva, è l'alleanza coi Numidi e la capitale, Alessandria. Scorribande di ribelli vengono fermate da Sekhemwy, giovane figlio di Ahmose, e questo è davvero l'unica azione degna di nota che si riesce a compiere nel faraonato in quel lustro. Il popolo inizia ad avere nostalgia dei tempi di Ptahhotep, in cui l'egitto era una nazione in espansione e non una sulla difensiva.

Nel 234 Dumatha è di nuovo sotto assedio pontico, ma nello stesso anno partono da Sidon, Antiochia e Gerusalemme delle armate per un attacco ai danni dell'Impero Seleucida; più tardi quel'anno le armate si uniscono e insieme a rinforzi da Damasco e Palmyra, creano un enorme esercito pronto all'invasione. Isetnofet Euerghete è costretto nuovamente a difendersi da un assalto pontico a Tarso; i pontici avevano costruito un numero di Arieti incredibile (ben sette!) per fare breccia a Tarso, e in più, i portoni della città erano stati nuovamente sabotati. Tutto questo e in più la presenza del Re Pontico Eracle a nulla servì. Lui morì ucciso da Lancieri Nubiani e Cavalieri del Deserto, il suo esercito si spezzò di fronte alle lance Egizie e Tarso, grazie alle truppe di Euerghete, era di nuovo salva.



Nel 233, i Macedoni assediano di nuovo Rodi. La tregua è durata ben poco. Contemporaneamente, Dumatha è costretta a una sortita per non cadere in mano Partica, e vince miracolosamente priva di Cavalleria contro un esercito di Arcieri a Cavallo, Catafratti e Arcieri. I Macedoni offrono di nuovo una tregua, ma questa volta Ahmose non si fa prendere in giro dalle parole vuote macedoni, e rifiuta. Sardis viene un ennesima volta assaltata da truppe Pontiche. Ormai le file Egizie diventano sempre più sottili, Sardis non viene che difesa con 200 uomini, contro un esercito grande più del doppio. Dopo una lunga lotta, dei picchieri falangiti sfondano i lancieri del Nilo e le Asce del Deserto apposate sul portone; molte truppe pontiche sono già in rotta, quando Apries Neo Dioniso comanda la rotta per il centro dell'insediamento. Ma ci sono ancora truppe che combattono al portone e sono proprio queste, una manciata di lancieri del nilo e di lancieri nubiani, a ricacciare infine il generale nemico ed i suoi picchieri. Sardis è salva. Ancora una volta. Ma si teme che sia l'ultima, se non giungono presto rinforzi dall'egitto.

Nel 232 ac truppe egizie assediano Hatra, e mesi dopo, mentre in mare flotte Egizie combattono i macedoni ed i pontici, la cittadina Seleucida viene attaccata. La vittoria è tanto totale quanto scontata, visto il numero esiguo di truppe avversarie presenti nel borgo.

Nel 231 ac il popolo di Antiochia è in rivolta, nello stesso anno alcune delle truppe partite per assediare e conquistare Hatra si incontrano con Ramose Auletes e marciano verso Seleucia. Contemporaneamente, ma altrove, le truppe Macedoni attaccano Rodi; la difesa delle mura è lunga ed estenuante, ed i nostri uomini sono visibilmente in difficoltà essendo l'attacco partito da due lati opposti del borgo. A nord c'è un solo ariete, ma molti uomini nemici, e Psammetikhos Neo Dioniso, governatore della città, posiziona lì delle Falangi Mercenarie, con degli Schermagliatori e dei Frombolieri. A sud ci sono quattro arieti, e sono rimasti solo due unità di Lancieri da posizionare. Una viene messa a guardia del portone, l'altra guarda una sezione di mura, le altre due porzioni di mura attaccate vengono difese con Ascieri del Deserto, schermagliatori, arcieri cretesi mercenari e frombolieri vari, nonchè un'unità di Cavalleria del Deserto. Ad assalto iniziato e mura sfondate, i macedoni attaccano a nord e sud contemporanemente. Il nord, fortunatamente, regge, mentre il sud inizia a perdere colpi nei punti non protetti da Lancieri. Poi una carica di cavalleria spezza le linee del Lancieri del Nilo appostate al portone, e Psammetikhos ordina alle unità con gittata di concentrare tutta la forza di tiro egizia (notevole, contando svariate unità di schermagliatori, frombolieri e arcieri adunati lì) in quel punto; quando poi intervengono anche i cavalieri stessi, il sud è sicuro. In quel momento è il nord a iniziare a dare i primi segni di cedimento, e mentre a sud Psammetikhos ordina il ritiro ordinato verso il centro di Rodi, le truppe macedoni lì riunite fanno un ultimo disperato assalto. In una scaramuccia a cui partecipano schermagliatori e arcieri rimasti senza munizioni perde la vita il familiare Macedone che dirigeva l'attacco, Perdicca di Portaes. In quel momento, da nord, le truppe macedoni sfondano le falangi mercenarie egizie, e tutte le truppe a sud vengono spostate verso il centro di Rodi con la massima fretta, essendo il portone nord perduto. La lotta per le vie della città si fa ardua, con perdite da entrambi i lati, ma gli egizi occupano bene la piazza centrale della città e lì piazzati attendono i Macedoni; in una carneficina di lancieri, falangi e arcieri cretesi, alla fine i macedoni si danno alla fuga, inseguiti dai nostri cavalieri del deserto, e vengono del tutto sterminati.





Ora sto messo un pò meglio, ma la fedeltà negli insediamenti vari rimane troppo bassa per i miei gusti, come fate a tenerla alta? Che mosse mi consigliate di fare una volta uccisi i Seleucidi?
Eraclio Imperatore Romano
00venerdì 17 ottobre 2008 19:51
beh, il problema principale che mi è sorto con le fazioni NON romane, come gli egizi e che hanno uguale i loro stessi obiettivi! per cui presto dovrai pensare, purtroppo, anche a Roma, che è uno degli obiettivi. Io ti consiglio di solidificare il tuo regno, eliminare armeni e pontici e prepararti ad invadere i macedoni, prima che lo facciano i romani.

PS: io proseguirò entrambe le cronache "ellenistiche" macedoni e seleucidi, posta se puoi! [SM=g27817]
Bertavianus
00sabato 18 ottobre 2008 00:33
Io lascerei tranquillo il fronte del Nilo, il che lascia la scelta fondamentalmente fra province anatoliche e isole varie. Se vuoi arrivare a Roma, devi trovare il modo di indebolirla rosicchiando i margini dell'impero, senza rischiare troppo.
Celebandune
00mercoledì 29 ottobre 2008 17:54
Siamo tutti figli del Faraone! [Cronaca di come l'Antico Egitto tenta di tornare alla ribalta nel Mondo - RTW] - 4
Rieccomi per le ultime dall'epoca di Roma.

Nel 230 ac un gruppo folle di Briganti posiziona il suo accampamento di fronte a Thebe; quando Meryre lo attacca si rivelano più ostici di quanto non sembrasse: la battaglia è un continuo rincorrersi sulle colline tebane, e solo grazie al miglior addestramento i lancieri nubiani del familiare riescono a sconfiggere gli arcieri ribelli. Pochi mesi dopo, molte miglia più a nord, l'esercito d'invasione Egizio di Ramose Auletes viene attacato da Alessandro di Ctesiphon, erede Seleucida. Ramose ha con se un gran numero di Cavalieri, mentre Alessandro il Seleucida porta numerosi Opliti al suo comando; le sorti sono nefaste, ma Ramose Auletes dimostra a tutti che un tempo prese lezioni di guerra da Isetnofet Euerghete e con abili mosse della rapida cavalleria riesce a circondare le lente falangi Seleucide e caricarle dal retro o sui loro fianchi esposti; le perdite non sono certo poche, ma ben presto i Seleucidi fuggono, ed è allora che i cavalli vengono spronati ed i nemici ricacciati o, per lo più, massacrati durante la fuga. Dei 1274 nemici non rimangono che 28, i nostri 988 invece rimangono ben 871. Poco dopo questa battaglia, notizie giungono ad Alessandria che Tarso e Sardis sono di nuovo sotto assedio pontico. Inoltre una flotta pontica blocca il porto di Rodi.
Nel 229 Sekhemwy e Ramose Auletes assediando da due lati Seleucia, ultima cittadina dell'Impero Seleucida. Nello stesso anno il Morbo imperversa a Memphis, con gravi risvolti sul morale cittadino. Misure igieniche più efficaci devono essere implementate al più presto da Tutankhemwy, governatore della città. Sempre nel 229, i Pontici rinunciano all'assedio a Tarso, Sardis continua ad essere assediata tuttavia.
Nel 228 ac infine le truppe combinate di Ramose Auletes e Sekhemwy attaccano Seleucia. Zeusi, Capofazione ed Imperatore dei Seleucidi, deve difendersi con 322 uomini contro le oltre 2000 forze d'invasione egizie. La battaglia inizia nel più tradizionale dei modi, le mura vengono assaltate con scale e torri d'assedio mentre diversi arieti cercano (invano, a sud) di arrivare ai portoni intatti. Una volta prese le mura (o distruttele con degli scavatori) la lotta infuria per le strade della città, con cavalleria impegnata in un vero e proprio gioco di "caccia al ladro" nei confronti del re e dell'erede Seleucida, Alessandro di Ctesiphon. I Seleucida, perse diverse truppe a cavallo e da schermaglia, si rifugiano, con un'unità di Elefanti, al centro della città, nella piazza antistante il Palazzo del Re, ove per un certo periodo riescono a tenere testa alle cariche di cavalleria egizia; ma il numero, alla fine, ha il sopravvento; muore Alessandro, poco dopo muore anche Zeusi, ultimo Imperatore Seleucida, e rimangono solo un forte gruppo di elefanti in piazza. Questi combattono strenuamente contro dei fanti orientali e diverse unità di cavalli e arcieri, finchè non devono arrendersi pure loro, gli elefanti impazzati e sopraffatti dal numero. Seleucia è egizia, l'Impero Seleucida non è più. In più, l'egitto adesso detiene ben sei delle sette meraviglie del mondo antico.



Pochi mesi più tardi Isetnofet Euerghete attacca un'armata pontica nelle vicinanze di Tarso. La battaglia è tattica, ma breve. I lancieri egizie formano un muro davanti ai propri tiratori, che decimano i pontici. Infine, a frecce esaurite, con le frombole ancora in azione, i cavalieri caricano i cocchi e gli Uomini delle Colline avversari, che vanno in rotta. Ben presto i Cavalieri del Deserto egizi circondano il capitano avversario; uccidendolo i pontici fuggono disperati, ma vengono ripresi dalla cavalleria e sterminati.
La risposta pontica è immediata; Sardis viene infine attaccata da un paio di unità pontiche, che dopo aver sfondato le mura, assaggiano ancora una volta le lance del nilo egizie e decidono che forse era meglio farsi gli affari propri.



Negli anni successivi l'Egitto conosce una certa tranquillità; nonostante il susseguirsi di battaglie navali tra pontici e macedoni, le conquiste territoriali non subiscono perdite nè aggiunte. I parti sono vicini, ma lontani dalle menti di guerra egizie, e nonostante il loro rifiuto di una tregua, la vicina Susa non viene attaccata da Ramose Auletes che si trova lì vicino. Molti degli ormai numerosi proventi vengono spesi nella ricostruzione di una flotta navale potente ed aggiornata; i vecchi vascelli egizi che dominavano il mare quindici anni fa iniziano ad invecchiare e necessitano una sostituzione rapida onde evitare perdita di predominio in mare.



Nel 225 ac sono di nuovo sotto assedio Tarso e Sardis, i pontici ci riprovano.



Altrove, Ramose riceve infine il comando di attaccare Susa. Un eserito Partico viene loro incontro, ma viene battuto di fronte alla superiorità numerica schiacciante dell'esercito del tolomeo. Susa viene quindi assediata. Nel 224 viene assaltata e irrimediabilmente conquistata per venire annessa al Regno d'Egitto.

Sempre nel 224 ac Sardis viene assaltata dalle truppe pontiche che la stavano assediando. La battaglia non è ardua, ma in un attacco di arroganza Apries, detto il Collerico, attacca con i suoi cocchi il generale picchiere nemico, e va incontro alla morte. Questo non influenza le sorti della battaglia, che viene vinta di misura. Pochi giorni dopo anche Ahmose, alla veneranda età di 61 anni, muore. Gli succede il figlio Tutankhemwy, con la speranza che con lui l'egitto possa tornare una nazione in attacco, anzichè una difensiva come lo è stata con il regno di Ahmose. Nel 223 Tarso è un ennesima volta sotto assedio Pontico.

Tutankhemwy attua presto una nuova politica nell'Egitto; niente più ignoranza sulle fazioni avversarie, la situazione del bacino mediterraneo va studiata per bene ed ogni città ha l'obbligo di avere un minimo di guardia cittadina che deve essere composta da lancieri, due unità di cavalleria e possibilmente arcieri, per ottimizzare le difese cittadine. Così, le città vengono presto svuotate da truppe offensive e diplomatici egizi viaggiano per il mondo chiedendo informazioni geografiche ai Bretoni, ai Giuli ed ai Corneli. Nel tardo 223 anche Sardis è un'ennesima volta sotto assedio.

Nel 222 ac Isetnofet Euerghete è costretto a difendere ancora una volta Tarso, di nuovo con i portoni sabotati da un qualche cane pontico. La difesa è banale nonostante tutto, e le truppe pontiche, ancora una volta, si impalano sulle lance egizie. Alcune torri e scale d'assedio raggiungono sì le mura, ma i battaglioni ad essi affidati sono troppo pochi per vincere le oltre 800 anime messe a difesa delle mura. Tarso è salva.



Poco dopo, anche Sardis viene assaltata, ma le difese Egizie, come sempre, reggono grazie alle loro lance acuminate in faccia agli invasori. Frattanto, nel 221, flotte egizie raggiungono il mar nero e bloccano anche lì diversi porti pontici. Oltre a quelli macedoni nel mar egeo, questi nuovi blocchi garantiscono all'egitto la supremazia navale non solo nel Mediterraneo Orientale, ma anche nel Mar Nero e in tutte le acque tra l'anatolia e la penisola ellenica.

Nel 220 un'armata Egizia in marcia verso territori pontici distrugge tre unità pontiche scoperte nelle vicinanze di Tarso. Nel Mar Nero, invece, una gigantesca flotta pontica di oltre 480 uomini e 11 navi distrugge le poche navi egizie in quelle acque. Nello stesso anno i Numidi vengono definitivamente sconfitti dai Corneli. Il faraone teme che i bordi africani del regno siano in pericolo, e inizia a pensare ad una spedizione per conquistare la libia.

Nel 219 ac muore Psammetikhos Neo Dioniso a Rodi. Nello stesso anno, pochi mesi dopo, un'armata si muove verso Mazaka. Sulla strada viene attaccata da due contingenti pontici, ma si difende mirabilmente con cariche di cavalleria da alture e bersagliamenti a scapito dei Cavalleggeri del Ponto. Giorni dopo assedia Mazaka, ma il Ponto, di nuovo, manda sue truppe per sfidare gli egizi. Uno dei loro familiari muore nella battaglia, l'altro si salva miracolosamente dal bombordamento di frecce degli Arcieri su Dromedari Egizi; il massacro, contanto anche la superiorità numerica egizia, è totale. Mazaka cade così, senza alcun assalto, in mani egizie.

Nel 218 ac un Assassino Egizio riesce ad uccidere Asander Astacus, l'erede Pontico; il popolo per la prima volta da anni è di nuovo fiducioso nella politica estera egizia, e tra l'annessione di Mazaka e le ultime battaglie vinte nel Mar Nero e in anatolia a scapito dei pontici, c'è di nuovo gioia nelle città.



La notizia bomba negativa, invece, è la presa di Bisanzio da parte dei Valeri. Mai gli egizi sono stati così vicini alla grande potenza emergente di Roma. Sempre nel 218, infine, un assassinio Egizio uccide l'Erede del Regno Armeno. Il prossimo passo, ovviamente, è lo sterminio di tutti i familiari, dimodochè l'Armenia si arrenda senza fare troppe storie. Pochi mesi dopo, le forze Egizie mandate in libia vengono attaccate dai Ribelli lì insediatisi. La lotta è un lungo affronto tra la cavalleria e gli schermagliatori ribelli contro i lancieri e ascieri del deserto egizi; sono questi ultimi ad avere la meglio e riescono così a conquistare Siwa.


Eraclio Imperatore Romano, 17/10/2008 19.51:

beh, il problema principale che mi è sorto con le fazioni NON romane, come gli egizi e che hanno uguale i loro stessi obiettivi! per cui presto dovrai pensare, purtroppo, anche a Roma, che è uno degli obiettivi. Io ti consiglio di solidificare il tuo regno, eliminare armeni e pontici e prepararti ad invadere i macedoni, prima che lo facciano i romani.

PS: io proseguirò entrambe le cronache "ellenistiche" macedoni e seleucidi, posta se puoi! [SM=g27817]




Io posto ogni volta che ho la mia da dire, non preoccuparti, anzi, proprio per la faccenda xfire dovresti sapere che cerco di aiutare. Purtroppo la mia giornata non è solo giochi, quindi non sono molto presente. Mi scuso per questo.

Bertavianus, 18/10/2008 0.33:

Io lascerei tranquillo il fronte del Nilo, il che lascia la scelta fondamentalmente fra province anatoliche e isole varie. Se vuoi arrivare a Roma, devi trovare il modo di indebolirla rosicchiando i margini dell'impero, senza rischiare troppo.




Beh, come ora avrai letto, i Numidi sono caduti, ora in Africa confino direttamente coi Corneli. Non di certo una bella situazione.

Celebandune
00lunedì 3 novembre 2008 16:10
Negli anni successivi, le flotte egizie in mar nero sono costrette a ritirarsi da lì ed occupano lo stretto del Bosforo, ma quando la gigantesca flotta pontica arriva lì, anche quel punto fermo viene perduto. Il Mar Nero, per il faraone, è soltanto un ricordo lontano. Nel 217, infine, l'egitto conosce tutta la scena Europea grazie ai suoi diplomatici ed alle spie mandate per il mondo conosciuto.
La penisola iberica pare, momentaneamente sotto dominio iberico, con un piccolo possedimento cartaginese a sud. I Giuli spingono da nord, a loro volta spinti da nord dai potenti Bretoni, che posseggono le Fiandre, la loro isola nonchè tutto il restante nord europeo fino a Vicus Marcomannum. La famiglia Giulia possiede anche il nord dell'italia e la zona Aplina a est di Lugudunum (che invece è Bretone). I Traci sono a Porolissum e zone circostanti, tenagliati sia dai Bretoni a nord che dai Valeri a ovest. I Macedoni, precedenti possessori dei territori ellenici nella penisola balcanica, ormai vengono ridotti giorno dopo giorno dai romani di Valerio, che, come si diceva già in precedenza, sono arrivati fino a bisanzio. I macedoni detengono ormai soltanmto Sparta, Atene e e qualche altra città in quelle zone, in più Creta. L'africa del nord ovest, e le isole del mediterraneo centro occidentale sono dei Corneli. Gli Scizi invece detengono gran parte della russia, giungendo in europa fino a Campus Scythium.



Nel 216 Mazaka è sotto assedio Pontico; nello stesso anno da Sardis e Alicarnasso partono truppe egizie per conquistarne, invece, di territori pontici. Queste truppe vengono assaltate da un contingente pontico. Le truppe egizie si rifugiano così su una montagna, aspettando che siano i pontici ad attaccare.



Diverse centinaia di fanti pontici si appropinquano agli egizi, ma sono inermi di fronte alle lance nubiane e del nilo, e si danno alla fuga. Alla Cavalleria il compito di sterminarli del tutto.



Nei primi mesi del 215 ac arriva notizia che una legione Cornelia ha passato il confine Egizio nel deserto a sud di Cirene. La notizia, documentata dalla spia Heruben Arrhidaeos viene presa con panico ad Alessandria, nella quale iniziano le costruzioni di edifici militari (sospese da anni in favore di Scrittoi, Templi o Bazaar) e si riprende a reclutare soldati. Intanto, nell'anatolia, un gruppo di scout (Cavalieri del Deserto) viene attaccato vicino Pergamum da 81 Uomini delle Colline, che vengono massacrati con sole due cariche egizie ed un conseguente inseguimento dei fuggischi. Un grande esercito segue i valorosi e assedia la città pontica. Nello stesso anno i pontici smontano l'assedio su Mazaka. Purtroppo, contemporaneamente, l'egitto scopre di aver perso due dei suoi assassini inviati l'uno a Kotais, l'altro ad Artaxarta.

Nel 214 truppe egizie assaltano Pergamum e riescono a prenderla senza particolari difficoltà.



In seguito un nuovo contingente Egizio parte per Sinope, mentre nel Medio Oriente Siriano si muovono altre truppe dirette verso mete ancora segrete.

Nel 213 succede il previsto; i Corneli assediano Siwa con un enorme esercito. Contemporaneamente anche la famiglia Giulia ed il Senato ed il Popolo Romano dichiarano guerra alla famiglia tolemaica. I Valeri, invece, rimangono neutrali. L'egitto quindi si trova in guerra contro ben sei fazioni (Giuli, Corneli, SPQR, Macedoni, Parti, Pontici) e con nessun alleato. La situazione, sulla carta, è nera.
Sempre nel 213 truppe Egizie assediano Sinope, la capitale Pontica, ma vengono attaccate da due contingenti nemici; gli egizi però sfruttano le alture del terreno e si ritanano con le cavalcatura sul dosso di una collina. All'arrivo dei nemici, li bersagliano anzitutto con le cavalcature bersagliere, in seguito vengono caricati e totalmente sterminati. Sinope è quindi sgombera da truppe, e gli egizi marciano trionfanti all'interno delle sue mura. Viene assediata inoltre, un'ennesima volta, Sardis.
Pochi mesi più tardi un ennessimo assassinio compiuto su un familiare pontico fa guadagnare a Tutankhemwy, attuale faraone egizio, il titolo di "Omicida", per via dei molti assassini a scapito degli avversari compiuti nei suoi anni di faraonato.
Nel tardo 213, i Corneli assaltano Siwa con un numero spropositato di uomini (818 contro 489 egizi) e tre arieti.



Per la prima volta nella loro storia, i lancieri egizi incontra una seria difficoltà a difendere le mura della città dagli Astati e dai Trieri Romani, ma alla fine, anche grazie alle forze congiunte di schermagliatori e opportune cariche di cavalleria, gli egizi riescono a ricacciare i nemici ed inseguirli con truppe di cavalleria per diminuirne ulteriormente il numero. Siwa, almeno per il momento, è salva.

Nel 212 truppe egizie attaccano Nicomedia; una spia egizia fa trovare aperti i portoni della città, e gli egizi conquistano la cittadina con fin troppa facilità, data l'incredibile superiorità numerica. Pochi mesi dopo truppe pontiche attaccano in un giorno di nebbia un contingente egizio mandato per conquistare Ancyra. I picchieri falangiti pontici, aiutati dagli Scudi Bronzei, arrecano gravi danni ai relativamente male equipaggiati Lancieri Nubiani, ma poi dei Cocchi Egizi caricano alle spalle le sopracitate truppe ed aiutati dai Cavalieri del Nilo, mettono in fuga i nemici.
Pochi mesi dopo un assassino egizio uccide un ulteriore familiare pontico. Contemporaneamente armate egizie assaltano Ancyra, di nuovo a portoni aperti. Attaccando da due lati, le truppe egizie riescono a mettere in difficoltà i pontici all'interno delle mura e poi, ancora, sulla piazza. Lì valorosi Fanti Orientali tengono testa ai Cavalieri del Deserto egizi, ma alla fine devono piegarsi anche loro alla superiorità numerica tolemaica. Gli egizi marciano così dentro Ancyra. Tutta l'anatolia, infine, è sotto il potere di Tutankhemwy l'Omicida.



Nel 211 ac gli egizi si scontrano per la prima volta, e vincono, con le navi dei Corneli. Pochi mesi dopo, truppe del faraone sbarcano su Creta ed assediano Kydonia. Un'armata pontica viene sconfitta poco dopo vicino Mazaka, ed ulteriori navi dei Corneli vengono affondate dai marinai Egizi tra Sparta e Atene.

Nel 210 i Traci vengono annientati. Nello stesso anno si rifanno vivi i Parti, che assediano Seleucia con un gigantesco esercito comandato dal familiare Serse di Eulaeus.
Avviene, negli stessi mesi, l'assalto a Kydonia. Le truppe macedoni del capitano Iolao combattono decisamente male, e permettono in poco tempo agli egizi di conquistare le mura e le strade della città. Avviene un ultimo massacro nella piazza centrale dell'abitato e presto Kydonia cade in mano egizia. Ed era ora.
Sempre nel 210 i Parti attaccano Seleucia, difesa dall'erede Sekhemwy. I parti si presentano con diverse scale, una torre d'assedio ed un ariete, che riescono tutti ad arrivare alle mura.



I lancieri nubiani però, appostati come sempre davanti al portone, riescono a tenere indietro cariche di fanti e cavalli di ogni tipo (incluso il formidabile generale nemico coi suoi cavalieri catafratti, che muore caricato dai Cavalieri Nubiani), mentre tutti i parti che salgono da scale o torri vengono fatti a pezzi dai lancieri o schermagliatori li appostatisi.
La battaglia si conclude con la distruzione della torre d'assedio e tutti i contadini parti intrappolati al suo interno. Dei 1161 parti attacanti, non rimangono che 172 che si disperdono tra le dune del deserto.

Nel 209 ac giunge notizia che Cartagine non è più. Per gli egizi invece l'anno inizia con il blocco di diversi porti dei Valeri in Grecia e nello stretto tra Bisanzio e Nicomedia. Lo stesso 209 ac invece si conclude con diverse sconfitte in mare a carico dei Corneli ed una grande flotta, battuta solo infine dinanzi al porto di Atene, che frattanto è divenuta una città dei Valeri.

Nell 207 ac, Kotais, presunta ultima roccaforte Pontica, viene assaltata dalle truppe Egizie. La battaglia, grazie alle porte aperte dalle spie egizie, è un'unica carneficina tra le strade della città; cavalieri in carica, arcieri e truppe da tiro varie coi loro proiettili, degli onagri e le formibadili asce del deserto battono, strada per strada, le truppe pontiche, che perdono ben due familiari nella battaglia. Kotais è egizia. Eppure il loro capofazione è sfuggito ai nostri uomini.



Nel 206 la peste colpisce Alessandria. Isetnofet Euerghete invece compie il suo settantesimo compleanno, per essere così il più vecchio familiare mai vissuto nell'egitto tolemaico.

Nel 205 truppe egizie a cavallo fanno da avanscoperta per il restante esercito per conquistare Arsakia, ma gli assediati parti fanno una sortita. Le cavalcature egizie si appostano su una collina ed attendono l'arrivo dei nemici, per poi caricarli mentre questi si stancano salendola. Due familiari (tra cui Sarosh, erede Partico) perdono la vita in questa battaglia, che i cavalieri egizi vincono con abilità. I Parti non esistono più, ma i cittadini di Arsakia si rivoltano e detengono la città, che quindi è ancora sotto assedio egizio. La peste di Alessandria, frattanto, ha ucciso Nekho, uno dei figli del faraone, e grande è il lutto in famiglia, in quanto ultimo erede diretto della famiglia di primogeniti partita dal ei fu Hekhemmut.

Nel 204 ac si scopre che i pontici hanno trovato rifugio a nord, nella lontanissima città "Campus Alanum", che così diviene il prossimo obiettivo delle armate egizie, dopo la presa di Arsakia.




Questa avviene, infine, nel 203 ac con l'ausilio di un grosso eserito fornito di ogni tipo di truppa. L'anno successivo, invece, è la Macedonia a dare l'addio alla scena politica europea. Truppe egizie si muovono verso nord per fargliela pagare ai pontici, mentre navi egizie si avventurano, nuovamente, nel mar nero, mentre altre arrivano fino in puglia a bloccare il porto di Taranto e di Apollonia, sulla penisola balcanica. Questi blocchi continuano ad essere eretti fino al 200 ac e oltre, facendo si che dal Mar Caspio, per il Mar Nero fino alla Sicilia il mare è di predominio egizio.
Alla fine del 200 ac le truppe mandate per conquistare Campus Alanum vengono intercettate da Hygiaenon di Gangra, familiare Pontico. La battaglia è breve ma intensa; gli uomini egizi si mettono con alle spalle una gigantesca formazione rocciosa e bombardano il nemico in avvicinamento con gli onagri portati per l'assedio e con frecce e sassi. Infine i cavalieri pontici caricano, al che anche quelli egizi ricevono l'ordine della contro-carica. Pian piano le armate vanno in rotta, da quel momento in poi è tutto un inseguirsi fino alla morte. Il familiare pontico perisce, gli egizi vincono di nuovo in modo netto.

Nel 200 ac quindi la situazione del mondo europeo è dibattuta e decimata. Da un lato, le famiglie Romane dominano nell'occidente, con i Giuli che lottano in Spagna ed in Gallia, i Valeri che predominano sulla Grecia e le regioni confinanti fino ad arrivare al Mar Nero ed i Corneli espandono i loro territori in Africa, costruendo ingenti armate nella Tripolitania. Delle restanti fazioni rimaste in vita, l'Armenia è un mero protettorato della Scizia, questi ultimi a loro volta in declino poichè attaccati ad ovest dalle fazioni Romane e dai Bretoni. Questi ultimi hanno costruito un impero favoloso, che va dalla loro isola natia fino al Mar Nero, vero bacino d'incontro delle varie civiltà. I Pontici, scacciati dall'anatolia verso nord dal Regno d'Egitto, sono solo l'ombra dello stato che erano un tempo.



Nel 198 ac gli Egizi firmano una tregua con i Valeri, e liberano i porti bloccati, soltanto per venire attaccati dai Valeri mesi dopo. Il faraone fa subito bloccare ogni singolo porto dei Valeri a portata di esercito e si pente della sua amichevole apertura nei loro confronti. "E poi dicono barbari a noi." lo si sente borbottare nel momento dell'annuncio della notizia. Nel 198 ac inoltre viene assediato ed assaltato Campus Alanum, e per la prima volta gli Egizi devono lottare nella neve dell'europa settentrionale. Questo, però, non impedisce loro di vincere, e dopo aver abbattuto i portoni con arieti e le torri con onagri, i cavalieri e gli arcieri uccidono il re pontico nella sua dimora. I pontici sono annientati, una volta per tutte.
Nel 197 ac la più improbabile delle alleanze va in porto; i Bretoni, barbari del remoto nord, dai riti inconoscibili e con una storia diversa all'esatto opposto degli dei egizi e dei riti tolemaici, divengono alleati del nostro faraone. Il Mar Nero, nuovo Mediterraneo, è il luogo in cui tale patto viene siglato, chiamato "Patto del Mar Nero", appunto.

Nel 196 ac infine muore Tutankhemwy, che negli ultimi anni della sua vita venne detto "L'astuto" per le opere di spionaggio eseguite, per gli assessini compiuti e per tutte le conquiste in questo modo incanalate. Il vuoto è enorme, e Sekhemwy, il nuovo faraone d'egitto, è anche lui anziano, ben sessantaduenne, ed il suo regno si prospetta breve. Anche se l'anziana età di Isetnofet Euerghete (arrivato ormai a 80 anni!) fa ben sperare a Sekhemwy.



Nel 195 ac gli Iberi lasciano definitivamente la scena europea; solo i Bretoni, i Romani e gli Egizi, ormai, lottano per la supremazia, le altre fazioni sono o in decadimento (Scizi) o in stallo perenne (Armenia).
Nel 194 ac truppe egizie, che avevano precedentemente assediato Campus Sakae, nel lontano nord del mondo conosciuto, la assaltano con un numero incredibile di armi d'assedio. Oltre otto torri d'assedio, almeno sei unità di scale e quattro arieti, a cui si aggiunge un'unità di onagri e un pozzo per distruggere le mura in modo sotterraneo. I ribelli non hanno scampo e vengono massacrati in ogni dove. L'egitto trionfa, ancora una volta.
Mashiminu
00lunedì 3 novembre 2008 20:48
Corneli, Valeri, Giuli, Britanni o Egizi; chi vincerà questo grande scontro per il dominio del mondo???

[SM=g27811]
Eraclio Imperatore Romano
00lunedì 3 novembre 2008 21:03
sei alleato con i britanni giusto? sarebbe cosa saggia allora tenere i romani in difficoltà, cacciarli dall'Africa se possibile e dalla penisola balcanica; una volta che scoppierà la guerra civile a Roma, c'è solo l'imbarazzo della scelta, perchè potrai allearti con chi vuoi, quando vuoi. Ti consiglierei di spostare la capitale perchè Alessandria è troppo periferica e suggerirei Sardis, dato che permette di tenere facilmente d'occhio i Valeri.
Celebandune
00venerdì 5 dicembre 2008 13:16
Mamma ragazzi, ho avuto problemi con internet quindi non ho postato, ma la campagna è andata avanti in modo spaventoso. Temo che il prossimo post sia esageratamente lungo e pieno di immagini!
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