Scusate il ritardo ma ho contatto già Thomasc!

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visceraTHEbest
00venerdì 3 febbraio 2006 22:24

Doveva essere una missione facile. L’ultima di un lungo anno di lavoro. Il piano era quello di incastrare un pesce grosso che spacciava droga per tutto il continente americano e in particolare nella zona costiera. Ci lavoravo da circa un anno e quella notte d’estate ci sarebbe stato l’incontro decisivo. Mi infiltrai nel giro come un compratore d’armi e fu concordato uno scambio al molo 14 di Coney Island. Era luglio e la notte si presentava afosa e stellata. Arrivammo con dei fuoristrada in un angolo buio del molo ed aspettammo quelli con cui avremmo dovuto fare lo scambio. Sarebbe dovuto essere una cosa tranquilla e al momento dello scambio sarebbe dovuta intervienire la polizia appostata per tutta la zona. L’incontro era fissato per le 23.30 ma dovemmo aspettare sino alle 23.50 prima di scorgere dei fari di un auto di grossa cilindrata. Dall’automobile scesero 4 persone. 2 facevano parte della scorta personale di Anthony,il boss che dovevamo incastrare mentre il 4 individuo era il suo braccio destro,BigJoe. Io e i miei uomini eravamo appoggiati al cofano dei fuoristrada. Subito cercai di recitare il mio ruolo.

Luke: Avete portato la roba?

Appena pronunciate quelle parole uno dei due membri della scorta di Anthony andò nel bagaglio dell’auto e prese una valigetta. La diede al suo capo che la aprì di fronte a me.

Luke: molto bene...ragazzi portate i soldi

I miei uomini portarono una borsa. La posi ad Anthony che frugò soddisfatto. Ci fu lo scambio ed io mi voltai per raggiungere il furgone.

Anthony: ehi ehi…mi state forse fregando??’
Luke. Perché mai dovremmo farlo?
Anthony: l’accordo era di 50.000 bigliettoni e in questa borsa ce ne sono solo 40.000
Luke: beh il pattoe ra che voi avreste dovuto portare anche i fucili provenienti dalla Russia
Anthony: ascoltami bene…forse non mi sono spiegato bene

I suoi uomini estrassero dei fucili ed aprirono il fuoco. Ci fu uno scontro a fuoco. Colpii con la mia calibro 40 Anthony che cadde a terra esanime mentre gli altri poliziotti uscirono allo scoperto ed arrestarono i restanti. Nella sparatoria venni colpito con un colpo allo stomaco. Quando arrivarono i medici legali mi diagnosticarono morto ma faceva tutto parte del piano. Una volta arrivati in ospedale mi alzai senza problemi. Il giubbotto antiproiettili mi aveva salvato come previsto. Gli eventuali uomini del boss ora mi credevano morto e così avrei potuto finalmente tornare a casa dalla mia famiglia. Non mi ero mai preso una vacanza ma mancavo da casa da troppo tempo e la voglia di rivedere mia moglie e mio figlio erano insopportabili. Presi il primo volo per Los Angeles il mattino seguente ed arrivai a casa verso le 5 di sera. Varcai il cancelletto che portava al giardino e fui preso da una gioia immensa. Entrai in casa e vidi subito mia moglie. Una lacrima solco il suo viso e mi corse incontro piangendo e mi abbraccio fortemente.

Mary: oddio mio!!! Non ci speravo più….finalmente sei a casa
Luke: non sai quanto ho sognato questo momento…dov’è Michael?
Mary: è su di sopra nella sua stanza,sta facendo i compiti…sarà entusiasta di vederti.

Salii le scale ed entrai nella stanza. Appena i nostri sguardi si incontrarono Miachael mi saltò addosso urlando il nome “papà”. Lo abbracciai come se fosse la prima volta che lo vedevo. La sera fu bellissima. Cenammo tutti insieme attorno al tavolo. La famiglia era riunita: i miei genitori,i miei suoceri ed altri parenti più o meno stretti. Mi sentii finalmente sereno. Feci una passeggiata in riva al mare con mia moglie dato che la casa si affacciava sulla spiaggia. Lì parlammo motlo.

Mary: ora cosa pensi di fare
Luke: per un bel pezzo non ne voglio più sapere. Anche se purtroppo fra qualche settimana ho già un incarico in Europa e…
Mary: diamine avevi promesso che sarebbe stata l’ultima…ma tu dici sempre così…
Luke: lo so ma ti prometto che fra un anno lascerò questo lavoro e mi dedicherò solo a te e a Michael
Mary: sarebbe il sogno più bello della mia vita….avere una famiglia normale. Così ti perderai tutte le gioie di tuo figlio!!! Il primo giorno di scuola,le sue partite di calcio e i suoi primi amori
Mary: tesoro-le presi le mani-io vi amo!! Più di ogni altra cosa…e ti giuro che la tua sofferenza durerà ancora per molto

Ci baciammo sdraiati sulla spiaggia. Questa sensazione non la provavo da troppo tempo e mi abbandonai in lei. La serata passò in allegria e serenità. L’indomani ci sarebbe stato un pranzo in mio onore. Mi alzai presto per andare a fare una nuotata insieme a mio padre. Verso le 10 tornai a casa….mia moglie e mio figlio erano andati in paese a fare una passeggiata e mi avevano comprato una maglietta con un teschio che rappresentava per le tribù indigene il simbolo della vendetta. Abbracciai mio figlio ed uscii a giocare con lui. Il pranzo fu molto sfarzoso e ricco di prelibatezze da mangiare. Eravamo una vera famiglia che rappresentava a pieno il sogno americano. Mangiavamo,ridevamo e parlavamo in completa spensieratezza. Ad un tratto si udirono dei motori provenire da lontano. Tre jeep giunsero fino alla casa. Tutti rimanemmo sbigottiti. Da un’auto scesero dei tizi armati ed iniziarono a far fuoco. Il frastuono era enorme e subito il tavolo si ribaltò. Cercai di proteggermi col tavolo e dissi a mia moglie e mio figlio di andare a nascondersi e così corsero fino al nostro Pick-up. Raggiunsi l’interno della casa insieme a mio padre. Aprii la cassaforte posta sul muro e presi diverse armi. Anche mio padre fece lo stesso. Ci mettemmo dietro alla porta ed aspettammo che quegli uomini ci capitassero a tiro. I corpi dei presenti al pranzo erano stesi a terra senza vita. La rabbia mi salì in corpo. Uscii allo scoperto ed aprii il fuoco seguito da mio padre. Colpii 4 uomini e venni ferito ad un braccio. Cercai di farmi scudo con delle colonne colpii altri 3 uomini. Avanzammo verso gli altri fuoristrada convinti non ci fosse più nessuno ma dal dietro comparve un altro individuo che con un coltello tagliò la gola a mio padre. Mi girai di scatto e sparai un intero caricatore nel petto dell’uomo. Mia moglie e mio figlio misero in moto il pick-up e scapparono. Vennero subito inseguiti dai restanti uomini. Corsi subito a prendere la moto nel vecchio garage ma mi trovai coinvolto in un’altra colluttazione. Mentre lottavo per liberarmi mia moglie scappò premendo a tutta birra sull’acceleratore. Il fuoristrada di quegli uomini era più veloce. Arrivarono fino al pontile ma finirono fuoristrada ribaltandosi. Gli inseguitori fermarono il fuoristrada e si diressero verso i resti del pick-up. Mary e Michael riuscirono a correre via lungo il pontile…io riuscii a liberarmi e a raggiungerli con la moto.
Gli uomini risalirono a bordo del furgone e si diressero sul pontile a tutta velocità. Mia moglie teneva per mano mio figlio e cerò di raggiungere una barca. Non feci in tempo a raggiungerli. Il fuoristrada gli passò sopra due volte. Corsi disperato sul pontile. La disperazione regnava nella mia mente ed inizia a singhiozzare. Venni preso e malmenato. Un giovane del gruppo estrasse una pistola. Era lo zio del boss che avevo ucciso di nome Glenn

Glenn: bene bene. Hai osato sfidarci. Hai ucciso mio nipote. E mio fratello mi ha ordinato di eliminare te e tutte le persone che ti sono care. Ma non ti preoccupare…sarà una fine breve e senza possibilità di riscatto…ahahah
Luke: Michael….Mary.
Glenn: allora dove lo vuoi il colpo: testa o cuore.
Luke: cuore…
Glenn: ottima scelta.

Sparò con estrema decisione e caddi in mare. Gli uomini diedero fuoco al pontile. Glenn però aveva commesso l’errore peggiore della sua vita. Spinto dalle onde venni portato a deriva sino all’abitazione di un vecchio pescatore che mi recuperò e mi curò. Quando mi risvegliai ero tutto frastornato. Avevo stampato nella mente i volti di coloro che avevano reso la mia vita ormai un inferno. Mi alzai dolorante dal letto aiutato da una stampella di legno. Il pescatore mi portò sino alla mia casa. Erano tutti morti. Piangevo disperatamente. Tra i resti della casa in fiamme trovai la maglietta che mi aveva regalato Miachael tutta rovinata. La indossai e decisi che la mia vendetta si sarebbe compiuta. Quello che successe dopo fu frutto di una matematica preparazione. Uccisi ad uno ad uno ogni membro del gruppo che aveva ordinato il massacro nella mia casa. Per finire arrivai sino al padre di Anthony. Gli feci credere che sua moglie lo tradiva col suo braccio destro non che suo migliore amici e fu proprio lui ad eliminarlo. Poi picchiai il Boss,lo legai ad una macchina e misi un peso sull’acceleratore facendo esplodere tutte le auto del parcheggio creando un inferno di fuoco. La mia vendetta si era compiuta. Fu da quel giorno che la mia vita cambiò e mi resi conto che niente sarebbe stato come prima. La mia vita sarebbe stata messa a disposizione di coloro che non potevano vendicarsi.

Ora mi ritrovo nella mi stanza. Il dolore per la perdita della mia famiglia è ancora troppo forte da sopportare e l’unico mio rimedio è una bottiglia di alcol. Ma ora un altro obbiettivo ha i giorni contati. Jack “the colt”. Domenica lo affronterò in PPV. E anche lui assaggerà cosa vuol dire provocar l’ira del VENDICATORE SCONOSCIUTO.
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