Shardana

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Knight 01
00martedì 14 giugno 2005 19:29
Gli Shardana sono un antico popolo su cui ancora oggi sembra persistere un fitto velo di mistero, ignoti, infatte rimangono la loro origine e le loro tradizioni. Team di archeologi e di appassionati sembrerebbero essere giunti oggi a nuove interessanti teorie legate ai misteri di questa popolazione. Per gli egizi costituirono una salvezza quando il faraone Ramses III li ingaggiò per proteggere i propri confini mentre la forza distruttrice dei "popoli del mare" - come tali venivano indicati - portava alla distruzione di molti imperi di allora (Huttusa, Ugarit e forse anche Creta e Micene). Le testimonianze più antiche della loro presenza sembrerebbero risalire al 2.300 a.C. e indicherebbero forse una loro provenienza dall’Asia Minore insieme al dio-eroe Sandan (Sardan, Sardus), figlio di Eracle (identificato anche con Marduk, Dioniso, Eshum, Visnù, Asclepio). Grazie all’aiuto di questo semi-dio avrebbero conquistato il Mediterraneo attestandosi come uno dei più potenti imperi della storia italica pre-romana...come arrivarono, così scomparvero...nel nulla...

Knight 01
00mercoledì 20 luglio 2005 18:34
LA BUSSOLA SULLE NAVI DI FENICI E SHARDANA

Un articolo apparso su HERA, mensile italiano di archeologia e misteri, riferiva tempo fa della scoperta dell’ing. Mario Pincherle riguardante una strana figura a bordo di una nave da guerra cartaginese. Secondo il noto archeologo si tratterebbe di una bussola. L’ingegner Pincherle è riuscito addirittura a riprodurne un esemplare perfettamente funzionante (vedi immagine).



Sempre secondo l’articolo pubblicato da Hera, i Cartaginesi avrebbero ereditato tale strumento dai Fenici.

Leonardo Melis, nel suo “SHARDANA I POPOLI DEL MARE” sostiene l’ipotesi secondo cui i Popoli del Mare, e in particolare i Shardana, si servissero di tale strumento già dal II Millennio a.C. nei loro viaggi oceanici, oltre le Colonne d’Eracle, alla ricerca dello stagno utile alla fusione del bronzo, di cui erano i monopolisti. Ne sono prova le numerose navicelle ritrovate in Sardegna, Toscana, Lazio ecc. a bordo delle quali, tale strumento risulta essere installato.

Si tratta di un semplice magnete, montato su un’asse che passava all’interno di una sfera o, preferibilmente (vedi il caso della navicella), di un cerchio o anello rotante. Il magnete, per una legge ben nota, puntava sempre verso i due poli terrestri, indicando la direzione da tenere all’equipaggio indaffarato. Per evitare gli sfasamenti dovuti al rollio e la vento, al cerchio o alla sfera erano appesi dei nastri stabilizzatori di cuoio pesante. Sembra di sentire Alcinoo tessere le lodi delle sue navi a Ulisse: “Le navi dei Feaci non han bisogno di timone o di timoniere, ma vanno col pensiero dell’uomo…”

Notare l’incredibile somiglianza delle due figure montate sul cassero delle due navi: la prima (quella incisa sulla stele) è cartaginese, la seconda è una navicella SHARDANA in bronzo, ritrovata in Sardegna.

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