Si rasenta il ridicolo

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la'S plaZA
00lunedì 13 dicembre 2004 14:36
«Samba e cioccolato» scelta dai senatori azzurri

Apicella e il Cavaliere: la tentazione di Sanremo

Il cantante: il progetto c'è. In napoletano il testo del presidente del consiglio

ROMA - Otto mesi fa la notizia di un’incursione del premier sul palcoscenico di Sanremo con il «suo» menestrello, Mariano Apicella, portò sgomento nei palazzi della politica. Per giorni fu un rincorrersi di voci, conferme e smentite, chi gridava allo scandalo e chi non vedeva l’ora di premere il telecomando e sintonizzarsi con il teatro Ariston. «Non c’era niente di vero, fu tutta un’invenzione dei giornali» dice ora Apicella, «ora» che l’idea di sbarcare al festival con una canzone composta a quattro mani con Silvio Berlusconi c’è davvero.

Il brano, ad alta concentrazione calorica, s’intitola Samba e cioccolato , racconta la passione di un misterioso amante per una formosa ragazza brasiliana ed è stata ideata scritta e musicata dal consolidato duo Apicella-Berlusconi. Un’accoppiata che alla storia del pop ha già dato Meglio ’na canzone, album di 14 brani, musica dell’ex posteggiatore partenopeo e testi del presidente del Consiglio. Il viaggio di Samba e cioccolato verso Sanremo inizia venerdì, giorno della sentenza Sme e della cena di auguri con i senatori di Forza Italia. È sera, via di Porta Pinciana è una lunga fila di auto blu, gli ascensori del sontuoso cinquestelle Royal Splendid vanno e vengono, sale il presidente di Palazzo Madama Marcello Pera, salgono Schifani, Malan, Tomassini, Cicchitto, Asciutti, Azzolini, poi il ministro la Loggia, i sottosegretari Vegas e Ventucci, l’ex ministro Giulio Tremonti, quindi Paolo Bonaiuti, Gianni Letta... E infine, sulla terrazza che guarda Roma dall’alto di via Veneto, appare il Cavaliere. Breve discorso sui valori, sollievo per «una sentenza attesa 19 anni e finita com’era giusto che finisse» quindi brindisi a Forza Italia, al figliol prodigo Tremonti e a Romano Prodi. «Che Dio ce lo conservi», alza il calice Berlusconi.

Arginata l’incessante processione di richieste e confessioni personali, il leader degli azzurri chiama accanto a sé il presidente dei senatori e gli affida l’incarico di notaio pro tempore. «Renato, tu sei il capogruppo e dovrai aiutarmi a conteggiare i voti dei senatori». Facce sorprese, occhiate interrogative. «Ora Mariano suonerà tre canzoni d’amore e voi dovrete votare la più bella». Detto, fatto. Apicella pizzica la chitarra, Berlusconi intona il primo brano, Schifani apre le votazioni, i senatori alzano il braccio e Berlusconi scherza, «Schifani attento ai pianisti, lì c’è uno che ha alzato due mani...». Ma è con la seconda ballata che lo smarrimento si stempera, Berlusconi e Apicella girano tra i tavoli e spronano i senatori a intonare il ritornello. «Tu ciucculate e’ cafè/e’ sape ca j moro pe tte...» scandisce il premier con coro di azzurri, «pecché te tengo dint’e vvene comme stu samba ca parla ‘e te» prova invano a coinvolgere lo schivo Tremonti. E giù risate. Antonio Tomassini balla Reginella con Elisabetta Alberti Casellati. È vero, senatore, che Berlusconi ha parlato dell’intenzione di portare il brano a Sanremo? «Vero, l’ho sentito con le mie orecchie». Intanto il notaio Schifani conta e riconta, poi comunica l’esito (ufficioso) del sondaggio canoro: «Ha vinto Samba e cioccolato ». Applausi. «Ha prevalso la seconda, ma a me piaceva di più la quarta, quella sulla fatica di governare, il premier l’ha cantata anche se era fuori concorso» racconta il senatore Lucio Malan. «"Andiamocene via, lasciamoli col naso per aria, delle riunioni non ne posso più..." Mi pare che facesse così». Ha sentito anche lei Berlusconi dire «la più bella la portiamo al festival di Sanremo»? «Sì, mi pare proprio che l’abbia detto».

A Palazzo Chigi il riserbo è assoluto, l’entourage del presidente sembra intenzionato a smorzare e Apicella fa di tutto per mantenere il segreto. «È vero, quelle canzoni inedite le abbiamo conservate per un progetto, che però potrebbe anche non andare in porto. Sa, io sono assai scaramantico». Va bene signor Mariano, ma è vero che il premier canterà? «Cantare? Assolutamente no». Ma se il pezzo arrivasse a Sanremo il presidente del Consiglio lo firmerà come autore del testo? «Non dico niente. È solo un’idea, nient’altro che un’idea. Certo, mi darebbe molto fastidio se non andasse in porto...». La corsa di Samba e cioccolato verso il successo, se davvero sarà questa la canzone prescelta, è iniziata, ma gli ostacoli non mancano: il rigidissimo articolo 10 del regolamento di Sanremo sul significato di «canzone inedita» e il direttore artistico. Raggiunto al cellulare, il dottor Gianmario Mazzi si tira fuori. «Mi perdoni... Mi hanno appena fermato i carabinieri». Clic e poi più niente, fino a notte.
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