www.corriere.it/politica/07_ottobre_09/trocino.shtml
LA POLEMICA
Pd, si apre il caso delle primarie nelle scuole
Gasparri: uso improprio di sedi pubbliche. Fioroni: valuterò, ma c'è l'autonomia degli istituti
MILANO — Nico Stumpo alza gli occhi al cielo: «Ma perché, che c'è di male? ». C'è molto di male per Maurizio Gasparri. Anzi, «è una cosa sconcertante », un vero e proprio «abuso», tanto da indurlo a presentare un'interrogazione parlamentare per denunciare l'uso di sedi pubbliche, scuole comprese, come seggi per le primarie del Partito democratico. E chiedere: «Quanto costeranno allo Stato?». «Nulla» ribatte Stumpo, direttore dell'ufficio tecnico del Pd. Tra i concedenti c'è anche Nicola Buccico, sindaco di Matera, nonché collega di partito di Gasparri (An): «A me pare una polemica di basso profilo. Non ci vedo nulla di sbagliato nel concedere scuole e uffici per un'iniziativa democratica».
Gli organizzatori definiscono «un mezzo miracolo» aver messo in piedi una struttura di 12 mila sezioni. «Anche perché non abbiamo le forze del ministero dell'Interno» spiega Stumpo. Un esercito di volontari e uomini di partito ha contattato e sta ancora contattando circoli, palestre, bocciodromi, cooperative, ortofrutta, polisportive, «case del gufo», alberghi e cinema per trovare i seggi dove scegliere il leader del Pd. In alcuni casi verranno utilizzati gazebo. E in altri, in percentuali molto limitate, la scelta è caduta sulle scuole, oltre che sui Comuni.
Succede, tra gli altri, a Taranto, Matera, Catanzaro, Isernia, Cogne, Gallipoli e in un asilo nido di Roma.
Casi scandalosi, per il centrodestra. Gasparri parla di «uso improprio» e di un altro «bell'esempio di casta e di retorica lotta agli sprechi targata centrosinistra ». Isabella Bertolini (Forza Italia) chiede l'intervento del ministro Fioroni e denuncia «un regime che cerca di indottrinare le giovani generazioni al culto e alla fede del Pd». Minculpop, casta, regime? Il ministro Fioroni è cauto. Preferisce studiare il caso e non commentare: «Valuterò. Comunque posso dire sin d'ora che rientra nell'autonomia scolastica concedere o meno i locali degli istituti».
È tutto regolare, ribadisce Stumpo: «Abbiamo scelto quelle sedi per dare continuità al modello elettorale. La gente è abituata a votare nelle scuole e per questo le abbiamo scelte». Ma i soldi? «Gasparri stia tranquillo, non ci sarà nessun costo a carico del cittadino — spiega —. Tutte le spese vive saranno pagate. Nessun custode o bidello lavorerà per noi pagato dai cittadini. Ricordo anche che abbiamo 100 mila volontari che lavoreranno gratis. Ma poi: che idea della democrazia ha chi fa queste contestazioni, che visione ha della politica?».
Ma il Pd pagherà o no l'affitto di questi locali? In molti casi no. Spiega Tommy Lucarella, dell'Utap (l'ufficio provinciale del Pd) di Taranto: «Abbiamo scelto le scuole pubbliche perché nelle circoscrizioni c'erano delle barriere architettoniche.
Difficoltà nelle autorizzazioni? Nessuna, tutte le richieste hanno ottenuto risposta positiva». Passando per il sindaco Ippazio Stefàno, Rifondazione comunista. «È evidente che i sindaci del centrosinistra sono più disponibili verso di noi e hanno un occhio di riguardo — spiega Lucarella —. Non ci chiedono affitti, ma il rimborso spese, qualora richiesto, sarà sempre garantito ». A Taranto le scuole coinvolte sono tre. E non usate le sedi di partito? «No, nessuna — spiega Lucarella —. Abbiamo scelto di non usarle. Figuriamoci se quelli della Margherita, e viceversa, vanno a votare nelle sedi dei Ds. È anche una questione di sensibilità. E poi vogliamo allargare il voto anche fuori dai partiti».
Ma c'è del favoritismo da parte dei sindaci simpatizzanti per il Pd? Buccico, sindaco di An di Matera, non lo crede: «Mi pare un fatto democratico concedere scuole e sedi pubbliche, senza distinzione di partito». E l'affitto? Tutto gratis? «Ci mancherebbe che facciamo pagare l'affitto. Questi spazi sono a disposizione di tutti. Le associazioni e gli enti che ne usufruiscono devono solo prendersi carico di eventuali spese e restituirli nelle migliori condizioni».
A proposito di seggi insoliti, c'è anche il caso della parrocchia di S. Antonio, a Tricarico (Matera). Alla richiesta del Pd locale, il parroco non ha battuto ciglio. In cambio, il Pd pagherà un rimborso di un centinaio di euro.
Alessandro Trocino
09 ottobre 2007