Si è spento Ryszard Kapuscinski, un omaggio

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u211155b
00venerdì 2 febbraio 2007 11:29
«Ogni volta che l'uomo ha incontrato l'Altro, si è trovato di fronte a tre possibilità:
poteva scegliere la guerra, poteva circondarsi con un muro, poteva instaurare un dialogo.
Nel corso della storia l'uomo ha sempre esitato nello scegliere una delle opzioni:
sceglie l'una o l'altra a seconda dell'epoca e della cultura». (R.K.)

(da Lectio magistralis, Università di Udine)


"Scrivevo... anche per alcune ragioni etiche: intanto perché i poveri di solito sono silenziosi.... La povertà soffre in silenzio. La povertà non si ribella. Avrete situazioni di rivolta solo quando la gente povera nutre qualche speranza di migliorare qualcosa...[ ma ] nelle situazioni di perenne povertà la caratteristica principale è la mancanza di speranza. Questa gente non si ribellerà mai. Così ha bisogno di qualcuno che parli per lei".

(da "Il cinico non è adatto a questo mestiere", Edizioni e/o 2002)

flora2
00venerdì 2 febbraio 2007 12:00
il silenzio....
il silenzio più muto, gli occhi spenti, la mancanza di speranza l'ho colti stamane in una persona che si è rivolta a me per un aiuto.
Mi sento di dover fare qualcosa, ma da stamane incontro solo muri, indifferenza, burocrazia...mi chiedo ma dove sta la comprensione, la disponibilità, la pietas, l'umanità?
Sono una sognatrice, un'idealista che crede che anche uno solo può smuovere qualcosa?

Flora
Caleidos
00sabato 3 febbraio 2007 12:16
Voce per chi non ne ha
*****

Il nostro ospite sconosciuto, dal nome indecifrabile, ha postato qui da noi una serie di articoli ed immagini atte a risvegliare quei sentimenti d'umanità che spesso sono sopiti nell'animo. Una società ingiusta produce inevitabilmente delle disparità tali da essere oramai ritenute endemiche. Per questo c'e' indifferenza e per assurdo ci si preoccupa più di una ricarica telefonica al giusto prezzo che di giustizia sociale per milioni di esseri denutriti. E' l'eterno controsenso dell'esistere: il troppo e il nulla. Battersi per una causa giusta è il fine proprio di chi si propone idealmente nella vita di prendersi cura del prossimo e non sono in molti. Anche noi, scrittori del nostro tempo, possiamo
dare voce a coloro che non ne hanno.


Marco Agazzi (Caleidos) [SM=g27822]
flora2
00sabato 3 febbraio 2007 17:08
il vero problema
Una frase di mia madre ricordo sempre: Il nostro prossimo è quello a noi più prossimo."
Non c'è bisogno di arrivare fino in Africa per cogliere la disperazione e incontrare l'indiffirenza.
In questi giorni, per una cosa molto delicata di lavoro, ne sto incontrando tanta sulla mia strada e ha la voce e gli occhi dei benbensanti che fanno volontariato in qualche associazione, dove è facile "Mostrarsi" e poi girano lo sguardo dall'altra difronte alle difficoltà delle persone quando è richiesto loro di mettersi in gioco, di esporsi in prima persona perchè la giustizia e il bene facciano il loro corso.Paura di perdere il prorpio tornaconto personale, paura di dover affrontare
Devo dire che sono abbastanza schifata....permettetemi la parola, delusa dalla gente. Io ci credo, credo che per aiutare le persone in difficoltà bisogna metterci l'anima, buttarsi a capofitto senza pensare di poter avere ritorsioni, problemi...ma forse sbaglio.
NO...io ci credo.

Flora
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