La sua è una delle figure indubbiamente più affascinanti dell'epoca Amarniana, seppur non se ne conosca il volto.
Ma basta esaminare quanto giunto fino a noi, creato dalle sue mani, per restarne estasiati e riconoscere l'incredibile capacità che costui possedeva. Potremmo dire che era in grado di rendere viva la pietra, al punto da lasciarti in attesa di ascoltarla parlare. Quello che accade ammirando il busto di Nefertiti esposto a Berlino, o quello del Cairo, nel quale pur non avendone certezza, è riconoscibile la sua mano.
E forse non fu solo il Figlio del Sole a restare incantato di fronte alla sua bravura, ma accadde anche ad alcuni dei suoi successori. Quegli stessi che non si posero limiti a distruggere tutto quanto parlasse di Akhenaton e del suo Dio e che si prodigarono a distruggere ogni traccia della sua Capitale. Ma forse non tutti i successori di Akhenaton vollero cancellare quanto intrapreso dal Re riformatore, soprattutto a carico del Clero di Amon e forse anche alcuni di loro restarono impressionatidi fronte ai capolavori di bellezza, nati dalle mani di Djehutymes, al punto che vollero appropriarsene.
Fra questi cito Seti I, figlio di Ramesse I, che, seguendo l'esempio del padre, volle riaffermare il primato teologico di Ra, adottando come prenome quello di
MenMaatRa ("eterna è la giustizia di Ra").
Attivo soprattutto in campo militare, Seti I si distinse anche come costruttore. A lui dobbiamo infatti il completamento della sala ipostila di Karnak e, non ultimo, lo splendido tempio funerario che volle erigere ad Abydos, nel quale compare la famosa lista dei sovrani che lo precedettero, nella quale si denota l'assenza proprio dei sovrani dell'epoca Amarniana.
Eppure, ripeto, evidentemente non tutto quanto riguardava Akhetaton rientrò nel disegno di cancellazione di questo Re.
Non sono molte le statue che lo ritraggono, giunte fino a noi, eppure ve n'è una, un colosso alto 238 cm, custodito al Cairo Museum e catalogato come JE 36692, che salta subito all'occhio, poichè porta l'inconfondibile "firma" dell'Artista di Amarna. Il nome di Seti I compare inciso sul pilastro dorsale e anche sulla base, ma i segni, alquanto appprossimativi, lascerebbero supporre che siano stati aggiunti in un secondo tempo.
E' impossibile infatti non riconoscere in quei tratti l'abile mano di Thutmose.
Giudicate voi: